“Questa storia partecipa a
“Garden in love (attività miste)”
indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp.
Prompt: 3) “Sono una madre.
Non è forse normale preoccuparsi
per i figli quando lasciano il nido?”
Ansie materne
John staccò con un morso
la testa del serpente e si leccò le
labbra, sentendo il sapore metallico del sangue.
“Uh, tasty”
disse,
mentre il corpo dell’animale si accasciava, le scaglie
perdeva di colore.
L’uomo lo gettò
dentro la padella e aumentò la fiamma, si pulì
la bocca con il dorso della mano, le aveva entrambe ricoperte di
fuliggine e si
notavano alcune scottature vicino ai suoi innumerevoli calli.
“Eva, guarda che
è quasi pronto!” chiamò. Un rivolo di
sudore gli scivolò lungo il viso, inumidendo la benda che
gli copriva l’occhio
cieco.
“Eva!”
chiamò ancora, scrutando la cucina. Osservò le
lancette dell’orologio appeso scorrere e sbuffò,
uscì fuori dalla stanza e si
avviò lungo il salotto dell’abitazione.
Schivò tre galline che
scorrazzavano libere, queste ultime
corsero fuori nel cortile seminando piume e John sbuffò.
“Eva, si può
sapere cosa stai facendo?” domandò, trovando la
moglie intenta a digitare su un computer. Era seduta ad una scrivania.
Su quest’ultima,
accanto a lei, era appoggiata la sua vecchia radiotrasmittente codec,
imbiancata
dalla polvere.
“Non lo vedi, Jack? Sto
cercando di scoprire quanto viene
per una civile, ma ex-esponente dei servizi segreti, quanto costa farsi
impiantare delle nanomacchine” spiegò.
John si affiancò a lei e
incrociò le braccia al petto
muscoloso, appoggiandosi al tavolo con il fianco.
“Credevo ti fossi ritirata
dal lavoro. Vuoi tornare tra gli
agenti attivi cinesi, o sperimentare veramente quelli russi? O magari
quelli
americani?” la interrogò, la sua iride azzurra
brillava.
Eva schioccò la lingua sul
palato.
“Certo che niente di tutto
questo. Voglio mettermi in
contatto con i codec dei nostri figli. Ieri sono partiti per la loro
vera prima
missione stealth in posti orribili” gemette.
John schioccò la lingua
sul palato.
“Non giudicarmi
così. Sai quanto questi postacci
siano orrendi… Tu hai perso un occhio quando ci siamo
conosciuti” lo richiamò Eva, accavallando le gambe
sode. I suoi lunghi capelli
biondi ondeggiavano dietro le sue spalle.
John ghignò e le
accarezzò una spalla, si piegò ed
inspirò,
sentendo il suo odore.
“Intanto ci siamo
conosciuti” sussurrò.
Una farfalla
cadde tra
le fiamme e prese fuoco, mentre petali di fiori rossi volavano
tutt’intorno.
John espirò rumorosamente.
“Sono una madre. Non
è forse normale preoccuparsi per i
figli quando lasciano il nido?” domandò la donna.
John roteò gli occhi e
sospirò.
“Sono due
‘serpenti’ non due teneri passerotti. Sono stati
scelti per delle missioni dell’esercito dopo anni di
addestramento, sono
capacissimi di cavarsela da soli come ho fatto io” disse
secco.
< E come ha fatto il loro
fratellastro ‘Solidus’… Anche
se quello ha più preso da The Boss, più lui di
Adamska. Mi chiedo proprio da
chi abbia ereditato Adam, non ha niente neanche di The Sorrow, anche se
a letto
è… > rifletté.
Eva giocherellò con la zip
della propria giacca e l’abbassò
abbastanza da far intravedere i seni sodi.
“Eli è un tenero
fiore delicato. Lo sai che da bambino
faceva danza classica e con quei capelli lo prendevano sempre per una
bambina”
disse. Si allontanò dallo schermo del computer, che si era
oscurato.
John assottigliò gli occhi.
“Quel ragazzino
è un terminator, altro che fiore delicato!
Quando era piccolo si divertiva a ricreare piccoli progetti di Metal
Gear per spaccarli
a mani nude” borbottò.
“Questo perché
tu non lo fai mai sentire apprezzato, è così
fragile e insicuro all’interno.
Per non parlare di Dave, lui si
prende il raffreddore con un
nonnulla” gemette Eva.
< La amo così tanto
quando fa la madre ansiosa, ma apprezzo
meno quei due mocciosi… Umh,
potrebbero finire per ammazzarsi a vicenda, ora che ci penso, sono come
cane e
gatto > pensò John.
“Se chiamassi Ocelot e
glieli facessi controllare?” domandò.
Eva gli avvolse le braccia intorno al
collo e gli schioccò
un bacio sulla guancia, facendolo ridacchiare roco.
“Idea stupenda”
disse, sporgendo le labbra rosse e piene.