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Autore: Glaceeonx    09/02/2019    2 recensioni
{I was searching
You were on a mission
Then our hearts combined like
A neutron star collision.}
~
Il perfetto, intelligente, pacato professore Kim Namjoon finirà per innamorarsi del ribelle, socievole, furbo studente Kim Seokjin.
~
[namjin]
[side!Yoonseok]
[school!AU]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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«Eccomi. Si comincia?»

Era arrivato in auditorium con qualche minuto di ritardo rispetto all’orario concordato, e tutto per colpa di Kim Namjoon e delle sue ripetizioni maledette. Non che gli dispiacessero, anzi, era sicuro che prima o poi ci avrebbe sul serio preso gusto.
Ma in quel momento della sua vita avrebbe dovuto pensare soltanto al gruppo, giusto? E nonostante il leader fosse Hoseok,sopra le sue spalle continuava a gravare il peso dello scrivere i testi delle loro canzoni.
In realtà, era da un bel po’ che ne aveva uno in mente, e non vedeva l’ora di sfogarsi su un bel foglio bianco.

«Veramente abbiamo cominciato da un pezzo, abbiamo appena finito il riscaldamento.» aveva detto Hoseok, rimproverandolo «Quando dico alle 17 in auditorium, vuol dire che alle 17 devi essere in auditorium. Amico, vinceremo quel cazzo di concorso solo se ci impegneremo al massimo, mi raccomando.»
Proprio nel momento in cui Seokjin si apprestava a rispondere a tono al suo migliore amico, una visita del tutto inaspettata interruppe la loro vivace conversazione, portando il più grande a sbuffare rumorosamente.
«Ciao, perdenti! Come va la vita? Siamo venuti soltanto per guardarvi provare e farci quattro risate!» aveva detto Min Yoongi, entrando nella stanza assieme ad uno dei suoi fedeli schiavetti, Kim Taehyung «E anche per comunicarvi che noi abbiamo già la canzone. Sapete, solo per informarvi.»

Quella specie di vipera succhiacazzi che era Min Yoongi gli aveva sul serio rotto le uova nel paniere. Era da quando la preside aveva annunciato quella competizione, che non faceva che infastidirli e seguirli ovunque andassero.
Eppure, Jin lo sapeva che anche quella volta non avrebbero giocato pulito: Yoongi stava cercando di scoprire su cosa fossero carenti, come al solito.
«Scusa, tesoro, oggi il teatro è nostro. Mi sembra avessimo fatto un accordo. Girate a largo.» aveva incalzato rivolto a Yoongi, per poi spostare lo sguardo su quell’altro, il quale non aveva ancora aperto bocca «Vedo che non perde l’occasione per metterti i piedi in testa e per sfruttarti. Tu cosa sei venuto a fare? Gli porti l’acqua con le orecchie?»
Seokjin provava un forte rancore nei confronti di quell’individuo insignificante che rispondeva al nome di Kim Taehyung. E questo perché, anni prima, quando ancora erano dei lattanti e frequentavano le elementari, quest’ultimo aveva abbandonato il loro gruppo per diventare il fedele cagnolino di Min Yoongi. E questo, Jin non glielo avrebbe mai perdonato.
«Kim Seokjin, sei così ridicolo.» aveva risposto lui, portandosi una mano tra i capelli e spostandosi qualche ciuffo, con ancora il coraggio di guardarlo negli occhi con quell’espressione da principino del cazzo «Esterni la tua frustrazione interiore su persone altamente superiori, a quale scopo però?
Sappiamo tutti che sei il membro meno talentuoso che si trova a far parte del gruppo solamente grazie al suo visino che la gente considera niente male, mi sa che qui quello ad essere sfruttato sei proprio tu... senza di te, i Dynamo sarebbero solo un misero ammasso di imbecilli che, al posto di occuparsi di strappare l’erbaccia dal giardino della scuola, tentano di imitare i gruppi kpop che tanto amano. Non rivolgerti a me in quel modo se non vali nemmeno quanto un mio pantalone.»
Quel figlio di papà viziato ed arrogante gli dava proprio sui nervi. Proprio lui parlava: lui, che si era fatto pagare la borsa di studio da mamma e papà, stava sul serio dicendo a Kim Seokjin che era privo di talento.
«Io mi rivolgo a te come mi pare e piace.» aveva ribattuto, avvicinandosi minacciosamente a lui «E sai perché? Perché tu e il tuo gruppo non siete altro che spazzatura. Chiaro?»
Detto questo, si tolse la felpa, rimanendo a mezze maniche in pieno inverno soltanto per poter saltare addosso a quell’imbecille e riempirlo di pugni, senza l’intenzione di fermarsi neanche se avesse cominciato a pregarlo.
Afferrando la stoffa del suo maglione, lo aveva infatti spinto violentemente prima contro la porta a  vetri, crepandola, per poi spingerlo a terra, ritrovandosi nel giro di pochi secondi a cavalcioni sopra di lui, con quello sconsiderato che cercava invano di strappargli i capelli mentre, umiliato, si ritrovava con il naso completamente insanguinato.
In pochissimo tempo, la stanza si era trasformata come per magia in un ring perché, alla velocità della luce, anche Hoseok e Yoongi avevano iniziato a darsele di santa ragione, forse con più violenza di coloro che avevano cominciato. 
Il pavimento sotto la schiena di Taehyung si era completamente ricoperto di sangue e capelli, mentre lui e Seokjin continuavano a rotolarsi a terra, cercando in tutti modi l’uno di contrastare l’altro.

«Ma che cazzo combinate?!»

Namjoon si era preparato a lasciare l’istituto per recarsi verso la sua abitazione e, non appena arrivato al parcheggio dietro l’edificio, gli sembrò di sentire delle urla provenire dall’auditorium proprio lì vicino. Lasciando le sue cose all’interno dell’auto, corse immediatamente verso il teatro, trovando alcuni dei suoi alunni prendersi a mazzate.
Uno di questi era proprio Seokjin: rimase quasi scioccato nel vederlo attaccato ad un altro ragazzo in quel modo. Volavano pugni e tirate di capelli, sembrava di essere allo zoo. Lanciò un urlo per richiamare l’attenzione di tutti quanti su di sé e, fortunatamente, smisero immediatamente di fare ciò che stavano facendo.
«Vi sembra questo il modo migliore per prepararsi ad una gara di questa portata?! E dire che la preside Lee si fida ciecamente di voi! Non meritate per nulla questa chance, nessuno di voi!»
Vagò con lo sguardo su tutti i ragazzi ma, più volte, i suoi occhi caddero su Kim Seokjin e su un taglio che aveva proprio sulla fronte e dal quale fuoriusciva molto sangue. Avvicinandosi al gruppetto che aveva appena smesso di litigare, si poggiò entrambe le mani sui fianchi, squadrandoli da capo a piedi «Allora?»

Jin, dal canto suo, non appena accortosi della presenza di Kim Namjoon nella stanza, alzò immediatamente gli occhi e rotolò via da Taehyung, cercando disperatamente di pulire via il sangue dalla fronte con il dorso della mano.
Dopodiché si alzò da terra, lanciando uno sguardo omicida sia a Min Yoongi che al suo schiavetto ancora steso sul pavimento.
«Allora, caro professore, se i ‘Rolling Cosi’ hanno intenzione di spingerci a livelli tali di violenza, io a questa gara preferisco non partecipare affatto. Sono fastidiosi, e dovrebbero seriamente pensare di farsi una vita.»
Voltandosi nuovamente verso Taehyung e vedendolo lamentarsi come una puttanella di poco valore, non rispose più di sé e, tirandolo per la giacca, lo alzò da terra con non poca arroganza.
«E mettiti in piedi, bamboccio. Che fai? Prima lanci la pietra e poi, visto che non sai difenderti senza il papino, ritiri la mano e fai la vittima?!»
«Kim Seokjin, smettila!» intervenne di nuovo Namjoon «Allontanati da Taehyung e Yoongi. La stessa cosa vale per te, Jung Hoseok. Non voglio vedere mai più una cosa del genere, è chiaro? Va bene essere rivali, la rivalità porta a dare il meglio di sé stessi, ma bisogna evitare la violenza. Chi è stato il primo ad alzare le mani?»
«Non provi neanche a starlo a sentire!» aveva incalzato Yoongi, affiancando Seokjin e guardando dritto negli occhi il professore «È stato lui il primo ad alzare le mani, e dovrebbe essere espulso dalla scuola! Noi eravamo venuti solo a dare il nostro supporto al loro gruppo, è stato lui a cominciare!»
A quel punto Hoseok, sconvolto dal comportamento di Min Yoongi, aveva incrociato le braccia al petto, voltandosi istintivamente verso il suo rivale «Ah, mi stavi solo supportando, dunque! Cavolo, Min Yoongi, non pensavo di piacerti così tanto, mi hai addirittura tirato i capelli! Sei proprio un angioletto, caspita!»
«Non ho parole.» commentò Namjoon, sospirando seccato «Spero riusciate a trovare un pizzico di maturità prima del giorno del contest. Nel frattempo, Min Yoongi, domani mattina, prima dell’inizio delle lezioni, ti voglio nel mio ufficio. E ora, chiunque non faccia parte dei Dynamo è pregato di uscire da questa stanza, grazie. Voglio una competizione pacifica, senza risse di questo genere.»
Aveva continuato per tutto il tempo a buttare l’occhio sulla fronte di Seokjin e, prima di andarsene, tirò fuori dalla tasca un pacchetto di fazzoletti, che si disturbò a passargli gentilmente.

Quando li vide uscire, Min Yoongi con un pizzico di dignità, quell’altro neanche con quella, Jin lì maledì silenziosamente, andandosi a sedere sulle scale del palcoscenico e premendosi il fazzoletto sulla ferita, cercando in tutti i modi di bloccare il sangue.
Alzò poi gli occhi sul professore, incalzando: «Se... se hanno intenzione di comportarsi ancora così, io questa competizione la lascio. E lo faccio sul serio. Non avranno bisogno dei loro trucchetti subdoli per buttarmi fuori. Sono stato chiaro, Hoseok?»
«Kim Seokjin, ma che cazzo dici? Ti interessa seriamente di persone come loro?» l’aveva rimproverato il suo migliore amico, sedendosi accanto a lui «Non badare a ciò che dicono o fanno, stiamocene per le nostre e basta! Siamo un fottuto gruppo, non puoi uscirtene così per ragioni del genere.»

.............

Non aveva raccontato niente a suo padre di ciò che era successo il giorno prima a scuola. Se lo avesse saputo, probabilmente l’avrebbe cacciato di casa.
Così gli aveva semplicemente detto di aver litigato al di fuori della scuola e, in un certo senso, era riuscito a fregarlo e a farsi accompagnare dal suo autista per evitare altri pestaggi.
Come concordato con quel figlio di puttana del professore il giorno prima, si diresse immediatamente nel suo ufficio, cercando di mostrarsi il più educato e vittimista possibile.
«Buongiorno, professore.»

Non era nemmeno passata la prima ora e già Namjoon era strapieno di compiti: la sera prima si era dedicato a cercare dei libri adatti a Seokjin, che avrebbero poi utilizzato nel pomeriggio, ed aveva rimandato alla mattina dopo tutto il lavoraccio che aveva da completare e portare al termine. In più, gli toccava una bella e sana chiacchierata con uno dei suoi studenti, Min Yoongi: il classico menefreghista ribelle che non conosce regole e che crea sempre scompiglio. Insomma, la fotocopia di Kim Seokjin. Davvero non capiva come facessero a non andare d’accordo.
Non appena mise piede all’interno del suo ufficio lo salutò calorosamente, sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi sereni, e gli fece cenno di avvicinarsi e sedersi «Buongiorno, Min. Allora? Come va? A casa tutto bene? Spero di sì. Vorrei... parlarti di ieri.»
«Prima che lei cominci a parlare di ciò che è successo ieri, la inviterei a farsi una bella chiacchierata con Kim Seokjin.» rispose Yoongi che, invece di sedersi, aveva deciso di rimanere in piedi «Sa, non è che quel ragazzo non mi stia simpatico, le giuro che ci provo a farmelo amico, ma... reagisce sempre così. Alza le mani in continuazione. Dopo quello che le ho appena detto, non credo sarà difficile capire chi abbia iniziato ieri pomeriggio. Sbaglio?»
Namjoon, dal canto suo, non si fidava ciecamente delle parole di Min Yoongi, ma per il momento avrebbe dovuto prendere quella sua versione come buona, dal momento che era giunto sulla scena dopo l’inizio della rissa. Sospirò pesantemente e si lasciò cadere sulla sedia, tenendo gli occhi fissi sull’alunno di fronte a sé.
«Yoongi, tu non stavi nemmeno litigando con Kim... ti ho trovato aggrovigliato all’altro ragazzo, Jung Hoseok, se non ricordo male. Con Seokjin parlerò dopo, ma ora parliamo di te. Pensi davvero che provocare i tuoi avversari ti aiuterà in qualche modo? Dovresti startene con il tuo gruppo ed impegnarti, mostrare chi sei davvero. Non ne vale la pena comportarsi così. Tu sei un ragazzino in gamba e... e niente, dovreste cercare non dico di andare d’accordo, ma almeno di sopportarvi. Anzi, sai una cosa? È ciò su cui lavoreremo.» si era alzato dal suo posto ed aveva preso a girare per la stanza con le mani nelle tasche, pensando bene a tutta la situazione che aveva tra le mani e a come fare per migliorarla «Voglio che tu e Jung Hoseok, assieme, vi rechiate ogni pomeriggio dalla psicologa della scuola per cercare di mettere fine all’assurda disputa tra i vostri gruppi. Dopotutto, siete voi due i leader di ciascun gruppo, no?»

Quel tizio era completamente fumato, pazzo, andato. Sperava davvero che lui potesse accettare una proposta del genere? 
Starsene ogni giorno a contatto con quello schifoso papero provinciale e quella puttanella rifatta che aveva tanta simpatia per i Rolling Diamonds solamente perché aspirava ad accaparrarsi il cazzo di Taehyung? Non se ne parlava proprio. Non avrebbe mai accettato una cosa del genere.
Gli venne quasi da ridere «I-io? Con quello? Dalla psicologa della scuola? Spero lei stia scherzando. Accetterei una proposta del genere solo se fossi sotto tortura. Anzi, neanche in quel caso.»
«Min Yoongi, non è una proposta, ti sto obbligando.» disse il professore, quasi sull’orlo di scoppiare a ridere.
Ne aveva avuti di casi del genere, ma Hoseok e Yoongi erano particolari, in qualche modo ancora più interessanti di tutto il resto.
«Insomma, preferirei che fossi tu stesso a volerlo, ma non posso fare altrimenti vista la situazione. Sappi che se non ci andrete... beh, addio contest. Per tutti e due. Quante volte ancora dovrete mettervi a discutere come bambini dell’asilo? È il momento di crescere, e quale occasione migliore di questa?» gli poggiò una mano sulla testa, pattandogliela delicatamente come si farebbe con un cagnolino obbediente «Mi raccomando, riferiscilo a Hoseok.»
Quasi sull’orlo di prenderlo a schiaffi, Yoongi riuscì a trattenersi e, tremando dal nervosismo, si diresse verso la porta, aprendola con molta poca grazia.
«Se questo servirà a gareggiare, e soprattutto a farla stare zitto e a cucirle la bocca sulla faccenda, allora lo farò. Ma non mi dica che non l’avevo avvertito sul conto di quell’altro. È stato lui a cominciare, e le giuro su mio padre che sarò io stesso a togliergli quella schifosa maschera da angioletto dalla faccia.» uscì dalla stanza, pronto a sbattere la porta «Non finisce qui. Min Yoongi sa quello che fa.»
Gli aveva chiuso con arroganza la porta in faccia, dirigendosi indignato verso i bagni, dov’era sicuro si sarebbe trovato Hoseok.

.....

Aveva trascinato il suo migliore amico nel bagno prima dell’inizio delle lezioni. Il giorno prima erano successe talmente tante cose che era stato impossibile anche solo pensare di prepararsi per la competizione. Ed in più, doveva combattere con uno schifosissimo taglio appena sopra il sopracciglio che, come fosse stata un’eruzione cutanea, rovinava il suo bellissimo viso.
«Hoseok, se continuiamo così, ci servirà un miracolo per vincere. Saranno anche degli imbroglioni, ma sono molto più organizzati di noi, se ieri ci hanno detto la verità.»
«Hai rotto il cazzo, Seokjin!» era immediatamente partito col piede di guerra Hoseok, stanco del fatto che il suo amico avesse sempre ragione «Stai partendo con il piede sbagliato, datti una regolata. Non abbiamo nemmeno una mezza idea di che cosa portare, gli altri membri litigano tra di loro e ora ti ci metti anche tu? Non mandare tutto a puttane e per questa volta, almeno per questa volta, non fare l’egoista del cazzo e pensa a tutto il gruppo. Pensa ai Dynamo, cristo. Lo sai quanto è difficile per me controllare tutto? Se non mi dai una mano, crollo anch’io.»
Si era passato una mano tra i capelli, preso dal fastidio e dallo stress che tutta la situazione gli stava arrecando. Stava avendo l’opportunità della sua vita e, a causa dei problemi degli altri, doveva vedersela soffiare via «Puoi non pensare a quel cazzo di gruppo composto da pagliacci?»

Seokjin detestava quando Hoseok si prendeva la briga di potergli fare una paternale, soprattutto quando sapeva benissimo chi avesse ragione fra i due. E quello era proprio lui. Come al solito.
«Io ci penso al gruppo, dato che sono sempre io a scrivere i testi delle canzoni, e non che questa volta non lo stia facendo. Te lo avrei fatto leggere in questo momento, se tu non avessi iniziato a venirmi addosso come un idiota. Vedi di crescere e, per una volta, pensa ai tuoi errori: hai o non hai fatto una scommessa con Min Yoongi su chi dovrebbe succhiare il cazzo a chi? Io non lo avrei fatto. Ti sei solo buttato addosso ancora più tensione, e giocare a non essere preoccupati non ti aiuterà a non esserlo davvero, sappilo bene.»
Aveva tirato fuori dallo zaino il quaderno sul quale scriveva i diversi testi, pronto ad uscire da quel bagno, continuando: «Io sono nell’aula di musical a finire di scrivere il testo per la canzone che dovremmo portare alla gara, tu pensa a fare il tuo dovere, e quando sarai maturato anche solo un pochino, cercami. A volte essere consapevoli della propria posizione e non far finta di avere già la vittoria in pugno fa bene, sai?»
Seokjin era consapevole del fatto di essere sempre stato un po’ la voce della coscienza di Hoseok, ma per una volta, una soltanto, non voleva pensare a come si sarebbe comportato, e non gli avrebbe dato nessun consiglio. Si era già messo nella merda in partenza con quella stupida scommessa.

.....

Come sempre, dopo essere uscito di nascosto all’insaputa dei suoi, si era recato a scuola almeno mezz’ora prima dell’inizio delle ripetizioni, solo per potersene stare qualche minuto tranquillo a finire di scrivere il testo per la canzone che avrebbero portato al contest. In fondo, doveva pur sempre rispettare il suo ruolo nel gruppo, e incontrando il professore in cortile sarebbe stato più semplice non farsi prendere dall’imbarazzo.
Così si era seduto su una delle panchine attorno alla fontana del cortile, tirando fuori il quaderno e cominciando a provare una possibile melodia per quello che avrebbe dovuto essere il ritornello.

«Hey, Kim Seokjin. Che ci fai qui?»

Namjoon era arrivato a scuola con qualche minuto di ritardo a causa del traffico, che in quei giorni sembrava incrementare a dismisura.
Purtroppo, a causa dei mille pensieri che gli frugavano nella testa, aveva dimenticato il materiale da utilizzare con Seokjin ed era dovuto tornare a casa per recuperarlo.
Sperò solamente che il suo studente non si stesse preoccupando o che non se ne fosse tornato a casa.
Forse scambiarsi i numeri di telefono sarebbe stata una buona idea, solo per le emergenze ovviamente. Era comunque un suo allievo, doveva tenersi a debita distanza. Con sua grande fortuna lo trovò proprio nel cortile dietro la scuola, vicino al parcheggio, intento a scrivere qualcosa-presumibilmente testi-su un quaderno. Nei Dynamo, era lui l’addetto alla stesura del testo, ed era conosciuto in tutto l’istituto, oltre che per il suo aspetto fisico, anche per questa caratteristica. Non se la cavava male, anzi: i suoi testi erano il risultato di grande impegno e passione. 

Riconoscendo la voce del professore, d’istinto, Jin chiuse velocemente il quaderno, alzando la testa verso di lui. Era preoccupato che avesse potuto vedere qualcosa di quello che stava scrivendo: in fondo, prima di ascoltare la canzone, leggere il testo risultava parecchio imbarazzante.
«Ah, salve. No, io stavo...» ficcò il quaderno nello zaino e si alzò dalla panchina «Sono arrivato un po’ prima, e mi sono messo qua.»
Fece spallucce e buttò un occhio all’entrata della scuola: per qualche motivo, gli era sembrato di vedere qualcuno entrare prima di loro due.
«Senta un po’...» prendendolo sottobraccio, iniziò a trascinarlo verso l’ingresso con molta nonchalance «C’è qualcun altro oggi, a scuola? Prima mi è sembrato di vedere qualcuno entrare. Non è che...» si bloccò. Probabilmente non era poi così importante «No, niente. Allora? Andiamo?»
«Oh, sul serio?» chiese Namjoon, rimanendo sorpreso da quella domanda: aveva sempre pensato che Hoseok e Seokjin fossero una sorta di migliori amici, ma doveva essersi sbagliato. O forse tutto ciò era semplicemente dovuto alla discussione del giorno prima «Probabilmente, e lo spero, erano Hoseok e Yoongi. Sai, li ho mandati entrambi a farsi una bella chiacchierata con la psicologa della scuola, magari trovano un punto d’accordo. Non ti ha detto nulla, il tuo amico?»
Finalmente arrivarono di fronte alla porta del suo ufficio e, come aveva fatto il giorno prima, lo invitò ad accomodarsi.
Jin, dal canto suo, restò letteralmente a bocca aperta, completamente senza parole. Da quando Hoseok non gli diceva più le cose? Pensava fossero come fratelli, e che non ci fossero segreti tra loro. Certo, lui non gli aveva ancora raccontato delle ripetizioni, ma era per evitare che gli scappasse qualcosa di fronte a suo padre. Ma lui? Che scusa aveva? 
«Ah... Ah, è così.»
Digrignò i denti, voltandosi verso l’ufficio della professoressa Park, vicepreside ed anche psicologa. Insomma, una multiuso «Quel figlio di-»

Ecco, doveva averne combinata un’altra delle sue a causa della sua impossibilità a tenere la bocca serrata. Ma dopotutto, che colpa poteva avere Namjoon? Non sapeva quasi nulla di Seokjin, di come andava la sua vita e tutte quelle cose del genere; forse era arrivato il momento di conoscerlo a fondo, solamente per creare un rapporto alunno-insegnante più profondo. In quel periodo doveva essere parecchio sotto pressione, e voleva essergli d’aiuto in qualche modo, non solo con la scuola.
«Seokjin, va tutto bene? Se hai bisogno parlami, sono un tuo insegnante, non ti giudicherò.»
Questa particolarità del professore di mostrarsi così amico nei suoi confronti, non giovava affatto alla salute mentale di Kim Seokjin. Se lui era frocio, Jin lo era ancora più di lui, e purtroppo anche lui aveva degli ormoni, e purtroppo Kim Namjoon li mandava alle stelle. Ma non poteva essere un vecchio bacucco invece che un figo che aveva soltanto pochi anni in più di lui? 
Arrossì lievemente, grattandosi la fronte, per poi rispondere: «No, va tutto bene. Ovvio. Solo che detesto i migliori amici che non mettono al corrente delle loro situazioni, tutto qua. Niente di che.» quasi bruscamente, lo superò ed entrò nel suo ufficio «In ogni caso, ieri non ho fatto in tempo a ripassare la sua materia, perché ci si è messo in mezzo anche l’inglese. Ho dovuto far pratica con la musica. Ho anche imparato velocemente qualcosa e ora so addirittura riconoscere i doppi sensi nelle canzoni. Vorrei ci fosse un metodo simile anche in geografia astronomica.» 
«I doppi sensi nelle canzoni? Oh, interessante, mi sorprendi, Kim Seokjin. Me ne sapresti nominare qualcuno?»
Namjoon ridacchiò appena e raggiunse il suo posto, tenendo sempre gli occhi puntati sul ragazzo. La geografia astronomica poteva certamente aspettare. 
Aveva notato il suo imbarazzo e non poteva non trovarlo, in un certo senso, adorabile: con le gote rosse era addirittura più bello. Si schiarì velocemente la voce e pensò di distrarsi preoccupandosi di recuperare dal suo borsone i libri che aveva trovato appositamente per il suo allievo. Con questi, e con una buona volontà da parte sua, avrebbero concluso tutto in massimo due settimane, in tempo per il contest.

Fingendo di mostrarsi indignato, e sul punto di scoppiare a ridere, Seokjin si avvicinò alla scrivania, aprendo lo zaino e prendendo i fogli sui quali si era appuntato qualche testo, impilandoli tutti sul tavolo e sedendosi di fronte a lui.
«Lei è uno schifoso pervertito, lo sa?» scherzò «Va bene. Vuole che glieli legga? Lo faccio subito.»
«Non sono io il pervertito, Kim Seokjin. In quanto insegnante voglio soltanto conoscere i tuoi progressi non solo nella mia materia, ma anche nelle altre. Quello che va a cercare certe cose sei tu.»
Prendendo uno dei fogli, Seokjin si schiarì la voce, sentendo improvvisamente il viso scottare, e cercando di nascondere in tutti i modi il rossore sulle sue guance.
Poi, iniziò a leggere ad alta voce: 
«You move it to the left,
you go for yourself.
You move it to the right,
if it takes all night.
Now take it kinda slow,
with a whole lot of soul.
Don’t move it to fast,
just make it last.»
«Cavolo, lo stai facendo sul serio- fermo fermo fermo.»
Il professore, preso dall’ironia e dall’imbarazzo di quella divertente scenetta, scoppiò subito in una fragorosa risata, più che altro per spezzare l’evidente disagio tra di loro. 
«Non te la cavi male con la pronuncia, eppure quando ti sentivo cantare in inglese mi sanguinavano le orecchie. Cos’è successo? In una notte hai imparato tutto?»
Dal suo canto, Jin si appoggiò il foglio sulla faccia, ormai diventata rossa come una macchina da corsa, lasciando scoperti soltanto gli occhi, inarcando un sopracciglio e rispondendo: «Certo che lo sto facendo sul serio, me lo ha appena chiesto lei. E comunque, io certe cose non me le vado a cercare, è semplicemente una delle mie canzoni preferite, e dato che ho una playlist, beh, parte. E io la ascolto.»
Nonostante tutto, era gratificante sapere che la sua pronuncia fosse migliorata davvero. Lo faceva sul serio sentire meglio. 
A quanto pareva, quella che doveva partire come una semplice ripetizione di geografia astronomica, si era trasformata in una sorta di sfida su chi avesse ragione e chi no.
«E poi... certo che ho imparato tutto stanotte. Quando voglio una cosa la ottengo, non voglio certo restare una capra in inglese per il resto della vita. E lo stesso vale per la sua materia. Cosa crede?
E poi, se proprio vuole conoscere i miei progressi mi aiuti anche in inglese, no?»
«È un motto che apprezzo particolarmente, sul serio. Mi fa piacere che tu abbia questo forte spirito di iniziativa, Seokjin, e sono sicuro che ANCHE grazie al mio aiuto migliorerai di parecchio i tuoi voti nella mia materia. Però smetti di ascoltare certe cose, su.»
Sul volto del giovane insegnante nacque un sorrisetto provocatorio e, mentre era impegnato a passare al suo studente non libri di geografia astronomica ma libri d’inglese, determinato a farlo migliorare anche in quel campo, gli diede una fugace carezza sulla spalla: debole e delicata, quasi come se stesse accarezzando un materiale raro e pregiato che andava quindi custodito alla perfezione. Sospirò e tornò al suo posto, cercando, per l’ennesima volta, di togliere gli occhi di dosso dal suo allievo: quest’ultimo era un sostantivo che Namjoon doveva tenere a mente, per evitare particolari situazioni. Seokjin era un ragazzo attraente, non c’era alcun dubbio su questo, e Namjoon era troppo giovane per perdere il posto di lavoro.
«Allora, lasciamo perdere questi testi alquanto espliciti e concentriamoci sulle basi della lingua inglese, mh?»

Il ragazzo rimase particolarmente sorpreso da quel gesto inaspettato. Quale insegnante avrebbe mai accettato di aiutare un alunno in due materie differenti, e soprattutto, quale insegnante avrebbe mai potuto farlo sentire in quel modo così assurdo? 
Mentre poggiava nuovamente i testi sul tavolo, si ritrovò a mordersi nervosamente il labbro inferiore: non sapeva se quel tizio capisse in che situazione fosse capace di mettere studenti e studentesse, ma era arrivato il momento di cominciare a capirlo, se non voleva che qualcuno gli saltasse addosso.
«Non potrei mai smettere di ascoltare i Rolling Stones, sarebbe come se smettessi di essere bello. E poi lei non deve proprio parlare. So che tipo di testi scrive un rapper di questa generazione, lo sa?» accavallò le gambe, aspettando che tirasse fuori il materiale per concentrarsi sulle basi della lingua inglese, come diceva lui «Sono pronto a concentrarmi su tutte le basi che vuole. E se entro la fine del mese non sarò diventato un astronauta o almeno un inserviente della regina Elisabetta, allora farà meglio a lasciare il suo lavoro.»
«Sai che tipo di testi scrivono i rapper di questa generazione? E allora perché sei qui a chiedermi di insegnarti ben due materie, se, a quanto pare, l’inglese lo sai? Non è che ti sei innamorato del sottoscritto e questo è solo un metodo per passare più tempo con me?»
Aveva cercato di risultare il più scherzoso possibile. Non voleva che il suo studente lo prendesse sul serio, voleva solamente metterlo un po’ in imbarazzo. Era divertente vederlo sotto pressione, in ansia e senza sapere cosa fare o dire; inoltre, stava iniziando ad amare quelle guance rosate, che si mischiavano perfettamente con quella sua personalità così dinamica. Evitò il contatto visivo, sotto questo punto di vista, Namjoon era parecchio debole: era solito distogliere lo sguardo per primo e ciò equivaleva ad una sorta di sconfitta, o almeno per lui. Ma Kim Namjoon non poteva permettersi di perdere.
Era evidente che quell’ultima frase avesse lasciato Seokjin senza parole, e non poco, anche perché gli sembrava, e sottolineo, gli sembrava, che quello sfacciato ci stesse provando spudoratamente, invece che insegnargli quelle fatidiche due materie. Se pensava di nascondere l’evidenza in quel modo, non ne era proprio capace.
Si schiarì la voce, cercando di non arrossire ed aprì un libro completamente a caso, quasi urlando: «...Bene! Iniziamo a studiare l’inglese!»
«Seokjin, rilassati, sto scherzando. Forse.» disse Namjoon, facendo spallucce «Bene, iniziamo dalle cose elementari. Io ti spiego tutto, tu non prendere appunti, non servono a nulla. Devi solo capire, ascoltami e basta. Intesi?»
Il più piccolo incrociò le braccia al petto, un po’ infastidito dal suo comportamento, ma in un certo senso anche divertito.
Così tanto che cercò addirittura di imitare la sua voce, canzonandolo: «Seokjin, rilassati, sto scherzando FORSE!»

E continuarono così, tra una lezione ed una battuta, tra una lettura ed una sfida a chi avesse più ragione dell’altro. E fu solo grazie alla lezione di quel giorno che Seokjin smise definitivamente di sentirsi in imbarazzo in presenza del suo insegnante, tanto bello quanto maledetto.

~~~~

Hello guys!
Sono tornata con il secondo capitolo di questa storiella, sicuramente migliore del primo, sicuramente più interessante.
Sono più soddisfatta di questo capitolo, e spero che i successivi risultino uno più bello dell’altro. Spero di migliorarmi sempre di più uwu.
Dunque, ricapitolando: Hoseok e Yoongi si odiano, Namjoon e Jin si infastidiscono, Hoseok e Jin litigano, Hoseok finisce ad un incontro con la psicologa assieme a Yoongi.
Credo che su questi due scriverò una side fic sul serio, stay tuned.

Bene, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e alla prossima!

-Glaceeonx 
   
 
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