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Autore: Dark Sider    19/07/2009    3 recensioni
"Per un secondo osservò il liquido trasparente, inodore ed insapore, che era racchiuso nella fialetta. Pensò, per un attimo, di scagliarla lontano; ma poi si riscosse e ne versò il contenuto in uno dei due bicchieri.
E fu quello che porse a Naruto.
[SasuNaru]
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL LUNGO ADDIO

 

 

 

 

 

E Naruto si ritrovò di nuovo, e probabilmente per l’ultima volta, avvinghiato a Sasuke mentre questo si muoveva sopra di lui, avvolto dal buio della stanza silenziosa, cadenzando i suoi movimenti con i loro respiri affannosi.

E Naruto si ritrovò di nuovo, e probabilmente per l’ultima volta, a godere di quel piacere che solo Sasuke sapeva dargli.

Si ritrovò ancora a domandarsi perché si era di nuovo spinto tra le calde braccia della Lussuria; e perché quella Lussuria avesse proprio il nome di Sasuke Uchiha.

Si sorprese anche a provare di nuovo quel dolore che non era tanto fisico, quanto mentale. E si interrogò di nuovo sul perché Sasuke volesse fargli provare quel dolore.

-Sasuke, d-dimmi che mi ami- ansimò.

-è proprio per questo che ti lascio qui.

I due raggiunsero presto l’apice del piacere, insieme, come un’unica grande creatura che si sente appagata solo se si procura da sola il piacere che tanto brama.

Sasuke si lasciò cadere accanto a Naruto e subito il biondo gli afferrò un braccio, come se avesse paura che il corvino potesse svanire da un momento all’altro: come se fosse stato troppo dolce e seducente per avere sostanza.

Solo quando Sasuke gli appoggiò una mano sulla vita, Naruto si decise a mollare la presa lasciandosi scappare un sospiro tremulo. Il biondo si avvicinò ancora di più a Sasuke, finché non riuscì ad appoggiare comodamente la fronte sul suo petto sudato.

Il corvino lo attirò ancora più vicino, quasi volesse fonderlo con se stesso: sarebbe stato bello. Sarebbe stato meglio per entrambi.

-Vuoi ancora andartene?- domandò Naruto, per l’ennesima volta da quando Sasuke gli aveva rivelato di voler partire per sempre.

Naruto seguì il braccio di Sasuke finché non incontrò la sua mano, appoggiata sulla vita; gli afferrò il polso, per attirare la sua attenzione ed ottenere la risposta che, in realtà, già conosceva; ma non impedì al corvino di far scivolare la mano tra le sue gambe, strappandogli un gemito.

-Si.

Sasuke spostò la sua mano sulla schiena di Naruto percorrendo lentamente l’itinerario segnato dalla spina dorsale che risultava dura e frastagliata sotto i suoi polpastrelli. Poi spostò la mano sulla pancia del biondo, ed ancora più giù, di nuovo. Senza saziarsi mai.

Per un po’ Naruto respinse il suo dolore mentale, rimanendo a godersi le scariche di piacere che gli causavano le carezze di Sasuke.

-Mi porti con te?

Anche quella era una domanda che aveva ripetuto innumerevoli volte ottenendo sempre la stessa risposta negativa.

Sasuke non rispose subito. Per un secondo la sua mano si bloccò e si irrigidì sulla coscia di Naruto, poi riprese lentamente a scivolare sul corpo del biondo.

-No.

Quel monosillabo fu pronunciato con tono distaccato, quasi distratto. Quella risposta fredda fece rabbrividire Naruto che alzò i suoi occhi per incontrare quelli di Sasuke.

Li trovò, come sempre, indifferenti al mondo circostante. Luccicavano debolmente nell’oscurità, riflettendo i raggi argentei della luna, quasi fossero una ricostruzione in miniatura di un cielo, improvvisamente acceso di fulgide stelle.

Anche Sasuke vedeva gli occhi di Naruto, imploranti e supplichevoli.

Non sapeva dove sarebbe andato, né cosa gli avrebbe riservato il futuro; ma era certo che non voleva coinvolgere Naruto nella lugubre trama del suo Destino.

Sapeva anche che non doveva essere lì, su quel letto disfatto, mentre la notte andava invecchiando. Sapeva che sarebbe dovuto partire molte ore prima.

Rimase ancora un po’ di tempo in silenzio ed immobile, stringendo Naruto, consapevole del fatto che quella sarebbe stata l’ultima volta. Per entrambi.

Avrebbe potuto trovare un’altra soluzione, certo, se ne sarebbe potuto semplicemente andare. Ma non poteva partire, non per sempre, lasciando Naruto da solo in balia del suo dolore. Non lo avrebbe sopportato.

Perdonami Naruto” pensò, ma non riuscì a pronunciare quelle parole ad alta voce; benché lo desiderasse ardentemente, quelle lettere gli rimasero testardamente impuntate in gola dando la meglio al suo proverbiale orgoglio.

E quello stesso orgoglio gli diceva che era ora di andare, di partire. Di dirsi addio.

Sasuke riuscì a trattenere bene il nervosismo, il senso di colpa, ed il dolore che si erano affollati nel suo cervello urlandogli disperatamente di fermarsi.

Spostò la sua mano sulla guancia di Naruto, in un principio di carezza; ma prima che potesse cedere a quella debolezza, lo schiacciò di nuovo contro il materasso, unendo la sua lingua a quella del biondo in un bacio passionale. L’ultimo.

Dopodiché si staccò con riluttanza dalle labbra di Naruto e si alzò lentamente dal letto.

-Voglio brindare con te, dobe. Per l’ultima volta.

Detto questo si trascinò con rammarico verso la scrivania dove ad aspettarlo c’erano già due bicchieri ed una bottiglia di Sakè.

-I ninja non possono bere- gli ricordò Naruto, mettendosi a sedere. Sasuke sorrise debolmente.

-Faremo un’eccezione, per questa volta.

Stappò la bottiglia e ne versò il contenuto nei due bicchieri. Poi, silenziosamente aprì uno dei cassetti della scrivania tuffandovi dentro la mano che quasi subito andò a scontrarsi contro una fialetta dai contorni lisci e freddi. Sasuke la afferrò e richiuse il cassetto.

Per un secondo osservò il liquido trasparente, inodore ed insapore, che era racchiuso nella fialetta. Pensò, per un attimo, di scagliarla lontano; ma poi si riscosse e ne versò il contenuto in uno dei due bicchieri.

E fu quello che porse a Naruto.

-A cosa brindiamo?- domandò, sedendosi sul bordo del letto e lasciando all’altro al scelta del suo ultimo brindisi.

-A noi.

Sasuke annuì e la stanza si riempì del tintinnio cristallino dei bicchieri che cozzavano uno contro l’altro.

Naruto bevve. Il liquido freddo gli bruciava la gola, mentre svuotava il bicchiere con un unico sorso.

Il veleno che Sasuke vi aveva versato dentro entrava immediatamente in circolo ed agiva in pochi minuti.

-Teme, m-mi sento… stanco- mormorò Naruto. Il bicchiere gli scivolò di mano e cadde sul pavimento, sbeccandosi. Anche Sasuke lasciò cadere il suo bicchiere ed il Sakè si sparse a terra.

-Sdraiati. Vedrai che ti passa.

Il corvino fece distendere il biondo sul letto e lo circondò di nuovo nel suo caldo abbraccio.

Per i minuti seguenti, Sasuke rimase ad ascoltare i gemiti di Naruto, mentre il veleno faceva effetto.

Il cervello del biondo era caduto troppo presto nella morsa del liquido mortale per rendersi conti di quello che gli stava succedendo.

-Promettimi che tornerai a prendermi- mormorò faticosamente, mentre gli occhi si chiudevano contro la sua volontà e calde lacrime di dolore gli inondavano le guance. –Promettimi che non mi lascerai qui da solo.

Ma se Sasuke disse mai qualcosa, Naruto non riuscì a sentirlo.

Il corvino rimase ancora un po’ ad abbracciare il corpo, ormai senza vita, del biondo. Poi si liberò dell’abbraccio, si rivestì velocemente e scomparve dalla finestra aperta. Senza voltarsi indietro, ma non riuscendo a trattenere le lacrime che erano spuntate a sorpresa, come quando aveva ucciso suo fratello Itachi. Lasciò che scorressero portandosi via il suo dolore. Dopotutto quando siamo soli, nessuno può macchiare il nostro orgoglio se non noi stessi. E nessuno lo verrà mai a sapere.

Sul letto, accanto a Naruto, Sasuke aveva lasciato solo un pezzo di carta con scritte di fretta poche parole.

 

 

Qualche giorno dopo, quando Sakura e Sai si recarono a casa di Sasuke, preoccupati per la lunga assenza di notizie da parte di lui e del biondo, la trovarono deserta. In camera videro solo una bottiglia di Sakè, piena solamente per metà e due bicchieri abbandonati sul pavimento: uno sbeccato, l’altro che aveva lasciato spargere sul pavimento il suo contenuto ora divenuto solamente un alone opaco.

Il letto era disfatto. Vuoto.

Sopra di esso vi era solo un pezzo di carta con scritte di fretta poche parole:

 

Tornerò a prenderti. Te lo prometto.

 

 

Le scelte da prendere sono come gli addii.

Difficili.

Ma gli addii sono sempre più difficili.

 

 

 

 

 

***

Nulla da dire. Solo che forse questa ff è anche un po’ nonsense.

Spero che questa shot senza pretese vi piaccia ^_^

 

 

  
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