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Autore: lmpaoli94    10/02/2019    3 recensioni
Anastasia e Christian si sono lasciati dopo più di dieci anni di matrimonio.
Non avendo più quell’amore che li contraddistingueva come un tempo, Anastasia ha deciso di ritornare alla sua vita “normale”, mentre Christian non è mai riuscito a sopportare questa decisione della sua ormai ex moglie.
Non potendola più tenere sotto controllo come aveva sempre fatto da quando l’aveva conosciuta, il povero Grey sembrava di impazzire
Come poteva non pensare che ci sarebbero stati nuovi uomini nella vita di Anastasia?
Come poteva controllare la sua rabbia?
Momenti di dolore e di disperazione che avrebbero scatenato non pochi problemi.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anastasia Steele, Christian Grey, Jason Taylor, José Rodriguez
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La mattina dopo, Christian si svegliò preso da un forte incubo.
L’uomo aveva sognato che Anastasia gli impediva per sempre di rivedere i suoi figli.
“Perché mi fai questo?”
“Perché non ti meriti niente, Christian. Mi hai fatto solo soffrire… Adesso che ho trovato la mia vera anima gemella, non voglio più saperne di te.”
“E i nostri figli? Che ne sarà di loro?”
“Staranno con me… E con Jack Hyde!”
< NO! > gridò l’uomo alzandosi dal suo letto con la fronte che sudava copiosamente.
Sentendo le urla provenire dalla sua stanza, Gail si precipitò verso Christian.
< Signore, va tutto bene? >
< Adesso sì… >
Era da molto tempo che Gail non lo vedeva in quello stato.
La mancanza di Anastasia o di una donna che potesse capirlo e stargli vicino, si faceva sempre più sentire.
< Ha bisogno di qualcosa, Mr Grey? >
< No. Sto bene, grazie. >
< D’accordo. La colazione è quasi pronta > disse infine Gail richiudendo la porta della sua camera.
Alzandosi dal suo letto di malavoglia, Christian si preparava a trascorrere una nuova giornata ricca di impegni lavorativi.
“Quando potrò avere del tempo per me e per riconquistare lei?”
Ma se lei non voleva davvero più sapere di lui?
Come avrebbe potuto reagire?
< Ecco a lei, Mr Grey. Uova strapazzate e bacon. Per un botto di energia che questa mattina le sarà molto utile. >
< Ti ringrazio, Gail. >
Alzando lo sguardo, Christian notò che Gail voleva assolutamente sapere com’era andato il colloquio tra di lui e il Dottor Flynn.
< Qualche problema, Gail? >
< No, Mr Grey. Lei tutto bene? >
< A parte l’incubo di stanotte, va tutto come al solito. >
< E il Dottor Flynn? >
< Ieri sera purtroppo non è potuto venire. Aveva un altro impegno con un suo paziente. >
< Ah davvero? >
Il ghigno serio di Gail faceva innervosire sempre di più l’uomo.
< Gail, che cosa stai cercando di dirmi. >
< Caso strano vuole che ieri sera mentre mi trovavo al supermercato, mi sono imbattuta proprio con il Dottor Flynn. >
Sentendo quella rivelazione, a Christian gli andò di traverso la colazione.
< Che cosa? >
< Ha capito bene… E’ da molto che desidererebbe parlare con lei, ma non le da l’occasione… In quel momento potevo fare la stronza mettendola in cattiva luce, ma ho preferito lasciar perdere. Perché non l’ha chiamato? >
< Questi non sono affari tuoi, Gail. >
< Mr Grey, lei sta molto male. Non riesco a capire perché non vuole essere aiutato. >
< Quando avrò bisogno del suo aiuto, te lo riferirò immediatamente! > sbraitò Christian prendendo la sua giacca pronto per uscire.
< Non ha finito la colazione. >
< Mi è completamente passato l’appetito. E poi sono in ritardo. Ci vediamo questa sera. >
 
 
Al contrario di Christian, Anastasia si alzò di buon mattino.
Era appena spuntata l’alba in quel cielo di Seattle in cui avrebbe il sole avrebbe fatto da capolino.
Non riuscendo a dormire, decise di fare un’oretta di corsa per scaricare la tensione che si era accumulata da molte settimane.
Mettendo la sua playlist di canzoni preferita, Anastasia percorse un paio di chilometri per la città vuota di Seattle.
Una volta rientrata a casa, fece una doccia veloce senza però fare colazione.
“Christian non me l’avrebbe mai permesso” pensò appena si trovò sull’uscio della porta.
Ma pensare a lui non era più rilevante.
Adesso era libera e poteva fare ciò che vuole.
Montando in macchina per andare al lavoro, fu molto fortunata a non trovare del traffico che gli avrebbe fatto perdere ulteriormente tempo, arrivando dinanzi al suo ufficio molto prima di tutti gli altri.
Parcheggiata la sua auto dinanzi all’edificio, con la coda dell’occhio vide un SUV nero che si trovava nelle vicinanze.
Appena vide chi c’era al posto del guidatore, rimase folgorata all’istante.
< Non credevo di vederti arrivare al lavoro così presto > fece un uomo dietro di lei facendola sobbalzare dallo spavento < Di solito preferisci rimanere a poltrire a letto. >
< Che cosa ci fai qui, Christian? >
< Passavo di qui e avevo un assoluto bisogno di vederti. >
< Dopo la scenata di due sere fa’? Con quale coraggio ti mostri dinanzi a me? >
< Ana, ti prego… >
< Non chiamarmi Ana. Io per te sono la Signora Steele. >
< D’accordo, Signora Steele… Se stamattina sono dinanzi a te, è perché volevo scusarmi per la scenata che ti ho causato insieme a José. >
< Scuse accettate. Adesso puoi toglierti di torno. Devo andare al lavoro e ho molte cose da fare. >
< Aspetta un attimo > fece Christian afferrandola per il braccio.
< Lasciami immediatamente andare o chiamo la polizia. >
< Perché non vuoi darmi una seconda possibilità? >
< Perché non te la meriti. Fine del discorso. >
< Hai sentito la notizia al telegiornale di ieri sera? Hanno rilasciato quel bastardo di Jack Hyde. >
< E allora? >
< Sarebbe meglio che tu tornassi a casa. A meno fino a quando non capiremo le sue reali intenzioni. >
< Io ho già una casa Christian e non ho bisogno della tua protezione. >
< Ti prego di non dire così, Ana. Sai meglio di me che sarebbe l’ideale che tu… >
< C’è José che mi protegge ora. Adesso posso fare affidamento su di lui. >
Sentendo il nome del suo amico messicano, Christian ebbe un fremito di rabbia.
< Che cos’hai? Sei geloso? >
< Tu sei ancora mia moglie, Anastasia. >
< Sbagliato, Mr Grey. Io sono la tua ex moglie e posso spassarmela con chi voglio. >
< Nessuno verrà mai con te ben sapendo chi è il tuo ex marito. >
< Perché? Che cosa gli farai? Hai intenzione di toglierli di mezzo uno ad uno? >
< Perché no? Potrebbe essere un’idea allettante. >
< Te lo dico un’ultima volta: fammi vivere la mia vita, altrimenti ti rispedisco in tribunale e farò in modo che ti tolgano tutto. >
< Che lo facciano pure… A me non interessano i soldi e il potere. Mi interessi solo tu. >
< Dovevi pensarci prima di tradirmi, non trovi? >
< E’ stato uno sbaglio, cazzo! >
< Uno sbaglio che ti è costato molto caro e ha distrutto la mia famiglia!> replicò Ana con le lacrime agli occhi.
Mentre Christian stava contemplando tutto il dolore di Anastasia, il suo cellulare iniziò a squillare.
< Pronto? >
< Quand’è che potremmo rivederci, Christian? > fece una voce sensuale dall’altro capo del telefono.
< Con chi parlo? >
< Ma come? Hai cancellato il mio numero e non riesci a riconoscermi? Sono Gia. >
< Adesso non posso parlare > fece Christian a denti stretti.
< Quando potrai essere libero? >
< Ancora non so. Ci devo pensare. >
< Fai pure… Ma io so tutti i tuoi impegni di oggi, caro Christian. E so che hai un buco dopo le due… E sarà in quel momento in cui io e te ci rivedremo. A più tardi > disse infine Gia riagganciando la chiamata.
< No, aspetta! >
Ma ormai era troppo tardi.
Gia si era messa in testa di non mollare Christian, facendo in modo di rendergli la vita impossibile.
< Era lei al telefono, giusto? >
< Mi sta rendendo la vita difficile. >
< E cosa vuoi che sia? A te piace quando ti ronzano intorno questo tipo di ragazze, vero? Buona giornata con Gia Matteo, Christian. Vedrai che sarà uno spasso. >
< Anastasia, aspetta! >
Ma fu tutto inutile visto che Anastasia era arrivata nel suo ufficio chiudendosi dentro e intimandolo una seconda volta che se non se ne sarebbe andato, avrebbe chiamato la polizia.
 
 
Furioso come non mai, Christian impose alla sua segretaria di cancellargli tutti gli impegni di oggi.
< Ma Mr Grey, ha un incontro importante con una multinazionale sull’agricoltura. >
< Non m’interessa! Faccia quello che le ho detto! >
Spaventata per la reazione del suo capo, la segretaria ubbidì senza fiatare.
Una volta arrivato dentro il suo ufficio e aver gettato la giacca sulla sua poltrona, vide che qualcuno aveva già occupato la sua postazione.
< E tu che diavolo ci fai qui? > tuonò l’uomo.
 < Sorpreso di vedermi già a quest’ora, vero? Non so perché, ma ho immaginato che saresti venuto meno ai tuoi impegni, così ho deciso di venirti a fare visita subito… Non riuscivo a stare senza di te. >
<  Vattene immediatamente o sarò costretto a chiamare la sorveglianza. >
< Hai intenzione di cacciarmi mentre mi sono messa il mio intimo preferito? Sei proprio cattivo. >
Presa da un moto d’eccitazione irrefrenabile, Gia si levò le sue vesti rimanendo solo in reggiseno e in mutandine nere di pizzo.
< Gia, io e te non abbiamo niente in comune. >
< Ne sei davvero sicuro? > domandò la donna ancora con quella voce sensuale.
< Io amo Anastasia. La nostra relazione non significa niente. >
< Allora ti prego di ripensare a quella sera in cui hai fatto l’amore con me… >

< Uno sbaglio che ha fatto felici tutti e due… Avanti Christian, smettila di mentirmi. So che lo vuoi anche tu. >
Purtroppo per lui, Gia aveva ragione.
Mentre continuava a passare il suo ginocchio sul suo cazzo, Christian non poté più trattenere la sua eccitazione.
< Vuoi davvero essere scopata? Molto bene. L’hai voluto tu. >
La sua rabbia e il suo ardore di fargliela pagare fecero in modo di strappargli il reggiseno, le mutandine e infilare il suo sesso nel suo culo, facendogli provare un dolore piacevole.
< Sì! È così che ti voglio! >
Dopo essere entrato dentro di lei, cominciò a spingerla così forte che la povera donna dovette chiedere pietà perché si fermasse.
< Adesso girati, troia. >
< Sìssignore. >
Dopo essere entrata dentro di lei, toccò immergersi anche nella sua vagina, spingendola senza pietà ed esplodere in un rapido orgasmo che nemmeno Gia si sarebbe immaginata.
< E’ stato davvero rapido e sensazionale. >
< Ti è piaciuto essere stata la mia sottomessa per così poco? >
< Sì, moltissimo. >
< Adesso posso avere il diritto di tornare al mio lavoro? >
< Lei può fare qualsiasi cosa, Mr Grey. >
< Molto bene. Adesso vattene. >
< Quando potremmo rivederci? >
< Non lo so. Deciderò più avanti. >
< Lei sa bene che se cercherà di evitarmi, sarò costretta ad entrare nella sua vita e continuare  a rendergliela impossibile. >
< Cos’è? Una minaccia? >
< Può ben dirlo > disse infine la donna facendogli l’occhiolino prima di lasciare definitivamente il suo ufficio.
 
 
Era una giornata molto noiosa nell’ufficio di Anastasia.
La giovane donna non faceva altro che correggere manoscritti senza senso e senza la minima possibilità che le potessero piacere.
Ma non si sarebbe mai immaginata di ricevere una gradita sorpresa da lì a poco.
< Ti disturbo, forse? >
< José! Che cosa ci fai qui? >
< Sono venuto a portarti il pranzo visto che le tue colleghe mi hanno detto che ultimamente lo salti spesso. >
< Purtroppo non ho molto tempo per me stessa. >
< Il tempo si trova sempre, Ana. Posso entrare? >
< Certo. Accomodati pure. >
< Grazie > rispose l’uomo fissando il suo grazioso ufficio.
< Sai Josè, dopo la sera precedente… >
< Dimentica. Ormai è acqua passata. >
< MI dispiace essermi comportata da donna stupida e frivola. Non ho scusanti per quello che ho fatto. >
< Tranquilla. Dopo tutti questi anni che ci provo con te, me lo sono meritato. >
Nel mentre continuava a parlare con José, Anastasia non faceva altro che alzare gli occhi al cielo e mordersi il labbro.
< Che stai facendo? >
< Io? Niente. >
< Ti stai mordendo quelle stupende labbra colorate di rossetto rosso. Il mio preferito. >
< Da quando in qua ti piace il mio rossetto? >
< Da sempre. >
< Questa mi è nuova > rispose Ana sorridente.
< Lo sai che sei la ragazza più stupenda che io abbia mai incontrato. Mi piace tutto di te. >
< E quale sarebbe il tuo più grande desiderio? > gli domandò la donna con tono sensuale.
< Vederti nuda all’istante. >
< José! >
< Ti prego, Ana… Fallo per noi due. >
Sentendo che la stava pregando e che non riusciva più a resistere, Ana controllò accuratamente i dintorni del suo ufficio guardando se c’era qualcuno nelle vicinanze.
< Non c’è nessuno. L’edificio è tutto per noi. >
< Sei arrivato a quest’ora ben sapendo che mi trovavi sola, non è vero? >

< Sei davvero una volpe, José Gonzalez… Per questa volta hai vinto tu. >
Dopo essersi spogliata per lui, Ana cominciò a svestirlo e a baciarlo delicatamente il suo collo.
< Oh Ana… >
< Ti piace? >
< Moltissimo… Ti prego, non smettere > replicò l’uomo ansimante.
< Non lo farò. >
Dopo avergli preso il suo sesso e averglielo fatto diventare definitivamente duro, cominciò a prenderglielo in bocca e a massaggiarlo con cura, facendogli provare un’eccitazione fuori dal normale.
< Ana… sei fantastica… Ma adesso voglio sentirti dentro di te. >
Appena se la mise a cavalcioni, José entrò delicatamente dentro di lei per spingerla piano piano e aumentare di velocità ogni secondo che passava.
< José… Oh Cristo! >
< Vieni per me, Ana. So che sei vicina. >
< Anche tu lo sei. Lo sento. >
Non riuscendo più a resistere, i due amanti esplosero in un orgasmo fragoroso crollando sul divanetto dell’ufficio di lei e guardandosi con occhi stanchi e soddisfatti.
< Non avrei mai creduto… Oh Cristo… >
< Sei magnifica, Ana. Hai esaudito il mio più grande desiderio. >
< Adesso però è meglio rivestirci prima che qualcuno bussi alla mia porta e ci trovi completamente nudi. >
< Che fretta hai? Sono sempre tutti a pranzo. >
< Lo so. Ma io ho molte cose da fare. >
< Del tipo? Sbadigliare sopra un manoscritto che non ti piace minimamente? >
< Adesso che cosa fai? Mi spii? >
< Ahahah certo che no. È solo che quando pensi lo fai ad alta voce. >
< Sei solo un curiosone > replicò la donna divertita lanciandogli un cuscino mentre si stava rivestendo.
< Ti giuro che sono stati i dieci minuti più belli della mia vita. >
< Anch’io non provavo simili sensazioni da quando stavo… >
Ma Anastasia non riusciva a pronunciare il suo nome.
Il nome di quell’uomo gli ricordavano troppi fatti che la facevano soffrire.
< Scusa, ma non ne voglio parlare. >
< Ti capisco. Stasera vuoi venire a cena da me? >
< Molto volentieri. >
< Ti aspetterò con ansia, Anastasia Steele. >
< Cerca di trattenere la tua voglia di fare sesso con me. Questa sera ti voglio carico come ora. >
< Senz’altro > replicò l’uomo con tono sensuale facendogli l’occhiolino < A stasera. >
   
 
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