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Autore: Eevaa    10/02/2019    10 recensioni
...perché Kaarot, del resto, era l'unico che avrebbe potuto capirlo veramente, era l'unico il quale, per altri motivi, stava subendo il suo stesso identico destino. E, proprio come lui, aveva un'altra vita intera da vivere, da scrivere. Per un attimo, per qualche breve secondo, provò compassione per quell'uomo così come l'aveva per se stesso.
Erano entrambi sulla stessa barca e, volenti o nolenti, avrebbero dovuto cominciare a remare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©. 

Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.
 
 

-AFTER ALL -
CAPITOLO 68 - INCOMPRENSIONI

 


What I want from us, is empty our minds
But we fake, we fuss, and fracture the times
We go blind when we needed to see
What I want from this, is learn to let go
No, not of you, of all that's been told

Fuck you, fuck you, love you
And if you hate me, hate me, hate me
Hate me so good
That you just let me out


Rootless tree: https://www.youtube.com/watch?v=25cO4K4kHpE


 



Voci confuse, lontane, quasi ovattate. La sensazione di stare immerso in un liquido denso, vischioso, che rende pesante e difficile qualsiasi movimento, persino quello di aprire gli occhi. Ci provò più e più volte, ma sentiva le palpebre pesanti come macigni. Forse stava morendo, forse era già morto e si trovava all'Inferno, o qualsiasi luogo dove quel grassone di Re Yammer avesse deciso di spedirlo.
Ma no, no, non era all'Inferno. Perché altrimenti non avrebbe sentito quella voce in lontananza, quella fastidiosissima voce della quale non riusciva più però a fare a meno. La sentiva sempre più forte, sempre più reale. Forse, se si fosse aggrappato a essa, sarebbe riuscito a destarsi.
«Quando si sveglierà?» domandò la voce di Kaarot, interrompendo quello che era senza dubbio il rumore dei suoi passi. Vegeta serrò di denti, tentando in tutti i modi di muovere le dita. Sì, sì, ce la stava facendo, riuscì a stringere i pugni seppur debolmente. Era frastornato, estremamente debilitato.
«A momenti, non temere» rispose una voce leggera, quasi dolce, una voce che il principe riconobbe come quella di Dende. «È stata una vera fortuna che Kibitoshin l'abbia portato da me in tempo. Ancora pochi minuti e sarebbe morto».
Vegeta si irrigidì ancora. Morto? Dannazione. Ora ricordava! Ricordava perfettamente cosa fosse successo e si sentì un vero e proprio idiota.
«Il veleno con il quale è stato addormentato non era solo un narcotico molto potente, ma era miscelato con una forte componente necrotizzante. I suoi tessuti si stavano sciogliendo dall'interno. Sono riuscito ad arrestare il processo e a rivitalizzare le sue cellule, ma l'effetto del sonnifero è stato più difficile da contrastare. Ad ogni modo guarda: credo che l'effetto stia svanendo proprio ora» continuò Dende prima di portare i suoi passi all'esterno della stanza. «Vi lascio un secondo soli».
Bianco, luce chiara e fastidiosissima apparve davanti ai propri occhi quando finalmente, in un impeto di buona volontà, tentò di aprirli. Un'immagine sfocata apparve sopra di sé, l'immagine di colui che si aspettava esattamente di vedere. Divenne sempre più nitido e, per tutte le galassie, sempre più reale. Ma vi era qualcosa di strano in lui perché, al contrario di ciò che si aspettò di ammirare, non sorrideva. Non era felice.
Il principe deglutì. Avrebbe davvero voluto esordire con una sua tipica frase a effetto tipo “e io che speravo di svegliarmi con una bella visione e invece, diavolo, mi ritrovo la tua faccia da idiota” ma no, non era Kaarot l'idiota in quel momento. L'idiota era lui.
«Dannazione... mi sono lasciato fregare» ammise sua maestà, cercando di tirarsi a sedere su quella scrivania improvvisata a giaciglio, ma ogni movimento sembrava estremamente difficile.
Goku non rispose ma, con espressione indecifrabile, lo aiutò ad alzarsi seppur contro la volontà del principe che mai, mai avrebbe voluto ricevere aiuto in una situazione del genere. Già si sentiva abbastanza cretino così.
«Che razza di imbecille» sussurrò e affondò più forte la lama nel proprio orgoglio, portandosi una mano sulle tempie pulsanti. «Cosa è successo, dopo?»
Goku strinse le labbra e si voltò immediatamente per interrompere quel contatto.
«Ho distrutto il pianeta. Quindi sì, anche le sfere» si limitò a rispondere, trovando ancora surreale un gesto tanto spietato da lui stesso compiuto. Ma del resto, come anch'egli aveva detto a Vegeta quando aveva ucciso i fantasmi dei suoi genitori, “a volte il fine giustifica i mezzi”. E avrebbe dovuto arrendersi all'evidenza che non aveva distrutto quel pianeta per cattiveria, ma per salvarsi la pelle e salvare la pelle a quella testa di rapa che si ritrovava davanti, e tutta la loro stirpe.
«T-tu hai distrutto cosa!?» balbettò sua maestà incredulo, per venire poi interrotto bruscamente dall'alleato il quale, però, non si degnò nemmeno di girarsi per guardarlo negli occhi e, al contrario, si avviò verso la porta aggrappandosi alla maniglia come per fuggire.
«Sì, e mi sento già abbastanza in colpa per aver fatto saltare per aria migliaia di vite forse innocenti, quindi non mi va di parlarne».
Vegeta aggrottò le sopracciglia e non riuscì proprio a comprendere il comportamento del suo alleato. Era strano, veramente strano. Portò un piede al pavimento, poi l'altro, trovando finalmente un equilibrio e la forza di reggersi in piedi. Man mano che i secondi passavano, stava ri-acquistando sempre più la padronanza del proprio corpo e le energie.
«Kaarot, se l'hai fatto avrai avuto le tue ragioni» si limitò a dire Vegeta, raggiungendolo vicino alla soglia d'uscita.
«Sì, lo so. Sei pronto? Dobbiamo andare, adesso» gli domandò roco Goku aprendo la porta di scatto, venendo però afferrato per la spalla dal suo rivale. Quel contatto gli provocò brividi, brividi misti a rabbia, e proprio non riuscì a comprendere come fosse possibile.
«Si può sapere cosa diamine ti prende?» lo incalzò il principe, serio, quasi sull'orlo di prenderlo a pugni. C'era qualcosa che non andava in lui e non lo sopportava. Non che gli desse fastidio che per una buona volta fosse estremamente taciturno, ma non sopportava il fatto di non conoscere il perché. Aveva disintegrato un pianeta, certo, ma Kaarot non si sarebbe mai tirato indietro per piagnucolare sulla sua spalla. E, anche se Vegeta lo avrebbe trovato alquanto imbarazzante e distruttivo per l'orgoglio di un saiyan, il fatto che non lo facesse lo mandava fuori dai gangheri.
Soprattutto perché Goku, senza nemmeno voltarsi, si liberò dalla presa del principe con una freddezza asfissiante.
«Niente, Vegeta. Andiamo».

 


Un calcio nelle reni lo fece stramazzare al suolo ma, come da oramai più di due ore a quella parte, Gotenks si rialzò tremando. Fece per contrattaccare ancora una volta, ma percepì dentro di sé un impeto di separare le due entità alberganti in quella fusione. Strinse i denti, tremando. Le sue cellule erano sul punto di scindersi. La fusione normalmente non avrebbe potuto durare più di un'ora ma, chissà per quale miracolo metafisico oppure fortuna, ciò non era accaduto e ogni volta che l'ibrido tra Goten e Trunks aveva avvertito la scossa precedente alla separazione dei corpi, gli era stato sufficiente mantenere la calma e il controllo per una manciata di secondi per ritardare quella scissione di qualche minuto.
Ma quella volta nemmeno la più alienante delle meditazioni sarebbe servita per far fronte a quell'impellente bisogno. Con estrema difficoltà i corpi iniziarono a separarsi, quasi a rallentatore, come se l'ibrido ce la stesse mettendo tutta per mantenersi integro.
«Ahahah... AHAHAH!» rise sadicamente Loraymo prendendo per la giugulare Mirai Trunks il quale, nel frattempo, era corso a combatterlo per prendere tempo. E, proprio nell'esatto istante in cui Goten e Trunks tornarono a esistere come entità separate, l'ibrido proveniente dalla Dimora dei Draghi rise ancor più forte e scagliò l'uomo proveniente dal futuro contro la parete rocciosa di una montagna, poi caricò i due saiyan scissi con la più folle delle cavalcate. Li colpì entrambi con leggiadria, ribaltandoli al terreno come se fossero castelli di carta.
«Stupidi, nauseabondi esseri. Dimostratemi il vostro valore, adesso che non siete più uniti. Non vale neanche la pena di combattervi» commentò Loraymo, sprezzante, aumentando ancor di più la sua aura gelida.
«Questa non ci voleva» ruggì Goten. Percepì il sangue e il sudore sulla fronte congelarsi, evitando per un soffio un nuovo calcio di Loraymo rotolando con la schiena sulla neve e il ghiaccio appena formatosi sotto di loro.
«M-mi domando a che punto siano i nostri padri» balbettò Trunks con le labbra viola, quasi alla soglia dell'ipotermia, venendo poi colpito su un braccio con un calcio di Loraymo. Gridò di dolore, probabilmente gli aveva scardinato una spalla, e difendersi gli risultò ancora più difficile.
Loraymo teneva duro, non era ancora stato ucciso una volta, non aveva quasi mai mostrato cenni di cedimento e, al contrario, approfittava delle situazioni complesse per creare ancora più scompiglio. Con la furia di un toro nell'arena distrusse tutto e tutti coloro che si trovarono accanto, dimostrando all'esercito dei buoni tutte le sue terribili capacità.
Mirai Trunks, ancora con la schiena incastrata tra le crepe della montagna contro la quale era stato scagliato, digrignò i denti. Non era tornato in quel mondo per farsi uccidere di nuovo, dannazione. Era tornato per farsi valere, per aiutare i suoi amici, i suoi cari. Si illuminò di rabbia nel vedere Goten e Trunks schiacciati entrambi da quel mostro, si accese di frustrazione al solo pensiero di non essere il degno erede di suo padre. Ritrovò le forze, le ultime, le raccolse e con esse i suoi capelli grigi tornarono a risplendere di oro puro. Prese la rincorsa e, inaspettatamente, si aggrappò roteando su sé stesso alle spalle di Loraymo, capovolgendosi per scagliarlo altrove, lontano, facendolo smettere di schiacciare i corpi oramai quasi inermi dei due giovani saiyan.
In quell'istante, proprio quando Loraymo scosse la testa per liberarsi dalla fanghiglia mista a neve, un'altra persona guidata da furia e frustrazione atterrò alla sua destra per contrastare insieme a lui l'attacco del nemico il quale, urlando d'ira, scagliò qualcosa di molto simile a un'onda energetica ghiacciata nella loro direzione.
Gohan, spalleggiato da Mirai Trunks, contrastò l'attacco con le mani aperte e i denti digrignati. Energia contro energia, bene contro male. I due fasci aurei si incontrarono a metà, causando scoppi e scintille.
Mirai Trunks guardò per un attimo il suo alleato aumentare la sua forza per respingere l'attacco e, per qualche millesimo di secondo, gli ricordò il suo maestro, Mirai Gohan. Sorrise, alimentando anch'egli il loro fascio energetico unito.
«Non sai quanto sia un onore, per me, combattere al tuo fianco» disse Mirai Trunks, con la voce roca di commozione. Si ricordò dell'ultima volta che aveva avuto la possibilità di combattere insieme al suo maestro, contro i cyborg della sua epoca, e gli risultò difficile trattenere le lacrime. Gli era mancato sempre.
Gohan si voltò di scatto per un momento, guardandolo sbieco. Non capì. E come avrebbe potuto capire? In fondo non si trattava veramente del suo maestro, non era la stessa persona. Avevano già combattuto insieme contro Cell, ma lui era solo un bambino. Non capì il significato profondo di ciò che il suo alleato gli aveva appena detto ma sorrise ugualmente, cordiale come sempre.
«L'onore... l'onore è tutto mio».

 


«Come già vi ho anticipato in precedenza, il prossimo pianeta è Namirah. Preparatevi, lì i namecciani sono tutti molto forti, ma potete trovare facilmente degli alleati tra essi» illustrò Kibitoshin, affiancato da tutti i Kaioh.
Tutti i civili presenti al tempio di Re Yammer ascoltarono incuriositi, sulle spine più che mai in attesa di quella nuova missione. Se tutto fosse andato bene, mancavano solo due pianeti da conquistare, due Draghi da uccidere. Ma qualcosa diceva loro che sarebbero stati i più complessi, i più difficili.
Goku e Vegeta, lontani qualche passo l'uno dall'altro, annuirono in silenzio. Erano stanchi, visibilmente provati nonostante il rinvigorimento datogli dai poteri del Kaiohshin. La loro integrità psicologica era stata minata da tutti quegli eventi, ed entrambi erano tesi come corde di violino. La tensione era palpabile, lo percepivano tutti e proprio per quel motivo nessuno si era azzardato a fare domande, nemmeno i due bambini i quali, educati e rispettosi, erano rimasti tutto il tempo in silenzio in attesa di nuovo ordine.
Erano stanchi anche loro, era visibile, ma Goku Jr ben sapeva che il nonno in quelle occasioni avrebbe desiderato solo collaborazione e soprattutto essere lasciato in pace. Il cielo solo sapeva quanto avrebbe voluto saltargli addosso e abbracciarlo dopo ogni missione, ma aveva ben imparato a rimanere al proprio posto.
«Ricordatevi che c'è una guerra di potere in corso su quel pianeta. Le sfere, naturalmente, sono detenute da un tiranno e utilizzate per scopi aberranti, ma sono secoli che oramai i democratici stanno tentando un colpo di stato. Se ve li fate amici, allora avrete buone speranze di cavarvela con facilità. Non fatevi remore a uccidere il capo dei saggi e i suoi seguaci malvagi, farete solo un favore per chi cerca la democrazia, su quel pianeta» concluse accuratamente Kibitoshin, invitando poi i due saiyan a mettersi al proprio fianco per salpare verso quell'oscuro orizzonte.
«Pensavo che voi divinità non potreste immischiarvi in questi affari umani» commentò Vegeta, con un cipiglio severo.
Il Kaiohshin sogghignò e roteò gli occhi.
«Noi no. Ma voi sì» si limitò a rispondere, con sguardo complice. Certo, loro non si sarebbero mai potuti permettere di scendere su un pianeta e imporre degli ideali; quelle guerre erano tipiche solo della razza umana. Ma non gli era affatto vietato tifare per una fazione o per l'altra e, guarda caso, Goku e Vegeta erano umani. Il suo era stato solo un suggerimento.
«Andiamo!»

 

Namirah. Che posto strano! Non strano in quanto bizzarro, ma strano perché era decisamente il meno bizzarro di tutti. Era un pianeta normale, quasi simile alla Terra, se non fosse stato per una pressione atmosferica decisamente più alta e la presenza di ben tre soli in lontananza.
Si ritrovarono in un bosco umido e piacevolmente fresco. L'odore di muschio invase le loro narici e versi strani di inquietanti animali in sottofondo fecero tener loro rizzate le orecchie.
Non avvertivano la presenza di nemici, almeno non nelle vicinanze. La città più vicina si trovava a una decina di chilometri da quel luogo e, come previsto dal piano suggerito dal Kaiohshin, avrebbero dovuto accaparrarsi la fiducia dei democratici e stipulare un piano per andare tutti insieme in avanscoperta verso la sede principale del parlamento. A quanto pareva era proprio lì che risiedeva il tiranno insieme alle sette Sfere del Drago Konero. Ma il principe dei saiyan, se avesse potuto scegliere, avrebbe di gran lunga preferito concludere quella faccenda in modo più pulito e veloce, senza immischiarsi in guerre civili delle quali gliene fregava poco o niente.
«Quindi come agiamo?» domandò Vegeta, guardandosi nervosamente intorno.
«Decidi tu» si limitò a rispondere Goku, con una scrollata di spalle. I suoi occhi neri si posarono su quelli dell'alleato, intrappolandoli per qualche secondo di estrema tensione.
«Wow! Grazie per essere così propositivo» pronunciò il principe con evidente sarcasmo, stufo del comportamento strano del suo alleato, ma più che intento a non dargli peso fino a quando non ce ne fosse stato bisogno – o almeno, così credeva. «A questo punto decido io. Andiamo subito dritti al sodo e uccidiamo quel despota bastardo».
«Bene... oppure aspetta: che dici di andare a fare un giro del pianeta? Così magari qui trovi quella vera» sputò fuori Goku senza avere nemmeno il tempo di riflettere, velenoso più che mai. Non se ne rese nemmeno conto, non riuscì nemmeno a capacitarsi di ciò che aveva appena detto, ma l'aveva fatto. Si era liberato di quel peso, di quel fuoco del quale non era riuscito a liberarsi del tutto fino a quell'istante. Anche se ancora, spaesato com'era, non riusciva realmente a comprendere il significato profondo di ciò che avesse appena comunicato.
«Ma di che diavolo sta-» fece per rispondere Vegeta, interrompendosi poi nel realizzare ciò che suo rivale gli avesse appena detto. Quella vera? Quella vera?! Spalancò la bocca, esterrefatto. Si stava riferendo a Bulma e la storia del mutaforma su Tahab! Ecco, ecco cosa diamine gli era preso. Ecco perché si stava comportando in quel modo così strano! Ecco perché percepiva rabbia nella sua aura, ecco spiegato tutto! Ma Vegeta, di rimando, non riuscì proprio a credere alle proprie orecchie. E, ovviamente, Kibitoshin nemmeno.
«Tu sei... tu sei geloso!» lo accusò sua maestà, con gli occhi talmente socchiusi da sembrare due fessure, provando un brivido e un conato di vomito all'ultima parola pronunciata. «PER L'AMOR DEL CIELO, IO TI AMMAZZO!» urlò poi Vegeta fiondandosi addosso a lui per spintonarlo con vigore contro il tronco di un albero, abbattendolo.
«NON SONO GELOSO!» ringhiò di rimando Goku attaccandolo di tutta risposta con una testata che lo fece quasi ribaltare all'indietro.
«Rag... ehm... ragazzi?» provò a balbettare Kibitoshin sperando di venire ascoltato, invano, mentre i due saiyan si illuminarono entrambi di luce dorata ringhiandosi in faccia l'un l'altro.
«Bulma se ne è andata sei anni fa, pezzo di cretino! E sì, forse se non fosse morta sarebbe ancora mia moglie, ma questo discorso non è nemmeno lontanamente plausibile! Le cose sono andate diversamente e lo sai bene!» ruggì Vegeta, a un centimetro dal volto del suo rivale il quale, con sprezzo, mostrò i denti bianchissimi.
«E io sarei ancora con Chichi, se non fosse morta un mese e mezzo fa. Anzi, aspetta che vado a cercarne una, così rischio di farmi ammazzare pure io davanti ai tuoi occhi, vediamo se poi sei contento!» urlò Goku tremando nel lasciare scorrere quel fiume di parole - poco sensate - che lo tormentavano da troppo tempo.
Vegeta spalancò la bocca, poi iniziò a ridere ironico, spiazzato più che mai e arrabbiato come se gli avesse appena sputato in faccia. Non poteva crederci! Non poteva affatto credere a quello che avesse appena sentito. Veramente gli stava piazzando una scenata del genere in quel modo?! Ma che diavolo era, una ragazzina?
«Sei un immaturo deficiente!» ringhiò il principe con disprezzo, con la bocca asciutta e la speranza in fondo al cuore che si stesse sognando tutto, che fosse un incubo dal quale non riusciva a venire fuori.
«E tu un gran bastardo!» concluse Goku, sibilando fuori dai denti.
Normalmente uno come Vegeta non si sarebbe fatto alcuna remora a colpirlo in mezzo alla fronte con tutte le sue forze, ma egli rimase inchiodato con i piedi al suolo, allibito, spiazzato. Lo guardò con occhi talmente carichi d'odio da non riuscire nemmeno a crederci. Cosa diamine stava succedendo? Perché aveva sentito il proprio cuore andare in frantumi insieme all'orgoglio? Si arrabbiò come non mai, sentì il sangue ribollirgli nelle vene e, con un urlo da manicomio, si librò in volo più lontano che poté da quel posto. Da quell'idiota.
E Goku, con un un martello pneumatico in testa e una morsa a livello del petto, fece lo stesso. Dalla parte opposta, lasciando da solo il povero Kibitoshin il quale, con i palmi delle mani rivolte verso il cielo e la bocca spalancata tanto quanto gli occhi, non si capacitò di quella scena a cui aveva appena assistito. Perché in fondo lui era un essere divino, e agli esseri divini non era permesso provare un sentimento così complesso.


 


Distrutto. Tutto ciò che fino ad allora era stato costruito era andato in frantumi. Di sfarzosi arredamenti dorati, lunghe distese di campi da combattimento bianchi e oro, di quel tempio prorompente sotto a un finto cielo di nuvole gialle non esisteva quasi più nulla. La terra, in quella dimensione, aveva tremato così forte da causare crepe profonde, profondissime. Ci avrebbe messo meno di venti secondi il Drago Superiore a rimettere tutto in perfetto ordine ma no, quello non era affatto il momento di perdere tempo per futili motivi. La situazione era drammatica, ai limiti dell'imponderabile.
Sul pavimento della grossa stanza circolare non vi era più solo cenere, ma anche detriti del bel soffitto affrescato. Erano rimasti in due, solamente due Draghi, i più potenti, i più temibili e prestigiosi. E, come tali, avevano in serbo ancora qualche asso nella manica per riuscire a tenere in piedi il loro mondo, la loro esistenza.
«Ottimo. Ora che sono divisi sono di certo più vulnerabili. Speriamo che i nostri piani finali funzionino» constatò Konero osservando da vicino l'ologramma creato dalla lunga mano del Drago Superiore, raffigurante Son Goku solo, perso, con le mani sulla faccia e uno squarcio nell'aura.
Onyma ridacchiò sadico nell'osservare quella scena, volgendo poi uno sguardo severo verso il drago antropomorfo dalla pelle rossa e i denti appuntiti color antracite.
«Nessuno può sconfiggere il nostro potere, Konero. La Dimora dei Draghi risorgerà».



 
 
Continua...
 



ANGOLO AUTRICE:
Buongiorno a tutti/e! Eccomi finalmente con il tanto atteso capitolo... che dire?! Molti di voi hanno subito pensato al peggio (come biasimarvi!), ma Vegeta è vivo - anche se per miracolo - e sta benone. Avete anche detto che vi mancavano i momenti tra i due protagonisti, i loro battibecchi... eccovi serviti! xD diciamo che non è stato per niente un momento tenero, ma decisamente un momento sentimentale dai toni accesi. Sentimento di odio, di gelosia, una bella litigata tipica da piccioncini che non si sono resi onto che potrebbe comportare accadimenti disastrosi. Dannazione! Non era proprio il momento di mettersi a fare certe sceneggiate. Ma, al di là del fatto che dividersi ora non è stata un'idea geniale, sono però curiosa di sapere cosa ne pensate: siete del team Goku o del team Vegeta? Io team principe tutta la vita. Non amo le sceneggiate di gelosia di questo tipo anche se ammetto che, dal punto di vista emotivo, posso comprendere come possa sentirsi Goku. E' stato un duro colpo per lui... ma PER TUTTE LE GALASSIE! Una sceneggiata del genere non era proprio il caso di farla. Si vede che dal punto di vista relazionale è ancora immaturo, come dice il principe. Poi che Vegeta perda la pazienza è abbastanza scontato! Ma sono proprio curiosissima di avere la vostra opinione :D

Nel frattempo sulla Terra sta succedendo il putiferio, la fusione si è sciolta e tutti stanno iniziando a perdere colpi. Momento commozione per Gohan e Mirai Trunks T__T
E, invece, nella oramai Catapecchia dei Draghi stanno per cogliere la palla al balzo di questo litigio per colpire i nostri eroi nel loro punto debole. Konero e Onyma tireranno sicuramente fuori gli artigli arrivati a questo punto. Che ansia! 
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo :) vi mando un abbraccio forte!

Eevaa
  
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