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Autore: BlueViper    19/07/2009    3 recensioni
Le sopracciglia sottili s’ aggrottarono e lo sguardo si fece più severo del solito. Per un attimo al professore, lo scrigno bianco, era parso più luminoso del solito, quasi scintillante. Era da più di dieci anni che quell’ oggetto era lì, ma mai aveva attratto così tanto la sua attenzione come in quella frazione di secondo. Era come se una voce l’ avesse chiamato verso lo scrigno. Il professore scosse la testa facendo ondeggiare i lunghi capelli corvini. “Smettila” sibilò. | Ogni singolo ricordo è prezioso.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Peter Minus, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ladro!”

 

Sulla mensola sopra al caminetto acceso di un gretto e austero studio, in un’ angusta stanza nel sotterraneo del castello, un piccolo scrigno in ceramica candida foderato in madreperla custodiva un dono prezioso, nonché triste ricordo. Una collanina in oro bianco, sottile, con appesa una stella, grossa come l’unghia del dito della mano di una bambina, ed un piccolo diamante incastonato al centro, vi giaceva all’ interno. Era un regalo. Il dono che i coniugi Evans avevano fatto alla loro figlia prediletta in occasione dell’ ultimo compleanno che Lily avrebbe passato a Hogwarts. L’ oggetto sulla mensola stonava nella stanza come una chiazza di luce nell’ oscurità. Eppure, quella virgola bianca, dava un senso di vivo a tutto ciò che la circondava; ai vecchi libri rilegati, alle pergamene ingiallite, alla polvere sugl’ ordinati barattoli di vetro.

Di fronte al camino, in una comoda, benché austera, poltroncina in pelle scura, un uomo magro, asciutto, sedeva a gambe accavallate. I suoi neri occhi luccicanti erano della stessa tonalità dei capelli che gli contornavano il viso giallastro. Immerso nei suoi pensieri l’uomo era assolutamente immobile, quasi finto nella sua innaturale postura. Tutto era assolutamente fermo, tranne quei due piccoli pozzi oscuri che saettavano a scatti nelle cavità oculari. Lo sguardo attento, concentrato, si spostava su e giù per lo studio. Improvvisamente la schiena dell’ uomo s’ irrigidì e gli occhi si fermarono. Le sopracciglia sottili s’ aggrottarono e lo sguardo si fece più severo del solito. Per un attimo al professore, lo scrigno bianco, era parso più luminoso del solito, quasi scintillante. Era da più di dieci anni che quell’ oggetto era lì, ma mai aveva attratto così tanto la sua attenzione come in quella frazione di secondo precedente. Era come se una voce l’ avesse chiamato verso lo scrigno. Un brivido percorse il corpo ossuto dell’ uomo, il quale reagì alzandosi e tirando una pesante tenda sull’ unica apertura che la stanza aveva verso l’ esterno. Lo studio divenne buio. L’ unica fonte luminosa rimase il fuoco crepitante. Eppure, quando l’uomo si voltò nuovamente, lasciando la piccola finestrella ovale alle proprie spalle, la sua attenzione venne nuovamente attratta dall’ oggetto sulla mensola. Il bianco della ceramica risaltava ancor più di prima, come se un riflettore vi fosse puntato sopra. Di nuovo la stessa sensazione di prima: un’ angelica voce femminile, acuta ma tenue, pareva chiamarlo. Il professore scosse la testa facendo ondeggiare i lunghi capelli corvini. “Smettila” sibilò dando voce ai suoi pensieri, mentre accompagnava la parola con uno stizzito gesto della mano. Si girò nuovamente, come a scappare da ciò che lo tirava a se, allontanandosi da quel camino che gli sembrava emanasse un freddo spettrale. A lunghi passi l’ uomo arrivò alla sua scrivania, vi sedette e iniziò a mettere in ordine alfabetico, come era sua abitudine fare, un mucchietto di compiti appena corretti. Una volta finito alzò lo sguardo. Appeso al muro davanti a se, un calendario babbano mostrava la data. Al primo momento Piton non ci fece caso, poi quei numeri rossi su carta bianca assunsero un altro significato per lui. Era l’ anniversario di quel triste evento. Quando il professore se ne avvedè divenne subito scuro in volto: triste e amareggiato, per nulla arrabbiato.

L’ uomo si sedette un po’ più comodamente sulla lignea sedia alla scrivania. Non aveva bisogno di un pensatoio per quello che voleva fare ora. Il professore si sentiva tristemente consapevole che per ricordare Lily gli bastava affidarsi alla sua memoria. Certe cose non si cancellano facilmente in una persona. Chiuse gl’ occhi e s’ abbandonò a un vortice nero che, nella sua mente, lo trascinò ad Hogwarts.

 

Era l’ inizio del 1978. Le vacanze natalizie erano terminate da pochi giorni e nella scuola si respirava la classica aria da post feste. Un alone di rammarico aleggiava nei corridoi, come ogni qual volta finisce qualcosa di bello.

Era un giorno qualunque quando Piton sorprese Peter Minus a rubare il regalo di compleanno della giovane Evans. Sinceramente Severus non si pose mai il problema del perché di quel gesto del malandrino. Senza pensarci due volte lo studente di Serpeverde era intervenuto a recuperare lo scrigno e la collana. Un paio di incantesimi ben assestati avevano mandato facilmente l’animago ko.

Quando però il giovane Piton cercò di restituire il dono a quella che fino all’ anno precedente era stata la sua migliore amica, venne accolto con un raggelante “Ladro!” da parte di lei.

 

Il pozionista aprì gl’ occhi, leggermente ansante. Era incredibile come nei vicoli bui della sua mente ci fossero ancora dei ricordi così vivi; così dolorosi da destarlo nonostante fosse passato così tanto tempo. L’ uomo voltò la testa verso lo scrigno che mai aprì in quegl’ anni. Il bianco della ceramica era spento come sempre prima d’ allora. Per un istante l’ uomo dubitò del perché avesse tenuto il regalo di Lily. Non riuscì a farsene una ragione. Infondo quella collana era solo un brutto ricordo. Era il simbolo materiale di un’ amicizia mandata in frantumi e mai più ricomposta. L’ uomo continuò a fissare lo scrigno, immobile, anche quando i bagliori rossastri del fuoco illuminarono leggermente l’ oggetto. Un piccolo sorriso, quasi impercettibile, si schiuse sul volto del professore. Quel rosso era identico ai riflessi che assumevano i capelli ramati di Lily quando venivano colpiti dalla luce del sole. Forse i più vividi ricordi su di lei erano proprio quelli tristi, ma infondo erano tutto ciò che gli restava.

 

 

Lo scrigno rimase sulla mensola del caminetto fino a metà del 1998, ma ovviamente non fu Piton a spostarlo. Mai lui avrebbe rinunciato a un ricordo.

     

  
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