Benvenuto e ancora benvenuto
leggiadro fiore di Febbraio,
fin dai tempi antichi
solitaria primizia.
Giungi con il freddo,
annunciando un tempo più lieto,
anticipando Maggio,
precedendo le rose.
Benvenuto e ancora benvenuto,
leggiadro fiore di Febbraio!

Alfred Tennyson, The Snowdrop.



Oggi sono a casa. Solo per oggi.
Mi sono presa un giorno libero, non per accidia o pigrizia, ma perché dopo un'estate torrida, un inverno gelido, la popolazione allo stremo, le tasse sempre più alte, distribuite con ingiustizia, i sovrani che non comprendono che siamo sull'orlo di un baratro, i nobili che si attaccano ad ogni più piccolo favore, prima di abbandonare la nave che affonda, dopo tutto ciò sono stremata.
A Parigi ho visto ciò che il freddo e l'inedia fanno ad un corpo umano.
Corpi di bambini, donne, uomini rigidi e illividiti dal gelo incombente, da cui non sono riusciti a difendersi.
Il nostro lavoro individuarli, salvare coloro nei quali aleggiava ancora un battito di vita, e consegnare gli altri, la maggioranza, alla Morgue.
Il popolo non ce la fa più, non solo i più poveri ma anche la borghesia inizia a capire, a prendere coscienza, a volere qualcosa di meglio, a pretendere più rispetto e meno tasse.
Sono stati riuniti gli Stati Generali.
Era da tanto tempo che non succedeva.
Troppo.
Speriamo che non sia tardi.
Troppo.
Questi pensieri mi tolgono il sonno e l'appetito.
Adesso che passeggio sulla neve intonsa di febbraio, che con coltre virginea ricopre ogni cosa, mi sento un po' meglio, la neve che in città uccide qui dona sollievo al mio cuore. Il mio cuore di ghiaccio, da anni l'ho allenato a restare algido e distante dai sentimenti più puerili, che potrebbero distrarmi dai miei doveri, sono un soldato, sono addestrata alla battaglia, nessuna distrazione per questo cuore solitario. Eppure lo so che basterebbe un solo raggio di sole per sciogliere le gelide spine che mi stanno intrappolando.
Negli anni solo una persona è stata il mio raggio di sole, ha sciolto il gelo della mia anima contro la mia volontà, e io, contro la mia volontà, gliel'ho permesso.
Con parole sagge, con silenzi ancora più saggi, attraverso i suoi occhi verdi come le gemme di primavera ha avuto il coraggio di smantellare tutte le mie convinzioni, e di costruire una nuova consapevolezza.
Io temo e anelo il futuro che mi è stato prospettato.
Come temo e anelo la libertà per il mio cuore, che senza la difesa del ghiaccio che lo ha sempre ricoperto forse sanguinera', o si spezzera', ma sarà libero e vivo, finalmente.
Con una piccola fiammella di speranza che luminosa si fa strada nell'anima e nella mente, mi siedo su una panchina del giardino dopo aver tolto il ghiaccio con una mano.
Sul viso sento un leggero calore, il sole sta avendo la meglio su queste nubi cariche di gelo.
Apro gli occhi, giro il viso poiché la luce che riverbera sulla neve è fastidiosa.
Alla mia vista si palesa uno spettacolo semplice e sorprendente al tempo stesso.
Da sotto la coltre gelata spunta un minuscolo, coraggioso fiorellino bianco.
Porto una mano davanti alla bocca, forti singhiozzi escono dalle mie labbra. Quel fiore, che proprio oggi ha pensato bene di fiorire, di sfidare i cristalli gelati, è come il mio cuore. Che adesso batte forte mentre le lacrime scendono veloci.
Il mio cuore è libero dal grande freddo dentro cui lo avevo relegato, una prigione che io stessa avevo costruito.
Come il sole ha liberato il bucaneve, così tu, André, hai liberato me.
Qualunque cosa succeda da adesso in poi il mio cuore sarà libero. Non avrà più spine di ghiaccio che lo tormentano, lottero' contro quelle spine.
Sono sicura che vincero' perché avrò te, il mio sole, al mio fianco.