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Autore: pattydcm    10/02/2019    1 recensioni
! ATTENZIONE !! DA SAPERE PRIMA DI INIZIARE LA LETTURA !
Questa ff è la continuazione della mia OS ‘Fenix’. Vi consiglio, quindi, di leggerla, prima di affrontare quella che sarà una piccola long dal punto di vista di Greg. Dalla serie sappiamo che il suo matrimonio è in crisi e qui si approfondisce questo aspetto. Mi sono focalizzata sulla confusione che domina l’ispettore e che si estende a tutti i campi della sua vita. Non è una mystrade, in realtà non c’è una vera coppia qui. C’è la confusione di quest’uomo che si scontra con figure diverse: Sherlock, Mycroft, la ex moglie, Donovan, Molly e Moriarty. Come sappiamo dalla serie, la vita di Greg è stata messa in pericolo dalle mire di James su Sherlock. Se sappiamo come si è evoluta questa minaccia in John, nulla si sa di come l’abbia presa Greg. Ho voluto qui porre l’accento anche su questo. Ci trovarci al termine della prima stagione: Moriarty si è palesato con il suo macabro gioco e ha detto a Sherlock che gli brucerà il cuore. Non ci sarà l’incontro con la Adler, né la gita a Baskerville e il salto dal Bart's. Spero che questo esperimento vi piaccia.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Lestrade, Molly Hooper, Mycroft Holmes, Sally Donovan
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Buonasera!
Oggi pubblico tardissimo, mi spiace.
In questo capitolo torna un mio must dal punto di vista dei riferimenti. Per quanto riguarda l’infanzia di Sherlock, infatti, ho preso spunto da quando scrive Meyer nel suo racconto apocrifo ‘La soluzione sette per cento’.
Spero che anche questo capitolo possa essere di vostro gradimento
A presto
Patty
 
Capitolo 10
 
Greg parcheggia l’auto sotto casa e prima di scendere controlla il messaggio che ha ricevuto. Mentre guidava ha solo visto che era da parte di Margaret e non ha voluto rischiare di leggerlo di fretta e magari rispondere male e scatenare un’altra guerra.
 
I ragazzi stanno studiando tranquilli.
Non ci posso credere! 
Penso farebbe loro piacere se passassi a prenderli anche domani.
Non hanno impegni e potete stare insieme anche per cena.
Sempre che tu non abbia già preso altri impegni, si intende.
Fammi sapere.
 
Deve rileggerlo più volte e stropicciare persino gli occhi per convincersi di aver capito bene. A quanto pare è davvero gelosa. Deve ammettere che prova non poca soddisfazione al pensiero di come la infastidisca saperlo con un'altra. Cerca, però, di fare l’adulto e mettere da parte questi giochi da bambini. Trascorrere del tempo con i suoi figli è molto più importante, e se questo fraintendimento può giocare a suo favore ben venga che lo pensi in una nuova relazione.
Scende dall’auto con la sensazione di aver vinto una battaglia e pensa che non ci starebbe male una capatina al negozio, giusto per collezionare qualche sorriso da parte dell’addetta al reparto.
“E uscirne col suo numero in tasca” aggiunge la voce di John strappandogli un sorriso.
Tira dritto, quindi, andando oltre il suo portone, deciso a buttarsi. Un’auto scura lo affianca. Il finestrino del lato passeggero si apre e rivela la presenza di Anthea.
<< Buonasera, Gregory >> cinguetta questa sorridendogli.
<< Ma che coincidenza >> ridacchia nervoso. << Dovremmo smetterla di incontrarci così, non credi? >> le dice malizioso, appoggiandosi allo sportello, e ancora una volta lei ride sfacciata, dandogli l’idea di prendersi gioco di lui.
<< Il mio capo è geloso, non mi permetterebbe mai di incontrarti in altro modo >> gli dice strizzandogli l’occhio e per un attimo Greg si chiede di chi sia geloso Mycroft. Scopre che preferisce non conoscere la risposta. << Andiamo? >> gli chiede la donna, invitandolo a salire in auto.
<< Un'altra cena in un pub affollato? >> domanda senza muoversi di un passo.
<< Non parliamone qui, Gregory, per favore >> gli chiede seria, nascondendo un ordine dietro una gentile richiesta. Il detective sbuffa e sale sul sedile posteriore.
<< Buonasera, Gregory >>.
Non si aspettava di trovare Mycroft a bordo. Prende posto alla poltroncina subito davanti a lui, in quest’auto grande che custodisce un piccolo salotto al suo interno.
<< Non credi che ci stiamo vedendo un po’ troppo spesso? >> gli chiede incrociando le braccia al petto.
<< Per me è un piacere trascorrere del tempo in tua compagnia >> gli dice lui con quel sorriso tirato. << Sei una persona… interessante >> aggiunge stringendo le palpebre. A Greg non piace il modo in cui lo guarda, come fosse una strana creatura da laboratorio. << Posso immaginare, però, perché tu possa trovare fastidiosa la mia presenza a sconvolgere i tuoi piani per la serata >> dice serio e Greg si chiede come possa sapere ciò che lui ha solo pensato di fare. << Ti avevo chiesto di chiudere il caso e lasciare le indagini a Sherlcok >> dice severo.
<< E’ quel che ho fatto >> ribatte lui.
<< A davvero? >> gli chiede sorridente e Greg gli toglierebbe volentieri quell’aria strafottente dalla faccia a suon di pugni. << Devo, quindi, pensare tu abbai trascorso il pomeriggio in biblioteca per preparare un qualche esame, come gli studenti universitari che erano seduti attorno a te >>.
<< Non sono più libero neppure di impiegare costruttivamente il mio tempo quando sono in ferie? >> gli chiede ironico.
<< No se lo impieghi a metterti in pericolo con le tue stesse mani! >> dice alzando la voce. Lo sguardo duro puntato su di lui è capace di farlo sentire piccolo e stupido. << Non ti rendi conto di quanto sia pericoloso quello che stai facendo! >> esclama ed è paura quella che Greg sente provenire da lui. Il viso è teso, l’espressione arrabbiata, ma è chiaro quanto sia spaventato. Per quanto gli abbia detto di tenerci alla sua incolumità sente, però, di non essere la causa di questo timore.
<< Non è la prima volta che ricevo delle minacce, Mycroft. Non sono così stupido da sottovalutare la follia di quell’uomo, ma non posso starmene con le mani in mano sapendo che c’è un killer che tiene puntata la sua arma verso di me >>.
<< E così ti sei messo in testa di scoprire chi sia e fare cosa? Arrestarlo? >> gli chiede mostrandogli di nuovo quel sorriso strafottente.
<< E’ il mio lavoro >> risponde lui e questa volta Mycroft gli ride apertamente in faccia.
<< Greg, ti ritengo sufficientemente intelligente da renderti conto di come Moriarty abbia seminato Scotland Yard di uomini al suo servizio. Hai già notato quanto siano stati modificati i rapporti presentati da chi ha seguito le indagini sugli omicidi dei ricattatori e della segretaria di Susan Jackson. Anche se tu lo arrestassi credi che cambierebbe qualcosa? Potrebbe scappare in qualunque momento, oppure, se James lo riterrà ormai inutile, potrebbe pure essere ucciso in galera, ma la tua condizione non cambierebbe. Metterebbe qualcunaltro su di te e allora che farai? Continuerai a indagare e indagare e indagare ancora, dando la caccia in eterno al killer assoldato per farti saltare le cervella? Diventerebbe una vera e propria ossessione e mi pareva di aver capito tu avessi due figli da crescere >>.
Greg ha lo stomaco chiuso. Non gli hanno fatto un bell’effetto le parole di Mycroft e neppure il modo in cui questi le ha dette. Si rende conto, però, di come sia abile quest’uomo a manipolare le persone e decide di non permettergli di giocare con lui.
<< Quindi è questo ciò che fai? >> dice, appoggiando la schiena allo schienale del sedile. << Cerchi di toccare il prossimo là dove è più fragile. I miei complimenti >> dice chinando il capo. << E’ una tecnica che uso anche io negli interrogatori e devo dire che riesce discretamente anche a me. Certo, tu hai uno stile più ricercato, diciamo così. Anni di allenamento ed esperienza, presumo >>. Mycroft distoglie lo sguardo e Greg lo prende come un segno di vittoria. << So bene che hai ragione. Lo so, davvero >> gli dice sporgendosi verso di lui. << Ma cosa dovrei fare altrimenti? Io sono abituato a risolvere da me i miei problemi >>.
<< Questo non è un tuo problema >> ribatte Mycroft, riportando su di lui lo sguardo severo.
<< Oh, certo, scusami. Dimenticavo che mi ci ha cacciato tuo fratello dentro questo guaio >> sbotta tornando contro lo schienale. << Anche se sia io che te sappiamo che Sherlock è solo una vittima. Il vero colpevole è Moriarty >>.
Mycroft distoglie nuovamente lo sguardo e resta in silenzio. La cosa colpisce Greg, che si aspettava una battuta, un cenno di assenso, invece non arriva nulla di simile dall’uomo del governo. Un’intuizione lo coglie di sorpresa dandogli i brividi.
<< Tu blocchi tutti coloro che si avvicinano a Sherlock e li interroghi, scavi nelle loro vite, li fai tenere d’occhio >> dice, catturando nuovamente l’attenzione di Mycroft. << Non può esserti passato inosservato questo Moriarty. Voglio dire, tu sei ‘il signore delle telecamere a circuito chiuso’, il fratello maggiore eternamente preoccupato che si prodiga per il benessere del minore. Devi aver fatto anche con questo criminale la stessa cosa che hai fatto con me e John. Gli avrai chiesto il perché del suo interesse per tuo fratello, solo che con lui non ti è andata bene come con noi, non è così Myc? Noi non siamo folli e potenti al punto da ribaltare la situazione e passare dall’essere controllati al controllare >>.
Il volto di Mycroft diviene sempre più inespressivo, tanto da farlo sembrare una statua di cera. A Greg sembra di poter sentire i suoi muscoli tendersi e il respiro bloccarsi.
<< Stai giocando con il fuoco, Greg. Un fuoco che potrebbe bruciarti, che ti sta già bruciando >> lo mette in guardia serio.
<< Fino a che punto sei coinvolto in questa storia? >> gli chiede.
<< Non sono disposto a sottostare al tuo interrogatorio >> ribatte secco lui.
<< Allora perché dovrei stare io al tuo? >> incalza deciso. << Ne ho abbastanza di segreti, Myc. Voglio la verità e non un surrogato al quale sono state apportate le dovute censure >>.
Mycroft scuote il capo e abbozza una risata.
<< Sei davvero il migliori elemento che Scotland Yard abbia all’attivo, Gregory >> gli dice e il suo volto si addolcisce in un modo che imbarazza Greg al punto da farlo arrossire.  << La verità è che quell’uomo mi ricatta e se continuo a permettergli di fare ciò che vuole è solo per l’incolumità di mio  fratello >>.
Greg sbatte le palpebre sorpreso da quella confessione.
<< Lui ti ricatta? Perché non me lo hai detto? Avresi potuto aiutarti >>.
<< Come? >> ride Mycroft. << Quell’uomo è infinitamente potente, Greg. E pazzo, anche. Ho cercato in tutti i modi di tenere fuori mio fratello, così come ho tentato con te, ma siete entrambi testardi e inclini al ribellarvi persino alle più elementari regole del buon senso! >>.
Mycroft appoggia i gomiti alle ginocchia e prende il viso tra le mani. Greg non si sarebbe mai aspettato di vederlo così fragile e scosso.
<< Raccontami la verità, Mycroft >> gli dice sporgendosi verso di lui. << Siamo tutti sulla stessa barca, dal momento che siamo in pericolo. Sputa il rospo, non potrai mettermi nei guai più di quanto già non lo sia >> cerca di convincerlo.
Holmes alza gli occhi a incontrare i suoi. Sono infinitamente stanchi, provati e tristi. È come se la maschera di freddezza che è solito indossare fosse caduta dando modo, finalmente, al mondo emotivi di quest’uomo di manifestarsi.
<< Tu, John, Sherlock… siete finiti invischiati in una storia della quale sono l’artefice >> ammette, alzando appena gli occhi a incontrare i suoi. << Non era mia intenzione, ovviamente. Io volevo solo risolvere una volta per tutte una situazione divenuta insostenibile e, invece, questa ha generato un effetto onda che non mi sarei aspettato. Accadono queste cose, quando si lascia che le proprie azioni siano portate avanti dal cuore anziché dalla ragione >>.
<< E cosa ha tentato di portare avanti il tuo cuore? >> gli chiede e Mycroft prende un profondo respiro prima di rispondere.
<< Avrai capito che i nostri genitori non erano propriamente dei bravi genitori. Mio padre era un violento, insensibile e autoritario uomo di potere. A suo parere Sherlock stava gettando troppo fango sul suo buon nome e aveva deciso che la sua vita sarebbe dovuta finire >>.
<< Tuo padre voleva uccidere suo figlio? >>.
Greg non riesce a credere a quanto Mycroft gli sta confidando. L’uomo annuisce lentamente e prende un altro respiro. Appare affaticato ed è visibile quanto gli pesi recuperare questi ricordi.
<< Sì, Gregory >> dice abbozzando un sorriso tristissimo. << Ero riuscito a sedare la sua rabbia quando scoprimmo la relazione sentimentale che Sherlock portava avanti da tempo con un compagno d’università. Questa finì male, anche a causa di mio padre, e mio fratello si diede alla droga. Mi fu impossibile, a quel punto, convincere mio padre a desistere dai suoi intenti. Ho dovuto, quindi, prendere una decisione estrema >>.
Mycroft guarda Greg dritto negli occhi. Quello sguardo racconta una verità che il detective fatica ad accettare. Ha sempre pensato che quest’uomo avesse una mania del controllo patologica e che facesse di tutto per manifestare il suo potere, un po’ come il fratello fa qualunque cosa pur di dimostrare la sua intelligenza. Si rende conto ora, invece, di quanto amore provi per Sherlock e di quanto abbia fatto pur di salvarlo e non può fare a meno di commuoversi.
<< Tu… mi stai dicendo che per salvare tuo fratello hai… >>.
Mycroft si limita ad annuire sostenendo il suo sguardo stupito.
<< Cristo >> dice Greg, lasciandosi cadere contro lo schienale del sedile. << Moriarty lo ha scoperto e ti ricatta. Svelerà quanto hai fatto mettendoti nei guai se non starai ai suoi ordini >>.
<< E’ il suo modo per tenermi in pugno. Più di ogni altra cosa James brama il potere. Quello nascosto nell’ombra, ancora più potente di quello manifesto. Io sono un uomo potente e per controllarmi e usarmi batte sul mio nervo scoperto >>.
Greg scuote il capo. Gli è difficile accettare questa scomoda verità della quale si pente di aver chiesto di essere messo a conoscenza.
<< Tutto questo è pazzesco >> dice portando le mani al viso. << E’ per questo che si sta comportando così? Che gli ha dimostrato di cosa è capace per invitarlo a non indagare e allo stesso tempo gli ha chiesto, tra le righe, di continuare a farlo? Questa assurda storia di bruciargli il cuore >> sospira scuotendo il capo. <<  Cristo, basta anche solo conoscerlo poco, tuo fratello, per capire che non è tipo da fermarsi dinanzi a simili minacce, anzi. E lui è stato così abile da portare Sherlock a cadere nella sua trappola, in modo da garantirsi il controllo su di te. Sfrutta la sua ossessione per le indagini per poterti tenere in pugno >> conclude, battendo le mani sulle ginocchia.
Prova una profonda rabbia per come questo pazzo criminale usi le persone. Si è preso gioco di Molly, corteggiandola al solo scopo di arrivare al consulente e ora si prende gioco di Sherlock per potere tenere in pugno l’uomo più potente di Inghilterra. Moriarty agisce colpendo le persone nelle loro fragilità. Il bisogno di affetto di Molly, quello di riconoscimento di Sherlock e l’amore fraterno di Mycroft.
<< Come dicevo sei un ottimo detective >> sospira quest’ultimo sorridendogli. << Per un uomo come Moriarty le persone non sono altro che giocattoli da usare per raggiungere i suoi scopi. Lui, poi, è il tipo di bambino che si diverte a distruggere i suoi giochi dopo averli usati per un po’. Distruggerà Sherlock per il solo piacere di vederlo andare a fondo. Lo distruggerà sia emotivamente, facendo sì che causi la morte di chi ama, che professionalmente, gettando fango sul suo nome e sulle sue capacità. E lo farà per soggiogare me, per distruggermi e rendermi un burattino inerme tra le sue mani, dopo avermi tolto, facendola a pezzi, la mia unica ragione di vita >>.
Mycroft chiude gli occhi e una lacrima sfugge dalle sue ciglia per rotolare lungo la guancia pallida. La asciuga piano, sospirando come si fosse tolto un peso dal cuore confidandogli la situazione nella quale è costretto a vivere da chissà quanto tempo.
Greg si rende conto di stare tremando. Prova la stessa sensazione di impotenza che ha vissuto quell’unica volta in cui ha visto piangere suo padre, quando gli hanno comunicato che la fine era vicina e inevitabile e che quel cancro che lentamente lo stava logorando se lo sarebbe portato via del tutto. Anche gli uomini forti e potenti hanno i loro punti di rottura, le loro fragilità, e, proprio come dinanzi a suo padre, ora Greg prova un profondo dolore di fronte a quello composto e silenzioso di Mycroft Holmes.
<< Mi spiace davvero quanto tu ti stia trovando a vivere a causa mia e di mio fratello. Volevo aiutarti e ho provato a farlo nonostante la presenza costante di Moriarty nella mia vita. Ho pur sempre un debito di riconoscenza nei tuoi confronti >>.
<< Tu non hai alcun debito, Myc >> dice ridendo, visibilmente a disagio all’idea che un uomo così potente possa sentirsi in debito con lui. << Io credo che tu, seppure a modo tuo, sia un buon fratello. Hai ucciso per Sherlock. Cristo, non si uccide per una persona alla quale non si tiene. Immagino che lui non lo sappia. Perché, se posso dire di conoscerlo, se lo sapesse non si comporterebbe così con te. Guarda cosa ha fatto con John. Lui ha ucciso Hope ed è diventato il paladino di Sherlock >>.
<< Non pensavo lo sapessi >>.
<< Qualche deduzione sono in grado di farla anche io >> gli dice strizzandogli l’occhio. << Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati? >> gli chiede, intenzionato a porgli la domanda che da qualche giorno gli torna spesso in mente.
<< Oh, come potrei dimenticarlo! >> ridacchia Mycroft, posando la nuca contro lo schienale della poltrona << Avevo ormai dato Sherlock per disperso e poi, miracolosamente, l’ho ritrovato con te >>.
<< Mi facesti prelevare da Anthea all’uscita del Met[1] e lei mi accompagnò al Diogenes Club >> dice e umetta le labbra prendendo un profondo respiro. << Perché mi facesti quella domanda? >>.
Volutamente non la ripete, consapevole di come una mente brillante come quella di Mycroft sia in grado di intuire a cosa si stia riferendo. L’uomo, infatti, sorride.
<< Ti chiesi in che rapporti fossi con mio fratello, perché temevo che una nuova relazione potesse dargli il colpo di grazia >> gli rivela, sostenendo il suo sguardo. Greg sente di stare arrossendo e pensare che anche Mycroft abbia avuto gli stessi dubbi di Margaret gli chiude lo stomaco. << In quei dieci anni ho rincorso Sherlock nelle sue mille fughe, l’ho recuperato da tutti i suoi nascondigli infimi, con l’ago nel braccio o le pupille dilatate da acidi o chissà quali altre diavolerie. L’ho visto cadere preda di personaggi dalla dubbia moralità e l’intento fin troppo chiaro e per due volte ho tentato di farlo disintossicare, perdendo miseramente. Quando la prima volta la clinica mi chiamò per avvisarmi che mio fratello era scappato me la presi con loro. La seconda volta me la presi con lui. L’unica persona con la quale avrei dovuto prendermela, invece, era solo me stesso. Se lo avessi protetto quando era il momento di farlo e dalle persone giuste, forse le cose sarebbero andate diversamente. O forse no, ma almeno sarei a posto con la mia maledetta coscienza >>.
Mycroft chiude gli occhi e prende un profondo respiro. Greg lo imita, rendendosi conto di essere rimasto in apnea per tutto il tempo. È la disperazione di un uomo che teme per l’incolumità del fratello quella che sente giungergli a ondate e che si aggancia alla sua. Quella che sta provando nei confronti di George e dei dubbi circa il suo orientamento sessuale, che sta maturando dagli ultimi discorsi fatti. Quella che prova nei confronti di Elisabeth e che hanno avuto il picco massimo durante il caso del portale Fenix.
<< Invece non l’ho protetto >> continua Mycroft, uscendo dal suo silenzio << L’ho distrutto >> sussurra, gli occhi ancora chiusi. << E tu lo hai ricostruito >> aggiunge puntandoli su di lui. Leggermente lucidi appaiono quegli occhi. Commossi, come la sua voce così bassa e incerta.
<< Io… gli ho solo dato fiducia. Aveva bisogno di sperimentare il suo metodo e io avevo bisogno di aiuto. Non ti nego che ho pensato di approfittarmi della sua intelligenza e all’inizio è stato per quello che mi sono preoccupato di come stesse e che non si facesse. Poi, però, è diventato un reale scambio di bisogni >> dice Greg fissando quel viso pallido, assorto in chissà quali pensieri. << Non avrei mai potuto pensare a lui in nessun altro modo, Mycroft >> dice imbarazzato.
<< Lo so, Greg, lo so >> ridacchia Mycroft. << L’ho capito subito che non eri interessato a lui in quel senso ed è per questo che non ho ostacolato la vostra collaborazione. Ho visto, anzi, le potenzialità curative e i fatti mi hanno dato ragione. Come ti dicevo lo hai salvato grazie a quel patto semplice che io, però, non pensavo avrebbe funzionato. Ho capito quanto davvero Sherlock ci tenesse a questo lavoro che stava inventandosi. Sì, tu gli hai dato fiducia. Io… devo imparare >>.
Pensare che uno come Mycroft abbia qualcosa da imparare da lui gli suona talmente strano che gli sfugge una risata.
<< Io penso che non si smetta mai di imparare. Non è facile essere genitori >> dice e si rende subito conto dell’errore che ha fatto.
<< Oh, non ti preoccupare. In effetti è come se avessi assolto a quel ruolo, soprattutto dopo aver… eliminato quello reale >> dice e le sue labbra si distendono in quel sorriso così strano. << Ora penso di dover iniziare a… lasciarlo andare >> dice con voce strozzata dall’emozione. << Non è più solo, ormai. Ha John al suo fianco >> dice scoccandogli un’occhiata che sembra dirla lunga.
<< Oh >> esclama Greg stupito. << Vuoi dire che lui e John…? >>.
<< Non era evidente? >>.
<< Per me no. Voglio dire, John da che lo conosco l’ho sempre visto passare da una donna all’altra. L’ho anche invidiato parecchio, devo dire. Ora tu mi dici che ha cambiato punto di vista >>.
Usare quell’espressione non gli fa per nulla bene. Gli torna alla mente lo sguardo giudicante e disgustato di Margaret e lo scaccia via a fatica.
<< John Watson la sa lunga su entrambi i punti di vista, Greg >> dice Mycroft inarcando le sopracciglia.
<< Ok, non voglio sapere altro >> dice imbarazzato, mettendo le mani avanti. << So solo che mi sono sentito sollevato all’idea di poter smezzare il peso di avere a che fare con Sherlock con  qualcuno ‘normale’ quanto me. Anzi, a dirla tutta l’arrivo di John mi ha risolto molte cose. Ha arginato un po’ l’agire azzardato di tuo fratello, per quanto ovviamente sia possibile fare una simile cosa. Mi sono stupito di come Sherlock avesse fatto entrare così prepotentemente John non solo nella sua vita, ma nel suo lavoro. In quei cinque anni, prima del suo arrivo, lo avevo visto prevalentemente solo. Troppo solo. Sono felice cha abbia trovato qualcuno, adesso. E lo sono anche per John, anche lui si merita un po’ di pace >>.
<< Anche tu, Greg >> gli dice e sa bene di come si stia riferendo a quanto gli sta accadendo con la sua ex moglie e i figli.
<< Anche noi, Myc >> ribatte e Mycroft distoglie lo sguardo imbarazzato. << A conti fatti, anche tu stai passando un pessimo periodo a causa di Moriarty. Quest’uomo va eliminato. Come stanno procedendo le indagini che Sherlock sta portando avanti in Spagna? >>.
<< Bene, anche se, nonostante io stia cercando di evitare che Moriarty ci metta del suo, non posso essere sicuro che lui sia all’oscuro di tutto. Come ti dissi ieri sera ha… >>.
<< Occhi e orecchie dappertutto, sì l’ho capito >> dice meditando sul da farsi. << Tu sai chi sono le sue talpe a Scotland Yard? >>.
<< No >> ammette Mycroft sconsolato. << Moriarty non si avvale solo di professionisti da infiltrare là dove servono. Un’altra sua specialità, come vedi, sono i ricatti. Non posso darti la certezza che non sarebbe capace di ricattare qualcuno dei tuoi colleghi e spingerlo a dargli informazioni oppure a depistarti o anche a ucciderti >>.
<< Ho passato al setaccio le schede di ogni agente della mia squadra e della altre, di tutta le sessione investigativa, praticamente, e non ho trovato nulla che possa ricondurli a lui o a qualcosa di losco alla quale lui possa essersi attaccato per ricattarli >>.
<< Non è detto che li troveresti >> insiste Mycroft. << Come hai notato indagando sul caso Jackson, sono molto bravi a nascondere la verità e camuffare la scena del crimine per disegnare una situazione totalmente diversa. Immagino tu non abbia alcuna intenzione di desistere dall’indagare sul killer assoldato per ucciderti, non è così? >> sospira rassegnato.
<< Impazzirei se non facessi qualcosa, Mycroft >> gli confessa. << Sapere di avere un’arma puntata addosso costantemente e qualcuno che potrebbe sparare da un momento all’altro mi manderebbe ai matti, se non potessi sentire di stare facendo attivamente qualcosa per salvarmi >>.
Mycroft si lascia cadere contro lo schienale del sedile e passa la mano sul volto stanco.
<< In realtà sapevo che avresti risposto così. Anche Anthea mi aveva detto che non sarei riuscito a convincerti a desistere >> dice rimettendo sulle labbra quel sorriso tirato.
<< Io… io ti ringrazio per avermi detto la verità >> gli dice Greg sporgendosi verso di lui.
<< Devo dire che mi ha fatto bene >> annuisce Mycroft. << Credo avessi bisogno di confidarmi con qualcuno in grado di capire. Non che Anthea non lo sia, ma… tu sei padre e ho avuto la prova che faresti qualunque cosa pur di proteggere i tuoi figli. Penso sia per questo che mi è stato così semplice parlarti >>.
<< A quanto pare anche l’uomo più potente di Inghilterra ha bisogno di un amico >> dice Greg abbozzando un sorriso. Mycroft lo guarda stranito e poi sembra meditare su quanto gli ha detto.
<< Io non ho ben chiaro cosa sia un amico, Greg >> gli confessa, sporgendosi verso di lui. Il detective deve fare uno sforzo per non ridere di quanto gli ha detto. Non vuole rischiare di offenderlo.
<< Credo tu possa dire di essertene fatto un’idea oggi >> gli dice e lui nuovamente ci pensa su.
<< A a te andrebbe bene? Voglio dire, da che ho capito un amico è una cosa importante >>.
<< Semmai è una persona, Mycroft >> ride, senza riuscire a trattenersi. Holmes lo guarda stupito e poco a poco le sue labbra si curvano in un sorriso. << Perché non dovrebbe andare bene? Certo, preferirei non essere più prelevato per strada da Anthea e condotto chissà dove per scambiare quattro chiacchiere >>.
<< La prudenza non è mai troppa. A proposito >> gli dice prendendo dal taschino della giacca un biglietto da visita.  
<< E’ il numero di Anthea >> gli dice porgendoglielo. << In caso dovessi contattarmi mandale un messaggio in codice e lei me lo girerà >>.
Greg fissa attonito il biglietto per un istante, prima di prenderlo dalle sue mani.
<< Mi auguro che questo clima di terrore e spionaggio si concluda quanto prima >> dice riponendo il biglietto nel portafogli. << Dove siamo? >> gli chiede, rendendosi conto solo adesso di come stiano viaggiando per le strade di Londra.  
<< In giro per Londra. Immagino tu voglia tornare a casa >> gli chiede senza nascondere il suo scetticismo circa la sua decisione di proseguire le indagini.
<< Sì, grazie >> dice deciso. << Hai detto che hai messo qualcuno su di me dal giorno in cui ho incontrato Sherlock >>.
<< C’è ancora ed è fidato >> gli conferma Mycroft. << Farò in modo che sia dalle parti del pub dove ti recherai per incontrare quell’agente. Mi auguro che la serata si concluda con un fraintendimento, ma in caso contrario voglio tu sappia che non sarai da solo >>.
<< Beh, fa sempre piacere sapere di avere un angelo custode >>.
L’auto si ferma e Greg si stupisce di quanto poco ci abbiano messo a tornare sotto casa sua.
<< E’ stato un piacere, Mycroft >> gli dice porgendogli la mano.
<< Non posso dire di essere soddisfatto della tua decisione, ma è stato un piacere anche per me, Gregory >> dice stringendogli la mano.
Greg scende dall’auto, che riparte subito. Questo incontro gli lascia una strana sensazione, come si fosse svegliato adesso da uno strano sogno. Si sono detti tante cose lui e Mycroft. Troppe. Soprattutto tra le righe e nei silenzi.
Si scrolla di dosso tutto quanto e si avvia verso casa. Ha un appuntamento al quale prepararsi e, al contrario di Mycroft, spera di concluderlo con un bell’arresto.
 
 
 
[1] Metropolitan police service
   
 
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