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Autore: GrandeStefania    11/02/2019    1 recensioni
Avete mai riflettuto su che cosa compone noi esseri umani? Molecole e sangue è la spiegazione scientifica, anima e corpo quella religiosa... Eppure l'essenza del mondo è molto più complicata di così, almeno la storia che sto per raccontarvi lo è.
Mettetevi comodi, perché state per conoscere sette ragazzi, molto molto speciali e questa... è la loro storia.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Voi mi state dicendo che noi quattro siamo la personificazione dei quattro elementi naturali?" Namjoon stava guardando i tre ragazzi piazzati davanti a lui, cercando di capire dai loro sguardi se lo stessero prendendo per il culo oppure fossero semplicemente dei decerebrati fuggiti da un manicomio.

"Esattamente. Non è una figata?" disse con tono entusiasta il più basso tra i tre, sorridendo a trentadue denti, dando poi una pacca sulla spalla al ragazzo alla sua destra che in cambio gli dedicò uno sguardo di fuoco... letteralmente.

Gli occhi di Taehyung emanarono un bagliore dai tratti rossicci, mentre le sue sopracciglia erano incurvate in un'espressione abbastanza spazientita. "Non. Toccarmi." Ordinò in tono deciso e fermo.

La causa dell'irritazione del biondo si affrettò ad alzare le mani in segno di resa, allontanandosi velocemente dall'altro. "Scusa scusa, non lo farò più."

Il corvino che invece non aveva ancora spiccicato parola scoppiò a ridere a quella scena, per poi poggiare una mano sulla spalla di Taehyung, che intanto stava ancora puntando il suo sguardo cagnesco sul maggiore. "Dai Tae, non spaventarlo in questo modo." Lo ammonì poi, ancora con un sorriso divertito sul volto.

Il maggiore allora si rilassò sospirando, per poi tornare a guardare il maggiore tra i quattro, che li stava osservando con un cipiglio poco convinto e leggermente irritato, dopo aver sussurrato un piccolo "E va bene" in tono tra il nervoso e l'annoiato.

"Ehi! Perché a lui non dici niente e a me hai fatto quella scenata?" urlò incredulo Jimin, notando che il biondo non aveva detto nulla al corvino dopo che quest'ultimo lo aveva toccato mentre a lui, qualche secondo prima, stava per incendiargli il culo con lo sguardo! 

"Semplicemente tu non sei lui." Rispose il biondo con uno sguardo che voleva esternare l'ovvietà della sua risposta, per poi proseguire con "Lui è molto meno irritante di te." 

"Ma andiamo! Solo perché ti ho risposto male una volta!" rispose spazientito Jimin, mentre stringeva i pugni.

"Per me è la prima impressione che conta e tu, nanetto, mi hai dato una pessima prima impressione." Rispose l'altro in tono canzonatorio.

"Nanetto a chi?" Jimin si avvicinò pericolosamente a Taehyung ma fu fermato dalla mano di Jungkook che gli si poggiò sul suo petto, spingendolo leggermente all'indietro.

"Smettetela voi due! Non mi sembra il momento di iniziare ad odiarvi ancor prima di conoscervi." Disse, dirigendo il proprio sguardo dai due litiganti a Namjoon, che anche se non lo disse, si trovava pienamente in accordo con il minore.

I due litiganti si lanciarono uno sguardo di fuoco prima di tornare ad ignorarsi e a guardare il nuovo arrivato, Jimin a braccia conserte con dipinto in volto un broncio infantile e Taehyung con le mani inserite all'interno delle sue tasche e un'espressione completamente apatica.

Jungkook spostò il suo sguardo irritato dalle figure dei due ragazzi a quella del maggiore, per poi prendere a parlare.

"Scusaci... il tuo nome?" Chiese il ragazzo dagli occhi azzurri al bruno, che si riprese dal suo stato di trance, dovuta ai mille pensieri che si accavallavano nella sua testa.

"Sono Namjoon..." rispose il ragazzo, inchinandosi in segno di presentazione. "Kim Namjoon, è un alquanto strano piacere conoscervi." Disse ancora non pienamente convinto di quello che stava succedendo.

Il corvino si inchinò anche lui, per poi alzarsi e con un sorriso d'incoraggiamento stampato sulle labbra iniziò a fare le presentazioni. "Io sono Jeon Jungkook e rappresento l'acqua." Disse mostrando la sua mano, dove brillante ma pallida risiedeva la cicatrice identificativa dell'elemento. "È davvero un piacere conoscerti Namjoon."

Taehyung emise un sonoro sbuffo, alzando gli occhi al cielo, spazientito da quei convenevoli per lui troppo frivoli e decisamente inutili. Ma il ragazzo venne subito fulminato con lo sguardo dal ragazzo con gli occhi azzurri che, con un segno repentino del capo, gli fece segno di presentarsi.

Allora il biondo si inchinò facendo un sorriso impertinente al ragazzo, per poi risollevarsi e dire con tono di chi sta spiegando una barzelletta ad un neonato: "Io sono Kim Taehyung, il mio elemento è il fuoco." Disse per poi schioccare le dita, dove una piccola scintilla compare, facendo spalancare gli occhi agli altri ragazzi.

"Stai imparando velocemente..." disse stupito Jungkook, avvicinandosi a lui di un passo.

Il maggiore annuì, sorridendo soddisfatto. "Lascio solo che succeda in realtà, devo solo stare attento a non perderne il controllo." Ammise, abbassando lo sguardo per non guardare la figura del corvino che con quegli occhi blu sembrava scavare dentro la sua anima, facendolo sentire in qualche modo nudo. Era una sensazione nuova che aveva provato dal primo momento che i loro sguardi si erano incrociati. In un primo momento aveva pensato fosse dovuto alle loro voglie ma... non succedeva con nessuno degli altri elementi e questo ad essere totalmente sinceri lo spaventava un pò. Ma Taehyung non voleva preoccuparsi per i suoi castelli di carta, perché infondo era inutile rimuginare su sensazioni che senti solo tu... almeno così credeva.

A differenza del biondo, Jimin non ebbe bisogno di un'incitazione da parte di Jungkook per presentarsi e subito si inchinò in segno di rispetto. "Mi chiamo Jimin e sono l'aria." Disse sprizzando gioia da tutti i pori.

Namjoon era ancora alquanto confuso ma prese ad osservare la cicatrice che era comparsa sul dorso della sua mano. Terrae... E così lui rappresentava la terra? Faceva davvero parte di qualcosa di così grande? Era davvero così speciale? 

"Quindi... anche voi avete le voglie..." sussurrò il maggiore tra tutti, indicando la caviglia scoperta di Taehyung, circondata da quelle sette macchie, quattro delle quali ormai colorate sgargiantemente, quasi come se fossero dei tatuaggi. 

"Si, li abbiamo tutti... Credo ci leghino in qualche modo." Aggiunse Jungkook, per poi osservare i volti di tutti e tre gli altri ragazzi. "Questo vuol dire che noi quattro siamo parte della stessa grande catastrofe che compone la terra..."

Jimin sorrise al pensiero di far finalmente parte di qualcosa... finalmente, forse, dopo anni di solitudine e incomprensione, forse... aveva trovato degli amici. E a quel pensiero raddrizzò la schiena e ancora con un sorriso luminoso stampato sul volto esordì con:

"Siamo i quattro elementi naturali... siamo un unica cosa adesso."

~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~

Nel frattempo, nello stesso momento, a sud ovest della città, in un vicolo buio e sudicio, un ragazzo dai capelli neri come la notte era steso malamente sul terreno, parzialmente poggiato su dei sacchi dell'immondizia. Difronte a quel povero giovane, c'erano tre ragazzi di taglia decisamente superiore alla sua, intenti a picchiarlo con crudeltà, alla ricerca di denaro o di qualche cosa da poter vendere poi.

"Io non ho nulla! Come devo farvelo capire?" Urlò il corvino, mentre si ripuliva dal sangue che ormai scorreva in grandi gocce scarlatte da un taglio sullo zigomo destro. Aveva provato più volte a dire a quei ragazzi che non possedeva nulla ma quei tre teppisti avevano deciso di punirlo per avergli fatto perdere tempo appresso un "sacco vuoto", come lo avevano definito loro.

Il più grosso dei tre ridacchiò divertito dall'intera situazione, perché sì, quello lo divertiva. Quel senso di adrenalina che ti procura l'essere difronte a qualcuno che sai non poter reggere il gioco con te. Quella sensazione di potenza e di dominanza che ti attraversava il corpo arrivandoti dritto ai nervi, facendoti credere di essere intoccabile... un dio... quando in realtà eri solo un'ignorante che credeva che per non pensare alla propria disastrosa vita sarebbe bastato rovinare quella degli altri. 

"Oh ma non serve che ce lo ripeti tesoro. Adesso però abbiamo bisogno di una piccola ricompensa per aver perso così tanto tempo appresso ad una nullità come te." Disse avvicinandosi a lui, sollevandolo di peso, afferratogli la maglia bianca che indossava, già sgualcita da prima.

"Cosa volete?" Chiese il ragazzo che cercava di non guardare negli occhi quel tipo che dall'odore, non doveva farsi un bagno molto spesso. Quell'odore rese la figura di quell'essere ancora più deplorevole e rivoltante agli occhi del corvino.

"Ah non so..." disse il troglodita, afferrando il polso del malcapitato, portandogli la mano a stringere il cavallo dei propri pantaloni, facendogli capire cosa effettivamente stavano cercando da lui. "Tu che dici?"

Al corvino venne la pelle d'oca e salirono le lacrime agli occhi mentre le palpebre si abbassavano alla consapevolezza del proprio disgustoso destino. Sapeva che nessuno sarebbe accorso ad aiutarlo... in quel quartiere erano persone come quella che lo stava tenendo fermo sulle ginocchia al terreno che dettavano la legge. Erano persone che non avevano alcun valore se non il proprio egoismo, un'egoismo che li guidava in scelte come quella... un egoismo che dettava il destino delle persone come lui che di egoismo ne aveva poco, che era allegro anche quando non c'era proprio niente di cui essere felici. 

Il delinquente si stava calando i pantaloni quando il ragazzo spalancò gli occhi, preso da un improvviso senso di... completa indifferenza. Un fuoco freddo avvolgeva la sua caviglia, i suoi occhi presero a colorarsi, diventando due pozzi neri senza neanche uno spiraglio di bianco. I suoi capelli svolazzavano da una parte ad un altra e un vento caldo iniziò a vorticare intorno a loro, coprendo l'aria di un buio pesto, un buio nero, quasi più nero dei suoi stessi occhi. Ombre terrificanti iniziavano a fare la loro comparsa in quel tornado grigio, rendendo l'aria tossica e decisamente pesante da respirare. 

I ragazzi a quella vista presero a correre terrorizzati ma non andarono molto lontano, perché tre ombre li inghiottirono nel loro buio tetro, regalandoli all'oblio che meritavano.

Quando il vento si placò il corvino che era ancora in ginocchio parve risvegliarsi. Percepiva un senso di calore immane lungo il dorso della sua mano e dopo aver guardato i suoi occhi si spalancarono alla vista di una cicatrice rosa che componeva cinque semplici lettere che formavano una singola parola: Metus.

Jung Hoseok scoppiò in lacrime in quel vicolo umido del quartiere più malfamato di Seoul... Jung Hoseok era la paura.

~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~

I quattro ragazzi si erano diretti in una caffetteria a qualche chilometro di distanza dall'università e si erano seduti ad un piccolo tavolo appartato. Avevano deciso di riunirsi lì per conoscersi un pò meglio e per capire il da farsi e soprattutto, come trovare gli altri tre elementi ancora sconosciuti.

"Io ho riconosciuto Taehyung grazie al bruciore procurato dalle voglie..." Jungkook stava raccontando dell'inizio di tutto, descrivendo dettagliatamente come si era sentito quando aveva visto Taehyung e quando avevano sprigionato i loro elementi.

Jimin ascoltava attento ciò che il corvino stava dicendo e fu inevitabile per lui collegare quelle stesse sensazioni a quelle che aveva provato quando Min Yoongi era entrato nella sua aula quella mattina... Non sapeva se la sua supposizione fosse giusta, dato che l'altro ragazzo non aveva mostrato alcun tipo di reazione al loro scambio di sguardi se non quel fissare così dannatamente profondo che Jimin aveva sentito i suoi occhi scavargli fin nelle costole.

Nonostante quello decise comunque di esporre il suo sospetto agli altri, almeno da qualche parte dovevano partire no?

"Penso di conoscere un altro possibile elemento." Disse improvvisamente, interrompendo il corvino che si voltò a guardarlo con occhi stupiti. 

"Sul serio?" Chiese Taehyung in tono derisorio. "Se è il tuo professore di diritto giuro che io me ne vado." 

Jungkook fulminò per l'ennesima volta il biondino che sbuffò tornando a osservare il suo latte macchiato, indeciso se mettici altro zucchero oppure no.

Jimin ignorò completamente il maggiore, parlando in direzione solo del corvino e di Namjoon che continuava a fissare la sua cicatrice, ancora incapace di credere che tutto quello stesse succedendo.

"Min Yoongi... appartiene alla facoltà di medicina." Incominciò il bassino, calando lo sguardo sulla superficie argentea del tavolo. "Stamattina è entrato nella mia classe per riferire delle cose al mio professore e... è successa tra noi più o meno la stessa cosa che è successa a voi due." Concluse arrossendo leggermente.

"Oh il nano ha una cotta." Esordì divertito Taehyung, beccandosi una gomitata dal corvino dagli occhi azzurri, seduto proprio affianco a lui.

"Giuro che ti riempio d'acqua il posto in cui non batte il sole se non la smetti!" Lo rimproverò per l'ennesima volta, rivolgendosi poi al più basso che in quel momento era palesemente arrossito, decisamente in imbarazzo a parlare di quel ragazzo.

"Okay Jimin... penso che tu sia il più adatto ad indagare sulla faccenda dato che frequentate lo stesso edificio." Disse Jungkook, prima di venir interrotto da un verso di dolore proveniente dal maggiore tra i quattro che si portò istintivamente una mano alla caviglia.

"Namjoon... cosa succede?" Chiese preoccupato Jimin, avvicinandosi a lui.

Il ragazzo non rispose, alzando il suo pantalone all'altezza del polpaccio mostrando una piccola foglia a forma di fiore che brillava incessantemente... "è qui..." Sussurrò poi alzando lo sguardo in cerca di un ragazzo che stesse lamentando un bruciore improvviso alla caviglia.

"Perché voi non state percependo nulla?" Chiese Namjoon completamente confuso.

Ma gli altri non ebbero mai il tempo di rispondergli, perché al loro tavolo si avvicinò un cameriere dalla chioma castana, che sorrideva gentile ai quattro ragazzi.

"Salve e benvenuti da Sweet Colors, sono Seokjin, come posso aiutarvi?" Chiese, prima di incrociare lo sguardo di Namjoon e bloccarsi sul posto.

Quel cameriere dall'aria gentile era uno degli ultimi tre.

 

Angolo autrice:

Mi scuso per questo enorme ritardo ma purtroppo sto affrontando il mio ultimo anno di liceo e non ho il tempo materiale per scrivere. Mi dispiace se vi ho fatto attendere così tanto ma cercherò di scrivere nei miei pochi spazi liberi lo prometto!

 

   
 
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