Daily
Life Pills ~ Pillole di quotidianità
Di
appuntamenti e altri disastri
Simon Mitchell: un nome, una condanna.
Quando Bra le aveva telefonato in mattinata dicendo che aveva trovato il
ragazzo perfetto per lei, il suo cuore aveva perso un battito.
Quasi un settimana prima, Pan aveva acconsentito alla richiesta assurda
dell’amica di uscire con uno dei ragazzi della scuola, scelto appositamente da
una lista stilata in base a grado di bellezza e popolarità.
In quel momento non le era sembrata una così cattiva idea, ma quando
l’amica dai capelli turchini aveva pronunciato il nome del prescelto aveva
dovuto ricredersi e contare fino a cento.
Simon Mitchell.
Era il capitano della squadra di football, egocentricamente bellissimo,
noto sciupafemmine e bulletto doc: tutto quello che lei disprezzava riunito in
un unico essere.
Per l’appunto un nome, una condanna.
E sì che Bra non aveva voluto sentire ragioni e, in men che non si dica,
si era ritrovata incastrata in un appuntamento non desiderato.
Per l’occasione, la folle ex-migliore amica aveva ritenuto necessario
chiamare anche Marron, asserendo che lei sola non sarebbe bastata a sistemarla.
“Ridicolo, tutto questo è ridicolo!” pensò Pan furibonda, mentre stizzita
aspettava le amiche all’ingresso del centro commerciale.
Ovviamente era stato decretato che nessuno dei suoi vestiti fosse adatto
per l’occasione e non importava che alcuni dei suoi abiti non fossero mai stati
messi o avessero ancora l’etichetta addosso, no, doveva correre ai ripari con
del sano shopping riparatore.
Per completare l’opera il tutto sarebbe stato seguito dall’acquisto di
scarpe ed accessori abbinati al futuro vestito perfetto, un trattamento in un
centro estetico e il divieto di mangiare schifezze varie, rendendo tutta
l’esperienza una piccola anteprima di come sarebbe stato l’inferno una volta
morta.
Dopo aver creduto che il peggio fosse passato, il fatidico giorno arrivò,
insieme all’inattaccabile sicurezza che quell’incontro sarebbe stato un fiasco
totale.
L’appuntamento era fissato per le 15:30 e Simon l’attendeva nel luogo
prefisso specchiandosi di tanto in tanto nelle vetrine del negozio alle sue
spalle: vanesio.
Quando decise finalmente di smettere di spiarlo e palesarsi, Simon mostrò
gentilezza con una leggera punta di malizia, invitandola a prendere un caffè in
un bar poco più in là di dove si trovavano; entrati in caffetteria ordinarono e
andarono a sedersi ad un tavolo un po’ appartato, dove il ragazzo ebbe tutto il
tempo di rintronarla con le sue mirabolanti storie di conquiste e atti di
bullismo vari: arrogante ed egocentrico.
Decisero poi di andare al cinema e lì tutto il suo essere viscido e
maniaco si manifestò appena spente le luci della sala: cercò subito di passarle
un braccio attorno alle spalle per trarla a sé e baciarla.
Pan non aspettava altro che quel momento per rifilargli un sonoro
schiaffone e farlo volare dall’altro lato della stanza e, sorridendo contenta,
lasciò il cinema.
Il tutto era durato circa un paio d’ore, in cui lui era addirittura
riuscito a sbagliare il suo nome, chiamandola continuamente Fan per tutto il
tempo.
Sollevata che quello strazio fosse finito si innalzò in aria per tornare
a casa ma, a metà strada, decise di passare da Bra per obbligarla a non
prendere più parte ad una tortura simile.
Con enorme disappunto però Bra non c’era, in quanto era uscita insieme a
Marron e non sarebbero rientrate troppo presto.
“Io costretta a vedermi con quel polipo e loro fuori a divertirsi sul
serio, belle amiche!” sbuffò ad alta voce Pan.
“Con chi stai parlando Pan-chan?” una voce fin troppo familiare alle sue
spalle la congelò sul posto.
Trunks aveva appena fatto il suo ingresso nella camera da letto della
sorella, attirato dai borbottii non proprio a bassa voce della mora.
Deglutendo più volte, Pan si girò verso l’amico, soffermandosi a
rimirarlo giusto un paio di secondi prima di rispondere.
“Io… Veramente… Con nessuno.” sospirò infine sconfitta.
Trunks andò subito a sedersi sul letto della sorella, battendo con la
mano sul materasso in un una muta richiesta all’amica di imitarlo.
“Sai che a me puoi dire tutto, vero Pan?” le domandò gentilmente,
sorridendo dolce.
Guardandosi un attimo intorno, Pan si accomodò di fianco a lui, stando
ben attenta a non sfiorarlo nemmeno per sbaglio, cercando le parole adatte per
raccontargli tutto.
“Oggi sono uscita con un ragazzo della mia scuola, uno presentatomi da
Bra e, beh, è stato un fiasco su tutta la linea.”
Fece una breve pausa prima di riprendere con una lunga tirata.
Nel frattempo Trunks si portò più vicino a lei, appoggiandole la mano
sulla schiena e compiendo dei movimenti concentrici, nel tentativo di
rilassarla e incoraggiarla ad andare avanti con il suo racconto.
“Ogni volta è la stessa storia: conosco un ragazzo, usciamo insieme e
dopo neanche due ore è già tutto finito, spesso perché sono dei cretini totali
ma ogni tanto accade anche che fuggano via da me, spaventati dalla mia forza e
dai miei modi.
So già di non essere un granché e di dover lavorare molto di più sulla
mia femminilità ed essere meno aggressiva, ma a questo punto comincio a credere
che non esista un ragazzo adatto a me. Sinceramente non so nemmeno se io sia
disposta ad uscire con un ragazzo più debole di me… Sai, dopo essere cresciuta
in mezzo a tutti voi, non riesco a figurarmi un fidanzato che non sia in grado
di incassare un mio pugno, quindi penso proprio che resterò zitella a vita!
Comprerò un sacco di gatti e andrò ad abitare per conto mio, dimenticata da
tutto e tutti!” ormai le lacrime minacciavano di solcarle il viso e fu solo a
quel punto che Trunks decise di interrompere quello sproloquio.
La mano poggiata sulla schiena salì fino alle esili spalle dell’amica,
stringendola dolcemente, inalando il suo profumo e sussurrandole all’orecchio.
“Pan, tu non ti rendi minimamente conto di che splendida giovane donna
stai diventando: sei la guerriera più forte che io conosca, sei tenace e non ti
arrendi mai e… Sei veramente bellissima. Vedrai che un giorno troverai il
ragazzo giusto, tutti quelli che non hanno capito cosa si sono lasciati
sfuggire non meritano di starti accanto.”
Ad udire quelle parole, Pan rimase senza fiato, il cuore che accelerava i
suoi battiti e l’aria che le veniva meno nei polmoni; il punto in cui la mano
di Trunks toccava la sua pella sembrava stesse per prendere fuoco e con lui il
suo intero corpo.
Possibile che fossero bastate poche parole del ragazzo per farle dimenticare
completamente la pessima giornata?
Arrossendo leggermente, si volse verso l’amico, abbracciandolo esitante e
ringraziandolo sotto voce, come se avesse paura di rompere quel momento.
Sorrise quando le braccia del Principe dei Saiyan si strinsero intorno a
lei e fu a malincuore che si allontanò da quel corpo così perfetto.
“Grazie Trunks.”
“Quando vuoi, Pan”
Ora ne era sicura, sarebbe diventata sicuramente zitella.
~Kira's
place
Se Trunks non ci fosse dovrebbero inventarlo! Mi
piace questo lato affettuoso e un po’ da fratello maggiore che ha nei confronti
di Pan, sperando si accorga che la ragazzina sta crescendo e si cavi quei
prosciutti dagli occhi.
Proprio in questi giorni ho deciso che linea prenderanno
gli eventi, perciò vi anticipo già che i capitoli di DLP
saranno in totale 10 e serviranno ad introdurre quella che ora
sta prendendo forma in una long fic.
Ringrazio chi ovviamente sta leggendo la storia e
sarei contenta di sapere che ne pensate, perciò se mai voleste lasciare una
recensione l’apprezzerei sicuramente.
Il mio unico cruccio è che Pan mi sembra un po’ OOC,
ma è comunque più grande rispetto gli eventi di GT.
Alla prossima settimana
_kira