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Autore: _Schwarz    13/02/2019    1 recensioni
Storia partecipante al COWT 9 - Missione 3, Prompt "Draghi"
"Il biondo non fece nemmeno in tempo a rispondere, giacché l’ennesima fitta lo costrinse a piegarsi su se sesso: sarebbe stato un lungo volo."
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Siamo draghi nel cielo e bruciamo il veleno


Si muoveva velocemente tra il fogliame della foresta, cercando di non lasciare tracce e muovendosi con una cautela tesa e rigida. La ferita al fianco bruciava, il sangue colava troppo liquido e scuro, macchiando le bende chiare che aveva frettolosamente avvolto attorno al busto la notte prima.
Era debole, sapeva che avrebbe dovuto fermarsi presto, ma poteva sentire i suoi inseguitori che cercavano di raggiungerlo, vogliosi di prendere la sua testa e metterla su una picca, per portarla al loro sovrano e ricevere la taglia che pendeva sul suo capo.
Gli occhi rossi si mossero veloci al rumore di rami spezzati, e il giovane si gettò tra dei cespugli, sperando che l’odore forte dei fiori appena sbocciati nascondesse quello del suo sangue. Speranza vana, lo sapeva, ma non aveva più energie per correre.
Gli uomini di Re Enji sbucarono nella piccola radura guardandosi intorno con attenzione, non volendo cadere in un altro degli attacchi a sorpresa del biondo, i loro nasi fiutavano l’aria con attenzione, tentando di capire dove fosse andato il giovane. Fu allora che un ruggito potente interruppe la caccia e un enorme drago rosso atterrò nella radura, sputando fuoco arancio dalle sue fauci spalancate e bruciando i soldati del regno rosso in pochi secondi.
Gli occhi rossi della bestia incrociarono quelli altrettanto rossi del giovane cacciatore, che ringhiò: «Ce ne hai messo di tempo, bastardo».
Il drago parve ghignare per un secondo a quella frase, poi senza ulteriori cerimonie fece salire il ragazzo sulla sua schiena e prese a volare nella direzione opposta a quella che avrebbero dovuto prendere per tornare a casa.
«Oi, Kirishima! Dove cazzo vai?!» urlò Bakugō, tenendosi stretto alle scaglie dell’amico mutaforma, e quello gli rispose tramite i suoi pensieri: «Da un guaritore, puzzi di veleno, Bakugō!».
Il biondo non fece nemmeno in tempo a rispondere, giacché l’ennesima fitta lo costrinse a piegarsi su se sesso: sarebbe stato un lungo volo.
***

Arrivarono in una foresta dal fogliame verde chiaro, le foglie larghe facevano intuire il clima più caldo rispetto a quello in cui si trovavano prima, e Kirishima atterrò in una radura aperta su cui dava una piccola capanna di legno: Bakugō cadde a terra, stremato dal viaggio e dalla perdita di sangue, e Kirishima corse dentro la capanna senza perdere tempo a rivestirsi dopo essersi ritrasformato in umano.
Un giovane con la pelle chiara, un mare di lentiggini e occhi verdi brillanti uscì dalla capanna e corse verso Bakugō, non rispondendo al ringhio dell’alfa biondo, giacché Kirishima lo inchiodò a terra senza troppe cerimonie.
«Sta fermo Bakugō, Midoriya vuole solo aiutarci» ordinò l’alfa con i capelli rossi, facendo cenno all’unico omega di avvicinarsi.
Il biondo, ormai stremato, si lasciò trasportare dentro la capanna senza ulteriori lamentele: l’ultima cosa che pensò prima di svenire fu che quell’omega aveva proprio dei begli occhi.
***

Bakugō ci mise tre giorni a riprendersi: il veleno aveva impedito al suo sangue di coagularsi e solo la bravura di Izuku con le erbe mediche gli aveva impedito di dissanguarsi. L’alfa aveva dormito ininterrottamente, svegliato solo dall’omega che lo constringeva a buttare giù acqua o zuppa a intervalli regolari. Kirishima aveva lasciato la capanna solo per andare a cacciare, e anche quello aveva richiesto tuttala sua determinazione, giacché aveva il terrore che qualcuno attaccasse l’amico e che l’omega, per quanto un guaritore esperto, non fosse in grado di difendere entrambi.
Quello che li attendeva era, però, peggio di quanto Kirishima si aspettasse.
L’enorme drago rosso tornò per trovare la capanna del giovane omega guaritore in fiamme e nessuna traccia di Midoriya o Bakugō: mutò, tornò umano, e iniziò a cercare tracce dei due nell’area attorno alla piccola casa. Non poteva credere che fossero stati attaccati nel momento in cui lui era fuori e una furia cieca lo colpì: aveva promesso a Mina, Denki e Sero di riportare Bakugo a casa e non si sarebbe fatto fermare dai maledetti soldati del regno di Todoroki.
Seguì l’odore di Bakugō e trovò lui e Midoriya nascosti in una grotta, il primo ancora stanco e furioso, probabilmente perché era dovuto scappare come un codardo, invece di combattere, e l’altro disperato perché, insieme alla sua capanna, era bruciata la sua intera collezione di erbe rare.
«Piantala di lamentarti per quelle maledette erbe, Deku! Ne raccoglierai altre!» ringhiò Katsuki, guardando verso l’omega con una strana rassegnazione nella voce.
«Smetti di chiamarmi Deku! Ti ho detto che il mio nome è Izuku!» rispose l’omega senza abbassare lo sguardo, cosa che sconvolse Kirishima: non capitava spesso che qualcuno sfidasse il suo giovane lord così.
Bakugō ringhiò ancora, poi disse: «Trasformati Kirishima, torniamo a casa. Quel bastardo di Re Todoroki mi ha veramente stancato».
«Ma… Non possiamo lasciare Midoriya così! La sua capanna…».
«Deku viene con noi»; «No che non ci vengo! Non hai diritto di decidere per me, Kacchan!».
“Quando hanno iniziato a chiamarsi con soprannomi? Mi sono perso qualcosa?” si domandò Kirishima, alternando lo sguardo tra i due, ma poi sorrise e si trasformò.
 
La loro avventura era solo all’inizio, ma quella è un’altra storia.
   
 
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