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Autore: MonicaX1974    13/02/2019    0 recensioni
Attenzione! SPOILER! Si consiglia la lettura solo dopo aver letto "The beginning".
Approfondimenti, momenti inediti, restroscena e spin-off, in questo libro troverete tutto quello che ancora non sapete su Harry, Chloe e tutti gli altri protagonisti dai quali proprio non riesco a separarmi.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Harry

Mi spingo con un piede sul pavimento, così da far leva sulle ruote di questa sedia e arrivare fino davanti alla grande vetrata che dà sulla città. Non c'è niente di diverso da ieri, e nemmeno dall'altro ieri, o rispetto alla settimana scorsa; questo se parlo di tutto ciò che appare all'esterno. La città è la stessa, le persone anche, ma dentro siamo tutti cambiati - io per primo - e nell'ultima settimana qualcos'altro è cambiato. L'aria che respiro è fatta di confetti, fiori, preparativi e tanti, bianchi e infiniti abiti da sposa.

Chloe e sua sorella non parlano d'altro da quando Zayn ha chiesto a Rebekah di sposarlo, e io mi ritrovo sommerso da tutte quelle chiacchiere, e riviste di abiti da sposa, che non fanno che aumentare la pressione che sentivo fino a che Zayn non prendesse un'altra iniziativa delle sue.

«Si può?» Mi volto di scatto verso la porta d'ingresso del mio ufficio dopo aver sentito una voce che non mi aspettavo di sentire.

«Certo che sì, entra», le dico alzandomi dalla sedia per andarle incontro.

Ha un sorriso che ti entra nel cuore anche se non vuoi e capisco che chiunque resti in sua compagnia non possa fare altro che innamorarsene. Io non ho fatto eccezione, ed è per questo che sono così in ansia per lei.

«Ho disturbato i tuoi pensieri?», mi domanda dopo avermi visto fissare il vuoto dalla vetrata.

«Tranquilla, i miei pensieri sono già disturbati per conto loro, Grace». Sono ad un passo da lei quando la stringo tra le braccia perché sono giorni che non riesco a vederla. «Che ci fai da queste parti? Non dovresti essere a scuola?» le chiedo sciogliendo l'abbraccio.

«I tuoi pensieri sono davvero preoccupanti, fratello...» mi dice osservandomi con aria divertita e io aggrotto le sopracciglia tentando di capire la sua frase, che però si affretta a spiegarmi, dopo aver notato la mia espressione confusa, «sono le quattro del pomeriggio, Harry. Dove hai la testa?» dice ridendo.

Già, lo so io dove ho la testa e non riesco a rimettere insieme i pezzi, o meglio, saprei rimetterli insieme, ma mi sembra sempre il momento sbagliato per farlo.

«Forse sto lavorando troppo». Stare all'ottantasettesimo piano non ha molti vantaggi, stavo molto meglio quando ero al ventiquattresimo, ma questa è una delle cose che sono cambiate e non posso tornare indietro, non dopo che papà mi ha dato la sua fiducia.

«Hai parlato con Niall?» mi domanda cogliendomi alla sprovvista.

Le volto le spalle e torno vicino alla mia sedia mentre la sento avvicinarsi.

«Sei venuta qui per parlare di lui?», le domando senza nemmeno guardarla in faccia perché so che se la guardassi negli occhi cederei a qualunque sua richiesta.

«Mi ha detto che non vi sentite da almeno due settimane, Harry, perché non lo chiami?» Grace si posiziona tra me e la vetrata, così non ho più scampo. Abbasso lo sguardo e vedo i suoi occhi tanto simili ai miei, e non posso evitare di sorridere.

«Sei uscita con lui?» Per favore dì di no...

«Harry, io e Niall ci stiamo conoscendo, e se ti può far sentire meglio posso assicurarti che io e lui non siamo stati a letto insieme...»

«Grace! Ti prego!» Non voglio pensare a lei in questo modo, ma la cosa sembra divertirla parecchio perché la sua risata riesce a riempire tutta la stanza.

«Voglio solo che tu non perda un amico a causa di una stronzata che ti sei messo in testa. Parla con lui, Harry, so che gli manchi». A dire la verità manca anche a me e vorrei essere una persona diversa, prenderla più alla leggera, ma non ne sono capace. Specialmente da quando Grace è entrata a far parte della mia vita e sento un enorme peso sulle spalle.

È questo che si prova quando si diventa grandi?

«Sei qui per pregarmi di parlare con Niall?», le domando cercando di evitare di rispondere alla sia richiesta.

«Jordan mi ha chiesto di passare, sono stata da lui fino a poco fa». Sto iniziando ad inquadrare la situazione.

Stamattina ho parlato con mio fratello che, ovviamente, si è accorto del mio stato d'animo non proprio sereno e ha cercato di farmi dire cosa avessi che non andava, ma non ho ceduto perché l'unica persona con cui dovrei davvero parlare è Chloe e non voglio dirlo a qualcun altro prima che a lei.

«Tu e Jordan siete due spine nel culo», le dico facendola ridere, «sto bene, devo solo risolvere una cosa, ma devo farlo da solo». Grace ruota gli occhi, poi torna a guardarmi.

«E tu sei un testone, non so come faccia Chloe a sopportarti!» Stavolta ridiamo insieme e ora mi sento un po' meglio.

Questa risata ha liberato un po' del mio malumore e so che devo fare qualcosa per risolvere la situazione, perché nemmeno io so come Chloe faccia ancora a sopportarmi.

«Perché Chloe è migliore di me».

«Senti, hai ancora da fare qui?» mi domanda con il suo solito sorriso da conquista.

«Che hai in mente?» le chiedo.

«Sei il capo no? Puoi uscire prima e andiamo a bere qualcosa...»

«Non mi è mai servito essere il capo per uscire prima». Lei ride, poi rido anch'io, e alla fine usciamo dal mio ufficio, metto un braccio sopra le sue spalle e la tengo stretta a me, nel tentativo di recuperare il tempo che ho perso con lei.

*°*°*°*°*°*°*°*°*°

Chloe

«Non lo so, Hazel», rispondo sconsolata lasciandomi andare all'indietro sul letto, tenendo il telefono con la mano destra.

Gli occhi puntati al soffitto e la mia migliore amica al telefono: è così che sto cercando di sfogarmi da, più o meno, mezz'ora.

Negli ultimi giorni Harry è stato scostante: ha alternato momenti di incredibile tenerezza ad altri in cui era totalmente assente. Qualcosa lo preoccupa e sto faticando a farlo parlare. Dopo il mio compleanno avevamo raggiunto un buon equilibrio, riuscivamo a parlare più apertamente e non si teneva più niente per sé, ma sembra aver fatto un passo indietro.

«So che oggi Jordan ha parlato con lui, ma non è riuscito a farsi dire niente». Sospiro e porto una mano a coprirmi gli occhi: immagino che se non è riuscito Jordan a capire qualcosa, l'impresa sembra diventare sempre più ardua.

«Credi che sia a causa di Niall?» So quanto sia legato ai suoi amici e il fatto che abbia smesso di rivolgere la parola ad una persona così importante per lui, potrebbe portarlo ad essere più nervoso.

«Jordan mi parla sempre di Grace e di quanto Harry si sia legato a sua sorella, e non escludo che possa essere a causa del rapporto che lei e Niall stanno instaurando...» Stavolta sorrido nel sentire le parole di Hazel perché anche io mi sono accorta quanto Harry sia geloso di sua sorella.

«Harry e Jordan sono adorabili con lei, vero?», le domando ripensando al loro comportamento da quando Grace è venuta a vivere qui a Boston.

«È vero, sono due fratelli meravigliosi». La mia migliore amica conferma le mie parole, poi mi viene in mente che non le ho chiesto niente di lei, quindi decido di accantonare per un attimo le paranoie di Harry e dedicarmi a lei.

«A proposito di fratelli meravigliosi, dato che ne hai conquistato uno dei due, hai già deciso quando trasferirti?» La sento ridacchiare dall'altro capo del telefono e torno a mettermi seduta, come se così facendo potessi ascoltare meglio la sua risposta.

«Chloe ti ho già detto che non lo so. Io e Jordan ne abbiamo parlato, ma di sicuro non prima di aver trovato un lavoro»Hazel si trasferirà a Boston, non mi manca nient'altro affinché la mia vita possa definirsi perfetta.

«Quindi va tutto bene tra di voi...» La mia non è una vera domanda, è più una constatazione ad alta voce.

«Decisamente bene, Chloe». Sorrido come se potesse vedermi.

«È bello sentirtelo dire».

«Mi mancate un sacco», afferma subito dopo con tono malinconico, riferendosi a me e a Kurt che vive felicemente con Dylan in un appartamento non molto lontano da casa di Rebekah.

«Ci manchi anche tu. Saresti di grande aiuto a me e Reb con i preparativi per il matrimonio...» Da quel momento in poi ci perdiamo in chiacchiere più leggere, fatte perlopiù di gridolini entusiasti nell'elencare i dettagli delle prime scelte che ha già compiuto mia sorella, tipo il colore dei fiori del suo bouquet fino a terminare la chiamata promettendoci di risentirci al più presto.

Ripongo il telefono sul comodino, ma quando sto lasciare la stanza sento l'arrivo di un messaggio che mi affretto a leggere. È da parte di Harry.

Ho fatto tardi con Grace
Arrivo tra poco

Sorrido, ma non posso negare a me stessa di essere dispiaciuta perché lo voglio qui, con me, a casa nostra, ma il fatto che sia con sua sorella mi fa ben sperare, magari lei riuscirà a farlo parlare.

Abbandono nuovamente il telefono per andare a preparare la cena mentre continuo a scervellarmi nella speranza di capire il motivo del suo malessere, poi penso che manca meno di un mese ad Halloween e mi sorge un enorme dubbio.

Che sia preoccupato per me?

Ed è altamente probabile che sia così: forse Harry sta immaginando scenari catastrofici per il mio equilibrio mentale e crede che il compleanno di Dylan, sempre più vicino, possa mettermi in crisi come è successo il giorno del mio compleanno.

Non nego che, sia il mio compleanno, che quello di Dylan, rappresentano due giorni in cui il mio stato d'animo subirà sempre un duro colpo, ma sto imparando ad affrontare quei momenti con sempre più forza. Sono sicura che quest'anno non crollerò, forse non farò i salti di gioia, ma di certo non mi nasconderò in un angolo cercando di sfuggire al mondo intero.

La cena è quasi pronta, ormai, e tiro un sospiro di sollievo quando sento la porta d'ingresso aprirsi: Harry è tornato. Sento i suoi passi farsi sempre più vicini e faccio appena in tempo a posare il cucchiaio di legno su un piattino, e a spegnere il fuoco, che le sue mani si posano sulle mie spalle, mi fa voltare verso di lui, poi mi bacia in maniera così profonda che mi dimentico all'istante di qualsiasi pensiero avessi per la testa e persino dove mi trovo. 

Ogni parte di me si scioglie nel suo abbraccio e la sensazione che provo è meravigliosa, come se avessi appena trovato la mia oasi nel deserto. Riprendo vita, forza, e lentamente le mie mani finiscono tra i suoi capelli mentre la sua bocca spinge un po' di più contro la mia, stringo alcune ciocche tra le dita, lui lascia andare un gemito nella mia bocca e quasi non perdiamo l'equilibrio quando si spinge contro di me con tutto il resto del corpo.

Ci lasciamo andare entrambi ad una piccola risata quando è costretto a reggermi perché stavo per cadere, poi gli sorrido, lui sorride a me e torno a stringermi a lui. Ci guardiamo per qualche secondo come se non ci vedessimo da giorni e, forse, in un certo senso è così, perché, soprattutto nelle ultime ore, ci siamo guardati senza vederci realmente.

«La cena è pronta», gli dico con un filo di voce, tentando di alleggerire l'intensità del suo sguardo.

«Ottimo, Stewart, perché sto morendo di fame...» Gli spunta un sorriso furbo, le fossette sono in bella vista, e una piccola scintilla gli illumina i meravigliosi occhi verdi.

«Com'è andata con tua sorella?», gli chiedo ignorando l'ultima parola che è uscita dalle sue labbra arrossate, una parola che non ha mai smesso di farmi ricoprire di brividi, e succede ogni volta che la pronuncia in quel modo.

«Dobbiamo parlarne adesso?», mi domanda facendomi indietreggiare fino a scontrarmi contro il ripiano della cucina, per poi tornare a poggiare il suo bacino contro al mio.

«Se non vuoi parlare di Grace, di cosa vuoi parlare?», gli domando posando le mani sul bordo del ripiano alle mie spalle.

«E se non parlassimo affatto?» Lo dice mentre toglie il cappotto e lo lascia cadere sul pavimento.

«Ah già! Hai detto di essere affamato», rispondo con un sorriso divertito mentre lo osservo togliersi la giacca per farle raggiungere il pavimento insieme al cappotto.

«Davvero affamato, Stewart...» Le sue dita armeggiano con i bottoni della sua camicia mentre io mi occupo della cravatta – che gli sfilo dalla testa – e il suo sguardo si accende ad ogni secondo di più.

«Allora dovremo rimediare in qualche modo», dico, poi poso la cravatta accanto a me. Con la mano destra mi allungo verso il cucchiaio che ho usato per mescolare le verdure mentre lui resta con gli occhi nei miei e le dita impegnate a sbottonare il resto dei bottoni.

In qualche modo riesco a riempire il cucchiaio con le zucchine e lo porto davanti alla sua bocca. L'espressione di Harry diventa confusa, le sue mani si fermano proprio mentre stava sfilando la camicia dai pantaloni e resta con la bocca socchiusa, così ne approfitto per imboccarlo con le verdure che ho appena preso dalla padella.

«O vai faffo vavveo?» Rido nel sentirlo parlare con la bocca piena – e forse le zucchine erano ancora un po' troppo calde. [Traduzione: Non l'hai fatto davvero? n.d.a.]

«Non ti capisco, Styles», gli dico voltandomi per posare il cucchiaio nella padella.

D'un tratto mi sento mancare il pavimento sotto ai piedi: le sue mani si sono strette sotto alle mie cosce e mi ha tirato su per farmi sedere sul ripiano della cucina, poi ha fatto in modo di sistemarsi tra le mie gambe. Trattengo il fiato quando sento le sue dita scorrere lente verso la mia schiena, dove si ferma e, facendo una leggera pressione, mi tira a sé. Il suo sguardo torna ad accendersi e stavolta non posso ignorarlo.

«Vuoi davvero parlare, piccola Stewart?» Pronuncia ogni parola lentamente e a bassa voce, in modo che ogni lettera, di ogni parola, riesca ad infilarsi sotto la mia pelle, facendomi ricoprire di brividi.

«Voglio sapere come stai, Harry, perché sono giorni che non mi parli e...»

«E se ti dicessi che ho intenzione di dirtelo...», mi interrompe, senza lasciarmi finire la frase, «ma che non voglio farlo adesso...» Porto le mani sul suo viso, per poi tornare ad infilare le dita tra i suoi capelli, e un'altra piccola luce si accende nei suoi occhi.

«Perché non puoi farlo adesso?»

«Quanta impazienza la mia piccola Stewart...» Le sue mani si infilano sotto la mia maglia, poi sento le sue dita scivolare lente sotto l'elastico dei miei pantaloni.

«Voglio solo sapere che stai bene, Harry». Sono preoccupata per lui, perché quando si chiude in sé stesso inizia a formulare nella sua testa una serie di paranoie che gli fanno vedere tutto negativo... un po' come succede a me...

«Sto bene, Chloe, sto più che bene e te lo dimostrerò». Le sue labbra si posano leggere sulle mie, in un bacio dolce, al quale se ne aggiunge un altro, diventando due, poi tre, quattro, fino a che riesco a sentire il sapore delle verdure che ho cucinato direttamente dalla sua lingua. Poi le sue labbra si spostano sul mio viso, per arrivare al collo e inclino maggiormente la testa quando lo sento ancora parlare a bassa voce, direttamente sulla mia pelle. «Adesso, però, sto davvero morendo di fame...»

Non protesto, lo lascio fare, perché ho bisogno di sentirlo di nuovo vicino dopo giorni in cui mi è sembrato fosse così lontano, e poi perdo del tutto il controllo di me stessa e di tutta la situazione, quando la sua voce vibra ancora contro la mia pelle.

«Cazzo se ti amo!»
 

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SPAZIO ME

Buonsalve belle persone!

Abbiamo una prima parte in cui Harry esterna in maniera piuttosto velata le sue paranoie (anche se io so qual è il suo reale problema LOL) e Grace sembra riportare il buonumore nella sua giornata, tanto che quando rientra a casa sembra essere tornato il solito Harry. Chloe, però, è ancora preoccupata per lui, ma Harry riesce a distrarla e rimanda ancora il piccolo chiarimento di cui Chloe sente il bisogno.

La seconda parte arriva presto (compatibilmente con le mille cose che sto scrivendo) e non vedo l'ora di farvelo leggere. Vi dico solo che l'idea del prossimo capitolo è ferma nella mia testa, impaziente di uscire allo scoperto, dall'inizio di "Their Stories".

Vi mando un immenso abbraccio e grazie sempre per tutto l'affetto che mi dimostrate.

Eeeee niente, buona lettura 😍

   
 
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