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Autore: Yurha    14/02/2019    1 recensioni
Il Natale era ormai alle porte nella città di New York.
Tutto si trasformò, infondendo un'atmosfera di gioia e festa in ogni suo abitante ma, sfortunatamente, un serial killer chiamato dalla polizia 'lo Strangolatore' fece la sua comparsa in una notte di inizio Dicembre, esattamente come un predatore in cerca delle sue prede indifese.
I Detective Lupo e Bernard, insieme ai Procuratori Cutter e Rubirosa, riusciranno a catturarlo prima che mieta altre vite e prima della Magica Notte dell'Avvento?
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 25

Una volta che i caffè furono sorseggiati, con i complimenti dei due uomini, ed il lavoro di stuccaggio fu completato, Franky chiese gentilmente a Mike e Connie se potevano seguirlo nella stanza adiacente, così da poter cominciare i lavori all’ingresso.
Acconsentirono senza problemi, quindi Johnny li accompagnò in quello che doveva essere lo studio privato del Dr. Trevor.
L’uomo aprì la porta ed accese la piccola lampada da scrivania.
All’interno della stanza, si notava soprattutto un divano di pelle marrone a due posti che sembrava molto comodo e molto ben imbottito, due sedie coordinate davanti la scrivania in mogano, due grosse librerie alle spalle di essa e delle mensole con appoggiati sopra dei gingilli vari e delle foto.
«Mi dispiace farvi restare qui ma se non avete intenzione di sporcarvi di calcinacci, polvere e intonaco.. Solo un piccolo accorgimento: se il Dr. Trevor si accorge che qualcosa non è al suo posto se la prenderà con noi, perciò.. Non toccate nulla.» spiegò Johnny.
«Non c’è problema.» rispose Connie con un gentile sorriso.
«Bene. Lo so che qui dentro fa un tantino freddo ma ho appena acceso la stufa elettrica. Abbiate pazienza, ci vorrà del tempo prima che scaldi l’intera stanza.» disse ancora l’uomo ricambiando il sorriso di lei, per poi richiudere la porta e tornare a dare una mano al suo amico.
Appena Johnny si allontanò, Connie andò davanti la finestra, stringendosi forte nel suo cappotto per cercare di scaldarsi un pò.
«Altro che freddo, qui si gela..» commentò Mike. «I freezer a confronto sono come i Caraibi..»
«Ringrazia chiunque ci sia lassù mille volte per aver trovato  questo posto e due persone tanto gentili. Potevamo rimanere bloccati là fuori con questa neve e questo vento..» rispose lei.
«Bhè, ciò che li ha convinti è stata la mia insuperabile dote per il caffè fresco.» scherzò Mike.
«E dove la metti la mia conoscenza dei film fantascientifici?» aggiunse lei prendendolo in giro.
«A proposito di questo..» cominciò Mike, grattandosi una guancia. «Da quando sei una fan di Star Wars? Hai sempre detto che non ti piaceva quella saga.»
«Bhè.. Diciamo che ci ho ripensato dopo aver notato che ad un certo punto Han Solo indossava dei pantaloni attillati niente male..» rispose sempre scherzando.
«Oh, giusto.. Sicuramente voi donne li notate bene certi dettagli..» commentò ricambiando il sorriso.
«Oh, puoi dirlo forte.. Ah dimenticavo!» disse Connie, cominciando a fregarsi le braccia per cercare di scaldarle. «La compagnia dei carriattrezzi comunali ha riferito che con la tempesta in atto, non saranno qui prima di un’ora e mezza cir..»
«Hai freddo?» chiese lui, interrompendola ed ignorando completamente la sua informazione. «Perchè se vuoi posso andare a chiedere a Johnny e Franky se ci prestano la stufetta portatile.»
Subito sentirono il rumore di un trapano nella stanza principale.
«No, non disturbiamoli più del necessario. Sediamoci sul divano, magari la pelle e l’imbottitura manterranno il nostro calore più a lungo.» rispose andandosi a sedere, quindi Mike la seguì.
Col passare dei minuti, la stanza sembrava raffreddarsi di più ma lui comunque si allentò la cravatta, appoggiando la testa sullo schienale imbottito e molto morbido.
«Di cosa possiamo parlare mentre aspettiamo che vegano a salvarci?» chiese voltando lo sguardo verso di lei, senza alzare la testa.
«Mhm.. Strangolatore?» suggerì lei, ricambiando lo sguardo.
«Davvero, Connie?» disse sconcertato però con espressione divertita. «Non abbiamo nulla di cui parlare all’infuori di questo?»
«Bhè..» rispose lei, alzando le spalle.
«Connie?»
«Si?»
«Devo dirtelo.»
«Cosa?»
«Sembriamo proprio una vecchia coppia sposata.» disse scoppiando a ridere e lei con lui.
«Allora, dato che siamo una vecchia coppia sposata ed abbiamo molto tempo, possiamo parlare di questo.» disse prendendo dalla sua ventiquattrore un file.
Mike si tirò su e si avvicinò per guardare cosa contenesse quel fascicolo verde. «Questo è nuovo?»
Connie annuì. «È il file del caso del Detective Quinn.» rispose passando la cartelletta a lui.
«Dove l’hai preso..» disse guardandola inquisitorio, per poi darsi la risposta da solo. «Lo hai rubato dalla sala conferenze provvisoria, vero?»
«‘Rubato’ è una brutta parola, non credi? Più che altro ‘preso in prestito’..»
«Non pensavo che col tempo fissi diventata così..» disse facendo una pausa teatrale. «..Subdola..» concluse poi facendo un mezzo sorriso.
Lei lo guardò maliziosa. «Bhè, ho imparato dal migliore dei maestri in quest’arte.»
«Oh, ti ringrazio..» rispose Mike, poi abbassò lo sguardo e qualcosa nella foto attaccata all’interno del fascicolo colse la sua attenzione. «Oh bene. Questo si che è interessante..»
«Cosa?» chiese lei, cercando di dare un’occhiata.

  
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