Litigare
“Non capisco.” Lena guardò Kara e la
ragazza scosse la testa, arrabbiata. Infilò la mano nella borsa e ne estrasse
le chiavi, poi aprì la porta del suo appartamento.
“Non capisci mai!” Rimbeccò.
“Se non mi spieghi, no, non capirò
mai.” Lena posò la borsa accanto a quella di Kara, sfilandosi la giacca.
“Credevo di farti una sorpresa, credevo fosse un bel regalo e invece no.”
“Un regalo? Quello non è un regalo
normale!” Kara appoggiò la giacca all’appendiabiti e si sfilò le scarpe.
“Ha tutto quello che ci serve, è in
una buona posizione e…”
“Una casa, Lena! Hai comprato una
casa, senza dirmi nulla!” La interruppe Kara.
“È così che funzionano le sorprese.”
Lena estrasse il cellulare dalla tasca e scrisse rapidamente un messaggio ad
Alex. “Davvero, non capisco perché tu te la sia tanto presa.”
“Credevo che per San Valentino mi
avresti regalato dei fiori, magari un gioiello, non una casa da dieci milioni
di dollari!”
“Cinque milioni.” La corresse Lena e
Kara fece ruotare gli occhi, frustrata. “Fatturo quella cifra in una settimana,
non è chissà che, è solo…”
“Lena! Io non arrivo a quella cifra
neppure in cento anni di lavoro!” Kara, si diresse in camera e Lena la seguì.
“Non ti ho chiesto di…”
“Appunto!” Sbottò Kara. “Tu non
chiedi mai.”
“Per l’amor di dio, Kara, è un
regalo! Un mio regalo per San Valentino, ma se non la vuoi la rivenderò o, se
proprio ti da fastidio, la faccio demolire!” Si voltò e spostò di lato i
capelli, Kara le abbassò la cerniera dell’abito sbuffando.
“Ma certo, distruggi una casa da
dieci milioni di dollari solo perché ti sei innervosita!”
“Cinque milioni e non mi sono
innervosita, tu ti sei arrabbiata.” Rispose picata lasciando cadere l’abito a
terra e dirigendosi nel bagno.
Kara afferrò il vestito e lo infilò
su di una gruccia. Nel bagno Lena aprì l’acqua della doccia.
“Ho tutte le ragioni di essere
arrabbiata. Te l’ho detto mille volte.” Continuò appoggiandosi allo stipite
della porta. Lena entrò nella doccia lanciandole solo uno sguardo. “Oh, ora non
dici più niente?”
“Non c’è nulla da dire, domani dirò a
Jess di liberarcene.”
Kara scosse la testa, si voltò e
tornò in camera, si spogliò a sua volta e fece una doccia nel secondo bagno
della casa.
Poco dopo sentì Lena parlare con Alex
in cucina. Si arrotolò un asciugamano attorno al corpo e uscì dal bagno. Lena
ora stringeva tra le braccia Lianne che era addormentata.
“È stata brava?” Chiese Kara, passando
una mano sulla fronte della bambina.
“Come stavo dicendo a Lena: è stata
un angioletto.” Intervenne sua sorella passando lo sguardo da una all’altra
perplessa nel notare in loro l’insolita freddezza. “Peccato che non è potuta
rimanere per la notte.” Aggiunse.
“I nostri piani sono andati in fumo.”
Disse allora Lena, lanciandole un’occhiata accusatoria.
“Colpa di un certo regalo da dieci
milioni di dollari.”
“Cinque.” Le due donne si scambiarono
uno sguardo di fuoco.
“Vaaaa beeene!” Alex fece un ampio sorriso, chiaramente a disagio.
“Direi che è tempo per me di andare.” Indicò la porta ondeggiando sui piedi.
“Grazie mille per aver tenuto Lianne.” La salutò Lena con un sorriso sincero, per quanto
teso.
“È sempre un piacere.” Assicurò Alex.
Poi lanciò un ultimo sguardo a Kara e uscì.
Lena portò la bambina nella sua
camera e Kara la sentì mormorare poche parole, mentre la coricava nel suo
lettino. Indossò il pigiama e si asciugò i capelli, poi entrò nella camera
della bambina.
“Buona notte, pulcino.” Mormorò,
lasciando un bacio sulla fronte della piccola. Alzò lo sguardo e vide uno dei
disegni della bambina: uno stuzzicadenti con due bastoncini come braccia e
altri due come gambe, un mantello rosso e una S sul suo petto da stecchino che
doveva essere Supergirl, che teneva per mano un altro
stuzzichino dotato di braccia e gambe questa volta con capelli scuri, sullo
sfondo un rettangolo azzurro, molto probabilmente un palazzo, con una grossa L.
Sorrise un poco e diede un bacio alla
bambina. Lena ormai doveva essere a letto, non la sentiva più muoversi.
Si alzò, spense il piccolo lumino a
forma di astronave, e tornò nella sua stanza.
Lena era solo una sagoma scura nel
loro letto, la schiena rigorosamente girata verso di lei. Kara scostò le
coperte e si infilò nel suo posto, imitando la posizione della donna.
Sapeva che Lena non stava dormendo,
lo sentiva dal suo respiro, dal battito del suo cuore, semplicemente dal modo
rigido con cui stava sdraiata.
Lentamente allungò la mano
all’indietro, lasciandola lì, tra i loro due corpi che si davano la schiena,
pochi istanti e le dita di Lena si intrecciarono con le sue.
“Mi dispiace di essermi arrabbiata.”
Mormorò allora lei. “La casa è splendida è solo che…” Sospirò.
“Tu non puoi permetterla.” Disse
piano Lena. “Lo so che avevamo deciso di vivere dividendo le spese e mi spiace
aver fatto di testa mia.”
Kara ruotò nel letto e Lena la imitò,
nel buio della stanza Lena era ancora solo una sagoma d’ombra, ma era una
sagoma, ora, priva di durezza.
“La darò via e, insieme, potremmo
cercarne una adatta al tuo stipendio e alla nostra piccola famiglia pronta ad
allargarsi.”
Kara allungò le mani appoggiandole sul
ventre di Lena, appena teso sotto il pigiama. Quella nuova vita era ancora solo
una promessa, ma presto sarebbe stata un’altra urlante e adorabile presenza
nella loro vita.
“Grazie.” Sospirò Kara, tendendosi in
avanti e trovando il viso della donna. “Avrei dovuto parlarne civilmente e non
rovinare San Valentino.”
“Non lo hai rovinato.” La
contraddisse Lena.
“No?” Chiese lei, passando le mani
lungo il viso della giovane, tracciandone delicatamente il profilo.
“Avevo immaginato un modo molto…
preciso con cui inaugurare la nuova casa, ma…”
“Oh… Oh!”
Lena rise nel sentire il suo tono e
Kara si rilassò completamente, attirando la compagna contro di sé.
“Mi farò perdonare.”
“Non devi.” Assicurò Lena. “Credo di
aver esagerato…”
“Con una casa da cinque milioni?”
“In realtà erano dieci i milioni…”
Ammise piano e ridacchiò nel sentire lo sbuffare di Kara.
Rimasero, una contro l’altra, in
silenzio, per un lungo momento.
“Detesto quando litighiamo.”
Bisbigliò Kara dopo un po’.
“Non piace neanche a me.” Concordò
Lena. “Ma ho letto che la prima causa di litigio nelle coppie sono i soldi,
quindi…”
“Lena Luthor
che legge articoli di costume e società?” Domandò Kara, enfatizzando il suo
stupore.
“Sono il CEO del CatCo
magazine, mi capita di leggere articoli simili.” Si giustificò lei e Kara rise.
“Giusto, capo.” Fu il turno di Lena
di sorridere nel sentirsi definire così.
Rimasero di nuovo in silenzio, poi
Lena si allungò e posò un bacio sulle sue labbra.
“Non smetterò mai di ringraziare Rao per avermi dato te.” Mormorò, sorridendo nel nominare
il dio kryptoniano.
“Anche quando litighiamo?” Chiese
Kara.
“Anche quando litighiamo e non lasci
comunque i miei abiti a terra.” Sorrise, poi la baciò ancora.
Quando si separarono Lena ruotò nelle
sue braccia sistemandosi nella posizione che più preferivano per dormire.
“Era una bella casa.” Mormorò
nell’addormentarsi.
“Era una bella casa.” Confermò Kara,
posando un bacio sulla sua spalla un sorriso sulle labbra.
“Ne troveremo una più bella ancora.”
Kara annuì mugugnando un sì, anche se
difficilmente si poteva battere una casa da dieci milioni di dollari! Scosse
ancora la testa, sorridendo per le follie della donna che amava.
“Pensavo a Lily, come nome, ti piace?”
Disse ancora Lena.
“Avremo una figlia, dunque?” Chiese
Kara.
“Sì.” Confermò Lena. “Lo sento.”
Sospirò, poi il suo respiro si fece più lento.
Kara posò di nuovo le labbra sulla
spella nuda della giovane.
“Mi piace Lily.” Acconsentì, un
sorriso sereno sul viso. Rao, quanto amava quella
donna… dopo tutto non era stato un brutto San Valentino, non se con lei c’era
Lena.
Kara chiuse gli occhi e si
addormentò.
Note: Piccola storia di tutti i giorni.
È da un po’ che volevo scrivere di Kara e Lena che litigano, ma non nel modo drammatico e angst di certe storie, ma nel modo in cui ogni persona normale litiga con la propria compagna o il proprio compagno.
Sì, si può litigare anche a San Valentino… questo non significa che non ci si ami lo stesso.
Spero che questa piccola storia vi sia piaciuta, fatemelo sapere!
Buon San Valentino a chi lo festeggia, buona giornata a chi se ne frega! Ahahahah