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Autore: Shizue Asahi    14/02/2019    1 recensioni
Storia partecipante alla prima settimana del COW-T9 | fantasy!au | KiriBaku
- Da marmocchio mio padre mi comprò una lucertola alla fiera del villaggio. Una bella bestia, lunga dodici pollici e verde come una foglia. Si chiamava Eijiro – Bakugou fece una pausa e Kirishima rimase interdetto, erano già diversi mesi che si era unito alla gilda e che loro due facevano coppia per le missioni e quella era la prima volta che il biondo gli raccontava qualcosa di personale – Era davvero stupida, ti chiamerò Eijiro, Kirishima. – concluse.
Il drago rimase in silenzio.
- Io non sono una cazzo di lucertola, amico, che problemi hai? Sputo fuoco, pensi che quelle fiamme si siano materializzate da sole? –
- Non neghi di essere stupido, quindi. -
Genere: Fantasy, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  • 5244 parole;
  • Prompt utilizzato: sbaglio irreparabile;
 
 
Non sei il mio drago
 
 
 
 
In un mondo in cui la magia esiste ed è utilizzata come merce di scambio, l’esistenza stessa delle gilde è una necessità che non può essere ignorata. Maghi e guerrieri si riuniscono in associazioni disseminate per le varie terre; maggiore è la forza dei propri membri, più grande sarà il prestigio della Gilda e di conseguenza più numerosi – e ben pagati – gli ingaggi che le verranno proposti.
Ogni membro può scegliere la missione che preferisce – queste sono appesa in una teca pubblica in ogni Gilda e sono accessibili a tutti coloro che ne fanno parte; si può scegliere di svolgerla da soli per non dividere il compenso e per la gloria, ma è più saggio e più furbo farlo con un compagno a cui affidare metà del pericolo. Una volta formato un team è usuale che questo continui ad accettare gli ingaggi successivi come una squadra e non che i membri continuino da soli.
Il pagamento per aver portato a termine una missione è in genere denaro, ma può trattarsi anche di oggetti magici  o chincaglierie di poco valore. È comunque consigliabile pattuire prima il compenso, per non rischiare di ritrovarsi con spiacevoli sorprese, il Master lo ripete in continuazione ai novellini, ma purtroppo c’è ancora qualcuno che, pur facendo parte della Gilda da molti anni ormai, lo continua a dimenticare a proprie spese.
                                                                               
 
Ha degli enormi occhi a palla e vacui, l’espressione di chi non sa di esistere e le squame di un ridicolo colore lillà. È un drago delle Terre del Nord, molto più simile a una grossa e stupida lucertola, con delle aluccie da pipistrello e la coda arricciata; non è più grande di un cane da pastore e continua ad agitarsi e a corrergli dietro come se davvero pensasse di essere un canide e non un nobile drago.
- Smettila – ringhia Bakugou, col tono di voce di chi è prossimo a conficcare la propria spada nel primo essere vivente che si ritrova a tiro.
- Non mi piace, non capisco perché lo hai preso invece del denaro e te lo stia portando in giro – brontola Kirishima lanciando un’altra occhiataccia alla creatura.
- Perché è un fottuto drago e un fottuto drago fa sempre comodo. – taglia corto.
Kirishima si ammutolisce all’improvviso, ferito. È un drago, è una cosa,è un oggetto. Il resto del viaggio è denso di un silenzio così pesante che Bakugou si ritrova a esserne quasi infastidito. Di solito non riesce a farlo stare zitto neanche prendendolo a pugni ed è piuttosto ovvio che ci sia qualcosa che non va, ma non ha alcuna intenzione di assecondare i suoi capricci.
 
*
 
Quando fanno ritorno alla base è ormai sera inoltrata e metà dei loro compagni non è più in giro.
L’edificio della gilda è enorme, la porta dell’ingresso dà direttamente sulla sala comune, mentre i piani superiori sono impegnati come stanze per i suoi membri. Un’ala è riservata agli uomini, un’altra alle donne e il Master ha per sé tutto l’ultimo piano.
Kirishima sparisce in fretta, saluta i compagni che li accolgono e poi si volatilizza così rapidamente che Bakugou neanche si accorge che è andato via – forse.
 
Il lavoro si è concluso senza intoppi e il pagamento è stato anche troppo generoso per una missione di classe B, ma Bakugou si sente ugualmente spossato. Il viaggio di ritorno è stato lungo e pesante, decisamente più di quello dell’andata. Mangiare un boccone e filare a letto è tutto quello che vuole.
Di solito, quando tornano da una missione, lui desidera solo ritirarsi nella propria stanza e dormire per un’eternità – non è proprio un tipo notturno - ma alla fine Kirishima lo convince sempre a mangiare insieme e il momento di andare a dormire si protrae sempre di più e alla fine Katsuki neanche ci vuole più andare, a letto . Kirishima è allegro e stupido,dimostra sempre una vivacità e una resistenza che difficilmente si possono associare a un essere umano; spesso qualcuno dei loro compagni si unisce a loro e gli racconta gli aneddoti imbarazzanti del lavoro appena concluso, mettendo sé stesso e il biondo in ridicolo. Bakugou allora gli dice di andare a fanculo e nella sala comune ridono.
 
Kaminari  e Mina  siedono con lui, curiosi di sapere le novità e desiderosi di avere compagnia; che Kirishima non sia con loro è un evento piuttosto inusuale, ma intuiscono facilmente che non è un buon momento per chiedere.
 Entrambi talvolta portano a termine le missioni con Kirishima e Bakugou e hanno smesso da tempo di avere paura del biondo o soggezione del drago.
 Sono fastidiosi e allegri come Eijiro e quando si ritrovano tutti insieme spesso  Bakugou è tentato di farli saltare per aria tutti e tre e mandarli al diavolo.
Kaminari sa utilizzare la magia dell’elettricità ed è sempre un’incognita in ogni missione, alle volte è fantastico, altre perde il controllo e i suoi poteri rischiano di rivoltarsi contro di lui e i suo compagni – durante il primo lavoro che hanno volto insieme ha fulminato quasi a morte Bakugou e questo non ha particolarmente gradito. Mina è una donna dai lineamenti delicati e un portentoso carattere, si potrebbe considerare attraente se non fosse per la pelle e i capelli rosa, gli occhi completamente neri e dall’iride gialla e due corni appuntiti che le spuntano al di sopra della fronte; sa evocare incantesimi oscuri e dimenticati, attraversare i mondi ed è una formidabile guerriera. Nessuno alla gilda aveva mai visto prima una creatura simile
 
*
 
È un’arpia –aveva sussurrato Kirishima a Bakugou la prima volta che l’aveva vista.
–Amico, lo so che è una rompipalle insopportabile, ma non pensi di star esagerando? –
- È un’arpia, ti dico, magia oscura, ali, divoratrice di uomini e creature indifese. -
- Non sapevo che  un fottuto drago potesse permettersi il lusso di avere pregiudizi. –
 
Per le prime settimane, Kirishima rimase attaccato a Bakugou: al mattino lo aspettava fuori dalla sua camera per uscire dai dormitori e poi, la sera, lo riaccompagnava lì e faceva di tutto per farlo ritirare nelle sue stanze il più tardi possibile; mangiava quello che mangiava lui, beveva quello che beveva lui, frequentava i posti che frequentava lui e parlava con le persone con cui parlava lui. Bakugou, stranamente, trovava sempre meno insopportabile la sua compagnia.
Era strano ritrovarsi improvvisamente tra tutti quegli esseri, lui che per secoli si era limitato a osservarli da lontano e a cercar di non calpestarli. Era tutto così piccolo, così a misura d’uomo, e Kirishima si sorprendeva sempre a valutare le distanze e i tempi in base alla sua vera forma e non a quella umana. Quello che prima richiedeva pochi secondi, ora necessitava di ore; non poteva volare, i suoi piedi lasciavano impronte piccolissime e dieci falcate attuali non eguagliavano una sola nella sua forma reale.
I compagni di Bakugou lo avevano accolto,e già lo chiamavano amico o fratello, ma Kirishima non riusciva a scacciare l’idea di essere sempre sul punto di finire su una picca. Insomma, la prima e ovvia reazione umana davanti a un drago è quella di fuggire – o uccidere. Solo il Master e Bakugou sapevano quale fosse la sua vera natura; era una precauzione temporanea, finché non fosse stato lui stesso a decidere altrimenti, gli avevano detto.
A Kirishima, nonostante tutto, piaceva la gilda, piaceva farne parte e piacevano i suoi nuovi compagni, anche se di alcuni non aveva ancora colto il nome e le ragazze lo guadavano con un’aria trasognante che proprio non riusciva a spiegarsi.
 
- Sono bello? – aveva chiesto una volta a Bakugou, mentre facevano ritorno ognuno nelle proprie stanze.
- Che cazzo di problema hai adesso? – gli aveva sputato addosso. Kirishima aveva già da un po’ intuito che il guerriero fosse decisamente meno trattabile la mattina e quando si avvicinava l’ora di andare a dormire, ma era una domanda idiota che gli girava per la testa già da qualche giorno.
- Sono bello? – ripeté ancora, per niente scoraggiato.
- Sei un maschio, amico. Le donne sono belle, gli uomini sono… - e rimase per qualche secondo incerto su cosa dire, come se quella fosse una questione piuttosto spinosa – uomini – concluse poi, come se fosse un fatto ovvio e il discorso fosse da considerarsi chiuso lì.
- Le donne mi guardano-
- Perché sono stupide e hai quei capelli di merda, andiamo, come si fa a non guardarli? – Kirishima non sembrava particolarmente convinto e Bakugou già sapeva che la questione si sarebbe riproposta ancora e ancora finché non lo avesse accontentato.
Si costrinse a guardarlo, valutando il fisico asciutto, le spalle ampie, il petto e l’addome scolpiti che si intravedevano dalla casacca lasciata aperta, il lineamenti armoniosi del volto, i due piccoli corni che si intravedevano spuntare tra i capelli di un incredibile rosso e che, contro ogni buon senso e legge della fisica, si protendevano verso l’alto e non potevano di certo passare inosservati, gli occhi svegli, il sorriso stupido.
- Suppongo che, per essere un uomo, tu sia piacente. Ti fissano perché ti vogliono scopare o perché hai dei capelli di merda, fai tu. –gli concesse, improvvisamente più benevolo di quanto non fosse da anni.
Per giorni si pentì di quella concessione, poiché Kirishima continuò a gongolare e a fargli quel sorrisetto compiaciuto come se fosse la peggiore delle ragazzine.
 
Kirishima piaceva alle donne, era piuttosto ovvio. Era bello e forte, simpatico e gentile. Gironzolava sempre con Bakugou, ma ciò non impediva a qualche ragazza di avvicinarsi e parlargli. A Katsuki le donne non piacevano, o quanto meno non gli piaceva parlarci, erano sciocche e frivole e deboli ed erano poche quelle per cui provava rispetto; era infastidito da tutte quelle improvvise attenzioni femminili, anche se non se non voleva ammetterne il motivo. In fin dei conti non erano rivolte a lui .
Si farà scoprire e manderà tutto a puttane, si giustificava.
 
Kirishima non lasciava mai il fianco di Bakugou, come spaventato da ogni novità di quella nuova vita, e il guerriero aveva ormai smesso di protestare. Il drago era alla gilda solo da poche settimane, presto si sarebbe abituato e lo avrebbe lasciato stare.
Solo ogni tanto Kirishima si allontanava per delle piccole ricognizioni in solitaria, per tastare il terreno – o perché Bakugou gli aveva urlato di togliersi dai coglioni se non voleva essere preso a calci in culo.
Pian piano aveva preso confidenza e aveva fatto amicizia con altre persone. Aveva imparato i loro nomi e a capire i piccoli e gesti e le espressioni che non gli erano molto chiare. La sfera dei sentimenti umani, per lui che è una creatura impulsiva e semplice, non era una materia di facile apprendimento.
Izuku era simpatico, la prima persona con cui avesse fatto amicizia dopo Bakugou. Non era in grado di utilizzare la magia, ma era comunque un eccellente guerriero dotato di una forza sovrumana. Per Kirishima era un compagno di allenamento piuttosto valido e,quando Bakugou non era in vena, lo affidava alle sue cure e spariva a brontolare da qualche parte.
Era gentile e grazioso, con quel viso tondo e licio e i capelli riccioluti e Kirishima si chiedeva se anche lui fosse attraente. Quando lo domandò a Bakugou questo lo fece saltare in aria con un’esplosione.
 
Tutti i membri della gilda erano affabili e disponibili, buoni compagni di bevute e gente di cui ci si poteva fidare. Kirishima impiegò un mese per ambientasi del tutto e imparare i nomi di ogni membro, anche di quelli che ancora non aveva conosciuto perché erano via per una missione.
- Sei ridicolo. – gli aveva detto una sera Bakugou, mentre facevano ritorno nel dormitorio – Ti comporti come una cazzo di ragazzina. –
- Non è affatto vero! –
- Non le hai parlato neanche una volta da quando sei arrivato e quando la vedi scappi come se la Morte ti stesse mordendo il culo. -
- È un’arpia! –
- Tu sei una fottuta lucertola che sputa fuoco, direi che siete pari. -
 
- Sei un drago, vero? – gli aveva chiesto una volta Mina, trovandolo solo e cogliendolo di sorpresa.
Kirishima era rimasto bloccato per qualche secondo, fissando quella creatura a cui non poteva più sfuggire – Non dirlo a nessuno – le disse solo alla fine, non riuscendo a nascondere una punta di panico nella voce.
Mina gli sorrise e gli fece l’occhiolino – Sarà il nostro segreto –
Col passare del tempo Kirishima dovette ammettere che Mina non era la creatura malvagia e assetata di sangue che compariva nei racconti della sua specie.
 
*
 
- Che diavolo è quell’affare? Non hai di nuovo stabilito il pagamento prima di accettare la missione, vero, Bakugou? – Mina agita appena la testa in un’imitazione piuttosto mal riuscita di un gesto paternalistico e ghigna, mostrando una fila di denti che non ha niente da invidiare a quelli di Kirishima. – Che errore da novellino, imperdonabile. -
- È un fottuto drago – ringhia, irritato nel ricordare improvvisamente la discussione avuta col compagno
- Drago? Perché è così piccolo? A me sembra più una chimera decisamente ben riuscita. Ti hanno fregato di nuovo, amico.- interviene Kaminari.
- È un cazzo di drago, vi dico, e quando diventerà adulto sarà enorme. Ora chiudete quelle cazzo di bocche e fatemi mangiare in pace.
- Non è giusto, Kachan, tu hai già un drago! – si lagna Izuku, con quella voce lamentosa e che irrita Bakugou più di ogni altra cosa. “Midoriya è attraente?” per un attimo gli sfarfalla nella mente la domanda idiota di Kirishima e il suo malumore non fa che aumentare.
Bakugou trascorre il resto della sera meditando di ucciderli tutti e tre e riflettendo su dove sistemare il piccolo drago. La creatura lo fissa con i suoi enormi occhi a palla, in adorazione, ed è così dannatamente inquietante che comincia a capire perché a Kirishima non piaccia.
- Che diavolo hai da guardare? -
 
*
 
 
Non importava quante volte glielo avesse visto fare, era sempre impressionante e mostruoso; le ossa si spezzavano, la pelle si espandeva e poi veniva dilaniata da migliaia di piccole e acuminate scaglie rosse, il volto si deformava, gli occhi si scioglievano ed era tutta una serie di grugniti e gemiti spaventosi. Quando riprendeva la forma umana era anche peggio.
- È doloroso? – gli aveva chiesto una volta, mentre erano soli in un bosco di cui non ricordava il nome , seduti davanti a un fuoco di tutto rispetto.
Kirishima si era preso il suo tempo per rispondergli, quasi come incantato dalle fiamme che danzavano davanti a entrambi e per un po’ Bakugou pensò che non lo avesse sentito – Molto – aveva ammesso alla fine.
- Allora perché lo fai? –
- Perché è la mia vera forma e se rimango umano troppo a lungo non sarò più in grado di tornare drago – Kirishima fissò lo sguardo in quello del compagno e la sua voce tradì la sorprese per quella domanda.
- No, perché fingi di essere un essere umano se sei un fottuto drago? –
- Per te – gli aveva soffiato poi sulle labbra, improvvisamente troppo vicino. Bakugou aveva spalancato la bocca inorridito, preso in contropiede e Kirishima si era messo a ridere con quella sua risata fragorosa e maledettamente irritante.
- Non è divertente, fottuto bastardo
 
 
 
Quando faceva molto freddo ed erano accampati all’aperto, Kirishima si infilava nella sua tenda e dormivano insieme. Bakugou lo sapeva che non lo faceva perché aveva freddo – i draghi non hanno mai freddo – ma fingeva di non sapere il vero motivo. Lo lasciava accucciarsi sotto le coperte con lui, mai troppo vicini da toccarsi, ma abbastanza da sentir il respiro l’uno dell’altro.
La prima volta che avevano condiviso la tenda, non era calcolato ed era l’ultima delle cose che Bakugou avrebbe immaginato.
- Dove dovrei dormire quindi?- gli aveva chiesto una volta arrivata l’ora di coricarsi. Il fuoco stava iniziando a spegnersi e intorno a loro era buio pesto.
- Nella tua tenda?- Bakugou fece roteare gli occhi, contando mentalmente fino a un numero imprecisato per evitare di mettersi a sbraitare. Lui aveva sonno, voleva dormire, non voleva dover ascoltare ancora domande idiote.
- Ma io non ho una tenda. –
- Allora nel tuo sacco a pelo. –
- Non ho neanche quello – Bakugou perse il filo del discorso e smise di contare, le mani iniziarono a sudargli e avvertì le prime avvisaglie della rabbia agitarsi all’altezza dello stomaco.- Sei partito per una dannatissima missione senza tenda o sacco a pelo? Cosa cazzo ti hanno insegnato? –
- Non avevo mai avuto bisogno di queste cose – ammise e poi nient’altro, sentendosi improvvisamente stupido e fuoriposto.
Kirishima era rimasto in silenzio per un po’, riflettendo su qualcosa di confuso e doloroso. Bakugou poteva intuire cosa fosse anche senza il bisogno di chiederlo.
Il biondo si era alzato, aveva raccattato le proprie cose e si era infilato nella tenda.
- Se mi svegli per una delle tue stronzate, ti uccido – gli disse a bruciapelo e Kirishima gli fece uno di quei ridicoli sorrisi tutto denti e zanne.
Aveva scoperto poi che i draghi erano in grado di controllare la propria temperatura corporea e di emanare calore, quindi Kirishima tornava piuttosto utile, anche se nel sonno si agitava come un forsennato e biascicava parole intellegibili in una lingua che lui non conosceva.
 
Quella fu la prima volta che Bakugou non dormì da solo da che era bambino. Aveva dimenticato come il calore di qualcun altro potesse essere così piacevole.
 
 
Kirishima era solito dormire a pancia in su, con addosso solo i calzoni e la faccia rivolta verso di lui. Si posizionava tra Bakugou e l’entrata della tenda, come a volerlo proteggere, e a Bakugou questa cosa dava sui nervi meno di quanto avrebbe dovuto.
- Vuoi che ti calpesti ogni volta che devo andare al bagno? – gli aveva chiesto con semplicità il drago e Bakugou aveva brontolato una serie di insulti e si era rigirato verso l’altro lato, dandogli le spalle e tirandosi l’unica coperta che avevano.
Kirishima dormiva a petto nudo, prono e Katsuki poteva intravedere nella penombra i profili frastagliati delle due cicatrici gemelle che gli deturpavano la schiena, a eterno ricordo della sua vergogna.
Quando aveva deciso di difendere l’umanità, di sceglierla al posto dei suoi simili, di seguire un barbaro che usava la magia dell’esplosione e non aveva rispetto né timore per la loro specie, gliele avevano tagliate e lo avevano bandito. Kirishima si era improvvisamente ritrovato senza ali e privato del proprio nome; Bakugou allora lo aveva portato con sé alla gilda, perché gli aveva salvato la vita e i fottuti debiti andavano saldati.
 
 
- Hai davvero un bel nome di merda – sbottò a un tratto, mentre stavano seguendo il sentiero, diretti a una cittadina vicina per un lavoro.
- Kirishima non è il mio nome, quello me lo hanno tolto insieme alle ali – gli aveva spiegato con una pacatezza insolita per lui.
- Allora come ti chiamavi? –
-Non lo ricordo- aveva ammesso. Spiegargli in che modo il nome di un drago fosse magico e legato al suo stesso essere era troppo complicato, un essere umano non avrebbe potuto capire. Le altre razze si davano nomi per chiamarsi gli uni con gli altri, i draghi lo facevano per poter richiamare loro stesso. Si trattava di una magia antica quanto la loro stessa natura ed essere privati del nome equivaleva a perdere la propria stessa identità. Il nome veniva cancellato, distrutto, e con esso anche tutto quello che si era stati fino a quel momento.
- Ne ho scelto uno nuovo perché gli esseri umani hanno bisogno di sapere che ne hai uno –
- Che cosa significa Kirishima? –
- Drago –
- Sei fottuto drago che si fa chiamare drago? –
Kirishima rise e annuì, i capelli rossi guizzarono seguendo il movimento della sua testa e Bakugo li trovò ancora più ridicoli del solito.
- Da marmocchio mio padre mi comprò una lucertola alla fiera del villaggio. Una bella bestia, lunga dodici pollici e verde come una foglia. Si chiamava Eijiro – Bakugou fece una pausa e Kirishima rimase interdetto, erano già diversi mesi che si era unito alla gilda e che loro due facevano coppia per le missioni e quella era la prima volta che il biondo gli raccontava qualcosa di personale – Era davvero stupida, ti chiamerò Eijiro, Kirishima. –  concluse.
Il drago rimase in silenzio.
- Io non sono una cazzo di lucertola, amico, che problemi hai? Sputo fuoco, pensi che quelle fiamme si siano materializzate da sole?
- Non neghi di essere stupido, quindi. -
 
*
 
 
Alla fine è andato a letto di malumore e il drago lo ha seguito nel dormitorio e si è infilato nella sua stanza in una versione grottesca e più fastidiosa di Kirishima. Bakugou non è riuscito a trovargli una sistemazione migliore e la creatura si è accovacciata in un angolo senza emettere un suono e non si è più mossa.
La mattina non avrebbe saputo dire se fosse più infastidito dal trovarselo acciambellato su una sponda del suo letto o dalla mancanza di Kirishima ad aspettarlo fuori dalla propria porta.
 
Il drago non si fa vedere per tutto il giorno e Bakugou è più intrattabile del solito. Mangia in silenzio, ignora Kaminari e Mina che cercano di estorcergli maldestramente informazioni, si allena fino allo sfinimento, ignorando la buona regola e la ragione che gli suggeriscono di riposare all’indomani del ritorno da una missione; la sera divora la propria cena e va a dormire presto, come non accadeva da quando aveva incontrato Kirishima e questo si era unito alla gilda.
La creatura continua a seguirlo mansueta e scodinzolante per tutta la giornata, in un silenzioso ricordo del litigio del giorno prima. Bakugou potrebbe giurare di averla vista leccarsi il muso più di una volta, come se pregustasse di mangiarlo, se non fosse una cosa del tutto ridicola.
 
*
 
Apprende con una nota di fastidio che Kirishima sembra essere sparito perché è già partito per un’altra missione, con un compagno che non è lui. Non è una cosa insolita, capita che i membri di un team si dedichino a missioni diverse o accettino un altro lavoro mentre l’altro si rimette in forze e Kirishima non è umano, quello che per una persona normale è sfiancante e distruttivo, per lui è appena un pizzicotto un po’ più forte. Pensandoci razionalmente, non c’è assolutamente niente di strano e il drago non deve certo chiedergli il permesso o informarlo dei propri spostamenti. È solo insolito e Bakugou si dice che forse è riuscito a toglierselo finalmente dai coglioni.
Il fatto che Kirishima sia partito solo con Izuku, poi, per lui non è assolutamente un problema.
 
*
 
Kirishima è stupido e allegro e Bakugou si è ormai così abituato ad averlo attorno in ogni istante nella sua forma umana che dimentica cosa sia davvero quasi per tutto il tempo. È solo in alcuni momenti, quando gli occhi gli si accendono di rabbia o la frustrazione diviene troppa per ignorarla, che lo vede, il drago, nel guizzo nervoso dei muscoli, nel modo brusco in cui respira e produce piccoli getti di fumo, nell’iride che diventa più rossa, più mostruosa .
 Kirishima è un fottuto drago, una creatura mitologica che potrebbe mettere fine alla sua esistenza senza neanche troppa fatica se lo volesse, ma è anche un suo amico e a Bakugou non è più capitato di sentirsi minacciato da lui da dopo il loro primo incontro.  È per questo che, quando Kirishima fa ritorno dalla sua missione, Bakugou è sorpreso – spaventato – dal vederlo comportarsi come se fosse un predatore e lui la preda.
 
Kirishima continua a ignorarlo e a rivolgergli la parola quasi mal volentieri. Bakugou all’inizio non ci fa caso –forse- ma è piuttosto insolito
- Sei tornato – gli dice quando si rivedono per la prima volta, dopo la missione, con un tono di voce che potrebbe essere facilmente interpretato come un saluto così come un rimprovero.
- Hai già il tuo drago del cazzo, mi sembra, non essere avido – sputa Kirishima, alludendo al cucciolo che continua a seguirlo ovunque vada, con quegli occhi enormi e i denti che iniziano a spuntargli.
Bakugou è pronto a prenderlo a pugni in faccia, ma c’è qualcosa nel modo in cui la voce di Kirishima suona, simile a un ruggito, bella luce che gli accende gli occhi, che lo fa desistere.
 
Il tempo inizia a trascorrere più lentamente, i giorni si dilatano e le missioni si accumulano una dietro l’altra. Bakugou ne svolge qualcuna da solo, altre con Mina e Kaminari; pattuisce immediatamente il prezzo – solo denaro –prima di accettare qualsiasi accordo e la creatura continua a seguirlo. Il piccolo drago è cresciuto e comincia a essere ingombrante e goffo. Ancora non sa volare, ma  breve non passerà più dalla porta del dormitorio e Bakugou sa di non poter protrarre all’infinito la ricerca di una sistemazione definitiva per lui.
Kirishima continua a non parlargli e Bakugou continua a fingere che la cosa non possa che fargli piacere.
 
 
*
 
 
Quando arriva la Festa del Raccolto, la gilda è in fermento. È sempre una grande festa, fanno baldoria, birra e vino non mancano mai e il Master offre a tutti loro un banchetto invidiabile.
Izuku è già alticcio a metà pomeriggio, come una buona parte dei loro compagni; Kaminari lo hanno perso già a ora di pranzo e se ne va in giro a dare piccole scariche agli altri e a ridere come un idiota. Bakugou ha smesso di guardarlo dopo che è salito su uno dei tavoli per esibirsi in un ballo decisamente imbarazzante.
Mina, invece, siede con lui e bevono insieme. Bakugou non ricorda di averla mai vista alticcia, ma è sicuro che non sarebbe uno spettacolo migliore di quello di Kaminari.
- Quelli come me hanno bisogno di ben più per perdere il controllo – gli aveva detto una volta, dopo una gara di bevute piuttosto disastrosa.
I festeggiamenti per la Festa del Raccolto durano tre giorni e tre notti in cui i loro fegati vengono messi alla prova. Brindano alla gilda, al Master, alle missioni, a ogni singolo membro e poi ricominciano d’accapo finché nessuno di loro è più in grado di reggersi in piedi.
 
Kirishima è come Mina, beve anche più degli altri, ma non perde il controllo. Non avverte neanche l’intontimento dell’alcool, ma si diverte a vedere i propri compagni fare cose che, in condizioni normali, non avrebbero il pudore di fare, dire cose di cui, passata l’ebbrezza, si pentiranno e raccogliere aneddoti con cui prenderli in giro vita natural durante. Un po’ rimpiange di non sentire gli effetti dell’alcool, curioso di sapere cosa si provi, ma quella è un’altra esperienza umana che non può appartenergli.
È la prima Festa del Raccolto a cui partecipa e non è come si aspettava di trascorrerla, ma è divertente e calda e tutti sono felici, quindi deve esserlo anche lui.
- Il calore del mio stomaco fa evaporare l’alcool, mi spiace – spiega agli amici alticci che sono ormai già partiti e continuano a versargli da bere.
Sta albeggiando quando decide di andare a dormire, non perché sia stanco, ma perché l’alcool è finito e i compagni sono quasi tutti svenuti sui tavoli.
Bakugou lo segue con lo sguardo e gli sembra di metterci una vita a realizzare cosa stia facendo. Semplicemente si ritrova in piedi e le sue gambe si muovono contro la sua volontà.
 
È tutta una serie di suoni e gesti confusi, non sa esattamente cosa sia accaduto: se Kirishima abbia rallentato, riconoscendo il suo passo o se lui si sia semplicemente messo a correre – cosa che spiegherebbe perché il suo cuore stia battendo tanto forte da dargli l’assoluta certezza che a breve dovrà sputarlo fuori.
- Tu hai già un drago! Sono io il tuo maledetto drago – registra, mentre Kirishima lo spinge contro una porta e i loro volti cono vicini come non lo erano da una vita. Gli occhi del drago sono rossi, liquidi, inumani, i canini più appuntiti e Bakugou vede già qualche squama spuntare affiorare dalla pelle chiara. O è l’alcool?
- Tu non sei il mio fottuto drago, tu sei mio e basta -  biascica tra i fumi dell’alcol, in una sequela di parole disarticolate e sconclusionate di cui Kirishima riesce solo a cogliere vagamente il senso. Poi chiude gli occhi e si morde la lingua, batte la testa contro la porta un, due, tre volte, con forza, cercando di spegnere ogni cosa.
Superato lo shock, Kirishima lo ferma come se fosse un ragazzino e non un guerrieri grosso quasi quanto lui. Bakugou si arrende e gli permette, per la prima volta, di entrare in camera sua e di metterlo a letto.
-Bastardo -
 
 
La mattina si sveglia in un miscuglio di gambe, braccia e coperte. Gli fa male la testa e il ricordo della sera prima è solo vago, nella mente gli sfarfallano unicamente i dettagli imbarazzanti e, anche se così non fosse, la massa di capelli rossi appoggiati sul suo cuscino sarebbe un indizio più che sufficiente che la sua lingua lo ha tradito.
Kirishima è caldo come sempre e gli dorme un po’ più vicino del solito, a pancia in giù, con una gamba piazzata sul suo addome e le braccia sotto al cuscino. Il respiro è regolare e placido come se fosse nel pieno di un bel sogno, ma Bakugou ha ormai imparato a indovinare quando finge di dormire per non doversi alzare e protrarre la permanenza nella loro tenda il più possibile.
- Bastardo – gli dice, con la voce impastata dal sonno e l’alcool che gli secca ancora la gola.
Kirishima apre un occhio e gli sorride, completamente sveglio – Buongiorno – cinguetta e poi sprofonda un po’ più nel cucino, un po’ più nel materasso, un po’ più vicino a lui.
Rimangono a letto tutta la mattina, senza un motivo specifico. Bakugou ha mal di testa e non ha voglia di alzare la voce per cacciarlo, Kirishima sta fin troppo comodo per pensare di muoversi. La creatura li fissa da un angolo della stanza, l’unica volta in cui ha provato a salire sul letto Kirishima le ha dato un calcio e ha ringhiato, avviluppandosi un po’ di più al biondo.
 
- Si trasformerà anche lui in un essere umano e mi ritroverò un fottuto moccioso tra i piedi? – gli ha chiesto, a un tratto, più per il bisogno di sentirlo parlare dopo tutte quelle settimane di silenzio che per reale interesse. In fondo già sapeva la risposta.
- Non credo, solo la mia specie sa usare la magia della mutazione e poi mi sembra piuttosto stupido –
- Anche tu sei piuttosto stupido – e gli sorride. Kirishima lo colpisce con un buffetto, piano, e gli si fa un po’ più vicino.
- Come lo hai chiamato? –
- Drago –
- Un fottuto drago che si chiama drago –gli fa il verso Kirishima e Bakugou si acciglia.
- Ho avuto una sola stupida lucertola e il suo nome del cazzo l’ho già dato a te -
 
 
*
 
 
- Io non lo farei dormire con me, sai? – gli dice mostrandogli un sorriso enorme e tutto denti –  I cuccioli di questa specie sono famosi per accoppiarsi con i loro padroni e poi divorarli –
- Cosa? –
 
 
 
 
 
 
   
 
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