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Autore: LunaNera17    15/02/2019    4 recensioni
Sai, ho visto gli occhi tuoi
Quando scende
La bellezza
In fondo al cuore

Gli occhi di Lily ridono, gioiosi, vivi, pieni di speranza. Quel verde che fa impallidire le campagne irlandesi. E’ semplicemente stupenda.
“Esprimi un desiderio, Severus”
Perché non diventi mia per sempre?
*
Song-fic basata sulla stupenda "Occhi", di Zucchero. I pensieri di Severus sul suo amore vissuto in silenzio, di come un paio di occhi verdi gli abbia cambiato la vita, gioia e tormento fino all'ultimo suo respiro.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Occhi

Poi, ho visto gli occhi tuoi
Rotolando verso casa
Chiamare i miei
Che bella sei

“Severus! Sev aspettami!” la sua voce cavalca il vento assieme al profumo dei fiori estivi. Corriamo giù per la collina assaporando attimi perfetti in quell’estate afosa. Lily salta e ride, incespica sul prato. Il sole illumina le sue ciocche purpuree, che danzano come fiamme intorno al suo viso. Per me è semplicemente bellissima.
Ogni pomeriggio, prima di salutarci, percorriamo insieme metà della strada che conduce a Spinner’s End. Lily non ha il permesso di arrivare fino in fondo alla collina, là dove il sentiero si ricopre di ciottoli squadrati e si addentra tra case diroccate e flatulenti. Non biasimo i suoi genitori, nessun padre responsabile permetterebbe alla propria figlia dodicenne di metter piede in un quartiere malfamato pieno di ubriaconi e delinquenti.
Eppure è la mia casa. Sporca, degradata, piccola, ma pur sempre il luogo in cui sono costretto a passare le mie vacanze estive. La odio, me ne vergogno, ma allo stesso tempo provo un sottile senso di gratitudine verso di essa. Se avessi abitato in un quartiere magico, forse non avrei mai conosciuto Lily.
Giungiamo al bivio vicino al parco giochi, il nostro luogo di incontro e di separazione. Lily tergiversa, non vuole tornare a casa. Io nemmeno. Si avvicina alla staccionata e poggia le piccole mani su di essa. Ha le guance rosse per la corsa, il respiro appena pesante. I suoi occhi verdi però hanno perso un po’ della brillantezza di prima.
“Come vanno le cose con Petunia?” chiedo. Lily alza le spalle.
“Al solito… non vuole parlarmi, dice che non vuole essere contagiata dalla mia anormalità”
Mi ribolle il sangue nelle vene. Quella Babbana non sa di che parla. Lily è una strega eccellente, una vera forza della natura, riesce in quasi ogni materia ed è amata e benvoluta da tutti. E’ comprensiva, divertente, gentile, fiera. Non ha assolutamente niente di anormale.
Ma cosa può capire una stupida Babbana di magia?
Mi mordo la lingua per non sputare commenti al vetriolo, Lily ci rimarrebbe male nonostante tutto. E’ ancora molto protettiva nei confronti di Petunia. Mi limito ad affiancarla, in mancanza di parole adatte spero di comunicarle il mio sostegno solo con la vicinanza.
Il sole si sta abbassando, ma è così difficile separarmi da quegli occhi. E’ il tramonto che rende quel verde smeraldo ancora più vivido? Le sue guance ricoperte di efelidi sono sempre state così lisce?
“Devo andare Sev” sussurra. Mi regala un veloce bacio sulla guancia, riducendomi a una statua di sale.
“Buonanotte”
Saluto con la mano quando ormai è già lontana, su per il pendio. Il mio cuore riprende a battere, impazzito.

Che belle fai
Le belle sere
Sai, ho visto gli occhi tuoi
Quando scende
La bellezza
In fondo al cuore

Sbatto la porta dietro di me, fuggendo via. Devo mettere più distanza possibile tra me e questo covo di pazzi. Voglio dimenticarmi delle urla di mio padre, del suo fiato impregnato d’alcool, delle lacrime di mia madre. Voglio correre fino a non sentire più il dolore per le botte. Lo schiaffo che mi ha dato mia madre brucia più dei calci di mio padre. Lei, che ha deciso di rinnegare il suo mondo, di vivere in modo miserabile per amore di un uomo che non vale niente. Lei che continua a difenderlo nonostante lui sia una bestia.
Voglio vedere il suo viso. Lily riesce a mettermi di buonumore con un solo sguardo. Mi arrampico sulla collina, infagottato nei miei vestiti troppo grossi, quelli dismessi dal figlio del compagno di bevute di mio padre. Peccato che lui sia un diciottenne palestrato, e io un quattordicenne con solo un po’ di pelle sulle ossa. Lo odio, quell’uomo che osa chiamarsi mio padre preferisce spendere in vodka tutto il suo stipendio, piuttosto che prendersi cura della propria famiglia. Lo odio.
Sono sotto alla sua finestra, è già buio ma la luce della sua camera è ancora accesa. Lancio un sassolino, ma i miei muscoli poco sviluppati mi tradiscono. Sbaglio mira, il sasso rotola dispettoso sulle tegole della tettoia. Riprovo, e stavolta centro la finestra. Se solo potessi usare la magia non mi umilierei così. Lancio un altro sasso per sicurezza, e dopo qualche secondo Lily appare, come una visione, nello specchio della finestra. Indossa un leggero pigiama bianco, che le ricade morbido sulle forme di donna che si stanno sviluppando. Mi sembra un angelo. Il mio angelo.
“Sev” sussurra “tutto bene?”
Le faccio cenno di scendere, incapace di proferire parola. Il dolore si è già attenuato, la mia guancia destra è calda non più per lo schiaffo ma per quell’indefinita sensazione di tepore che mi pervade ogni volta che la vedo.
Lily guarda dietro di sé, poi con fare esperto scavalca il davanzale e si cala sulla tettoia sporgente, per poi scendere fino a una pila di cassette in legno posizionate a bella posta. Le porgo una mano e la aiuto ad atterrare sull’erba. E’ così calda, in confronto alla mia.
“Vieni, andiamo sul retro” mi guida nel giardino di casa sua, ci sediamo sotto un albero. Lì, protetti dal cespuglio di ortensie preferito dalla signora Evans, possiamo parlare indisturbati.
“Hanno litigato di nuovo?” chiede apprensiva. Annuisco, non serve aggiungere altro. I motivi sono i soliti: i soldi, la magia, la mia inettitudine, l’alcool, i soldi, il lavoro di mio padre, i soldi. Se non mi frapponessi tra lui e mia madre, le avrebbe già rotto qualcosa.
“Sei ferito?” chiede ancora. Scrollo le spalle. Non voglio che veda i lividi, non voglio che scopra la mia pelle cadaverica, che esponga il mio corpo orribile.
Ma conosco Lily abbastanza bene da sapere che  non è soddisfatta. Mi tasta un braccio e quando mi vede sobbalzare solleva la manica, scoprendo un livido violaceo. Sussulta, ma io mi libero con uno strattone e mi ricopro, pieno di vergogna. Non sarò mai abbastanza per una come lei.
Non guardare me, guarda dentro di me. Non fermarti a questa orribile apparenza.
“Sto bene” mugugno.
“Sev ti devo medicare… lascia che prenda una crema” sussurra a sua volta, contrita.
“Tsk, come se quegli impiastri Babbani funzionassero” replico sprezzante. Lily si ritira, offesa. So di aver esagerato. Ancora una volta ho insultato il suo mondo, ma non provo rimorso.
“Scusa” borbotto, non troppo convinto.
Rimaniamo in silenzio per un po’, guardando il cielo scuro trapuntato di stelle. E’ arrabbiata? Mi lascerà solo? Forse me lo merito, se riesco a danneggiare anche un fiore così prezioso.
“Severus, guarda, guarda!” la sua voce spezza la quiete, emozionata “una stella cadente!”
Un bagliore fugace, con la coda dell’occhio vedo la scia sparire tra le fronde dell’albero. Mi volto verso Lily, che ancora guarda il cielo elettrizzata. Il suo sorriso è cento volte più bello del manto stellato.
Poi ruota anch’essa il viso verso il mio e la sera all’improvviso pare più bella. Gli occhi di Lily ridono, gioiosi, vivi, pieni di speranza. Quel verde che fa impallidire le campagne irlandesi. E’ semplicemente stupenda.
“Esprimi un desiderio, Severus”
Perché non diventi mia per sempre?

Come vorrei
Come sei bella
Flying away
Tu scendi da una stella
Flying away
Così talmente bella
Flying away

Il destino è un crudele bastardo. Gioca con i sentimenti umani, li culla, li alimenta, li amplifica a dismisura per poi calpestarli senza pietà. Forse era già tutto scritto, forse ho sbagliato tutto. Eppure da dopo quell’estate nulla è stato più lo stesso.
Ricordo quel desiderio espresso sotto le stelle. Ricordo di aver pensato di dover diventare più forte, più sicuro di me, per riuscire a proteggerti.
Ma la mia unica arma, Lily, è l’astuzia, l’intelligenza. Non ho la bellezza di Black, né il carisma di Potter. Non ho la sua faccia tosta e la battuta pronta, né quell’aria da ragazzo viziato e onnipotente che fa sospirare tante sgualdrine. Quel che faccio lo faccio per te, Lily. Per proteggerti e dimostrarti di non essere un buono a nulla. Ti prego, cerca di capirlo. Guarda oltre il mio volto scarno.
Hai sempre insultato Potter. Quando siamo insieme non fai che lamentarti di quanto sia egocentrico e pieno di sé, eppure a pranzo sedete sempre a pochi posti di distanza. Eppure nei corridoi vi vedo in gruppo dopo le lezioni, e lui non perde occasione di avvicinarti.
Dici di odiarlo, ma durante le partite di Quidditch tifi per lui. Non per Grifondoro, non per la squadra, per lui. Quando ti riempie di attenzioni ti arrabbi, ma solo io noto quel lieve rossore che ti colora le guance. Io, che ho studiato le tue lentiggini una per una e conosco l’esatta gradazione del tuo incarnato, vedo il sangue affluire sulle tue gote, seppur impercettibile, e le mie vene si ghiacciano.
Non so cosa sta succedendo, ma sei sempre più lontana, mia Lily. Ultimamente non facciamo che litigare. Mi rimproveri per ogni cosa, per le mie amicizie, per i miei studi, per come trascorro il mio tempo libero. E’ colpa mia se sono finito a Serpeverde? Cosa dovrei fare, ignorare completamente i miei compagni di stanza? Forse dovrei passare il tempo a farmi umiliare da Potter, così forse ti piacerei di più.
Lancio il libro di Trasfigurazione attraverso la stanza, stizzoso. Non ne posso più. Credevo di aver trovato finalmente un posto nel mondo, un piccolo angolo felice in questa scuola, eppure tutto mi si sta ritorcendo contro, la mia vita si sta di nuovo accartocciando. E tu stai volando via, via da me.

*

“La smetti di sfogliare quella roba?” Lily mi lancia una cartaccia con più violenza del normale. La guardo di sbieco, ma non accenno a lasciare “De Potentissim Potionibus”. Ottenere il permesso da Lumacorno è stato facile, stravede per me e Lily ed è assolutamente convinto che io voglia fare una ricerca sugli ingredienti rari proibiti dalla Somma Congrega degli Autorevoli Pozionisti.
“E’ solo curiosità didattica” replico, indifferente. Il pugno di Lily si chiude, rabbioso.
“Quindi immagino che il veleno che ho confiscato a Avery l’altra sera non fosse opera tua” sento i suoi occhi infuriati su di me, ma continuo a ignorarla.
“Non so di cosa tu stia parlando” sibilo. Meglio che non le riveli che volevamo testarne l’efficacia su Potter. Potrebbe indisporla leggermente.
“Smettila di comportarti da stronzo. Non sono un’idiota, Severus”
Chiudo il libro di scatto.
“Ah no? E allora cosa stavi facendo l’altro giorno con Potter?” sbotto. Sarei io l’idiota? No certo, non lei, la perfetta Lily Evans, che tuttavia ho beccato a far la gallina con quel … quell’ abominio di Potter.
“Potter? Se posso gli sto il più lontana possibile… cosa avrei a che fare con quel galletto?”
“Ti ho vista l’altro giorno, tutta sorrisi e gentilezza… cos’è, ammiravi il suo fisico in divisa?” sputo, fuori di me dalla gelosia.
Lily scoppia a ridere, di una risata senza gioia.
“Hai battuto la testa contro un Gargoyle?” mi sbeffeggia.
“So quello che ho visto…”
“A me pare proprio di no” mi sfida.
Bene. Sfida accettata.
“Tranquillo Potter, potrai tornare a tormentare Marlene col Quidditch molto presto” imito la sua voce, rendendola esageratamente stridula e civettuola “perché non mi accompagni in infermeria? Stavo giusto andando a trovarla”
Sbatto le ciglia ripetutamente, provocandola. Lei mi guarda allibita.
“Non ho detto così!” sibila “e gelerà l’inferno prima che io sbatta le ciglia in questo modo di fronte a Potter. Mi ha solo chiesto informazioni sull’influenza di Marlene”
Sbuffo, contrariato.
“Si, come no”
“Sai Severus, è decisamente insultante che tu pensi che, dopo tutto quello che ti ha fatto, e dopo tutte le cose che ci siamo detti, io possa davvero comportarmi in quel modo con Potter. Sai che ti dico? Credi quello che ti pare, non perderò il mio tempo a sentirmi dare della gallina”.
Dopo queste parole Lily si alza, raccoglie di fretta i suoi libri e abbandona la stanza. Ancora una volta rimango a guardare la sua schiena che si allontana.


Poi, ho visto gli occhi suoi
Come grano in mano al vento
Son ciliegie del mio pianto
Così tanto io ti sento
Sai, ho visto te con lui
Quando scende
La tristezza
In fondo al cuore

James e Lily, Lily e James. Potter e Evans. La notizia sta facendo il giro del castello a tempo record. C’è chi dice di averli visti mano nella mano diretti verso Hogsmeade, chi li ha avvistati sotto al salice piangente stretti in un bacio appassionato. I più maliziosi sostengono di aver visto Potter versare un filtro d’amore nel calice di Evans.
Quanto vorrei poterci credere. Ma anche il pozionista più mediocre si renderebbe conto che l’espressione sul volto di Lily non è quella tipica di chi si trova sotto l’influenza di un filtro. Lily è sempre magnifica, brillante, sorridente, fiera. E’ sempre rimasta se stessa, ed è questo dettaglio che mi fa soffrire più di ogni altra cosa.
Lily è innamorata. Realmente, incontrovertibilmente innamorata.
La conosco e so meglio di chiunque altro che non si sarebbe mai e poi mai concessa a Potter, se non fosse per un sentimento forte, vero.  Se qualcuno mi strappasse il cuore dal petto e ci facesse passare sopra una mandria di Erumpent proverei meno dolore.

Perché proprio lui? Perché quel buono a nulla borioso e arrogante? Stupida, stupida Evans. Pazza. Stupida. Alla fine sei caduta anche tu nella sua tela. Maledetto ragno velenoso. Quell’imbecille non ti porterà altro che guai.
In questi giorni si aggira per la scuola alternando un’espressione da pesce bollito al suo solito sorrisetto compiaciuto. Sei contenta di essere diventata un altro dei suoi trofei?
Tu eri l’unica cosa che io avevo e lui no. Il mio unico vantaggio. L’amica con la quale potevo camminare a testa alta. Fama, bellezza, bravura nel Quidditch, una famiglia agiata e amorevole, nulla di tutto ciò era importante se tu eri al mio fianco, tu, l’unica persona che lui desiderava ardentemente e che invece regalava sorrisi a me, e a me soltanto.
Potter è riuscito a togliermi persino il tuo affetto. Alla fine ce l’ha fatta. Dannato Potter, è tutta colpa sua. Vorrei spaccare quel suo naso perfetto, strappargli quel cespuglio di capelli ridicolo che si trova in testa e sfregiargli il sorriso. Nulla basterebbe a sanare il male che mi sta facendo.
Lo odio. Odio quei suoi occhi nocciola vuoti come il suo cervello. Odio come ti cercano e ti fanno sorridere non appena te ne accorgi. Odio le sue mani che stringono le tue, il suo viscido braccio che ti circonda le spalle.
Domenica vi ho visti insieme. Ancora prima che il pettegolezzo si diffondesse dalla torre di Astronomia fino alle profondità del Lago Nero. Eravate abbracciati, seduti sotto quel dannato albero. Lui ti sussurrava qualcosa all’orecchio e tu ridevi. Ridevi, felice come non ti vedevo da tempo. Poi tu gli hai messo una mano tra i capelli, imitando quel gesto che tante volte avevi disprezzato. Quel gesto trasudava una tale intimità che mi sono sentito crollare la terra sotto i piedi.
Tu e lui. Insieme. Il mio peggiore incubo. Ancora non ci credo, non può essere. Se non ingurgito un veleno mortale è perché sono fondamentalmente un vigliacco.
Lascio scivolare tutte le mie lacrime lungo il viso, silenziosamente, chiuso nei recessi di un bagno sporco nelle profondità dei sotterranei.
Un Serpeverde non piange.

Come vorrei
Come sei bella
Flying away
Tu scendi da una stella
Flying away
Così talmente bella
Flying away

Lily Evans e James Potter si sono sposati. Nonostante la guerra imperversi violenta in ogni angolo del Regno Unito, la comunità magica adora riportare questi eventi in pompa magna.
Quegli idioti di Avery e Mulciber me lo ricordano a intervalli regolari da una settimana. Imbecilli. Fingo indifferenza, ma ogni loro parola è una pugnalata al petto.
Alla fine sei davvero volata via.
Non ho più nulla che mi leghi alla mia giovinezza. Il Severus di qualche anno fa è morto. Odio, tristezza, rancore, dolore. Tutto ciò che voglio è spazzare via la feccia che ti ha portato via da me.

Dov’è
Che il vento
Ti porta via
Dov’è
Che il cielo
Tramonta
Quando scende
La tristezza
E invade gli occhi

Singhiozzi. Pensavo di aver già provato tutto il dolore possibile, ma nulla è paragonabile a questo. Nulla è così straziante come il sapere che il tuo sorriso non illuminerà più questa terra. E che è tutta colpa mia.
Le lacrime sono finite da un pezzo, lasciando solo una scia salata sulla pelle. Il resto delle ore le ho trascorse a singhiozzare. Scosse profonde, che mi scuotono anche l’anima. Ho il petto squarciato in due, non credo guarirà mai.
Non ci sei più, non sei più qui, te ne sei andata. Leggera e fugace come una folata di vento, una mattina di ottobre non c’eri più. Il mondo è in festa ma io voglio solo morire. Voglio smetterla di vedere il tuo volto esanime, gli occhi una volta così vivi persi nel vuoto. Non voglio più sentire la tua pelle fredda, il pianto di tuo figlio, il tuo corpo abbandonato e pesante. I capelli sparpagliati per terra, disordinati e sporchi di calcinacci.
Dopotutto non sono riuscito a proteggerti. Ti ho anzi messa in pericolo, ho condotto l’ira del Signore Oscuro da te.
Sono riuscito a distruggere l’unica cosa bella che mi sia mai capitata nella vita, l’unica donna che io abbia mai amato.
Qualcuno mi uccida. Qualcuno venga qui e mi tolga la vita, da solo non ho il coraggio. Qualcuno mi punisca per il mio errore imperdonabile.
Lily dove sei? Potrai mai perdonarmi? Partendo da questo mondo hai portato con te tutta la luce, tutta la speranza. Sto annegando in un buio senza fine, il mio cuore è chiuso nelle tenebre.

C
ome vorrei
Come sei bella
Flying away
Tu scendi da una stella
Flying away
Così talmente bella
Flying away
Così talmente bella

Flying away
E te ne vai
Te ne vai
Te ne vai, via, via, via

*

“Harry Potter” il nome del bambino sopravvissuto echeggia nella Sala Grande, e subito cala il silenzio. Un ragazzino dal passo incerto e gli occhi bassi caracolla verso il Cappello Parlante. Come non riconoscerlo. Stessi lineamenti del padre, stesso naso, stessa bocca sprezzante, stessi capelli indomabili. Mingherlino, media altezza. La sua copia sputata. Quasi mi fa impressione. Non ho dubbi che abbia ereditato anche la boria e l’arroganza.
Dopo qualche minuto un boato scuote le pareti della Sala. I Grifondoro al solito non sanno contenersi, la loro sciocca goliardia li rende più rumorosi di un branco di scimmie urlatrici. Potter sorride, anzi ghigna, sembra soddisfatto. Nauseante.
Riporto la mia attenzione sullo smistamento, finché Zabini non viene assegnato alla mia casa e finalmente la conta dei marmocchi giunge a termine. Ignoro Silente e le sue stramberie, lasciando vagare i miei pensieri su quel ragazzino. E’ indisponente che non abbia preso assolutamente nulla da sua madre. E’ come se quell’idiota di James Potter si fosse reincarnato in lui, in tutto il suo nauseante splendore.
E come poteva essere altrimenti? Potter era come una pianta infestante, allungava i suoi rami tentacolari in ogni direzione, finché non faceva sua ogni cosa.
Poi, durante il banchetto, accade. Il mio sguardo vaga, infine, su Potter e i nostri occhi si incrociano. Verdi. Dolcemente allungati. Gli occhi di Lily.
Un dolore che credevo ormai sopito mi toglie quasi il respiro. Contraggo il volto in un’espressione di odio e dolore. E’ la mia personale tortura, il mio peggior nemico che mi fissa con gli occhi del mio unico amore. La prova tangibile, fisica, del loro amore, il motivo per cui Lily ha dato la sua vita.
Potter, al suo tavolo, mi guarda senza capire. Ma nella mia follia sento che sta godendo, e James con lui, per tutto il dolore che mi sta infliggendo e continuerà a infliggermi finché vivrò.
Sono così vicini, eppure irraggiungibili, quegli occhi che tanto ho desiderato e che mai più potrò avere.

Sai, ho visto gli occhi tuoi
Quando scende
La tristezza
In fondo al cuore…



L'angolino di LunaNera

Ciao a tutti carissimi lettori! Non sono abituata a scrivere le "note dell'autore", perciò non tiratemi troppi pomodori se scriverò assurdità.
Sono la persona più impacciata del creato >.<
Questa Song-Fiction è nata per caso, mentre ascoltavo la canzone Occhi di Zucchero (qui il link). L'ho trovata assolutamente perfetta per parlare del complicato rapporto tra Lily, Severus e James, così ho partorito questa piccola one-shot. Non sono una fan della Lily/Severus, ma Snape resta comunque un gran personaggio, complesso e tormentato da sentimenti conflittuali, che durante la saga ci regala continui colpi di scena.
Se qualcuno volesse farmi sapere cosa ne pensa, anche con poche parole, ne sarei immensamente grata! Lodi e critiche sono entrambe ben accette :)

Lunanera

  
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