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Autore: SuperCorpKL    15/02/2019    2 recensioni
"Giuro solennemente di svolgere fedelmente il ruolo di Presidente degli Stati Uniti d’America. Giuro che nel massimo delle mie capacità, io tutelerò, proteggerò e difenderò la Costituzione della Nazione."
Con il peso del mondo libero sulle spalle,Lena Luthor dovrà adattarsi alla sua nuova vita alla Casa Bianca, dove conoscerà il suo staff. In particolare una bionda dagli occhi magnetici, Kara Danvers, sin dall'inizio l'attrazione tra le due donne è palpabile. Tanti segreti ruotano attorno alle due donne, segreti in grado di...
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Kara Danvers, Lena Luthor, Maggie Sawyer
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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I giorni alla Casa Bianca passavano velocemente, erano sempre tutti molto impegnati e non ci si poteva fermare un attimo perchè bastava una minima distrazione e poteva succedere di tutto.
Tirando un sospiro stanco, Kara entrò nel suo appartamento. Camminava trascinando i piedi sul soggiorno dove trovò Alex, James, Winn e Mike stravaccati sul grande divano a guardare Terminator 2, il film preferito di Alex.
 
"Attenti, ecco Kara! Fai gli straordinari?" La prese in giro Winn, distogliendo lo sguardo dallo schermo della televisione per guardare la sua compagna di appartamento appena arrivata.
 
Kara non rispose e spinse più in là Alex per sedersi. Sprofondò sul morbido schienale e sospirò di nuovo e sorrise a Winn.
 
"La Luthor ti rende la vita dura?" chiese Alex guardandola divertita. "Se vuoi cambiamo i ruoli, tu ti occupi della logistica e io di sorvegliare il presidente."
 
"Assolutamente no!" Disse con un tono abbastanza alto tanto da attirare occhiate curiose da tutti "Cioè...volevo dire che io non ci capisco niente di logistica, lo sai Alex!" 

"Hai ragione, combineresti un disastro dietro l'altro." Continuò a prenderla in giro la sorella. "Mi dicono che ti tiene in movimento."

" Non ne hai idea." si lamentò Kara. "Questa donna non sta mai ferma!" 
 
" Esatto." aggiunse James." Dobbiamo costantemente tenerla d’occhio, è pazzesco!"

"Adesso capisci cosa significa, Kara. Anche tu sei una donna che non sta mai ferma."

"Ma io non corro nessun pericolo." Disse riferendosi alla sua super forza.

"Io non ne sarei così sicura." Alex incrociò le braccia, riferendosi chiaramente alla kryptonite.

"Un punto debole l'abbiamo tutti." La difese Mike. 

"Appunto, Mike ha ragione!" confermò Kara ottenendo un sorriso compiaciuto dal ragazzo.

Avere costantemente Lena Luthor sott’occhio non era davvero il problema... anzi, Kara provava un gran piacere nel guardare i suoi modi di fare e gesti e raramente aveva distolto lo sguardo da lei da quando era in servizio.
 
Era passata una settimana da quando aveva iniziato a lavorare come Capo della Sicurezza della Casa Bianca e aveva già imparato a memoria ogni curva del corpo del Presidente. Non era mai stanca di guardarla camminare davanti a lei, memorizzando ogni ondeggiamento dei fianchi della mora e non perdendo mai di vista la sua scollatura che lei le offriva tutte le volte che si chinava sulla scrivania.
 
No, Kara non si lamentava affatto di dover tenere costantemente Lena Luthor sott’occhio. Era piuttosto il non riuscire a farlo che la infastidiva. Si perché la Signora Presidente aveva deciso di rendere il suo lavoro e quello della sorella un inferno, facendo tutto di testa sua. Erano da una settimana a capo del paese e aveva già fatto in modo di infrangere una decina di protocolli di sicurezza. Aveva l'abitudine di piantare in asso gli agenti responsabili della sorveglianza non avvertendoli di stare uscendo da un luogo per raggiungerne un altro. Ciò ha fatto sì che il lavoro delle sorelle raddoppiasse e quindi lei si sentiva doppiamente sfinita nonostante il suo corpo poteva resistere a qualsiasi sforzo senza uscirne stanco.
 Lena era instancabile!
 
"Come mai sei a casa?" Domandò Alex, portandola via dai suoi pensieri. " Pensavo fossi di turno stasera".
 
-"L'incontro con il Giudice Supremo è stato annullato." la  informò. "Quindi la serata è tranquilla ... Ho lasciato due reclute."
 
"Perchè io non vengo informata? Sono il capo anche io."

"Volevo informarti ma quando ti ho contattata mi hai detto che non potevi parlare, eri in dolce compagnia e allora ho deciso di lasciar perdere."

Alex arrossì pensando alle due ore passate con Maggie, doveva essere per lavoro ma erano finite a parlare e ridere delle loro disavventure.

"Alex, devi dirci qualcosa?" chiese Winn che subito dopo alzò le mani in segno di resa dopo un'occhiataccia ricevuta dalla Danvers più grande " Ho capito, ho capito...non devi dirci nulla."

"Siamo qui per lavoro, nessuno deve legarsi sentimentalmente. Capito? Non fatemelo ripetere." Disse dura e lanciando uno sguardo sulla sorella che corrucciò la fronte.

  " Quindi sei dei nostri stasera?" Chiese Mike ignorando gli sguardi e il discorso.
 
"Sì!"
 
"Allora si esce!" esclamò Mike eccitato. 
 
Kara fece una smorfia, pensando che sarebbe stato meglio per lei  guardare un film per poi raggiungere la sua stanza e dormire fino all’indomani mattina. 

"Non sei stanco, Mike?" chiese Alex appoggiando pienamente la smorfia della sorella.

"No, sono pieno di energie. Dai, Kara! Tirati su." Provò a sollevarla lui ma non ci riuscì.
I due si erano conosciuti due anni prima quando Mike era ancora un semplice barista e no un agente del DEO, parlavano molto quando lei si accomodava al bancone. Una sera l'aveva visto difendere una ragazza da quattro brutti uomini, non gli era finita bene però li aveva allontanati e vista la mancanza di uomini al DEO, Kara aveva indicato il ragazzo alla sorella che accettò insieme a J'onn di reclutarlo, senza ombra di dubbio era un ragazzo davvero esuberante e Alex si lamentava molto di questo, per addestrarlo aveva sudato sette camicie però dopo aver capito il meccanismo era stato facile. Con Mike bastava parlare di una cosa o meglio di una persona...Kara. Lei lo vedeva solo come un amico e questo al ragazzo non piaceva e infatti spesso organizzava qualcosa per la ragazza che apprezzava lo sforzo ma non gli dava nessuna speranza. 
 
Finì per essere trascinata, per volere suo ovviamente, dal ragazzo.

"Venite anche voi, vero?" Chiese Kara. 
Tutti annuirono, tranne Alex.

"Mi dispiace sorella, io passo." disse sbadigliando.

"Questa me la paghi." rispose a denti stretti mettendo il broncio.
Alex le sorrise e le lasciò un bacio sulla guancia.

"Mi farò perdonare. Buona serata ragazzi." 
 
Kara annuì e con gli altri si diresse al bar più vicino.

***
 


Con un mal di testa orribile ed il suono stridulo della sua sveglia, Kara si svegliò la mattina dopo. Con un colpo deciso sgretolò la sveglia e cercò il suo telefono sul comodino guardando l'ora.
 
"Ohu"  Ringhiò lei, distendendosi sulla schiena.
 
In quel momento, si rese conto che non era sola nel suo letto. Aprì bruscamente gli occhi e li posò sul corpo del ragazzo steso accanto a lei a pancia in giù senza maglietta, riconoscendo immediatamente Mike, che diamine ci faceva lì? Aveva forse bevuto troppo? Si era fidata del ragazzo al suo fianco e aveva bevuto solo due bicchieri  con del contenuto forte all'interno. Sapeva di essere capace di combinare disastri da ubriaca e forse ne aveva appena fatto uno. Alzò le coperte e sospirò di sollievo quando vide che era ancora vestita.
 
Kara scostò il piumone e uscì i piedi dal letto mettendosi a sedere. Chiuse gli occhi per un secondo per cercare di alleviare il mal di testa, ma soprattutto per provare a raccogliere alcuni ricordi del giorno prima. Alla fine si arrese e decise di svegliare Mike. 

"Mike! SVEGLIA!" disse a voce alta scuotendolo.
 
"Mmm mamma, è presto. Tra poco."

Kara si innervosì parecchio e con un colpo secco gli tolse le coperte e Mike spalancò gli occhi e si mise a sedere immediatamente.

"Cos'è successo?" chiese stropicciandosi gli occhi.

"Dovrei chiederlo io a te." Lo rimproverò Kara incrociando le braccia. "Mi hai fatta ubriacare."

"Hai bevuto solo due bicchieri, hai i superpoteri e ho pensato che potessi reggere quei due bicchieri. Io ne ho dovuto bere cinque."
 
"Come siamo arrivati qui e soprattutto perchè sei nel mio letto senza maglietta?" 

"Sei stata tu a tirarmi nella tua stanza, dicevi delle cose incomprensibili a bassa voce e ho pensato di seguirti per aiutarti."

"Cose incomprensibili?" sgranò gli occhi cercando di sforzarsi ma nulla e continuò a mostrarsi arrabbiata con il ragazzo. "Hai ben pensato di toglierti la maglietta e stenderti nel mio letto."

"Io dormo così." Cercò di difendersi Mike. "Scusami, non volevo fare nulla di male." Disse sincero.

"Va bene." Ammorbidì il suo sguardo lei. "Ma non farmi ubriacare mai più."

"Promesso."
  
 Kara provò si nuovo a pensare alla sera prima e l'unica cosa che le venne in mente fu che lei aveva trascorso gran parte della sua serata a fantasticare su una donna dai capelli scuri e dagli occhi straordinariamente verdi con delle sfumature strepitose che cambiavano in base al suo stato d'animo, un sorriso che avrebbe fatto sciogliere chiunque e delle gambe per le quali avrebbe venduto anche la propria anima.
Quelle gambe che erano fuori portata, inaccessibili. Perché appartenevano al suo capo. Capo che si era rivelato essere il Presidente degli Stati Uniti d'America!
Così scacciò immediatamente il pensiero e tornò a guardare Mike.

"Dobbiamo andare a lavorare." disse avviandosi verso la porta. "Ricomponiti e preparati."
 
"C'è qualcosa per il mal di testa." Domandò Mike mentre Kara stava per lasciare la stanza.
 
"Sì, ma meriteristi di stare con il mal di testa." rispose lei, ma era troppo buona e quindi gli indicò il posto dove si trovavano i farmaci. "Ti voglio lucido entro un'ora, se mia sorella ti vede così ti rispedisce a casa." Lei si stava già riprendendo, grazie ai suoi poteri.
 
 
Meno di mezz'ora dopo, superò la sicurezza della Casa Bianca e camminò con passo pesante verso la sorella.
 
"Grazie a Rao!" Esclamò, afferrando la tazza di caffè che Alex si apprestava a portare alla bocca.
 Bevve un sorso e tirò un sospiro di sollievo prima che  lei  le si posizionò davanti nel corridoio.
 
"Ehi!" S'indignò la sorella.
 
"Mi dispiace, ma ne avevo bisogno e poi dovevi farti perdonare." disse in sua difesa.
 
"Hai bevuto ieri sera, Kara?" 

"Io? Pff...forse un pochino." 

"Cosa mi ha promesso l' anno scorso?" disse incrociando le braccia.

"Dai sorellona, non arrabbiarti. Sto bene." le stampò un bacio sulla guancia. "Non lo farò più, promesso."

 
"Mi sembra una buona idea." inveì, gettandole uno sguardo.
 
"Hai chiesto alle guardie com'è andata stanotte?" chiese Kara cambiando discorso.
 
" Relativamente tranquilla, è rimasta alla sua scrivania fino alle 2 di notte ed ha lasciato il suo appartamento alle 7 di questa mattina." 
Kara alzò gli occhi al cielo, doveva riposare le aveva detto.
 
"Instancabile, davvero." Borbottò.

"Già. Io vado ad organizzare il protocollo di oggi per l'uscita, tu puoi andare da lei."
 
Kara annuì e si congedò. 
Camminò per i corridoi per raggiungere lo Studio Ovale e quindi il Presidente. Ma quando girò l'angolo del corridoio che conduceva all'ala presidenziale, fu sorpresa nel vedere Lena, un centinaio di metri dal punto in cui avrebbe dovuto essere, discutere con un uomo, animatamente, ma soprattutto lei era esasperata- ma non del tutto sorpresa- di ritrovarla “sola”.
 
Con un sospiro spazientito, Kara avanzò rapidamente nella loro direzione. 
 
" Presidente." la salutò  inviandole un sorriso educato, ma che non nascondeva sua irritazione.
 
Lena ringraziò l'uomo che stava andando via, poi si voltò verso di lei donandole un gran sorriso.
 
"Agente SPECIALE Danvers!" rispose, sottolineando con enfasi ogni parola.
 
Kara si morse l'interno della guancia per non ridere davanti all’ euforia evidente della donna. Dal momento in cui lei aveva "rifiutato" di chiamarla per nome, Lena si  era divertita a restituirle il favore.
 
Così come chiamava tutti gli altri agenti per nome, continuava a chiamare Kara " Agente Danvers " e aggiungeva alcune volte il termine "speciale" per accentuare la  sua presa in giro, come in quel preciso momento. E anche se  Kara aveva cercato di rimanere indifferente a quel gioco, doveva ammettere che le piaceva l’umorismo della Luthor e le facevano piacere quelle provocazioni.
 
"Sa che non può lasciare il suo studio o le sue stanze personali se non c’è almeno un agente con lei." Kara le disse con un tono di rimprovero.
 
"Sono alla Casa Bianca." replicò Lena. "Queste sono le mie stanze."
 
"Sì, ma il protocollo prevede..."
 
" Chi fa i protocolli all'interno della Casa Bianca? "Lena la interruppe abbozzando un sorriso.
 
" Chiedo scusa?" Disse Kara, sorpresa, alzando un sopracciglio.
 
" Chi implementa i protocolli? "Ripetè la donna senza sbarazzarsi della sua espressione maliziosa.
 
" Sono sempre stati lì ..." Disse riflettendo.
 
" Sì, ma chi li fa?" la esortò.
 
Kara la guardò negli occhi e capì dove stava andando a parare. Si morse l'interno della guancia prima di riprendere fiato, irritata e scosse la testa.

"Lei." Ammise.
 
Il sorriso malizioso di Lena crebbe.
 
"È vero." rispose lei. "E ho deciso che, d'ora in poi, posso vagare liberamente nella Casa Bianca."
 
Kara stava per rispondere quando sentì qualcuno chiamarla alle spalle.
 
"Mike ha mangiato di nuovo tutti i miei cereali questa mattina!" Esclamò Winn, indignato, mentre si avvicinava, ovviamente ignara della presenza di Lena.
 
"Non è vero!" Si esasperò Kara, alzando gli occhi al cielo.
 
"No, seriamente, digli qualcosa visto che ascolta solo te. Ma questa notte dopo che vi siete ubriacati entrambi avete dormito i­nsiem... Presidente!" Winn si fermò e la salutò con gesto rispettoso. 
Sentendosi ribollire, Kara chiuse gli occhi un paio di secondi per evitare di fare una sfuriata a Winn, Lena non doveva sapere della sua serata, cosa avrebbe pensato di lei? Riaprì gli occhi per vedere lo sguardo beffardo che Lena le stava facendo.
 
"E’ tutto?" Chiese la mora con sguardo divertito e mordendosi il labbro inferiore per evitare di ridere.
 
"Sì." rispose lei, serrando i denti.
 
Il Presidente cominciò quindi ad avanzare verso il suo studio senza sbarazzarsi del suo sorriso.
 
Kara le lasciò fare qualche passo prima di colpire la spalla di Winn, mentre camminava verso la sala del Presidente ovviamente facendo attenzione a non usare la sua forza.
 
" Ahi!" esagerò lui.

"Non ti ho fatto nulla, fidati." strinse i denti Kara. "Non potevi stare zitto!" Le sussurrò, ma non abbastanza dolcemente da non essere sentita da Lena.
 
Quest'ultima allungò l’orecchio per ascoltare la risposta dell'uomo.
 
"Non sapevo che eri con lei." rispose Winn altrettanto discretamente. "E poi questo le farà capire che streghi così tanto le persone da farti ascoltare al primo ordine." 
Lena sentì brontolare Kara delle parole incomprensibili e non poté fare a meno di chiedersi che cosa stava dicendo. 
Attraversò la porta d'ingresso e fu sorpresa di scoprire che non era vuota. Infatti, su uno dei due divani c'era seduta una donna molto composta e rigida in compagnia di uno dei suoi uomini. Quando la vide, perse immediatamente il sorriso, conoscendo benissimo il motivo della sua presenza.
 
"Madre." disse con tono convenzionale.
 
"Presidente." rispose la madre, alzandosi per salutarla. "C'è qualche modo particolare per salutarla?" Chiese divertita Lillian.
 
"Va bene così." rispose nervosa Lena." A cosa devo il piacere della sua visita?" Chiese, con tono ancora freddo.
 
Ciò che sorprese Kara fu che non l’aveva ancora mai sentita parlare con nessuno in questo modo così svogliato. Il sorriso malizioso era scomparso da Lena che guardava la donna di fronte a lei con un'espressione completamente chiusa, non assomigliando neppure un po’ alla donna che conosceva da qualche tempo.
 
" Ho sentito che farà chiudere alcune fabbriche, laboratori e ha sospeso un progetto creato dai Luthor." disse.
 
"Proprio così. " rispose Lena.
 
"Posso chiederle il perché?"
 
"Sono pericolose sia per gli uomini che per gli alieni che tanto odi, non ti permetterò di fare del male a nessuno!" disse rigida e poggiandosi alla scrivania. "Smettila con questa pagliacciata."
 
Lei si lasciò scappare una risata forzata poi le lanciò uno sguardo penetrante.
 
"Questo non è ciò che era stato concordato. Mi avevi detto che non avresti interferito."
 
"Era solo per allontanarti. Tu e Lex avete fatto già abbastanza per rovinarmi la vita." spiegò Lena con voce ferma.
 
Lillian fece un passo verso di lei sfoggiando un’aria minacciosa.
 
"Smettila di vivere nel tuo mondo utopico e riapri immediatamente il mio laboratorio." le intimò, avvicinandosi a qualche centimetro dal suo viso. "Potrai qualsiasi cosa per provare a ripulirti ma sei comunque una Luthor e anche se le persone momentaneamente si fidano di te, basterà un piccolo passo falso per perdere tutto."

"Non è così." vacillò Lena per un momento. "Io non farò nessun passo falso."
 
Kara fece cenno di intervenire ma la donna e l'uomo che si era portata dietro si ritirarono e uscirono dalla stanza. La guardò chiudere la porta dietro di sé prima di tornare di nuovo verso Lena che non si era mossa dalla sua posizione. Anche se le dava la schiena, poteva vedere che la situazione si era capovolta, bastava guardare la postura delle spalle e il modo in cui stringeva i pugni.
 
Esitò un attimo a fare come se nulla fosse accaduto e limitarsi ad adempiere solo il suo lavoro che non prevedeva l’occuparsi dello stato d'animo del Presidente. Ma di fronte ad una Lena sconvolta, la sua reticenza scomparve rapidamente, Alex avrebbe capito.
 
"Winn, puoi andare a vedere se Alex è pronta per l'uscita?" Chiese all'altro agente, fissando il Presidente che si trovava a disagio.
 
"Certo." rispose prima di uscire in fretta dall’ ufficio.
 
Kara attese che la porta si chiudesse dietro di sé prima di fare qualche passo verso la donna.
 
" E’ tutto ok?" chiese con tono premuroso.
 
Lena chiuse gli occhi per un secondo e tirò un respiro profondo prima di voltarsi verso di lei e mandarle un sorriso tirato.
 
" Sì." rispose lei. "E 'solo che... Mia madre è sempre riuscita a tirare fuori il peggio di me."
 
" Ha l’aria di essere una vera e propria strega." commentò sincera Kara tappandosi la bocca immediatamente dopo. "Ehm...mi scusi, forse ho esagerato."

"No, no...ha pienamente ragione."
 
Abbozzò un sorriso quando sentì Lena ridere.
 
"Non ne ha idea." confessò Lena.
 
Kara esitò qualche secondo non sapendo esattamente quali fossero i limiti che non doveva assolutamente superare,  poi decise di dire ciò che c’era in fondo alla propria mente. Dopo tutto era sempre stata una ragazza sincera.
 
"Se posso dirlo..." disse alla fine. " Lei è il Presidente della Nazione. E’ lei, Lena, che è stata acclamata dal popolo per guidare il Paese. Non sua madre...quindi dovrebbe fare ciò che vuole e mandarla a quel paese... Se posso permettermi, naturalmente."
 
Lena la fissò, stupefatta. Questa donna era decisamente piena di sorprese. La osservò in silenzio per lunghi secondi prima di abbozzare un sorriso sincero.
 Lena sorrise e Kara la guardò interrogativa.
 
"Mi ha chiamato Lena." spiegò..
 
"Oh ...Mi scusi."
 
Un sorriso colpevole balenò sul viso di Kara che ricordò la famosa conversazione con la sorella che aveva fatto quando le aveva proibito di chiamarla per nome. Sapeva che non avrebbe dovuto lasciarsi trasportare, ma era già troppo tardi.

"Non dovrebbe farsi trasportare troppo da me, vero?" chiese Lena capendo.
 
"Sembra sia difficile non farsi coinvolgere quando si tratta di lei." ammise, facendo scorrere, nervosamente, una mano tra i capelli .
 
Ciò non fece che ingigantire il sorriso Lena che continuò a guardarla dritta negli occhi.
 
"Devo preoccuparmi per la mia sicurezza?" La prese in giro la donna.
 
"Per il momento, dovrebbe andare tutto bene." le assicurò Kara, ridendo.
 
Finché rimango concentrata sul monitorare l'ambiente circostante e non i suoi occhi, pensò con forza.
 
Lena le rivolse un sorriso radioso e posò delicatamente la mano sul suo avambraccio.
 
"Grazie." sussurrò.
 
Ok, sono fregata, pensò Kara rispondendole con un lieve cenno del capo, cercando di ignorare il calore ardente che le provocava la mano di Lena sul suo braccio.
 
"Io, ehm .. vado a controllare che Winn abbia seguito per bene le mie direttive." disse, schiarendosi leggermente la gola.
 
"D’accordo..."
 
Kara cominciò ad allontanarsi verso la grande porta d'ingresso quando Lena la chiamò.
 
"Un’ultima cosa!"
 
Si voltò di nuovo verso di lei vedendola indossare il suo solito sorriso malizioso.
 
"Posso chiamarla Kara?" chiese timorosa
 
Kara abbozzò un nuovo sorriso .
  
"Si." disse annuendo. "Ma..."

"Quando c'è Alex no." Concluse Lena sorridendo.

"Esatto.!"
 
Senza smorzare la sua espressione giocosa, si scambiò un ultimo sguardo con il suo Capo della Sicurezza che scomparve dietro la porta.
 
Si lasciò cadere sulla sedia dell’ufficio, un sorriso sciocco sul volto, pensando che la visita di sua madre non era stata forse del tutto una cosa negativa.

Buonasera a tutti, siamo al terzo capitolo. Che mi dite? Poteva mancare Lillian Luthor?Assolutamente no. Buona Lettura, fatemi sapere cosa ne pensate.
   
 
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