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Autore: Myriru    15/02/2019    2 recensioni
«Ho bisogno di te...»
«Sono qui»
Versailles no bara incontra Orpheus no mado: dalla loro unione si  mescolano gli avvenimenti della Rivoluzione Francese con la psicologia/filosofia dei personagg di Orpheus. Spero vi piaccia! ^-^
Genere: Erotico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Bernard Chatelet, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Insieme per sempre'
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Salì lentamente le scale con la mano poggiata alla parete, come se portasse un macigno sulle spalle. La testa sembrava sul punto di scoppiare e le gambe non lo reggevano quasi più. Sospirò pesantemente, ritrovandosi davanti la porta del suo appartamento alle prime luci dell’alba. Una parte di sé lo spingeva a buttarsi nel letto e a dormire, mentre l’altra lo tentava a bussare alla porta di Rosalie e di raggiunge Oscar nella sua stanza per scusarsi. Scosse il capo. Se avesse seguito quel consiglio, lei lo avrebbe cacciato. Non perché non ricordava la loro relazione, ma perché l’aveva ferita. Tossì violentemente, rabbrividendo. Era meglio tornare a casa. Nonostante tutto l’alcool ingerito il ricordo del suo volto pallido e spaventato lo tormentava e non lo lasciava andare. Aprì la porta di casa con lentezza, un improvvisa nausea gli disturbò lo stomaco. Fece una smorfia e si rintanò nella sua stanza, buttandosi a peso morto sul letto. Ripensò per un attimo a quella frase mormorata che era sfuggita al suo controllo. L’aveva sentito? Sperò di sì.
“Ti amo così tanto… e allo stesso tempo ti odio da morire”
Pensò tra sé e sé, stendendosi prono sul letto, per poi addormentarsi dopo pochi secondi.
 
///@///
 
«Mi sta evitando... completamente... »
Ammise Oscar mentre aiutava l’amica a riordinare le camicie di Bernard. Rosalie si voltò verso di lei, curvò le sopracciglia.
«Oscar... ?»
«L'ho provocato, nominandolo sempre. E' colpa mia, non sua. Lui... è innamorato di me... vero? »
Rosalie non disse niente, abbassò il capo e poggiò la giacca di Bernard sul tavolo. Oscar avvertì una forte fitta al petto, il cuore sembrò ridursi in tanti piccoli pezzi e gli occhi le si riempirono di lacrime. Perché si sentiva così male?
«Oh... »
Rosalie impallidì di colpo e perse l’equilibrio, tentò di aggrapparsi ad una sedia inutilmente ma Oscar la prese prima che potesse cadere a terra.
«ROSALIE! »
 
///@///
 
«Rosalie? Rosalie, mi senti? Sono Bernard... »
Bernard era seduto sul materasso, accanto alla consorte, e le accarezzava dolcemente il volto. Le sue mani tremavano e la sua voce non nascondeva un tono preoccupato.
«Uhm... cos'è successo? »
Rosalie aprì gli occhi lentamente, girò la testa sul cuscino e vide la propria camera da letto occupata da tutti i suoi più cari amici.
«Sei svenuta poco fa, mi hai spaventata a morte... »
Disse Oscar con voce tremante, ancora scossa dal malore che aveva colpito la donna poco prima. Ringraziò mentalmente l’arrivo anticipato di Bernard, se non fosse arrivato lui…
«Devo chiamare il dottore.... »
Alain fece per andarsene, seguito da André ma Rosalie li fermò subito
«Non vi preoccupare Alain, André… io so cosa mi accade »
Oscar la guardò spaventata, non stava bene? Era malata? Eppure non era pallida, anzi... la sua pelle era rosea, gli occhi le brillavano come due diamanti...
«Non dovete preoccuparvi per me, ogni tanto ho dei cali di pressione, è il caldo. Mi capita spesso in estate... »
Bernard annuì, strinse la mano della moglie tra le sue e poi posò un bacio sul dorso. Oscar abbassò lo sguardo, pensando quanto fosse fortunata la sua amica a stare con un uomo che l’amava con tutto il cuore e l’anima. All’improvviso un profumo familiare risvegliò i suoi sensi. Si voltò lentamente, trovando André dietro di sé. Socchiuse le labbra, come per dirgli qualcosa, ma non trovava le parole. Lui sembrò notarla, quando abbassò lo sguardo su di lei.
«Mi spiace avervi fatto preoccupare, amici, ma va tutto bene, ora mi sento molto meglio! »
Il sorriso di Rosalie li rassicurò e Bernard e gli altri decisero di ritornare alla locanda sotto consiglio della donna. Oscar aspettò che tutti abbandonassero la camera e si sedette vicino all’amica.
«Non sei preoccupata per Bernard? Non hai paura che...? »
«No, loro torneranno sani e salvi. Io lo aspetto fiduciosa, ogni sera... »
«E cosa ti sostiene, durante quest'attesa? Come ci riesci? »
Chiese alla fine, guardando la mano che poco prima André aveva stretto tra le sue. Doveva essere arrossita, sentiva le guance andare in fiamme.
«Ci riesco perché amo Bernard profondamente e condivido tutto ciò che pensa e che fa. L'ideale per cui Bernard mette a repentaglio la propria vita anima anche la mia mente... e il suo coraggio generoso riecheggia nel mio cuore. Sono certa che questi principi si trasmetteranno anche al figlio di Bernard, che sta crescendo nel mio ventre... »
Dichiarò la donna, posando una leggera carezza al ventre. Gli occhi di Oscar iniziarono a brillare e un dolce sorriso comparve sul suo volto.
«Rosalie! Allora aspetti un bambino! »
Rosalie arrossì leggermente, ancora incredula.
«Bernard lo sa? »
«No, è una sorpresa... »
Rosalie le fece l'occhiolino e Oscar non riuscì a trattenere una risata.
 
///@///
 
«Ultimamente Rosalie è strana, o sbaglio? »
Disse Bernard, attirando l’attenzione dei due amici.
«Perché dici questo, Bernard? »
André aggrottò la fronte, guardando l’amico. Alain lo sguardò curioso, Rosalie sembrava tranquilla e pacata, che fosse in uno dei suoi giorni?
«Rosalie è normalissima, anzi, sembra più felice del solito, perché ti preoccupi? »
«Secondo me è successo qualcosa, ne sono certo... »
«Mah... secondo me ti sbagli... forse è semplicemente la sua natura di donna che fa il suo corso, come ogni mese?»
«Secondo me Alain ha ragione, ti stai preoccupando per niente Bernard! La tua piccola Rosalie sta benissimo »
Poco dopo si divisero, André e Bernard si avviarono verso il centro della città mentre Alain, stanco dopo un duro turno nella guardia nazionale, preferì tornarsene a casa a recuperare le ore perse stando sveglio.
«C'è qualcosa che non va... »
Mormorò André, guardandosi in giro. Quel giorno per le strade non c’era una sola voce, era tutto molto silenzioso. Poco lontani da loro c’erano due ragazze che stavano portando delle ceste di panni e chiacchieravano tranquillamente, nell’aria c’era un leggero profumo di pane, il primo dopo giorni di puzza di cadaveri putrefatti. André si girò un paio di volte, sotto lo sguardo confuso di Bernard.
«In che senso André? »
«C'è troppa... calma. Non so spiegartelo, ma spero vivamente di sbagliarmi amico mio »
Bernard annuì, poggiò una mano sulla spalla dell’amico e continuarono il loro cammino indisturbati.
«Quella non è Renée? »
«Si, è vero... sta andando da Kilian molto probabilmente »
André sorrise, aveva conosciuto il ragazzo poco tempo prima e doveva ammettere che era un ragazzo davvero fantastico. Era simpatico, curioso e si preoccupava per la sua bambina. Gli piaceva e, chissà, se un giorno dovesse chiedergli la mano di Renée… ma cosa andava pensando? Era troppo presto per un matrimonio! Renée corse verso il panificio, fuori c’era un ragazzo ad aspettarla ed insieme entrarono nel negozietto. Iniziarono a discutere sugli ultimi avvenimenti quando sentirono il vetro di un negozio andare in frantumi e il locale prendere velocemente fuoco. Si girarono di scatto entrambi, il panificio stava per essere divorato dalle fiamme. André avvertì un brivido percorrergli tutto il corpo e il suo cuore sembrò fermarsi.
«Renée?! »
«André! Fermati è pericoloso! Aspetta! »
Corse via, disperato, pregando Dio. Pregò per trovarla viva, pregò per poterla salvare, pregò per Kilian, pregò per la salvezza di entrambi.
“Preferisco morire io, tra le fiamme, invece di dover piangere sulla tua tomba… no! Tu non sei morta! Tu sei sana e salva e Kilian ti starà proteggendo dalle fiamme! Sì!”
Non sentiva più niente, quasi non sentì il colpo di pistola alla spalla che aveva sparato un soldato poco distante per fermarlo. L'unica cosa che contava in quel momento era trovare Renée sana e salva e tornare a casa. Entrò nell'edificio in fiamme, il fumo era denso, il rosso delle fiamme colorava i muri ed era difficile avanzare. Sentì un forte dolore alla testa, quelle fiamme…
«Renée! »
Urlò di nuovo, girò il volto verso il piccolo bancone e li trovò accovacciati, vicino al muro, lei che teneva la mano alla caviglia e perdeva sangue dal volto. Kilian le stava accanto, anche lui ferito, e teneva un panno davanti alla bocca e al naso della ragazza.
«Monsieur Grandier! »
Disse il ragazzo, notando l’uomo e Renée si voltò, stupita e sembrò avvicinarsi a lui ma una trave cadde sul bancone, facendo stendere i ragazzi a terra per non essere colpiti.
«Renée, andrà tutto bene, rilassati, ci sono io con te....! »
«Ho paura...! Padre! »
Renée allungò la mano verso André, con le lacrime agli occhi, mentre le fiamme diventavano sempre più alte. I due ragazzi gattonarono fino alla fine del bancone ancora libero e riuscirono a scappare. Renée si buttò tra le braccia del padre, piangendo disperata. Ormai tutto era bruciato, non c'era più niente. Le fiamme sembravano avanzare sempre di più. André cercò una via d’uscita, avvertì una strana adrenalina per tutto il corpo.  Poco lontano c'erano delle tinozze piene d'acqua, un lampo.
«Bagnate i teli vicino il pane e indossateli ORA! »
I ragazzi annuirono e velocemente bagnarono i grossi teli del pane e si coprirono. André e Kilian aiutarono anche la proprietaria del negozio e il figlioletto ad uscire, portandoli sotto il panno bagnato. Corsero così tra le fiamme, André sperò in cuor suo di riuscire ad attraversare la porta sani e salvi e di uscire da quell’inferno. Appena si trovarono per strada, trovarono Bernard ed altri popolani che li aspettavano per    dare una mano, mentre alcuni soldati tentavano di domare il fuoco buttando secchiate d’acqua della Senna, poco distante, nel negozio.
«Renée... »
André strinse tra le braccia la figlia, trattenendo a stento le lacrime. Renée scoppiò in lacrime, strinse fortemente l’uomo a sé e non volle più staccarsi da lui. Kilian cadde in ginocchio, respirando l’aria fresca a pieni polmoni, tossendo un paio di volte.
«Tu sei pazzo »
Disse Bernard, dando una pacca sulla spalla ad André. Mentre l’amico era corso nell’edificio per salvare la figlia, Bernard aveva fatto evacuare i pochi appartamenti che c’erano sopra, e tutte le famiglie che abitavano in quel palazzo erano per strada, cercando di respirare il meno possibile quei fumi neri. André sorrise all’uomo e strinse i denti quando ricordò la ferita alla spalla.
Renée si allontanò di colpo dall'uomo, guardandolo terrorizzata, non riuscendo a trattenere un grido di paura.
«Padre! »
L'uomo abbassò il capo verso la ferita, guardando la giacca macchiarsi di un rosso vivo. Si sentì come se fosse sott’acqua, tutto divenne ovattato e l’ultima cosa che vide fu il dolce volto di una donna dagli occhi color dell’ambra e i capelli neri come la pece che gli sorrideva dolcemente.
“Madre…?”
   
 
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