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Autore: Dorothy _    16/02/2019    3 recensioni
Primi incontri molto speciali...
[HéctorxImelda ♥️]
 
«Credo che la musica abbia un potere speciale: quello di avvicinare le persone. E per qualche ragione che non riesco a spiegarmi, sento che devo ascoltarti e conoscerti come si deve»
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hector Rivera, Imelda Rivera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il venticello leggero di quella mattina prometteva una giornata mite nella città di Santa Cecilia.
Era quasi ora di pranzo e la gente abbandonava poco a poco la plaza per tornare a casa e condividere un pasto con tutta la famiglia.
Un giovane musicista, con una piccola chitarra scordata sottobraccio e qualche spartito tra le mani, si avviò sorridendo in direzione di una locanda.
«Qual buon vento, Héctor!» lo accolse con entusiasmo il proprietario.
«Freddie! Tutto bene?»
«Si tira avanti, 
muchacho. E tu che mi dici? È da molto che non ci si vede!»
Héctor gli rivolse un sorriso dispiaciuto: era vero, i pranzi alla locanda di Freddie si erano fatti sempre più sporadici. Con la sua musica si guadagnava lo stretto necessario per vivere e ormai non aveva più l'appoggio dei genitori.
«È vero, mi sono mancati i tuoi piatti! Ma sai come sono fatto: uno spirito errante.»
«Lo so bene! Allora Héctor, cosa vuoi che ti por...?» Freddie non riuscì a terminare la frase, interrotto da grida improvvise.
«MI DISPIACE, NON SONO AFFATTO INTERESSATA A UNA SIMILE PROPOSTA! PER CHI MI HAI PRESA, PER DIAMINE!»
I due uomini si voltarono, notando una bella ragazza dai capelli corvini sbraitare contro un elegante signore seduto al suo stesso tavolo, per poi alzarsi e dirigersi alla porta con passo deciso. Prima di andarsene, rivolse un breve cenno di saluto al proprietario, che scosse la testa divertito.
L'uomo che era stato piantato in asso tossichiò imbarazzato, notando gli sguardi dei presenti posarsi su di lui.
«Ah, le donne! Rimarranno sempre un mistero per me!» rise Freddie. «Allora Héctor, dicevamo?»
«La conosci?» gli domandò il ragazzo, ancora scombussolato dalla divertente scenetta a cui aveva assistito.
«Chi, Imelda? Oh, ma certo! La sua famiglia abita proprio in questa zona. Brava gente, brava davvero. Anche se Imelda... Be', è tutta un'altra storia», altra risata di Freddie, altro sguardo vacuo di Héctor.
«Ah ragazzo, non pensarci nemmeno! È praticamente impossibile da avvicinare! Non so ancora come abbia fatto quel tipo ad organizzare un pranzo con lei» disse l'oste, facendo spallucce. «Tra l'altro, mi sembra molto più vecchio di lei.»
«José Rodríguez. Lo conosco, quell'uomo è José Rodríguez» replicò Héctor, pensieroso.
«Chi?»
«Il proprietario di un saloon, locale abbastanza frequentato. Mi è capitato di passarci, qualche volta; sai, quel genere di luogo in cui la clientela è attirata soprattutto dalle belle ragazze che cantano per intrattenere» Héctor si lasciò andare ad una risatina nervosa. «Non è un locale adatto a ragazze di buona famiglia, per cui è facile capire il disgusto di quella giovane.»
Poi, quasi colto da un'improvvisa illuminazione, esclamò: «Freddie, per caso questa... Imelda è una cantante?»
L'uomo corpulento, si grattò il mento, pensoso.
«Be', suppongo abbia talento, sì. I suoi fratelli hanno accennato qualcosa a tal proposito, una volta, ma lei sembrava restia a parlarne».
Lo sguardo di Héctor si illuminò: aveva visto giusto!
«Graciasmi amigo! Una zuppa credo andra bene per oggi. Poi, ti sarei grato se mi dicessi dove posso trovare la ragazza.»

Dopo che Héctor ebbe pagato il pranzo e fu uscito dalla locanda canticchiando allegramente, Freddie represse una risata e disse tra sé e sé:
«Spero che la zuppa gli abbia fornito abbastanza energie per affrontare un vero e proprio uragano. Che tipa tosta, Imelda! Héctor ne vedrà delle belle!», e giù a ridacchiare, divertito.

Trovò senza problemi l'indirizzo fornitogli da Freddie. Si avvicinò alla porta, ma, proprio quando si accingeva a bussare, tutta la sicurezza che l'aveva accompagnato lungo il tragitto si dissolse.
"Non la conosco neanche. Cosa le dico? Oh, pobre de mí, in che guaio mi sto cacciando?"
Mentre continuava a camminare avanti e indietro, indeciso sul da farsi, la porta si aprì e rivelò la graziosa figura di Imelda. Héctor si sorprese a fissarla con attenzione: era davvero bellissima, i capelli acconciati le incorniciavano il viso tondo e dai suoi occhi, così espressivi, traspariva sincera curiosità.
«Cerchi qualcuno?»
«I-io...» Héctor balbettò, maledicendosi mentalmente per quel comportamento per nulla tipico di lui.
«Be'?! Hai perso la facoltà di parlare?»
Imelda sorrise sarcasticamente ed Héctor si ritrovò a fissarla con maggiore intensità. Poi, accennando un colpo di tosse per riprendersi, riuscì a risponderle:
«A dire il vero, cercavo te.»
Gli occhi della ragazza si spalancarono sorpresi, ma solo per un momento, poi lei sollevò un sopracciglio, con aria interrogativa e decisamente seccata.
«Mi chiamo Héctor. Ti ho vista alla locanda, seduta al tavolo con José Rodríguez e...»
«Ma cosa sei, una spia? E per tua informazione, non voglio nemmeno sentir nominare quell'uomo ignobile e maleducato!»
«Volevo solo sapere cosa ti ha spinta ad andar via così arrabbiata; anche se credo di conoscere già la risposta.»
Imelda lo fissò con freddezza.
«Non sono affari tuoi, non credi?»
«È solo che... Sì insomma, so del suo saloon e ho immaginato che...»
«Hai immaginato cosa, esattamente?» lo interruppe lei. «Che avessi come ambizione quella di partecipare a quell'assurdo teatrino che quell'idiota organizza quotidianamente?»
Prima che il giovane potesse rispondere, continuò, con tono di rimprovero:
«Ma poi, cosa ci faccio qui a parlare con un estraneo della mia vita?»
«Volevo solo sapere se sei davvero una cantante. Rodríguez non proporrebbe di esibirsi ad una ragazza che non abbia un minimo di talento.»
«E cosa ne sai tu, eh?». I lineamenti di Imelda si rilassarono un po'.
«Si dà il caso che io sia un musicista e, anche se non ne vado fiero, sono stato al saloon e nessuna di quelle ragazze era sgraziata in fatto di canto», accennò una risata, ma lei lo fulminò con lo sguardo.
«Se anche avessi talento, a te cosa importerebbe?»
«Sarei lieto di ascoltarti cantare.»
La spontaneità con cui Héctor pronunciò quella frase colpì Imelda più di quanto lei volesse ammettere.
«Dico davvero - Imelda, giusto? Mi piacerebbe moltissimo ascoltarti. Sento che c'è qualcosa di... speciale in te, ecco.»
Lei arrossì, suo malgrado, ma trovò la forza di replicare:
«Non ti conosco neanche e dovrei cantare per te? È assurdo! Per quale motivo, poi?»
«Credo che la musica abbia un potere speciale: quello di avvicinare le persone. E per qualche ragione che non riesco a spiegarmi, sento che devo ascoltarti e conoscerti come si deve.»
Imelda mantenne uno sguardo fiero, ma non sapeva cosa rispondergli. Gli passò accanto, incamminandosi, salvo poi voltarsi ed esclamare:
«Domani sera, al parco vicino la plaza. Non mancare... Héctor.»

Mentre la guardava allontarsi, il ragazzo sentì il suo cuore battere forte. Era innegabile: quella giovane lo aveva stregato e non stava nella pelle all'idea di ascoltarla cantare.
Non sapeva ancora cosa sarebbe successo il giorno dopo - tra le altre cose, avrebbe assaporato per la prima volta la sensazione di ricevere un colpo di scarpa sulla nuca - ma sentiva che sarebbe stato qualcosa d'importante.
E se con importante intendeva capire di essersi innamorato, be'... allora ci aveva preso in pieno.

   
 
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