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Autore: QueensOfFandom94    16/02/2019    0 recensioni
La squadra indaga sul triplice stupro subito da uno studente della Hudson University. Alle indagini, decide di partecipare anche un'amica della vittima, nonchè unica figlia del vice procuratore Rafaèl Barba, portando alla luce il marciume dell'università di New York e dell'animo umano.
Genere: Angst, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Amaro, Nuovo personaggio, Olivia Benson, Rafael Barba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non nego che ero piuttosto titubante riguardo all'inserire una figlia per Barba in quanto ho visto che esiste già una storia con questo nuovo elemento, e non so nemmeno se ci sono altre storie come questa in inglese, ma ci tenevo troppo a condividere questo con voi. Se qualcuno si ritiene plagiato o copiato me lo faccia sapere ed io prenderò i dovuti provvedimenti.
Voglio dirlo anche qui: sono Meramadia94 e questo è il mio nuovo account, che ho dovuto aprire quando ho perso le mie vecchie credenziali di accesso e non esiste più la mia vecchia casella di posta.
Detto questo... buon divertimento.


- Ancora non ci credo.- fece la ragazza con un sorriso radioso - Abbiamo cenato nel nostro ristorante spagnolo preferito. Stiamo passeggiando assieme... e tra poco andremo a vedere un film assieme.-
Barba sorrise. Di solito non gli piaceva quando qualcuno usava parole differenti per sottolineare lo stesso concetto per tre volte nella stessa frase, ma non poteva che condividere l'entusiasmo della SUA bambina. 
Christina Barba. Per gli amici Chris.
Ma sarebbe sempre stata la sua bambina. Il tesoro del suo papà. L'unico affetto che gli rimaneva della donna che aveva amato di più: la sua amata Mirasol. 
La donna che gli aveva fatto battere il cuore fin dalla prima volta che l'aveva incontrata ad Harvard. Lui studiava legge, lei lettaratura inglese. Si erano innamorati, fidanzati e sposati. Quando nacque la loro bambina pensavano di non poter essere più felici... e già pensavano alle gioie che avrebbero avuto nel crescere la loro creatura, alle soddisfazioni della loro vecchiaia... e magari regalarle un fratellino o una sorellina... ma di rado la vita andava come uno la desiderava.
Sua moglie era mancata quando la loro bambina aveva appena un anno, malgrado fosse ancora molto giovane, per colpa di un linfoma fulminante che l'aveva uccisa in pochissimo tempo... non era riuscito a fare niente. 
Per chi lo conosceva poteva sembrare impossibile, ma ai tempi della morte della moglie, Rafaèl Barba aveva trascorso il periodo più nero della sua vita... come svuotato, senza energie, senza voglia di lottare... si sarebbe lasciato andare volentieri se non ci fosse stata la sua bambina a ricordargli che non aveva ancora finito su quella terra.
Christina era diventata il centro del suo mondo. Non era stato facile costruirsi la sua carriera e fare il padre allo stesso tempo, e non era certo di essere sempre riuscito a fare bene entrambe le cose... ma era oroglioso del risultato.
Christina aveva gli occhi color cioccolato al latte di sua madre... i suoi capelli castani che portava solitamente in una coda di cavallo o in uno chignon... la sua carnagione olivastra, le labbra sottili... praticamente la sua Mirasol quando l'aveva conosciuta.
Di lui aveva preso il carattere, la forza di volontà, la voglia di combattere per i suoi obiettivi.... e la passione per la legge. 
Infatti, si era iscritta alla facoltà di giurisprudenza della Hudson University, era una matricola e quella era la prima volta dopo settimane che padre e figlia potevano passare una serata assieme.
Purtroppo era sempre più difficile vedersi... da quando Rafaèl Barba aveva cominciato a seguire i casi dell'Unità Vittime Speciali dire che il carico di lavoro si era triplicato era un eufemismo.... e l'impatto con il college non era certo dei più semplici, soprattutto al primo anno.
- Hai ragione. E' tanto che non passavamo una serata insieme.- fece Barba prendendo la figlia sotto braccio - raccontami un po': come ti trovi al campus?- 
- Papà.- fece lei con un sorriso furbetto - fai prima a chiedermelo direttamente. No, non ho nessun ragazzo.- 
- Ah... e... c'è qualcuno che ti interessa?- 
- Esercito il mio diritto di rimanere in silenzio, vostro onore.- rise Christina. Poi cambiò espressione. Sul viale della passeggiata, aveva visto un ragazzo di circa vent'anni, capelli castano chiari tagliati corti e carnagione chiara, dallo sguardo perso nel vuoto.
Lo riconobbe subito. 
- Quello è Robert Hallander.- fece la ragazza agitando la mano per salutarlo. Il ragazzo non le risposte, e quindi la giovane pensò che l'amico avesse l'auricolare e che non l'avesse sentita.
- Chi è, un tuo amico?- fece suo padre.
- Si... ha scelto spagnolo come esame di linguistica e gli do qualche ripetizione....- i suoi occhi divennero grandi il doppio quando vide che il ragazzo si stava arrampicando sul parapetto.
- Madre de Diòs...- fece Christina correndo verso di lui, seguita a ruota da suo padre - Robert!- urlò - Ma che fai, vieni giù di lì!- 
Robert si voltò per un attimo e i due poterono vedere che i suoi occhi verdi erano arrossati per il pianto e che aveva delle macchie di sangue sulla camicia e i pantaloni - Vattene, lasciami in pace...- 
- Rob, cerca di calmarti e scendi da lì.- fece Christina che iniziava a spaventarsi davvero.
- Robert...- tentò l'avvocato - Ascolta. Sta tranquillo, va bene? Scendi di lì, ci racconti cos'è successo e troviamo una soluzione....- 
- Non c'è niente che potete fare, nessuno dei due...- fece il ragazzo.
- Con tutto il rispetto, ma non sei il primo che me lo dice... e che si sbaglia.- fece l'avvocato con una punta di vanità.
- Mi hanno appena violentato.- fece Robert con gli occhi che tremavano - che cavolo c'è da sistemare....?- 
I due si guardarono confusi e stravolti.
Barba riprese il suo solito auto-controllo.
- Beh... è un motivo in più per darti il nostro aiuto, no?- fece il vice procuratore - scendi da lì, e sistemeremo le cose, va bene?-
A quelle parole, seppur con titubanza, Robert si convinse e tese la mano alla ragazza che lo aiutò a scendere, ancora tremante, e si accoccolò contro la terrazza. 
- Coprilo con la mia giacca, io chiamo l'ambulanza.- fece Barba sfilandosi l'indumento per poi darlo alla figlia.
La ragazza lo coprì alla meglio mentre cercava di calmarlo - Tranquillo. Ti portiamo subito all'ospedale.-
...
...
...
...
Dopo aver affidato Robert alle cure del personale del Bellvue, il vice procuratore Barba chiamò il detective Benson che si precipitò in ospedale con Amaro.
- Ci hai fatto prendere uno spavento, sai?- fece Olivia. Quando aveva sentito l'amico procuratore chiamarla dall'ospedale, chiedendo di smettere con tutto quello che stava facendo e raggiungerlo quanto prima, aveva subito pensato che gli fosse successo qualcosa.
Quando l'aveva visto in sala d'attesa però si era tranquillizzata. 
- Come mai questa chiamata?- chiese Nick.
Barba non rispose, in quanto vide la figlia venire verso di loro.
- Tesoro...- fece l'avvocato - come sta?- 
- Continua a dire che l'hanno stuprato.- fece Christina contorcendosi nervosamente le mani.
Vedendo che i due poliziotti si stavano lanciando occhiate stranite nel vederlo così 'stranamente affettuoso nei confronti di una ragazzina che aveva poco più di vent'anni, il vice procuratore ritenne opportuno presentare la figlia ai suoi attuali collalboratori-Amaro, Benson... lei è Christina... mia figlia.- 
I due poliziotti sgranarono gli occhi per la sorpresa.
- Non ci avevi detto che avevi una figlia....- fece Olivia, ma non ne era sopresa più di tanto. Il vice procuratore Barba non era tipo che parlava troppo della sua vita privata. Si era fatto conoscere nei tribunali per il suo modo di interrogare alla sbarra tutte le persone coinvolte in un caso, dalla vittima agli agenti di pattuglia, e a volte persino la parte lesa iniziava a dubitare che l'avvocato fosse dalla sua parte.
Ad ogni modo, i detective le strinsero amichevolmente la mano - Piacere di conoscerti.- le dissero a turno.
- Me Tambièn.- sorrise Christina.
- Beh... immagino che sappiate come funziona...- fece Nick.
- Ovvio.- fece Barba - Eravamo andati a cena assieme e dovevamo andare al cinema subito dopo... ma c'è stato un problema con la prenotazione del ristorante, quindi abbiamo cenato molto prima del previsto e abbiamo deciso di fare una passeggiata, sul Brooklyn Bridge... mentre camminavamo Christina ha riconosciuto Robert, lo ha salutato e lui non ha risposto.-
- All'inizio pensavamo che avesse le cuffiette, o che fosse talmente assorto che non ci aveva sentito... ma quando ha iniziato ad arrampicarsi sul parapetto ci siamo precipitati... l'abbiamo costretto a scendere e tra le lacrime ha detto che qualcuno ha abusato di lui.- 
- Qualcuno?- fece Nick - Vi ha detto se conosceva chi l'ha aggredito, dov'era...?- 
Barba dissentì.
- No. Appena ho sentito la parola '' stupro'', ho chiamato subito un'ambulanza, mentre Chris ha tentato di calmarlo...- 
- Non ha detto altro. Continuava a piangere, dicendo che non voleva, ma  che non è stato capace di difendersi, era sconvolto.- fece la giovane Barba.
- Lo credo bene.- fece Olivia - Confidarsi e accettare di aver subito una violenza carnale è già difficile per una donna, figurarsi per un uomo.-
In quel momento vennero raggiunti dal medico.
- Dottore... allora?- chiese l'avvocato Barba.
- Ha riportato diverse ferite compatibili con uno stupro.- fece il medico - Ha riportato diversi ematomi sull'interno coscia, di entrambe le gambe, lacerazioni multiple e dei segni di legatura sui polsi. Non ci sono dubbi su cosa sia successo... qualcuno l'ha legato e costretto ad avere un rapporto.- 
- Ma si riprenderà, vero?- fece Christina Barba tremante di rabbia e preoccupazione. 
Era preoccupata da morire per il suo amico, ma allo stesso tempo moriva dalla voglia di andare a prendere a calci nelle pelotas la persona che lo aveva sfregiato in quel modo.... non le importava se si trattava di un bestione sui cento kili.
- Fisicamente, le ferite guariranno presto...- fece il medico - mentalmente... ci vorrà molto di più, purtroppo.-
- E' in grado di parlare?- chiese Olivia.
Il medico annuì.
- Si, ma non fatelo stancare troppo e se vi chiede di smetterla...-
Olivia lo rassicurò con lo sguardo per poi rivolgersi a Barba - Ci pensiamo noi.... ti faremo sapere appena possibile.-
- Se mi consenti, vorrei rimanere. Questo caso...- fece il vice procuratore guardando la figlia - mi sta particolarmente a  cuore.- 
- Barba, non c'è niente che tu possa fare in questo momento...- fece Olivia - gli parliamo e ti diamo tutti gli aggiornamenti domattina presto. Almeno per ora non puoi fare nulla.- 
- Certo, capisco...- fece Barba prendendo la figlia sottobraccio avviandosi verso l'uscita.
...
...
...
- Robert...?- fece Olivia al ragazzo che guardava un punto morto nella stanza - Detective Benson e Amaro.... dobbiamo farti qualche domanda...-
- Dobbiamo tornare sull'argomento, un'altra volta....?- fece Robert con voce stanca e affaticata.
- So che sei stanco e che hai paura...- fece Nick - ma dobbiamo sapere cos'è successo.- 
- Dicci solo quello che riesci a ricordare.- fece Olivia.
Robert annuì.
- Ero appena tornato dagli allenamenti in piscina, e stavo tornando nella mia stanza...- fece Robert - avevo appena aperto la porta, stavo per accendere la luce... e qualcuno mi ha spinto dentro. Ho sentito il rumore della porta che si chiudeva... non li ho visti, era buio... ma erano in due, questo lo so..-
- Come fai ad esserne sicuro?- chiese Nick.
- Uno dei due mi ha tenuto fermo mettendomi un ginocchio sulla schiena, l'altro invece mi ha abbassato i pantaloni.... e mi ha penetrato con forza.
Quando è uscito da me ho tirato un sospiro di sollievo... ma stavano solo facendo cambio.... quando anche il secondo ha  finito.... sono uscito dall'università, ho iniziato a camminare senza nemmeno sapere dove andavo... sono arrivato fino al ponte e.... ho avuto una specie di raptus...- 
- E' comprensibile.- fece Olivia - sta tranquillo, adesso sei al sicuro. Hai... hai qualche idea su chi possa averti fatto questo?- 
Robert fece cenno di no con la testa. 
- No... sicuramente mi conoscevano, ma... Dio, non conosco nessuno che potesse farmi una cosa così orribile... e che possa aver pensato che mi piacesse...- 
Nick si accigliò.
- Che vuoi dire?- fece il poliziotto.
- Lo hanno detto mentre mi violentavano. '' So che questo ti piace''.- fece Rober asciugandosi una lacrima - per favore, adesso lasciatemi in pace.- fece voltandosi dall'altra parte nascondendo la testa nel cuscino.
I due detective uscirono, per permettergli di calmarsi e lasciarlo riposare.
La battaglia iniziava.
   
 
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