“Questa storia partecipa a
“Garden in love (attività miste)”
indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp.
Prompt: Whitney Houston - I Have
Nothing.
Songfic col testo:
http://testicanzoni.mtv.it/testi-Whitney-Houston_444/traduzione-I-Have-Nothing-144572.
Non ho nulla… senza te
Anastasia si teneva la lunga gonna
blu con una mano,
sollevata, mentre con l’altra si teneva al corrimano della
scala, scendendo con
passo cadenzato.
Dimitri batté le palpebre,
sgranando gli occhi, la bocca
socchiuse e l’aria stordita.
Anastasia corrugò la
fronte ed inarcò un sopracciglio
vermiglio, lo raggiunse e gli appoggiò una mano, coperta dal
guanto blu notte
che indossava, sulla spalla.
“Andiamo o faremo tardi per
lo spettacolo. Non sono mai
andata a teatro, ma non penso sia buona educazione” disse.
“Ce-certo… Solo
che… sembri una granduchessa” biascicò
Dimitri.
< Pensavo tu fossi come me,
sempre pronta ad adattarti
alla situazione. Non ho mai creduto tu fossi veramente Anastasia,
neanche
quando ne ho avuto le prove, ma ora… Ora che ti vedo
così penso che siamo
distanti due mondi e non potrò più chiederti di
condividere la tua vita con me.
Le granduchesse non sposano gli
sguatteri > pensò,
porgendole il braccio.
“Meglio, così
mia nonna riuscirà a riconoscermi” rispose
Anastasia. Chiuse gli occhi e gli sorrise, seguendolo tra i vari
esponenti dell’altra
società che con ricchi vestiti e brillanti gioielli si
dirigevano verso i loro
sedili.
< Oggi mi guardi in un modo
diverso, mi fai quasi paura. Da
Parigi a qui sei diventato sempre più distante, non sei lo
stesso con cui ho
ballato su quella nave, la persona sicura che mi ha salvato dai miei
incubi.
Ti ho forse chiesto troppo? Hai
capito che volevo darti il mio
amore e lo stai rifiutando? > si domandò lei,
aggrottando le sopracciglia
vermiglie.
Dimitri la portò fino alla
postazione e le raddrizzò il
laccio della borsetta sulla spalla.
< Non si può
scappare da se stessi, da ciò che si è
realmente. Non ho un posto in cui nascondermi negando quello che provo
per te,
ma non posso neanche superare quello che ci divide.
Tutto questo diventerà un
bel ricordo, nient’altro che
questo, chiuderò il mio amore a doppia mandata nella mia
anima e non ti rovinerò
la vita. Ti aspetta un futuro radioso, granduchessa >
pensò, mentre
raggiungevano i loro sedile.
La fece accomodare con un sorriso
accondiscendente.
< Sì, sei sempre
più lontano, ma ora ho capito… Tu stai
spingendo me, mentre indietreggi. Non voglio andare dove non mi puoi
seguire,
non voglio trattenere ancora la passione che ho dentro solo per te
> pensò
Anastasia, stringendo le labbra fino ad assottigliarle.
“Non essere nervosa,
andrà tutto bene” la rassicurò Dimitri,
sedendosi accanto a lei.
Il balletto russo iniziò,
mentre le luci si abbassavano e la
musica cominciava a farsi più alta, il brusio di voci si
placò e tutti
rivolsero lo sguardo dapprima all’orchestra e poi agli
spalti, il pesante
sipario rosso si aprì.
Anastasia aprì la propria
borsetta e ne trasse il piccolo
cannocchiale d’oro.
“Pensi che mia nonna mi
riconoscerà?” domandò, riuscendo ad
individuare l’anziana. Il suo battito cardiaco
accelerò, mentre la corpulenta
cugina di sua nonna sorrideva ad Anastasia, velatamente.
< Non so se lei
riuscirà a riconoscermi, rischio di
perdere sia lei che Dimitri.
Io non ho intenzione di cambiare
ciò che sono per nessuno.
So che carattere ho e so chi sono, semplicemente voglio finalmente una
famiglia.
Ho lasciato l’orfanotrofio sperando di scoprire chi ero, ma
mi sono resa conto
di saperlo già. Voglio solo essere accettata…
Non ho mai avuto nulla, se non
Dimitri al mio fianco. Non
voglio perderlo… Nonna, Dimitri, vi
prego…” supplicò. Iniziò a
giocherellare
con il cartoncino dello spettacolo, arrotolandolo su se stesso sempre
più
stretto, piegando la carta.
Dimitri sospirò.
< Come posso dirti che ti ho
salvato io da bambino? Come
posso dirti che intendo farmi da parte perché sono solo un
imbroglione?
Tu mi hai guardato attraverso,
diritto nel cuore e hai fatto
crollare i muri che avevo costruito faticosamente in questi anni.
Tu che sei riuscita a scherzare
mentre un treno deragliava,
tu che sembri così ingenua e sai usare la dinamite. Tu che
sei dinamite pura,
ma parli di case a cui tornare… >. Gli occhi gli
pizzicavano e avvertì una
fitta al petto.
Anastasia iniziò a fare a
pezzi la carta, lasciando che i
quadrati irregolari le cadessero sulla gonna, alcuni rimasero incollati
all’altezza
delle ginocchia.
< Dimitri… Non
è che non vuoi rimanere al mio fianco se
mia nonna mi accetta? Non voglio dover chiudere una porta per aprire
un’altra.
Ho dovuto già abbandonare
i bambini dell’orfanotrofio, erano
come fratellini e sorelline per me. Ho dovuto andarmene non solo per
via della
mia età, ma anche per non essere l’orfana Anya
addetta al pesce per tutta la
vita.
Non voglio ferire più
nessuna delle persone a cui tengo
abbandonandola.
Non andartene via da me >
implorò.
“Stai calma”
disse Dimitri e le prese la mano nella propria,
allontanandola da ciò che rimaneva del libriccino.
Anastasia guardò
nuovamente con il cannocchiale, mentre con
l’altra mano stringeva la sua.
< Non ho mai avuto nulla e mai
l’avrò, ti dovrò lasciare,
ma prima ti farò riavere la tua famiglia. Ti giuro, questa
volta ti salverò,
mia granduchessa > giurò mentalmente Dimitri.
“Vieni, è finito
il primo atto, dobbiamo provare a parlare
con tua nonna” disse.
< Non capisci che non ho nulla
se non te? > si chiese
Anastasia. Annuì e si alzò dopo di lui,
seguendolo.