Film > Il gobbo di Notre Dame
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Autore: lmpaoli94    17/02/2019    1 recensioni
Un giovane forestiero giunge a Notre - Dame durante una notte di metà settembre.
Il primo ad accoglierlo, nel buio della notte, non fu altro che Quasimodo.
IL campanaro, preso dal senso di bontà, decise di aiutare l'uomo ferito misteriosamente.
Ma si potrà davvero fidare di lui?
Perchè è giunto fin lì percorrendo centinaia di chilometri?
Quale sarà il suo scopo?
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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< Quasimodo, aspetta un momento > fece la donna cercando di fermare il campanaro.
< Lasciami in pace, Esmeralda. Ho bisogno di stare da solo. >
< Mi dispiace che Febo ti abbia fatto arrabbiare… Ma nell’ultimo periodo, ha dei profondi sospetti su tutti. Soprattutto con la povera gente come noi. >
< Lo so… Noi siamo molto diversi da lui. Ed oltre al suo stato d’animo rabbioso causato dalla ferita del suo soldato, lui non ci rispetta come noi vorremmo. >
«Vedrò di farlo ragionare in qualche modo…»
«Lascia stare. Sarebbe inutile» replicò il campanaro infuriato mentre rientrava a Notre – Dame.
 
Prima che Quasimodo potesse tornare in mezzo alle campane, vide l’Arcivescovo pregare.
“Se solo non avessi nessun pensiero per la testa… Sarei molto più tranquillo.”
«Quasimodo… Sei tornato» replicò l’Arcivescovo attirando la sua attenzione e interrompendo i suoi pensieri.
«Scusate, padre. Non volevo disturbarvi.»
«Tu non mi disturbi mai, Quasimodo. Allora, com’è andata in città?»
«Bene. Ho solo comprato alcune cose che mi servivano.»
«E…»
«E cosa?»
«Non devi dirmi altro?»
«Padre, a cosa vi state riferendo?»
«A quel messaggio misterioso che stai ancora stringendo tra le mani.»
«Oh…» sospirò Quasimodo senza nemmeno accorgersene.
«Forse è meglio se mi parli di questo forestiero.»
«Non c’è molto da dire su di lui… So che si chiama Gerard e che si è presentato ieri notte mentre si stava intrufolando a Notre – Dame.»
«Intrufolato? Quindi è entrato senza permesso!»
«Sembrerebbe di sì…»
«Sapevo che non ci potevamo fidare di lui… Una volta visto, dovevo immediatamente consegnarlo alle autorità.»
«Ma non ha fatto niente di male» lo difese Quasimodo.
«Tu dici?»
«Mi ha raccontato che ha solo ferito una guardia reale… Ma se l’ha fatto, era solo per difendersi.»
«Quasimodo, ti rendi conto che ti stai immischiando in una faccenda molto complicata? Tu sai dove si trova quel forestiero… Consegnalo immediatamente alle autorità. È la soluzione migliore.»
«Veramente è scappato questa notte…»
«Come questa notte? Quindi vorresti dirmi che ha dormito da te?»
«Padre, ho solo aiutato un povero cristiano. Voi che avreste fatto al mio posto?»
Ma l’Arcivescovo non rispose, limitandosi a distogliere lo sguardo.
«Come pensavo…»
«Quasimodo, sai meglio quanto me che non deve entrare nessun autorizzato a Notre – Dame… Non dopo che l’Abbazia di Nizza ci ha consegnato una reliquia d’oro.»
«Per quanti giorni dovremmo tenerla qui a Notre – Dame?»
«Finchè il Cardinale François, nonché mio mentore, se la riprenderà dopo un lungo viaggio per il paese.»
«Ancora non capisco perché voi abbiate accettato…»
«Perché gli dovevo un sacco di favori.»
«Il quartiere di Notre – Dame non è un posto sicuro.
«Ma se diamo ospitalità a forestieri, lo è ancor meno. Ricordatelo» disse infine l’Arcivescovo tornando alle sue mansioni e lasciando Quasimodo nei suoi pensieri.
 
 
Hugo, Laverne e Victor fissavano il ragazzo con sguardo triste e sconsolato.
«Brutta giornata, Quasi?»
«No. Ma poteva andare peggio.»
«Che cosa sappiamo di quel forestiero?» domandò Laverne.
«È scomparso nel nulla. Ancora una volta.»
«Secondo te da cosa potrebbe fuggire?»
«Dalle guardie reali, è ovvio.»
«E come ti comporterrai una volta che lo rincontrerai?» domandò Hugo.
«Non lo so… Anche perché non credo di rivederlo…»
«Sarebbe troppo bello per essere vero.»
«Ma Victor….»
«Oh, andiamo Quasimodo! Quando ti renderai conto che quell’uomo non piace a nessuno che conosci?»
«E voi come fate a saperlo?»
«Lo sappiamo e basta, Quasi. Ascoltaci una buona volta» lo redarguì Laverne.
«Sapete cosa vi dico? Lasciate vivere la mia vita in pace. Ci penso io a prendere le dovute decisioni su di lui. Sono stato abbastanza chiaro?»
«A chi ti stai riferendo?»
Una voce dietro le sue spalle lo fece sobbalzare dallo spavento.
«Esmeralda… Tu qui?»
«Ti disturbo, forse?»
«No… certo che no… Perché mi dovresti disturbare?»
«Era solo per chiedere… Con chi stavi parlando?» domandò la donna mentre le tre statue si erano nascoste dalla sua vista tornando ad essere inanimate.
«Con nessuno. Stavo pensando ad alta voce.»
«Come sei buffo» ribatté la zingara sorridendo «Di sicuro ti dovresti sentire molto solo quassù.»
«Ormai ci sono abituato… È da quando sono nato che trascorro le mie giornata in completa solitudine. Ma va bene così… Da quando il mio padrone non c’è più, mi sento rinato.»
«Ne sono molto felice»
Negli occhi di Esmeralda, Quasimodo intravide che in lei c’era qualcosa che non andava.
«Esmeralda, perché sei così triste?»
«IO e Febo… abbiamo litigato… e questa volta è stata l’ultima.»
«Non dire così…»
«Invece lo è! Mi sono stancata di essere sotto i suoi occhi una volgare zingara invece che la donna che ama.»
«E adesso che cosa pensi di fare?»
«Non lo so… Non so dove andare…»
«Se vuoi, potresti fermarti qui da me per tutto il tempo che vorrai.»
«Davvero?»
«Certo che sì! Sei o non sei la mia amica?»
A quel punto, il cuore e la felicità di Esmeralda ebbero una nuova luce.
«Ti ringrazio di cuore» replicò la donna mentre abbracciava Quasimodo.
«Potresti dormire in camera mia, se vuoi. Io dormirò guardando le stelle.»
«Ma Quasi, non sarebbe meglio fare il contrario?»
«Assolutamente no. Sei la mia ospite e devi essere trattata come tale. Quindi, dormirai nel mio letto. E poi dormire fissando le stelle non è così scomodo come si pensa.»
«Se lo dici tu…»
Oltre alla felicità che era rinata dentro di lei, Quasimodo notò che la giovane donna era anche visibilmente stanca.
«Esmeralda, che ne dici di andare a dormire? È stato un giorno molto duro per te.»
«Sì. Forse hai ragione…»
Nel mentre la ragazza stava per sdraiarsi sul letto malandato di Quasimodo, intravide una figura oscura non molto lontano da lei.
Incuriosita e con il cuore in gola, decise di andare a vedere personalmente.
«Che stai facendo, Esmeralda?» domandò Quasimodo spaventando la ragazza.
«Quasi, credo che in questo campanile non siamo soli…»
«Hai ragione. Oltre a me e a te, c’è anche l’Arcivescovo che controlla ogni singolo perimetro della cattedrale. >
«E viene fin quassù?»
«NO. Il controllo delle torri campanarie spetta a me.»
«Quasimodo, non vorrei davvero sbagliarmi, ma sono convinta che qui ci sia qualcuno che ci sta spiando…»
«Vedrò di fare una rapida controllata prima che tu ti metta a dormire, va bene?»
«Sì. Così riuscirò a stare tranquilla.»
«Molto bene. Aspettami qui.»
Ma durante la perlustrazione delle torri campanarie, Quasimodo non vide nessuno di sospetto.
«Era come credevo, Esmeralda. Ci siamo solo io e te.»
«Eppure io credevo di aver visto qualcuno.»
«Dev’essere stata la tua immaginazione.»
«Sì. Forse è data dalla stanchezza» si convinse la ragazza.
«Bene. Dopo ciò forse è meglio riposare… Buonanotte, Esmeralda. Fai sogni d’oro.»
«Anche tu, Quasimodo. E grazie per quello che stai facendo per me…»
«LO avresti fatto anche tu al mio posto.»
«Sì, è vero… Buonanotte» disse infine la donna cadendo stremata per le fatiche e gli avvenimenti dell’ultimo giorno.
   
 
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