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Autore: Maki Tsune    17/02/2019    0 recensioni
Quale storia si potrebbe raccontare se i personaggi di Miraculous avessero vissuto nel periodo di fine 1800 proprio durante la costruzione della Tour Eiffel e dell'Esposizione Universale? Questa storia mostra i personaggi non più adolescenti ma nella prima fase adulta, (20-25 anni) che affrontano la vita e le difficoltà senza miraculous magici ma comunque con maschere, mistero, amicizia e amore.
Genere: Comico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Adrien era sceso dalla scala ed era di fronte alla dama in rosso.
Le sorrise incantato e cordialmente. “Buonasera mi…ehm.. mademoiselle.”
“Buon Salve.. sera… ehm… Bonsoir a voi…” cercò di non balbettare e di calmare il galoppo del suo cuore.
“Come posso aiutarvi?” domandò Adrien.
“O nulla. Non mi serve nulla. Ecco… io… volevo…” si interruppe non sapendo se proseguire il discorso.
“Volevate qualcosa?”
Marinette si morse il labbro inferiore. “Volevo dirti che ti… am… ammiro, sì! Ecco, ti ammiro! Hai fatto un bel discorso e molto motivazionale. Sono sicura che avrà successo grazie all’impegno di altre persone.” Disse d’un fiato.
Adrien sorrise e la musica riprese a risuonare nella sala, spaventando entrambi. Il ragazzo si tappò l’orecchio sinistro che gli fischiò per essere troppo vicino all’orchestra.
“Ti ringrazio per le parole!” disse Adrien.
“Come? Non ti sento!” rispose Marinette alzando la voce.
“Vuoi un ballo lento? Va bene.” domandò Adrien fraintendendo. Alzò la mano verso l’orchestra e fece un segno lento verso il basso per far capire di rallentare l’andamento.
Il suono si abbassò e potevano finalmente parlare.
“Dunque… accettate questo ballo lento?” Chiese Adrien porgendole la mano.
Marinette non credeva ai suoi occhi e per poco non sveniva per quel gran sogno se… non si fosse trasformato in incubo.
“Adrien caro! Finalmente ti ho trovato!” Una dama in giallo e bionda si intromise tra di loro e prese la mano offerta verso Marinette. “Vieni, andiamo a ballare. È tutto il giorno che ti cerco, non puoi non ballare con la tua migliore amica e qualcosa di più, n’est pas?”
“Chloè?!” Dissero entrambi ma con toni totalmente diversi.
La bionda trascinò il ragazzo in pista costretto a ballare con lei.
Marinette rimase vicino all’orchestra con le orecchie che fumavano dalla rabbia.
“Chloè, io stavo proponendo il ballo ad un’altra persona, non puoi intrometterti così. Non è giusto.”
“Cosa? Volevi ballare con quella-senza-stile? Ma è una plebea!”
“Non è una plebea. E se anche fosse, mi dispiace che tu la debba trattare in questo modo. Qui ci sono tutti i parigini che hanno contribuito a rendere grande questa idea. Non posso credere che ti credi superiore a loro.”
“Invece posso, Adrien caro. Ricordi che sono la figlia del Prefetto? E comunque, può aspettare il suo turno, ora stai ballando con me.”
Adrien non era molto contento e guardò vicino le finestre della sala che la dama in rosso stava parlando con la sua amica vestita da volpe. E Alya sembrava più agitata di Marinette.
 
“Non ci posso credere che quella smorfiosa si sia intromessa! Ma come si permette! Quella screanzata. Vedrai che il fato si abbatterà su di lei e in modo contrario alla fortuna.”
“Lo spero Alya. Ma intanto ho parlato con Adrien e mi ha fatto davvero piacere. Almeno sa che sono stata qui e l’ho potuto salutare e…” arrossì.
“E?” domandò maliziosa l’amica.
“E… niente. Mi stavo per dichiarare ma non ce l’ho fatta. E poi non voglio farlo vestita così.” Si mise le mani sul viso, coprendoselo con imbarazzo.
Alya non se lo aspettava. “Ma bene! Quindi volevi fare il passo più lungo della gamba nonostante ti serve una spinta per camminare?”
“Non scherzare ti prego. Anzi, meglio se torniamo a casa. Non ho più voglia di rimanere qui.”
“Ci credo. Ci sono persone che ti fanno passar la voglia di restare.”
Entrambe guardarono Chloè e Adrien danzare un lento in mezzo la folla.
“Andiamo Alya. Non abbiamo più motivo per restare qui. Mio padre ci starà aspettando.”
“D’accordo. Però stasera dovrò tornare a casa dalle mie sorelle.”
“Va bene. Nessun problema. Vai pure Alya e grazie per la tua compagnia.”
Alya le sorrise e uscirono dalla villa Agreste richiamando la loro carrozza, nel mentre Adrien concluse il ballo e cercò la dama in rosso con gli occhi.
Vide Nino. “Nino hai visto le due ragazze vestite da coccinella e da volpe?”
“No non le ho più viste dopo che ho attirato l’attenzione per te. Pensi che se ne siano andate?”
“Se fosse così mi dispiacerebbe molto non averla salutata.”
“Anche a me” abbassò lo sguardo. “Ehi aspetta un attimo. Salutato chi delle due?”
“Uhm?! Ehm… entrambe. Ovvio.” Adrien deglutì imbarazzato.
“Vado a vedere se le trovo.”
“No, Nino. Non fa nulla. La festa continua e io sono il padrone di casa. Non posso soffermarmi solo su due ospiti, ce ne sono tanti altri.”
“Sì, ma… non sono due ospiti qualunque.”
Adrien guardò Nino dandogli ragione. Si avvicinò alla finestra e guardò meglio appoggiando le mani sul vetro, in modo da togliere il riflesso delle luci della sala. Vide le due giovani donne salire sulla carrozza e poco dopo, questa si avviò per riportarle a casa.
“Beh. Adesso sono davvero dispiaciuto.”
Nino lo vide avvilito e si avvicinò alla finestra vedendo solo le tracce delle ruote nel terreno morbido.
“Mi dispiace amico.” Osò in pubblico senza rendersene conto, fortunatamente la musica coprì la loro conversazione.
“Anche a me.” Sospirò. “Come ho detto, ci sono anche altri ospiti. Vado a recuperare il mio travestimento e proseguiremo la serata come da programma.”
“Agli ordini.” Disse sarcastico.
“Nino…”
Il giovane arabo guardò l’amico. “Uhm? Cosa?”
“Grazie. Almeno ci sei tu in questa festa.”
Nino sorrise. “Puoi sempre contare su di me… fratello.”
   
 
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