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Autore: Zelgadis91    18/02/2019    0 recensioni
L'estate di un giovane mago dalle tinte "rainbow" viene animata da un viaggio nel regno di Ungheria del XII secolo dove, tra splendidi uomini usciti da una copertina Men's Health e giornate innaffiate da litri di Cosmopolitan, si troverà coinvolto in una congiura che ha dell'assurdo. Riuscirà il nostro eroe a godersi qualche settimana di pace nonostante il contesto fantozziano?
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5

“Blu? Mi stai ascoltando… ho cercato di spiegare al Conte che le tue attività non sono di alcun danno alla vita di Mészàrad e che…”

Dmitri si fermò notando lo sguardo assente del mago fissare un punto invisibile sulla tovaglia. Da quando ero rientrato a casa, aveva percepito un’aria gelida e non in senso metaforico. L’incontro avuto quel pomeriggio presso la corte ebbe un che di surreale. Lui, una delle guardie fidate le conte, si era trovato a disquisire veementemente in difesa di una persona che conosceva da poche settimane. Eppure, sentiva fosse giusto prendere le sue parti, nonostante il modo in cui era stato trattato. Al di là di quello che tutti potevano dire o pensare, lui, Dmitri, era certo di essere nella ragione. La forza delle sue convinzioni gli strinse la gola e continuando a notare l’indifferenza del ragazzo, decise di agire in modo traumatico.
Scattò in piedi e con balzo felino avvinghiò le mani intorno al volto del mago prima di rapire le sue labbra in un bacio che Petrarca non avrebbe sicuramente mai descritto nelle sue Rime. Non durò molto e non per scelta sua, si trovò mesto a pensare. Il mago lo allontanò con un gesto della mano e tutto quello che gli restò in bocca fu la sensazione di doloroso gelo che si prova addentando un ghiacciolo.

“Che ti salta in mente?” esclamò il mago destandosi, finalmente, dai suoi pensieri.
“Noto con piacere che questo è servito a svegliarti… mi stavi ascoltando?”
“No…” mugolò chinando il capo “Scusami, sono un po’ distratto. Quando te ne sei andato è successa una cosa che non mi aspettavo…”
“Sarebbe?”

Mr. Blu ebbe un attimo di esitazione mentre fissava negli occhi il suo fidato coinquilino ma non ci volle molto prima che, preso un lungo respiro, raccontasse l’accaduto. Dmitri restò abbastanza scioccato nell’apprendere che il borgo e i suoi abitanti erano sotto il giogo di una strega che aveva intenzioni tutt’altro che innocenti per loro.

“C’è qualcosa… che tu possa fare?” domandò ad occhi sgranati, pregando per un sì.
“Ovviamente! Per chi mi hai preso… Non so se posso intervenire però. La situazione è più complicata di quello che pensi”
“Come sarebbe a dire che non puoi intervenire? Perché? Dimmelo!” lo pregò battendo i pugni sul tavolo con un colpo secco.
“Perché io vengo da un altro tempo! Dal XXI secolo per l’esattezza… hai idea di quello che può succedere modificando un’azione nel corso temporale. Oh, Cielo! Non so neanche da dove partire. Sarebbe un disastro! Quando si viaggia nel tempo bisogna tenere in considerazione molte cose ed è per quello che siamo in pochi a farlo. Troppe grane! Molto meglio prenotare un last-minute su Expedia o partire per un viaggio nell’universo!”
“Cos’è Expedia?” domandò Dmitri arricciando il naso “Blu, io forse non capirò a fondo tutti i tuoi segreti e i motivi che ti muovono… ma sappi che non ho intenzione di stare con le mani in mano mentre una vecchia megera vuole ridurre in schiavitù sessuale i miei compagni!”
Il mago socchiuse gli occhi e si abbandonò contro la scocca della sedia. L’indecisione sul da farsi lo stava consumando e la presa di posizione di Dmitri di certo non aiutava. Maledì mentalmente la sua amica per averlo cacciato in quel guaio quando ad un tratto ebbe un’idea. Se Didi l’aveva mandato lì forse non era solo per i bonazzi, forse aveva previsto quanto sarebbe successo… forse aveva già rivisto il basso medioevo sul suo Netflix. Si convinse del doppio gioco della sua amica e guardando Dmitri con un sorriso tronfio, esordì con un:
“Adesso, finisci la tua cena da bravo che mi servi per un lavoretto”
“Il lavoretto prevede l’utilizzo dei giocattoli che tieni sul comodino?”
“No, idiota! Non penso mica al sesso tutto il giorno! Che problemi hai?”
“Era per dire…” esclamò Dmitri recuperando le posate e riprendendo a cena. Non aveva ancora terminato il racconto della sua tragica esperienza presso la corte, così decise che valeva la pena riprendere da dove aveva lasciato.
***

“Ripensandoci bene non mi sei di particolare aiuto” esclamò il mago, avvicinandosi ad un laghetto non troppo distante dalla sua abitazione.
“E non potevi dirmelo prima? Avrei potuto starmene comodamente a casa a finire la torta al cioccolato!”
Dopo aver camminato per appena una decina di minuti, Dmitri era già sul piede di guerra con il suo superiore. Chi non lo sarebbe stato, in fondo? L’aveva costretto a trasportare due borsoni carichi di cianfrusaglie fino a quella radura quando con uno dei suoi schiocchi di dita avrebbe potuto fare tutto senza sforzo.
“Sei il solito ciccione! Adesso…” disse avvicinandosi ad una delle borse “… puoi decidere di andartene o stare qui a dormire per un po’. Non ci metterò molto ma… ti sarei grato se non guardassi!”
“E perché no?”
“Perché lo dico io e… se lo farai, ti trasformerai in merda di vacca per le prossime 24 h”
“Cosa? Non è vero… si vede che menti!”
“Ti si rimpicciolirà il pene di 10 cm!”
“Sarebbe comunque più grande del tuo. Menti di nuovo… perché non vuoi che guardi?”
“Ma che cazz…. Oh, al diavolo! Fai come ti pare… Ma se ricordi quello che è successo ai tuoi amici l’altro giorno in paese, bhè, non ti stupire se ti dovesse succedere lo stesso!”
“Sono più grande di te! Decido da solo! Sai ripensandoci… visto quello che hai detto prima, ho quasi 900 anni più di te, giusto?” domandò giulivo buttandosi per terra e incrociando le mani dietro la testa.
“Risposta errata, mio caro! Sono molto più vecchio di quello che sembra!” rispose il mago ridacchiando mentre afferrava un paio di enormi barattoli dalle borse.
“Mi stai dicendo che hai più di 900 anni?”
“Giusto qualcuno in più! Non sono molte le entità più vecchie di me… e la terra su cui sei seduto è una di queste! Fai quello che ti pare”
“Un giorno mi dirai chi sei veramente?” gli urlò mentre Blu si avvicinava alla riva senza rallentare.
Gli occhi di Dmitri si allargarono dallo stupore quando lo videro camminare sulla superficie dell’acqua. Raggiunto il centro del piccolo stagno, versò il contenuto del primo barattolo ai suoi piedi. Sembrava si trattasse per lo più di fiori e foglie... niente di particolarmente demoniaco. Il mago lanciò il barattolo verso riva e questo levitò fino alla borsa, appoggiandosi delicatamente sull’erba.
Mr. Blu sollevò il capo per vedere a che punto fosse il percorso della Luna nel cielo. L’allineamento doveva essere preciso per una migliore riuscita dell’incantesimo. Spesso, maghi e streghe dell’età contemporanea avevano perso il mistico senso di castare incantesimi nelle ore propizie. Troppo coinvolti dalla frenesia quotidiana, troppo consumati dal male di vivere.
Dovette attendere una quindicina di minuti per procedere al rituale di protezione della Luna. Al momento propizio, si liberò di tutti i suoi vestiti e, come il barattolo, li fece volare verso riva. Con la punta dell’alluce, increspò il riflesso della Luna sulla sul filo dell’acqua e, mentre gli occhi si tingevano del colore dei cieli d’estate, iniziò a recitare l’incantesimo. Il barattolo che teneva in mano fu scoperchiato e la grigia polvere che conteneva si illuminò sotto la luce lunare. Non ci volle molto perché questa, come mossa di propria volontà, uscisse dal contenitore come uno stormo di api avvolgendo il corpo del mago e propagandosi sopra e sotto di lui.
Dmitri osservò la scena in religioso silenzio. Trattenne persino il fiato per alcuni secondi quando il mago si denudò in mezzo al lago. Gli sembrava che persino il respiro fosse un rumore talmente assordante da rompere il sottile velo di magia che permeava la zona. Gli occhi erano fissi sulla nuca del mago e lentamente scivolarono sulle scapole e sui fianchi. Illuminati dalla luce della luna gli sembravano candidi e tersi di un’innocenza che non traspariva affatto dalle parole del ragazzo. Gli occhi scendevano a scandagliare ogni centimetro di pelle. Si sorprese di quella irrazionale fame che solo la vista di quel corpo riusciva a riempire. Come se stesse respirando ma con naso e bocca chiusi. Come se stesse bevendo, ad una fonte da cui pochi avevano avuto accesso. Qualcosa si accese in lui quando lo sguardo cadde sulle natiche del ragazzo. Deglutì sentendosi quasi a disagio. Non aveva mai provato niente del genere e forse gli ammonimenti del mago servivano proprio ad evitare quella situazione. Perché non gli aveva dato ascolto? Sentì qualcosa di molto più pericoloso gonfiarsi nei pantaloni e, finalmente, riuscì a spostare lo sguardo. Il suo corpo stava reagendo e non ne capiva il motivo. Non era mai stato attratto da un uomo. Aveva avuto avventure con alcune donne ma nessuna che le fosse mai rimasta particolarmente a cuore eppure ora, con questa persona bizzarra, senza tempo e con il senso dell’umorismo di una capra domestica, non riusciva più a riconoscersi.
Si concedeva in battute per attirare la sua attenzione.
Si riduceva a lavori più servili per accontentarlo.
Si prodigava per perorare le sue cause.
Solo per mettersi in mostra.
La polvere di stelle, così la soprannominò Dmitri, esplose in un turbinio continuando a girare intorno al mago quasi fosse il suo centro di gravità. Questi condusse alcuni gesti rituali con le mani continuando a pronunciare quelle parole di cui non capiva il significato. Sembravano davvero piccole stelle viste da un mondo lontano. All’improvviso la superficie dell’acqua intorno ai piedi del mago si scostò e le piccole stelle si avvicinarono sempre di più al corpo del ragazzo. L’acqua iniziò a sollevarsi come a rivestire uno spazio che a lui non era concesso vedere.
Mr. Blu si girò con le braccia spalancate e a Dmitri sembrò che per una frazione di secondo i loro sguardi si fossero incrociati. Con le mani direzionò l’acqua lentamente verso un punto sopra il suo capo. Il risultato finale fu una enorme bolla di acqua al cui interno la polvere brillante si incastonò a creare una nuova volta celeste. Dmitri ebbe un nuovo tracollo mentre divorava la facciata anteriore nel mago. Dalle clavicole fino ai piedi ebbe modo di nutrire la sua mente con una visuale ultraterrena. Si costrinse dopo alcuni istanti ad abbassare il capo e si fece su sé stesso, nascondendo il capo tra le braccia appoggiate alle ginocchia. Non avrebbe guardato oltre. Non l’avrebbe guardato in faccia un secondo di più. Almeno fino a quando quel problema tra le sue gambe non si sarebbe risolto. Dmitri si chiese se ai suoi amici vedere il mago in quel modo avesse fatto lo stesso effetto. Sentì un leggero crepitio e la litania che il mago stava recitando cessò. Alzò la testa e vide che i vestiti del mago stavano levitando verso di lui in acqua. Dmitri regolarizzò il respiro e penso a cose disgustose per farsi passare il disturbo creato dallo spettacolo.
“Che hai? Hai la fronte sudata!” domandò Mr. Blu, riponendo il barattolo in una delle borse.
“Solo un po’ di caldo… Che hai fatto esattamente?” cercò di cambiare discorso, sperando che parlando riuscisse a calmarsi.
“Si chiama Incantesimo di Protezione Lunare” rispose il mago, sedendosi sulle ginocchia e iniziando a preparare del te “Come si evince dal nome serve per proteggere qualcosa o qualcuno da una minaccia. Diciamo che ho usato una mia personalissima variante per proteggere Mészàrad… sei contento ora?” domandò socchiudendo gli occhi e soffiando sulla sua tazza di te caldo “Vuoi del te?”
Anche troppo contento pensò Dmitri, abbassando lo sguardo verso i pantaloni
“Non so cosa sia ma… no grazie! Sto bene così”
Fin da quando l’adolescenza era esplosa in lui anni e anni or sono, si era trovato spesso in situazioni imbarazzanti che coinvolgevano la sua natura maschile. Era stato molto fortunato, per così dire, e sua madre, qualche tempo prima di mancare, gli disse che aveva ereditato questo tratto dal padre. Nascondere certe evidenze era sempre stata un’ardua impresa e, talvolta, molti degli stratagemmi adottati si rivelavano fallimenti epici. Da quando si era unito alla guardia reale, i problemi si erano mitigati. Qualche battuta al mattino ma niente di troppo spinto, considerando che bene o male erano tutti sulla stessa barca e il remo più grande lo teneva lui. Si chiese se Mr. Blu era a conoscenza di questa sua dotazione e, il pensiero che l’avesse scelto solo per quello, gli ottenebrò lo sguardo per alcuni istanti.
“É una bevanda incredibile…” rispose il mago, fissando le stelle “… potrei berne a boiler ma temo che finirei a fare la nuova versione del Manneken Pis a Bruxelles se lo facessi davvero!”
“Sembra divertente… dovresti provare!”
“A fare la statua di un bimbo che urina in una delle città più significative del mio secolo. Anche no… e poi dovrei mostrare le mie grazie a mezzo mondo. Come ti salta in mente?”
Dmitri scoppiò a ridere e, sentendo che la sua grazia stava tornando il letargo, esclamò:
“Non è forse quello che hai appena fatto?”
“É diverso! Questi incantesimi sono fortemente legati alla Natura e bisogna essere in comunione completa con l’ambiente circostante. Niente tessuti o altre cose che ingombrino il contatto. Sono le regole… Scommetto che ti sei goduto lo spettacolo. Porco!”
“Cosa ti salta in mente? Sono stato qua seduto a farmi i fatti miei tutto il tempo!”
“Si come no… Va bhè! Torniamo a casa che ho sonno!
Si alzarono e, con estrema gioia di Dmitri, tutto era tornato nella norma. Si punzecchiarono fino al ritorno nella loro tenuta prima di separarsi per andare a dormire.
“Quello che hai fatto per il Borgo… Grazie, Blu”
“Non sappiamo nemmeno se funzionerà. Aspetta a ringraziarmi. Noches...”
Dmitri fissò la figura ilare del mago andarsene lungo il corridoio e i suoi occhi furano attratti dal profilo delle natiche sotto i suoi pantaloni. Si defilò in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle e appoggiandocisi contro. Socchiuse gli occhi mentre un sospiro esasperato usciva dalle narici. Sollevò appena lo sguardo, fissandosi tra le gambe. Qualcuno non aveva gradito il fatto di essere stato messo a tacere e adesso reclamava attenzioni. Arraffò un paio di fazzoletti e, dopo essersi denudato, si occupò del suo ingente problema. Rievocò alla memoria le immagini di poco prima, immaginandosi di toccare ogni lembo di pelle con le sue mani. Di farle sue. Un insano desiderio di possessione lo pervase e proprio all’apice di quel impulso che gli strinse in gola, venne di piacere sul suo addome. Resto a fissare il soffitto. Stanco e, nonostante tutto, insoddisfatto. No, non era per niente come quella volta al borgo con i suoi amici. La situazione era diversa… molto più dura per certi versi. Si ripulì e si sforzò di dormire, promettendo a sé stesso che avrebbe trovato un modo per gestire la situazione.
***
All’alba dell’indomani, Dmitri, che non aveva chiuso occhio, decise di mettere in atto il suo piano. Camminando sulle punte, si diresse verso la cucina per allestire la migliore colazione che avesse mai preparato. Dopo aver terminato le preparazioni, avrebbe dovuto posizionarsi in giardino con vista tavolo a fare alcuni piegamenti, così che il mago non potesse non notare la sua presenza. A torso nudo. Sudato… non necessariamente sudato magari, anche solo un po’ d’acqua sarebbe stata sufficiente a dare l’impressione. L’avrebbe conquistato ancora prima del pranzo. Al suo arrivo in cucina, tuttavia, fu abbastanza chiaro che i suoi piani avrebbero dovuto seguire una strada diversa. Pentole e posate, cucchiai e barattoli di marmellate volteggiavano in aria quasi fossero dotate di vita propria intenti ovviamente a sabotarlo. Una tazzina colma di un liquido nero si avvicinò a lui ma temendo si trattasse della solita bevanda futuristica, decise di allontanarla con un gesto della mano. Dmitrì fissò l’esterno della villetta con aria affranta quando la sua attenzione venne catturata da un prato non troppo lontano. Fiori. Alle donne piacciono i fiori. Si chiese se anche agli uomini piacessero. Con uno scatto felino, si lanciò in direzione del prato ma furono sufficienti pochi passi per frenare il suo entusiasmo. La vetrata del salotto era chiusa e Dmitri, che ancora non aveva particolare familiarità con le portefinestre, vi si schiantò contro come in una scena da fumetto. Tese l’orecchio verso il piano superiore cercando di carpire qualche rumore che annunciasse il risveglio del mago e non appena fu certo che nemmeno l’annuncio di una guerra imminente l’avrebbe destato, si catapultò a raccogliere i fiori. Conquistato il suo obiettivo, non senza pochi problemi (uno sciame d’api stava allegramente pasteggiando proprio in quel campo e in quel momento), depositò il mazzetto in un vaso e, già sudato dalla testa ai piedi, si mise nella posizione progettata davanti al tavolo da pranzo.
Mr. Blu stiracchiò le braccia e si beò i primi raggi di sole sulla pelle. La consapevolezza di aver fatto una buona azione lo riempiva di orgoglio e l’aver fatto felice Dmitri lo rallegrava forse ancora di più. Era certo che la notte prima avesse sbirciato ma non era stato abbastanza arguto da notare alcune potenziali difficoltà tra le gambe del coinquilino. Si chiese se il suo fascino stesse perdendo impatto. Si ravvivò i capelli e mentre per la casa partiva “It’s raining men” di Geri Halliwell per annunciare il suo risveglio, si incamminò verso la cucina. Come al solito Dmitri se la stava dormendo della grossa visto che non era ancora a tavola a divorare qualunque cosa ci fosse nei paraggi. Si sedette e cominciò a sbocconcellare un pancake quando la vista di Dmitri sudato a fare piegamenti in piscina gli causò un principio di soffocamento. Notando la difficoltà dell’uomo, Dmitri scattò in suo soccorso cercando di dargli dei colpetti sulla schiena per farlo riprendere.
“Tutto ok?” domandò il cavaliere piegandosi in ginocchio per guardarlo negli occhi.
“Si, adesso sì. Come mai sveglio… di così buon mattino…” mormorò il mago inducendo sui pettorali dell’uomo ad una distanza estremamente pericolosa.
“Mah… così… mi sono svegliato prima… ho pensato di allenarmi un po’ prima di colazione” e così dicendo si alzò in piedi lasciando in bella vista il promontorio che si profilava sotto il pantaloncino.
Mr. Blu deglutì ma tolse immediatamente lo sguardo (non voleva apparire come il maniaco che in realtà era) dedicandosi alla colazione.
“Sarai affamato… dopo tutta questa attività”
“Puoi dirlo! Sono molto… affamato!”
Dmitri non gli tolse gli occhi di dosso per un istante mentre si sedeva e riempiva meccanicamente il piatto di pancake. Ne aveva accumulati una quindicina prima che un cucchiaio di legno, sospeso in aria, gli tirasse un colpo sulla mano per fermarlo. Mr. Blu non si accorse di niente, troppo occupato a bere il suo caffè e a scrutare le notizie di Studio Aperto sulla sua sfera di cristallo.
“È così interessante quella palla?” domandò Dmitri stizzito che l’attenzione del mago non fosse su di lui o sui fiori che aveva colto.
“Uhm sì… sto guardando le ultime notizie del mio secolo. Il colore Pantone dell’anno è il Living Coral e l’ultima puntata de “L’isola dei Famosi” è stata una piccola bomba trash! Devo recuperarla al più presto!” Mr. Blu allontanò la sfera e alzò lo sguardo verso Dmitri che stava addentando un pancake come un cane con il suo osso. Lo sguardò si spostò verso il mazzo di fiori che non aveva ancora notato sul tavolo.
“Ah, questi fiori sono di una bellezza spaventosa… quasi quanto le loro proprietà farmacologiche. Grazie casa, è un modo carino per dirmi Schiatta, vecchia checca?”
“Ma… come spaventosi. Cosa significa?” domandò Dmitri, inghiottendo il pancake
“Oh, sì. Questo viola è Aconito napello, tutto velenoso… queste sono giunchiglie e poi abbiamo la Datura, le piccole Acquilegie e dei Bucaneve. Tutte queste piante contengono sostanze che, bhè…  diciamo che se non sono dosate correttamente, ti mandano al creatore!”
“Quindi… sono velenose?”
“Molto!”
Dmitri scattò in piedi a lavarsi le mani più in fretta che poté sperando di non essersi accidentalmente avvelenato nel tentativo di conquistare le attenzioni del mago. Mr. Blu, d’altro canto, restò scioccato alla reazione dell’uomo e non ci volle molto a capire che quel mazzo era stato raccolto dal disperato con le mani sotto l’acqua corrente.
“Dmitri… qualcosa mi dice che hai raccolto tu questi fiori?”
“Merda! Si, volevo fare qualcosa di carino per… ringraziarti e adesso mi dici che rischio le penne? Che palle!” si lagnò l’uomo intento a strofinarsi come a togliere la più resistente delle vernici. Mr. Blu scoppiò in una fragorosa risata prima di alzarsi in piedi a chiudere il rubinetto. Afferrò le mani dell’uomo e, dopo averle congiunte e racchiuse tra le sue (tutto dire visto che Dmitri aveva delle mani enormi), vi soffiò appena sopra. Dmitri percepì una brezza fredda penetrargli lungo la pelle ma non era certo si trattasse dell’alito del mago. Lo fissò negli occhi, erano molto vicini. Il mago gli sorrise ed esclamò:
“Stupidone! Ricorda che Sapere è Potere! Anche un fiore può mietere vittime se colto da mani inesperte!”
“Grazie…” mormorò Dmitri. Allargò le braccia stringendo il corpo del mago intorno a sé e affondando la testa nei suoi capelli. Il dolce profumo di miele dello shampoo del mago lo inebriò dalla testa ai piedi portandolo a non pensare niente che non fosse quel momento. Avrebbe dovuto spiegare il perché del suo gesto. Giustificarsi. Ma non riusciva a connettere in quel momento. Poche settimane. Pochissime settimane e quella persona era riuscita a insinuarsi sotto la sua pelle… come per magia. Dal canto suo, Mr. Blu era sorpreso per il gesto dell’uomo grande e grosso che, come un bambino, cercava affetto dopo lo spavento che si era preso. Cinse le braccia intorno alla sua nuda vita e per un momento si perse anche lui a contatto con la sua pelle… almeno fino a quando l’acre odore di sudore non iniziò a propagarsi dalle ascelle dell’uomo.
“Dmitri, puzzi! E sei ancora sudato… che schifo!” cercò di allontanarsi ma l’uomo non lo lasciava andare.
“Dmitri!”
“Ah? Ah, si scusa… Mi sono… preso un bello spavento! Ehehe” ridacchiò portandosi una mano dietro la testa “Ok, prometto di non fare più cose del genere!”
“Vai a lavarti che dobbiamo andare in paese! Mi serve qualche erba per i miei rimedi!”
“Agli ordini!” Dmitri si dileguò appena in tempo per non dare modo a Mr. Blu di notare il rossore sulle sue gote.
  
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