Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: weareonmars    18/02/2019    0 recensioni
[AU ispirato al capolavoro di Miyazaki, "Il castello errante di Howl", con rielaborazioni]
"Perdonami se ti ho fatto aspettare così tanto".
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

Creature e sapore di mare



Due notti dopo, Taehyung tornò.
Jimin e Jungkook stavano dormendo da ore ormai e cercò di essere il meno rumoroso possibile per non disturbarli. Dopotutto, aveva bisogno anche lui di riposarsi, non era necessario scatenare alcun baccano, soprattutto a tarda notte.

Il quadrante dei colori sopra la porta fece uno scatto, girando velocemente sul nero e la porta si aprì, rivelando la figura del mago, livido in volto e nell'animo.
I capelli erano tornati ad essere ribelli e lui, sfinito, non aveva alcuna fretta di rimetterli in riga. Il suo corpo era pesante; in realtà, non era nemmeno il suo vero corpo.
Grazie ai suoi poteri, aveva la capacità di tramutarsi e così, per mimetizzarsi, prendeva le sembianze di un grosso rapace. Da lontano nessuno poteva capire le sue vere dimensioni e, una volta avvicinatosi abbastanza, senza indugiare molto sul da farsi, sferrava il suo attacco, sperando di rallentare quelle macchine da guerra volanti che non facevano altro che portare morte e distruzione ovunque andassero.

I segni delle sue zampe rimasero sul pavimento, mentre si avvicinava alla sedia davanti al focolare per prendervi posto e, magari, qualche respiro in più.
Un leggero mugolio lasciò le sue labbra mentre si tramutava in se stesso, facendo svegliare Hoseok.

"Sei tornato" mormorò il demone, rimanendo a guardarlo per qualche istante.

"Ti sono mancato per caso?" domandò il mago, aprendosi in un sorrisetto, abbassando lo sguardo verso di lui. La tramutazione diventava sempre più difficile da compiere al contrario.

"Devi andarci piano con quella, Taehyung – disse Hoseok, prendendo un ceppo nuovo – devi sempre conservare sufficienti energie, altrimenti finirai per rimanere in quello stato per sempre".

"Smetterebbero di corrermi dietro se così facessi?" domandò il mago. Nella sua voce un leggero fremito nella speranza di avere una risposta positiva da parte del demone.

Hoseok scosse le sue fiamme. "Mi dispiace, Taehyung, ti rintraccerebbero comunque".

Il mago abbassò appena lo sguardo, socchiudendo gli occhi. Lui voleva semplicemente essere libero da tutto per poter vivere la sua strampalata vita in santa pace, ma sembrava un desiderio troppo grande da realizzare.

"Che puzza – borbottò poco dopo il demone, inalando ancora quell'odore tanto sgradevole che fece affievolire le sue fiamme per qualche istante – è odore di demone e carne umana.. non sarà..".

"Sì, gli sgherri di Madam Suliman – annuì Taehyung, sospirando – umani trasformati in demoni".

"Si ritroveranno a piangere dopo, non si può tornare dietro, è una trasformazione irreversibile" disse Hoseok, prima di voltare appena lo sguardo verso il sottoscala. "E' una maledizione che può essere spezzata, era preoccupato per te".

Taehyung rimase lo le labbra schiuse per qualche istante, prima di lasciar cadere la testa all'indietro e sorridere appena, cercando di darsi una controllata per non arrossire, ma sembrava invece che il rossore volesse proprio dargli del filo da torcere.
Il calore crebbe sulle sue guance mentre si alzava dalla sedia e andava verso la tenda, scostandola leggermente.
Jimin era tornato normale, meraviglioso come la prima volta che lo aveva incontrato. Doveva essere proprio un sogno felice.
Si accorse che indossava una sua vecchia blusa e, per quando avesse detto a Jungkook di non toccare le sue cose, non poté fare a meno di sorridere; al ragazzo addormentato stava davvero molto bene.
Si sporse in avanti, accarezzando lentamente il suo volto con la punta delle dita, mordendosi le labbra nel reprimere il pensiero di avvicinarsi e baciare quella morbida pelle.

Sorrise lievemente vedendolo sorridere nel sonno e si allontanò, richiudendo con cura le tende.
Salì al secondo piano e, poco prima di sparire, chiese ad Hoseok di mandargli acqua calda in bagno quella mattina stessa, ricevendo dal demone altre lamentele, come se fosse una routine. Taehyung sorrise e andò a riposare.

Al mattino, Jimin si svegliò con un sobbalzo quando l'acqua cominciò a scorrere veloce nelle tubature, facendo un rumore assordante. Doveva essere Taehyung.
Uscì con la testa dalla tenda, guardandosi attorno, per poi incontrare lo sguardo di Hoseok che gli diede il buongiorno, lasciandolo per un momento perplesso.

"Buongiorno anche a te, Taehyung è tornato?" gli domandò e il fuoco annuì. Jimin si portò una mano sul cuore, sentendo che quella sarebbe stata una bella giornata. In più, Jungkook gli aveva promesso che sarebbero potuti scendere fino al mercato che si teneva ogni giorno al porto di Blueheaven e lui non vedeva proprio l'ora.

In vita sua, non c'era mai stato nemmeno una volta al mare. Lo conosceva dai racconti di suo padre, da quello che leggeva sui libri, ma con i propri occhi non aveva ancora avuto il piacere di vederlo.

Una volta pronti entrambi, Jungkook si mise sulle spalle il suo mantello magico per tramutarsi nell'anziano aiutante di Pendragon, nome con cui tutti conoscevano Taehyung in città.

"E' così luccicante!" esclamò Jimin elettrizzato, mentre si appoggiava al proprio bastone per camminare a passo con Jungkook.
Non riusciva a staccare gli occhi dall'infinita distesa blu che si estendeva proprio davanti a lui. Lo scintillio dei raggi del sole sulla superficie increspata dalla onde, le vele spiegate e le bandiere che svolazzavano, mentre le navi rientravano oppure lasciavano il porto. I gabbiani che volavano attorno agli alberi maestri in attesa di potersi lanciare su qualche pesce appena pescato, le merci che venivano issate a bordo, tutto sembrava un paesaggio surreale ai suoi occhi che non avevano mai visto niente di simile.

Una volta arrivati al molo principale, quello più grande, in cui tutti i negozi rivendevano la merce appena sbarcata dalle navi, Jimin e Jungkook cominciarono a riempire il cesto della spesa camminando avanti e indietro lungo le bancarelle, prima che una nave richiamasse l'attenzione di tutti i presenti facendo fischiare la sirena.

Jimin rimase con gli occhi completamente spalancati mentre l'enorme corazzata si spostava sulle placide acque. Abbassò lo sguardo e vide centinaia di persone salutare i marinai che si stavano allontanando sopra di essa. Anziani, donne e bambini, negozianti, tutti auguravano il ritorno a quegli uomini.

D'un tratto, con la coda dell'occhio, Jimin riuscì a captare una figura che aveva già visto da qualche parte. Girò lentamente la testa e, in lontananza, mentre si guardava attorno alla ricerca di qualcosa, o qualcuno, vi era uno degli uomini di melma nera che qualche giorno prima avevano inseguito lui e Taehyung.
Indietreggiò, appoggiando la schiena contro il muro e costrinse Jungkook a fare lo stesso.

"Ci sono gli uomini di melma, Jungkook" mormorò Jimin, vedendolo mettersi subito sull'attenti.
Rimasero in quella posizione finché l'uomo di melma non se ne andò, ritornarono quindi a confondersi tra la folla.
Jimin e Jungkook erano pronti a ritornare a casa il più velocemente possibile, ma un forte ronzio attirò la loro attenzione verso l'alto.

Una macchina volante stava passando proprio sopra le loro teste e, qualche secondo dopo, sganciò tre bombe, una di seguito all'altra, nel mare, scatenando il panico generale, mentre cominciavano a cadere centinaia di migliaia di volantini riportanti la figura del re del Regno vicino e alcune righe di quello che sembrava un discorso di propaganda.
Ma Jimin non si disturbò a prenderne uno per leggere cosa vi fosse scritto.

Lui e Jungkook cominciarono a camminare velocemente verso casa, inciampando di tanto in tanto nei loro stessi piedi, rischiando anche di rovesciare il cestino con l'intera spesa appena fatta.

"Jungkook – sussurrò l'anziano, appoggiandosi contro la porta appena richiusa dietro di loro – ti prego, passami un bicchiere d'acqua".

Jungkook annuì e corse verso il secchiaio, afferrando un bicchiere, mentre Jimin si apprestava a raggiungere velocemente la sedia davanti al focolare per potersi riposare qualche istante. Non era più agile come quando correva dietro a Jungkook qualche giorno prima. Lasciò andare un sospiro.

Tutto tacque per qualche istante, prima che l'intera casa venisse scossa da un urlo disperato.

   
 
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