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Autore: kitsune akuma    19/02/2019    0 recensioni
Siamo certi che il bene sia sempre bianco e puro e il male sia sempre ciò che va sconfitto.
Siamo certi che chi combatte per il bene sia esso stesso bene?
E tutte le creature del male possono essere classificate malvagie solo perché appartenenti a tale categoria?
--------posto un capitolo nuovo ogni domenica-----
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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08/10/2008

 domandò Cayle mentre stava sistemando il giardino dietro casa, tagliando l'erba e raccogliendo le foglie ormai cadute perché secche.

< La mia ultima missione fu molto tempo prima di restare incinta di te, e la feci insieme a tuo padre > disse Electra mentre si apprestava a pulire il porticato di casa. 

< Aspetta un attimo, ma tu e papà andavate in missione assieme?> la bloccò Cayle, la madre non gli aveva mai detto nulla del genere. In ogni racconto era sempre stata sola o al massimo col fratello.

< In alcuni casi lavoravamo assieme, quando magari pensavamo o ne avevamo la certezza che da soli non saremmo riusciti a compierla. > Electra si avvicinò al figlio e dopo avergli poggiato una mano sulla spalla continuò.

< Devi capire una cosa, può sembrare che io e tuo padre facevamo lo stesso lavoro, ma non è così, ambedue abbiamo....avevamo a che fare con le creature soprannaturali > si fermò un attimo. Nonostante che il marito era ormai morto da anni, per lei era ancora duro da accettare.

Cayle cercò di alleviarle il dolore.

< Si, mio tesoro, sto bene. Allora ti dicevo io e tuo padre può sembrare che facevamo le stesse cose e invece sono completamente diverse. Io in quanto Cacciatrice rappresento la giustizia, elimino chi è pericoloso, chi minaccia gli umani, in fin dei conti si potrebbe dire che ero la protettrice degli umani. Mentre tuo padre era un  guardiano, lui è la bilancia deve mantenere l'equilibrio, quindi deve fare in modo che i due mondi siano sempre di pari forza e cercare di mantenere i contatti tra i due mondi al minimo possibile. >

< Non riesco a capire bene il ruolo di papà!> Ammise sinceramente Cayle, mentre si grattava la nuca.

< Capirai presto....forse > disse Electra sorridendogli amorevolmente.

< Perché non mi spieghi, così da poter capire ora?> disse Cayle un po' esasperato da quel dire e non dire, caratteristica tipica della madre di quando racconta del suo passato.

< Perché figlio mio, il tempo è agli sgoccioli, ma non è ancora giunto il momento per questo!> 

Cayle capì che anche se insisteva, non avrebbe cavato nulla dalla bocca della madre.

< La mia ultima missione fu con tuo padre, perché  tuo padre aveva avvertito degli squilibri e indagando si era accorto che da un po' di tempo stavano scomparendo varie creature delle tenebre. Ma la cosa molto curiosa era che non si trattava di una singola creatura, erano spariti vari Lupi, Vampiri, Fate, Mutaforma, Sirene, Elfi, Streghe e Troll>

< Ma sono così tanti? > Chiese sorpreso Cayle

La madre dopo una dolce e divertita risata < Sono solo quelli più conosciuti, ce ne sono tantissimi altri!> Electra diede tempo al figlio per registrare l'informazione, e si godette tutte le emozioni passare su quel volto dolce, ma ormai da uomo del figlio. Fu fiera quando notò che tra tutte le emozioni che lo attraversarono, non ci fu la paura.

< In quella missione  dovevo dare una mano in caso si giungesse a un combattimento. L'indagine effettuata da tuo padre ci portò in uno stabilimento abbandonato, quando entrammo ciò che si mostrò alla nostra vista era fuori da qualsiasi cosa che ci saremmo aspettati. > un brivido corse lungo la schiena di Electra solo al ricordare quelle scene.

< Ciò che trovammo al nostro ingresso fu un laboratorio, dove si facevano innumerevoli esperimenti. La struttura era su più piani e ogni piano aveva un lungo corridoio,dove davano numerose celle in cui erano rinchiuse le creature o ciò che ne restava. >

Cayle spalancò gli occhi e dal profondo del suo essere crebbe una rabbia sorda, istintivamente voleva far qualcosa, voleva distruggere quel posto, annientare chi era stato l'artefice di tali fatti, nonostante ancora non sapesse tutto ciò che la madre  aveva visto in quello stabile.

< Cayle ascolta, lascia perdere il giardino e vieni a sederti qua vicino a me > disse Electra sedendosi sui gradini, che portavano dal portico al giardino, aveva notato la furia del figlio e ancora il racconto era solo all'inizio.

Come il figlio fece ciò che le disse, riprese a parlare. < Al piano terra trovammo dei vampiri, nelle prime celle vi erano numerosi corpi carbonizzati, gli scienziati li avevano esposti un po' alla volta sempre più al sole, per vedere fino a che punto resistevano al sole e la loro velocità di rigenerazione della pelle e tessuti. In quelle celle si respirava ancora un odore di bruciato e sembrava di sentire ancora le urla dei malcapitati > si fermò per voltarsi e vedere la reazione del figlio.

Cayle aveva le braccia poggiate sulle gambe e stringeva a pugno le mani, le nocche stavano sbiancando sempre più, la testa reclinata verso il basso che guardava i suoi piedi. < Mamma continua, voglio sapere!>

 < In altre celle c'erano dei vampiri a cui avevano strappato via a carne viva  i canini per vedere se anch'essi si sarebbero riformati. In quella cella non solo vi erano numerosi corpi impalati, ma sembrava di camminare su un tappeto di ossa, visto la quantità di denti che ricopriva il pavimento, il rumore che facevano sotto ai nostri piedi era sordo e in quel silenzio era non soltanto raccapricciante, ma ogni scricchiolio mi faceva pensare a tutte quelle vite spezzate, a tutta quella barbarie, e mi chiedevo perché tutta questa crudeltà. In una di quelle celle ne trovammo uno ancora vivo, ma non potendo più far nulla per lui, tuo padre mi chiese di ucciderlo, di farlo come atto di pietà e gentilezza verso quella creatura. Ma io non riuscivo, non mi era mai risultato così difficile uccidere uno della sua specie. Lo feci solo quando quel povero ragazzo me lo chiese lui stesso e mi implorò con i suoi occhi, quel vampiro Cayle aveva la tua attuale età, era solo un ragazzino di 17 anni > 

Questa volta Electra si fermò per riprendere aria, stava rivivendo il ricordo di quegli occhi spenti che non chiedevano altro di non soffrire più e di ottenere solamente un po' di pace.

< Nelle ultime celle di quel piano avevano lasciato dei vampiri ammassati gli uni sugli altri, erano stati messi in quelle celle a morir di fame, senza una goccia di sangue, alcuni erano impazziti e si erano loro stessi uccisi, altri più giovani erano morti per essiccazione, ma in queste celle riuscimmo a trovarne qualcuno agonizzante, ma ancora vivo. Tuo padre aveva portato con se un po' di sacche di sangue in previsione e  così riuscimmo a salvarne cinque, ma ne avevamo persi a decine. >

< Perché......perché tutto questo? Quale ragione può esserci?> Cayle non riuscì più a stare fermo lì ad ascoltare, esplose in un grido di dolore e diede un pugno a uno dei pilastri di legno del porticato, ma tanta era la rabbia che non sentì dolore, dopo essersi sfogato un po' appoggiò la schiena al pilastro precedentemente colpito e guardando la madre aspettò di ascoltare il seguito. 

< Mentre tuo padre li aiutava ad uscire, salii al primo piano. Pure lì trovai numerose celle piene di creature, ma aspettai l'arrivo di tuo padre, non avevo il coraggio di avanzare e vedere quella strage. Al primo piano erano state rinchiuse numerose Fate di vario tipo e quando arrivammo alle prime celle, non riuscii a reggere la scena e diedi di stomaco. Nelle prime celle vi erano moltissimi corpi di Fate mutilati, non c'era un corpo integro, alcune erano state vivisezionate per studiare il loro corpo e scoprire se erano fisicamente come gli umani, nonostante le piccole dimensioni. In quelle celle entrò solo tuo padre per assicurarsi che non ci fosse nessuno ancora vivo. Nelle successive celle trovammo altri corpi mutilati, ma sta volta l'ingrato compito toccò a noi. Le Fate di quelle celle erano impazzite a causa dell'amputazione delle ali, tale barbarie le aveva condotte alla follia. Io ero pietrificata delle creature così letali, ma tanto belle ridotte a un ombra di ciò che erano. Non riuscimmo a salvarne nemmeno una. >

< Gli scienziati dovrebbero condurre degli esperimenti, tutto questo mi sembra più che altro un macello, una strage, un massacro, una crudeltà che forse nemmeno dei demoni potrebbero riuscire a fare!> Le parole di Cayle non solo erano cariche di rabbia e dolore, ma anche tristezza e senso di impotenza.

< Continuammo a salire, al secondo piano trovammo altrettante celle con rinchiusi Mutaforma in alcune di esse e Licantropi in altre. Ambedue le specie erano state torturate con infiltrazioni di argento liquido nei muscoli o nelle vene a seconda dei casi, per vedere quale fosse la dose letale. Altri invece feriti con armi sempre in argento per vedere se riuscivano a trasformarsi nonostante le ferite e per constatare di quanto si indebolivano a ogni ferita inferta. Solo nelle ultime celle riuscimmo a trovarne alcuni ancora vivi, a causa delle ripetute scosse elettriche erano stati obbligati a rimanere trasformati, alcuni erano morti a causa dell'eccessivo voltaggio che aveva bruciato loro il cervello, ma chi aveva ricevuto un voltaggio inferiore era riuscito a sopravvivere. Chi ne uscì meglio da quell'esperimento furono i licantropi, notammo infatti che una volta liberati dalle scosse e riportati nella condizione umana erano abbastanza stabili, anche se alcune caratteristiche animali non li abbandonarono mai più, erano comunque in grado di gestire la trasformazione a loro piacimento. Cosa che non riuscivano più a fare i Mutaforma, alcuni di essi cambiavano senza volerlo, non riuscivano a controllare la trasformazione, altri invece non riuscivano più a trasformarsi >

< Ma non vi hanno attaccato?> chiese Cayle un po' pensieroso.

Cayle non riusciva a capire per quale ragione tutto quello era successo, non capiva chi potevano essere quei scienziati così crudeli da non provare pietà, nemmeno un briciolo.

< Vuoi che smetta?> Electra vedeva la frustrazione e la rabbia che provava il figlio, ma ciò di cui si stava preoccupando maggiormente era il dolore che leggeva nei suoi occhi.

< Ti prego, ho bisogno di sapere tutto fino in fondo!> ciò che uscì dalla bocca di Cayle suonava più a una supplica, che a una speranza in un lieto fine.

< Il terzo piano era  diverso rispetto agli altri piani,  da una parte del corridoio vi erano delle celle, ma dall'altro c'erano delle vasche. Capii che quello era il piano dove tenevano le Sirene. Ciò che già subito mi fece perdere speranza di trovarne ancora qualcuna viva fu vedere le vasche piene di acqua completamente vuote, quelle vasche non contenevano alcuna creatura e in quel piano si sentiva un fortissimo odore di morte. Quando spalancai la prima porta se con le mutilazioni alle fate avevo dato di stomaco, con ciò che vidi in quella stanza non riuscii a reggermi più sulle mie gambe e crollai a terra nonostante tuo padre prontamente mi avesse sorretto e tenuta stretta a sé. In quella stanza erano appese moltissime code di Sirene, da alcune di esse colava ancora sangue. Mi sentii mancare, ma non svenni grazie al sostegno di tuo padre. >

Nella mente di Electra riaffiorò l'immagine di quella stanza, le code delle Sirene erano appese a dei ganci da macellaio dalla parte delle pinne, disposte una di fianco all'altra lungo le pareti della stanza e altre invece erano accatastate su un enorme tavolone. Dalle code colava sangue che gocciolava in terra formando pozze sempre più grandi e larghe. Sotto al tavolo si vedeva una macchia nera che destava curiosità perché pareva che si muovesse impercettibilmente, quando Electra si era avvicinata a tale macchia si era accorta che erano le mosche che si stavano nutrendo del sangue e quando alzò lo sguardo nauseata,  gli cadde su alcune code posizionate poco lontano da lei, e per poco non rischiava di svenire, quelle code erano in stato di decomposizione ed erano piene di vermi.

< Tutto questo è mostruoso > disse Cayle mentre si accasciava anche lui a terra portando le mani dietro la nuca e congiungendo i gomiti davanti a lui. Le parole di Cayle riportarono alla realtà Electra.

< Si lo è. Dopo che ripresi il controllo, proseguimmo con la nostra ispezione. Nelle altre celle trovammo molte ex-sirene, avevano amputato loro le code per impiantare delle gambe umane, suppongo prese a dei cadaveri, nelle cartelle abbandonate leggemmo che volevano vedere se siccome erano fisicamente per metà simili a noi, se impiantando loro delle gambe  sarebbero riusciti a trasformarle in umane e vedere se riuscivano le cavie - così c'era scritto- a vivere come tali. Ma da quello che vedemmo in quella cella e nelle altre l'esperimento aveva portato esclusivamente alla loro morte. Ma poco prima di giungere alla scala che ci avrebbe portato all'ennesimo piano degli orrori, tuo padre mi fermò per un braccio chiedendomi se avessi sentito qualcuno parlare, alla mia affermazione negativa, stavamo per voltarci e salire quando notai che in una vasca dell'acqua stava lievitando. Glielo feci notare e lui concentrandosi ulteriormente sentì da dove proveniva tale voce.>

< Ne avete trovata una ancora viva?> Chiese speranzoso Cayle tornando a fissare la madre negli occhi

< Si, si salvò un unica creatura, molto giovane, l'impianto era riuscito, ma non l'esperimento. Essendo molto giovane il corpo era riuscito ad abituarsi alla nuova situazione, ma lei non era umana aveva mantenuto il potere del controllo dell'acqua. >

< Sono felice per lei, spero che la sua vita da quel momento in poi le abbia regalato solo bei momenti > disse sinceramente Cayle

< Tuo padre si offrì di portarla al sicuro, ma lei aveva perso l'intera sua famiglia con quegli esperimenti e non voleva più restare sola e ci disse che sarebbe restata con noi fino alla conclusione di quella missione > Electra scosse la testa ricordando la testardaggine della ragazzina.

< Salimmo al piano superiore qui trovammo gli Elfi, erano stati completamente isolati dalla natura e lasciati a se stessi per vedere che sarebbe successo. Il risultato li avevano lasciati a morire essiccati e il sacrificio degli Elfi adulti non era bastato a salvare quelli più giovani >  

< Sacrificio? Cosa avevano fatto?> Chiese Cayle alla madre 

< Gli Elfi sono gli spiriti protettori della natura, la loro esistenza è essa stessa legata all'esistenza della natura e della sua salute. Si occupano della sua prosperità. Quindi un Elfo che non può stare a contatto con la natura non ha maniera di assorbire la sua linfa vitale. Gli Elfi adulti rinunciarono alla loro esistenza, trasformandosi in piante per permettere agli altri di sopravvivere, ma fu un sacrificio inutile perché come si accorsero dell'accaduto gli scienziati li separarono e fecero degli esperimenti per vedere se si erano trasformati in vere e proprie piante e se tale trasformazione era permanente o reversibile. >

< Che è successo agli Elfi giovani?> Cayle lo chiese con ansia. 

< Lentamente tutti si trasformarono in piante per salvare gli altri, ma fu tutto inutile, le piante che trovammo ancora vive erano solamente tre le portammo via con noi e le piantammo nel bosco, nel regno elfico quando uscimmo da quello stabile > Electra socchiuse gli occhi < Gli altri o erano morti perché  essiccati per la lontananza dalla natura  o per i tentativi di riportarli nella loro forma originaria dagli scienziati. Le piante che salvammo ora sono diventati alberi di immensa bellezza che riforniscono gli Elfi di linfa vitale > sperò di alleviare la sofferenza del figlio con quella piccola buona notizia.

< Arrivammo all'ultimo piano e lì vi erano state rinchiuse le Streghe.> Electra si bloccò dal raccontare quando vide il figlio scattare al in piedi con un solo scatto

< Fin adesso mi hai parlato di tante creature e mi è sembrato di capire che le cavie non fossero due o tre ma molti esemplari, come è possibile che abbiano catturato così tante creature prima che voi ve ne accorgeste, come avete potuto permettere una cosa del genere? Come!> gli gridò contro con tutta la furia che aveva in corpo. Cayle non riusciva più a sopportare tale racconto.

Come era possibile che un guardiano che dovrebbe mantenere l'equilibrio tra i mondi non si fosse accorto di tutte quelle sparizioni e avesse permesso una tale atrocità.

<  Io sono una Cacciatrice Cayle il mio compito era quello di proteggere gli umani!> Electra non riuscì a continuare che il figlio gridò nuovamente

< Ma mio padre era un guardiano, perché ha permesso una tale crudeltà?> Stringeva talmente forte i pugni che alcune gocce di sangue colarono a terra.

< Tuo padre non ha permesso nulla, come se ne è accorto si è mosso in salvataggio. Le creature delle tenebre non sono coese tra stessa specie figurati tra specie diverse, tentarono di risolverlo da soli. E tuo padre avvertiva delle morti, ma non è che ogni giorno morissero tante creature di una stessa specie, ogni giorno anche quando si è in pace qualcuno ci lascia, si spegne!> Cayle a quelle parole si sedette a terra e mise il mento sulle ginocchia abbracciando con le braccia le gambe

< Tuo padre nonostante tutto sembrasse nella normalità notava una strana tensione, certe mancanze, silenzi nel mondo delle tenebre e iniziò a indagare per puro scrupolo! E come scoprì delle scomparse  subito si allarmò e agì. E' tutto chiaro?> Electra aveva perso la pazienza, capiva il dolore che provava il figlio, ma non voleva che direzionasse la rabbia verso il padre che aveva agito solo per il meglio sempre e comunque.

< Scusami, ma tutto quello che mi stai raccontando non è affatto giusto!> disse Cayle rendendosi conto dell'errore che aveva fatto.

Electra riottenuta la calma proseguì

< Le Streghe erano rinchiuse all'ultimo piano, e quello che avevano subito non era più pietoso rispetto a quello che era capitato alle altre creature. Erano state private delle loro rune, asportando via i pezzi di pelle dove erano state incise, tutto ciò solo per vedere se riuscissero comunque a usare la loro magia senza l'ausilio delle rune. Le Streghe più giovani perdendo le rune persero anche il controllo della loro magia e queste le portò alla morte. Nelle prime celle ciò che trovammo era esclusivamente sangue ovunque sui muri, sul pavimento era come se qualcuno si fosse divertito a buttare secchi di sangue ovunque, e ossa frantumate. Capimmo che era accaduto quando avanzammo per le altre celle dove avevano rinchiuso le Streghe via via sempre più adulte. Nella seconda sezione di celle le Streghe erano tutte morte e lì ci rendemmo conto che erano state private delle loro rune, ma queste essendo più brave a controllare la loro magia erano riuscite a non esplodere come le più giovani, ma anch'esse soccombettero alla loro magia. Dalla loro bocca, occhi e orecchie colava ancora sangue. Non ne trovammo nemmeno una viva.> Electra sentiva ancora l'odore pungente di morte di cui era impregnato quello stabile.

< Mi pare che manchino ancora i Troll da raccontare. Come fecero a imprigionare tali creature, sono gigantesche > Domandò Cayle non tanto per interesse, ma perchè non voleva più soffermarsi su ciò che avevano subito le Streghe, il solo sentire quello che era toccato alle più giovani lo aveva destabilizzato. Tutta quella storia era pesante da gestire per lui.

< Si sono enormi, ma tanto quanto sono enormi e grossi tanto sono stupidi. Furono imprigionati nei sotterranei, ciò ci fu comunicato dalla Sirena superstite, li avevano attirati lì con del cibo. L'esperimento condotto su di loro era di tipo militare. Volevano controllarli e trasformarli in armi di distruzioni sotto il loro controllo. Avevano colpito i Troll con scariche ad altissimo voltaggio e una volta storditi avevano tagliato la cassa cranica per aver accesso al cervello dove misero una specie di casco che schiacciava determinate terminazioni nervose per inibire la loro volontà e poi avevano impiantato un microchip che con impulsi elettrici li obbligava a fare ciò che loro gli ordinavano.> 

< Mamma, ma chi fu a fare tutto ciò?> Cayle era incredulo, chi era in grado di fare tutte quelle cose con un tale sangue freddo.

< Lo scoprimmo una volta giunti nei sotterranei. Tuo padre ed io fummo obbligati ad abbattere tutti quei Troll, ma notammo che con rispetto ai soliti attacchi erano più coesi, sembrava che avessero uno schema di attacco e ci rendemmo conto che erano manovrati da qualcuno che dopo poco comparve davanti ai nostri occhi. Un manipolo di uomini con dei camici che più scienziati sembravano macellai. Ci chiesero perché stavamo ostacolando la scienza e il suo avanzamento. Non riuscivo a crederci quelle creature  indifese che io avevo il compito di difendere e proteggere erano diventati i mostri peggiori.> 

< Mamma che è successo?> Cayle notò un cambio repentino nella madre, era come se stesse emanando onde di pura voglia omicida.

< Quello stabilimento fu abbattuto dalla forza delle fiamme. Gli abbiamo dato fuoco, era la migliore sepoltura che potevamo dare a quelle povere creature ed era anche il modo più veloce per far sparire qualsiasi traccia di tutta quella crudeltà > Electra era irriconoscibile il suo tono era freddo e calcolatore.

< Mamma cosa è successo a quegli umani?> Cayle non sapeva se avvicinarsi alla madre o mantenere le distanze.

< Una furia cieca si impossessò di me, scattai contro coloro che avevo protetto fino a quel momento, ma io non vedevo loro, ma tutte quelle creature che loro avevano ucciso in nome di un progresso che non sarebbe mai esistito. Feci subire a molti di loro ciò che loro stessi avevano inferto agli altri, ma fui ancora più spietata. Li lasciai in vita, non ne uccisi nemmeno uno, però mi premurai di fare in modo che non potessero scappare in nessuna maniera  e poi appiccai il fuoco. >

< Sono morti arsi vivi, dopo aver avuto lo scontro con te > Cayle non riusciva a credere che la madre fosse stata capace di fare una cosa del genere

< Tuo padre provò a fermarmi, ma non ci fu maniera per impedirmi tali atti. Fu la mia ultima missione non solo a causa di ciò che ho visto in quello stabile, ma anche perché uccidendo quegli umani avevo mancato al mio giuramento di Cacciatrice, ma il fatto era che non ne ero e non ne sono affatto pentita. Fu la mia ultima missione perché non volli più difendere gli umani.>

Solo a quel punto Electra si alzò dal gradino dove fino a quel momento era stata seduta, si diresse verso la porta di casa, ma prima di attraversarla tornò a voltarsi verso il figlio e disse

< Ricorda però che non tutti gli umani sono come quei scienziati, là fuori c'è anche chi è buono e meritevole di protezione. > dopo quelle parole entrò in casa lasciando Cayle solo in giardino.

   
 
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