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Autore: lmpaoli94    19/02/2019    2 recensioni
Il giorno della festa degli innamorati era alle porte.
Le coppie si stavano preparando al meglio per passare una notte indimenticabile.
Bunny avrebbe passato la serata con il suo Marzio in uno dei ristoranti più belli della città.
Ami e Taiki invece avevano in programma di passare la serata guardando un film nella loro casa.
Heles e Milena decisero di trascorrere la serata insieme su una collinetta che sovrastava la capitale giapponese, consumando un picnic e godersi la nottata stellata.
E infine, Rea e Yuri passeggiarono per il parco mano nella mano, sempre intenti a litigare tra di loro.
Ma cosa sarebbe successo se una di queste persone avrebbe commesso un reato impunibile?
Che cosa ne sarebbe stato della vita della sua dolce metà?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Coppie: Ami/Taiki, Haruka/Michiru, Rei/Yuichiro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessuna serie
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«Taiki, hai preso i popcorn?» domandò Ami dalla cucina.
«No» replicò il ragazzo mettendosi a sedere.
«Perché sei così scansafatiche?»
«Perché sono molto stanco. Abbiamo studiato tutto il giorno e ho la testa che mi scoppia.»
«Uomini… tutti uguali.»
«Avanti, Ami. Perché non ti siedi qui sul divano e ci mettiamo a guardare un film insieme?»
«Voglio vedere cosa gli dici alla professoressa di domani. Gli racconterai del film visto?»
«Perché no? Credo che anche la nostra professoressa capisca che anche i suoi studenti hanno una vita, sai?»
«Tu fai come vuoi, ma io ripasso un po’ matematica. Domani abbiamo il compito.»
Taiki fissava nervoso e rattristito la sua fidanzata.
«Perché mi guardi così?»
«Ami, oggi è il giorno di San Valentino. Perché non riesci a dedicare un po’ di tempo per noi?»
«Perché ho molto da fare. Anche tu dovresti essere molto impegnato visto che siamo nella stessa classe.»
Il ragazzo preferì non rispondere.
«Va bene, fai come vuoi. Io me ne rimango qui a deprimermi e a guardarmi un film romantico. Tu vai pure a studiare.»
Ami ci rimase molto male da come Taiki gli aveva risposto.
Ma in fondo capiva che il ragazzo non aveva tutti i torti.
Doveva svagarsi.
Doveva riuscire a non pensare alla scuola.
Almeno per qualche ora.
< Che film avresti intenzione di guardare? > domandò la ragazza avvicinandosi al suo fidanzato.
< Titanic. È un film che mi ha sempre emozionato e appassionato. Lo guarderei un milione di volte. >
< Capisco… >
< Vuoi per caso unirti a me? >
Ami non rispose subito, limitandosi a fissare il suo libro che teneva in mano.
< Va bene. Qualche ora di pausa posso anche prenderla. >
< Qui non si tratta di prendere qualche ora di pausa… Si tratta di vedere un film che dura tre ore e di guardarlo con una persona che tiene molto a te. >
Ami rimase senza parole.
Taiki non gli aveva mai confessato apertamente quelle parole.
< Davvero? Tieni molto a me? >
< Forse sono un tipo burbero che non manifesta le sue emozioni… Ma ti vuole molto bene. Sappilo. >
Ami si strinse a lui con fare affettuoso.
< Ci voleva questo per farti allontanare dai tuoi libri? >
< Può darsi… >
< Smettila di prendermi in giro. >
< Sei geloso dei miei libri? Perché impiego la maggior parte del mio tempo a studiare che con te? >
< Sai com’è… A nessun ragazzo farebbe piacere sapere che la sua ragazza non passa molto tempo con lui… A te farebbe piacere sapere che io non ti considerassi mai? >
< Dipende su cosa non mi consideri… Se tu fossi un bravo studente come me, ne sarei molto contenta. >
< E ti dispiace che io non lo sia? >
< L’unica cosa che m’interessa di te è che tu rimanga un bravo ragazzo e che tu mi voglia bene. >
< Allora di questo non ti devi preoccupare… Guardiamo il film? >
< Stiamo parlando di noi e tu mi dici se guardiamo il film? > domandò Ami inorridita.
< Cosa c’è da dire? Ci siamo chiariti, no? >
< Vabbe’ ho capito. Non ne vuoi più parlare… >
Ami si sdraiò sul divano evitando di guardare Taiki.
Il giovane ragazzo, in maniera scherzosa, piombò addosso a lei facendogli il solletico.
< Lasciami in pace. >
< E tu smettila di essere seria una volta tanto. >
< No, non voglio. Non ti sopporto quando ti comporti in questo modo. >
< E come vorrei che mi comportassi? >
< Ce la fai ad essere serio anche solo per cinque minuti? >
< Io sono serio. Anche troppo. >
< Non mi sembra… >
Ami se l’era presa.
Non sopportava che il suo ragazzo si comportasse come un bambino infantile.
Voleva che fosse più serio e responsabile come lei.
< Se ti faccio qualche coccola come piace a te, torni ad essere la ragazza dolce e perfettina che io conosco? >
< Cosa?! io non sono perfettina! Sei tu che dovresti essere un altro tipo di persona. >
< Cioè? >
< Cresci, Taiki. Fai l’adulto qualche volta. >
Spazientita, Ami si alzò dal divano per dirigersi in cucina.
< Non capisci che non faccio altro che farti arrabbiare? >
< Odio quando fai così! Non ti sopporto! >
Ami aveva le lacrime agli occhi.
Taiki non l’aveva mai vista in quello stato.
< Ami, mi dispiace… >
La ragazza non rispose a causa dei continui singhiozzi.
< No… scusa te… Non so cosa mi sia preso… E’ solo che sto cercando di fare il possibile per continuare la nostra relazione…Certe volte credo di essere così inutile. >
< Ma cosa dici? Non è assolutamente vero! >
«E invece è vero. Non faccio altro che farti arrabbiare.»
Dai continui punzecchiamenti, Ami e Taiki avevano finito con il litigare.
Ma dopo ogni litigio, c’era sempre il ritorno della pace.
«Adesso basta piangere, Ami. Non sopporto vederti così.»
La ragazza si asciugò le lacrime con la sua mano, guardando il suo fidanzato.
Aveva lo sguardo affranto.
Sapeva che l’aveva fatta sfogare in un certo modo.
Infatti era anche lui molto dispiaciuto della situazione.
«Taiki, credo anche di essere molto stressata a causa della scuola. Tutti quei compiti a casa… Tutti lo studio che ci danno… È davvero snervante.»
«Lo so bene. Ma adesso non pensiamoci più. Trascorriamo la nostra serata tranquilla in compagnia di un film strappalacrime. Che ne dici?»
«Sì. Sono pronta per piangere ancora un po’» fece Ami ritrovando il sorriso.
«È così che si fa’!»
   
 
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