Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi
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Autore: AlsoSprachVelociraptor    20/02/2019    0 recensioni
Lloyd Richmond, giovane film-maker dal fisico fragile, la mente contorta, il cappello della Planet Hollywood calato sui suoi cinici occhi azzurro ghiaccio e il fidato coltellaccio appeso alla cinta, è pronto a tutto per diventare il regista che ha sempre sognato di essere.
Anche essere mandato dalla BBC a Ronansay, un'isola sperduta a nord delle fredde coste della Scozia e bagnata del tremendo mare del Nord a indagare su un misterioso hotel che si dice essere infestato dai fantasmi.
All'albergo, tuttavia, Lloyd troverà segreti ben peggiori di uno spirito; scheletri nell'armadio, doppiogiochisti pericolosi, destini segnati nel sangue, porte chiuse a chiave, il mare del Nord affamato che chiederà sempre più sacrifici umani.
E sì, anche un fantasma.
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[Storia liberamente tratta alla serie tv "Two Thousand Acres of Sky" della BBC, anche se NON c'è bisogno di conoscere la serie per leggere la storia, dato che ne è solo ispirata. Anzi, se non la conoscete è molto meglio]
Genere: Comico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il taglierino entrava bene nella sua pelle, come in tutte le pelli che Lloyd avesse mai sezionato. Sollevò delicatamente gli strati di pelle bluastra, mostrando le vene sotto essa. Erano bianche, e vuote. Ecco il motivo per cui la sua pelle era così inumanamente pallida...

Lloyd sentì a malapena il gemito sofferente di Kenny, e quando si voltò ad osservarlo, lo ritrovò accartocciato su sé stesso e con la mano libera sul viso.

-Ti fa schifo?-

-Un po'- mentì l'uomo, con la sua voce ovattata dalla mano sulla sua bocca.

-Ti fa male?-

Era una domanda che faceva spesso. Vedere gli occhi pieni di panico per le sue azioni era qualcosa che gli muoveva qualcosa dentro, doveva ammetterlo. Il panico era portato dal dolore.

Kenny non provava dolore. Era solo disgustato dal sapere com'era dentro.

Era proprio strano.

-Perché devi farlo?- chiese, aprendo le dita sul suo viso giusto per muovere le labbra. Lloyd scalfì lievemente l'osso bianco e spesso del braccio del fantasma con il taglierino, alzando le spalle. -Mi piace aprire le cose.-

-Io non sono una cosa. Le persone non sono cose.-

Era vero, ma... nemmeno i gatti lo erano. Però quando aveva sette anni non gli importava molto.

Alzò le spalle di nuovo.

Kenny abbassò appena la mano dai suoi occhi verde mare, guardandolo e giudicandolo. O forse non era uno sguardo giudicante... a Lloyd non importava.

Divenne rosso in viso mentre richiudeva con cautela il braccio del fantasma, e la pelle si ricompose da sola. Kenny mosse le dita della sua mano bluastra, ora di nuovo mobile. La alzò verso il suo viso, e Lloyd si aspettò uno schiaffo o un pugno e invece prese ad accarezzargli lentamente il viso. Le sue dita erano gelide ma delicate... Lloyd socchiuse gli occhi e appoggiò la guancia alla sua mano, non dissimile a un animale domestico.

Lloyd non era un animale domestico, sia lui che Kenneth lo sapevano, ma al momento non importava molto a nessuno dei due.

Era più una fiera selvatica, di dimensioni ridotte e dagli occhioni azzurri, ma le sue intenzioni non erano quelle di un cucciolotto amorevole.

-Sei aggressivo- sussurrò Kenneth. Lloyd non rispose. -Anzi, violento. E arrabbiato. Ti hanno fatto qualcosa?-

, avrebbe voluto rispondere. La vita mi ha sempre trattato da schifo, come se fossi un brutto giocattolo difettoso. La vita mi ha costruito male e poi mi ha dato colpe che non ho.

Negò. -Qualcuno nasce marcio dentro. Tu non sei marcio nemmeno dopo quasi vent'anni in mare.-

Se Lloyd fosse stato completamente lucido in quel momento, avrebbe pensato che no, non conosceva i motivi della morte di Kenneth, né perché infestasse quell'hotel. Era morto in mare, data quella "versione" bagnaticcia, ma... perché? Dove? Cos'era successo nel 2001 a Ronansay e perché nessuno proferiva nulla in merito?

Lloyd avrebbe avuto tempo più tardi per riflettervi in merito.

Ora Kenny non si sarebbe accontentato di quelle patetiche scuse, e dai suoi occhi profondi e tempestosi come il mare del Nord che l'aveva inghiottito poteva vederlo. Quasi ne aveva paura, di quegli occhi, ma ricacciò giù quel sentimento che era venuto a galla come tutti gli altri.

-Domani esci un po', ora dormi.- disse semplicemente il fantasma, non in tono cattivo, ma imperativo e che non permetteva risposte negative. 

Lloyd annuì, anche se avrebbe potuto negare e scacciare quello spirito con un soffio.

Perchè non riusciva a sentirsi come al solito, con Kenny?

Lloyd scalciò a terra i propri vestiti e Kenneth li raccolse e li mise a posto con premura. Si imbacuccò sotto alle pesanti coperte e cercò di scaldarsi, anche se tutto attorno a lui gelava.

-Perchè ti vedo?-

-Eh?-

-Ti vedo.- continuò Lloyd. -Io ti vedo. Ma solo io. Perchè io sì e gli altri no?-

La voce di Lloyd sembrava più debole, più ovattata e timida. Sentiva le palpebre pesanti per qualche motivo incomprensibile, ma la sua voglia di sapere era più forte di qualsiasi incantesimo del sonno. Ken non rispose subito, continuando ad aggiustargli i capelli sulla fronte che non volevano in nessun modo stare al loro posto o lontani dagli occhi stanchi del ragazzo. Prese un profondo sospiro, anche se non ne aveva nessun bisogno. -Tu... sei diverso, Lloyd. Non pensi come gli altri, non vedi le cose come gli altri, e... credo sia per questo.-

Quando Kenny alzò lo sguardo, incontrò qualcosa in quello di Lloyd che l'avrebbe fatto impallidire, se avesse avuto ancora sangue nelle vene. Tentò di sorridere, spettinargli di nuovo i capelli e pettinarglieli di nuovo. Diverso... quante volte Lloyd aveva sentito quella parola? Dalle labbra di Ken suonava in un modo strano. In un modo diverso.

-Ehi, non stupirti. Mi hai appena aperto il braccio!-

Non ebbe reazione da Lloyd. Socchiuse gli occhi, e sentì solo i polpastrelli gelidi del fantasma sfiorargli la guancia, prima di ritirare con imbarazzo la mano. -Non è una cosa negativa, Lloyd. Non è negativo non essere come gli altri, essere sé stessi e avere il coraggio di esserlo.-

Lloyd non lo sapeva. Lloyd non faceva apposta, e non gli importava quasi mai. Quasi.

Un altro brivido di freddo scosse il suo corpo. Avrebbe nevicato presto, su Ronansay.

Lo sguardo di Kenneth ora andava oltre le finestre e oltre il cielo nero sopra l'isola, puntato su qualcosa di impossibile da vedere.

Forse casa...

Il ragazzo rimase a guardarlo, freddo e impassibile ma dagli occhi che cambiavano colore a ogni sensazione che passava sul suo viso. Verdi, neri, blu, azzurri, grigi.

La sua mano appoggiata sulla spalla di Lloyd, ben coperta dal piumone, e il suo sguardo puntato sulla finestra.

Il giorno dopo Lloyd avrebbe dovuto parlare con qualcuno.

   
 
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