Un
segreto ben nascosto quello di Lia Brown che al mondo si mostra come
semplice popolana,
abile nel taglio e cucito, e che, invece, sa servirsi delle mani non
solo per
lavorare. È da questa donna che ha avuto il via la
maledizione dei nobili seduti
sul trono di Arendelle.
“Non
sapevo possedessi anche tu la mia stessa magia” –
commenta la giovane Elsa,
stregata dalla grandezza di quella che credeva essere la sua
normalissima zia.
“Ho
faticato molto per nascondere chi sono realmente. I guanti che hai
indossato in
questi anni erano i miei. Quando il re ti lasciò da Clarissa
e Samuel, tu ne
portavi un paio fin troppo pregiato. Così mia cugina mi
scrisse chiedendomi la
realizzazione di altri per te. Le chiesi subito come mai servissero ad
una
neonata. Logicamente evitò di raccontare il fatto. Fui io a
sospettare e quando
venni a conoscenza della tua reale identità, non riuscii
più a separarmi da te.
c’è un legame tra noi, tesoro, che non puoi
immaginare”
“Non
siamo
niente, zia Lisa. Ho saputo di essere la figlia dei sovrani di
Arendelle perciò
posso definirmi una di loro adesso… purtroppo”
– sostiene, abbattuta la ragazza.
“Perché
sei
così afflitta da ciò? Hai sempre pensato di non
essere chi dicevano fossi. Adesso
che conosci la verità, sembri pentita di averlo voluto
sapere” – aggiunge Lisa,
cercando di far ragionare la parente. Perché una cosa
è certa…le due sono
consanguinee. Se fino a qualche giorno fa credevano di avere un legame
alla
lontana, presto capiranno di avere tanto, anzi troppo, sangue in comune.
“Non
so cosa
pensare! Mi ritrovo da sola, con un potere che mi ha allontanata
volutamente da
chi mi ha messa al mondo. Oggi sono di nuovo qui, senza nessuno vicino,
scacciata come un’appestata. Sarà per sempre
così, la mia vita?!” – Elsa si sfoga,
lasciando che la neve torni a circondarla e a dominarla.
“Tesoro,
tranquillizzati. Respira profondamente. Non lasciare che accada di
nuovo… impara
a gestire la tua magia e tutto si risolverà”
– Lisa la abbraccia ancora,
sentendo nelle parole della fanciulla le sue stesse parole.
“Sai,
anche io anni e anni fa, credevo che i miei mi avessero abbandonata
perché mi
odiavano e non volevano che creassi problemi con i miei
poteri”
“Hanno
lasciato
anche te? ma… come è possibile? sbaglio o tu sei
la cugina di mia madre… cioè…di
Clarissa?”
“Io ho
vissuto alcuni anni insieme ad una coppia che mi ha amata immensamente.
La donna
che mi ha ospitata si chiamava Evelyn ed era una sarta. È
stata lei ad
insegnarmi ciò che so”
“Evelyn?
Vuoi
dire quell’anziana che andavamo a trovare spesso quando
vivevamo a Rosetown?”
“Esatto.
Lei
è a tutti gli effetti la zia di Clarissa. Per questo motivo
ci siamo
considerate da sempre due cugine. Ma in realtà, per
differenza di sangue, non lo
siamo” – spiega la Brown.
“Posso
chiederti…
come mai sei venuta ad Arendelle? perché hai lasciato
Rosetown?”
“Evelyn
mi
lasciò in eredità la mia attuale dimora. Durante
la gioventù ha vissuto anche
lei qui” – racconta ancora la sarta.
“Accidenti!
La mia vita è sempre stata così
monotona…un susseguirsi di giornate uguali,
scandite da mie crisi personali e niente più. Adesso invece
pare che quello che
ho vissuto è stato un sogno”
“Il
mio
consiglio, tesoro, è di tornare a palazzo e chiarire una
volta per tutte con i
tuoi veri genitori. Solo loro sapranno darti le risposte che
meriti”
“La
risposta la so già. Ero un ostacolo e mi hanno tolta di
mezzo”
“No!
Non
dirlo, cara. Io ho conosciuto bene Idunn. Portava spesso Anna a casa
mia. Era
spenta, triste. Quando venne alla luce la sua bambina fui io a
realizzarle un
lenzuolino pregiato. I tessuti li portò il re in persona ed
io vi incisi una a.
Però due anni prima realizzai un altro che riportava una E.
Ovviamente oggi mi
è chiaro che fosse destinato a te. all’epoca
dissero che ci fu un errore e che
spettava a re Elias…”
“Una
E?
dici che era per me?”
“Ovviamente.
Loro ti desideravano, cara. Ti amavano tantissimo e fu durissima
doversi
separare da te”
Il
silenzio di Elsa sembra calmare il cielo e la nevicata.
“Perché
mi
hanno lasciata ai Bjorgman? vorrei saperlo”
“Allora
è
bene che torniamo a palazzo. Soltanto in questo modo verrai a
conoscenza della tua
vera storia”
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“Sophie
ha detto chiaramente che Elsa potrebbe essere sulla montagna del Nord.
Sapete dirmi
cosa ci sarà andata a fare lassù?”
– domanda Clarissa, camminando a più non
posso con il resto del gruppo.
“Fidiamoci
della bambina. Forse conosce più lei sua zia di noi messi
insieme” – risponde Samuel.
“Si,
però…sono
ore che ci muoviamo. Io sono esausta” – aggiunge
ancora la signora Bjorgman.
“Ha
ragione. Di questo passo finiremo per crollare prima del previsto. Io
propongo
una pausa, giusto il tempo di rimetterci in forze”
– suggerisce, allora, Idunn.
“Voi
rimanete
qui. io vado a cercare mia sorella” – Kristoff
è determinato e senza ascoltare le
voci dei parenti che lo consigliano di riposare, prosegue diritto.
Nessuno
lo avrebbe fermato.
Elsa va
salvata e assieme a lei l’intero regno.
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“Sappiate
che, se Cristel fosse qui e non ad Arendelle come avete detto,
torneremo e non
vi daremo pace” – sostiene Anna, dopo
l’ennesimo silenzio della coppia.
La donna
li ha addirittura sbattuti fuori di casa, pretendendo privacy.
E
così
padre e figlia si ritrovano in un bosco, demoralizzati, coscienti di
dover
ripartire senza avere la certezza assoluta di rivedere la loro
consanguinea.
“Dovevamo
insistere, padre”
“Basta
Anna.
Abbiamo fatto il possibile. evidentemente se Cristel è qui,
loro la nascondono
perché non vuole essere trovata”
“E tu
ti
arrendi così? Senza lottare? È tua sorella. Per
lei dovresti distruggere il
mondo”
“Figliola,
ti prego. Facciamo come ho detto. Vedrai che ad Arendelle risolveremo i
nostri
dilemmi. Magari cominciando da Elsa…
chissà… forse sarà lei la nostra
salvezza”
“Già!
E come
affrontiamo il discorso con lei? non sa niente della sua origine
nobile”
“Io
credo, al contrario, che qualcosa ad Arendelle stia accadendo”
“Come
fai
a dirlo?”
“Guarda
il
cielo laggiù. Oltre le due montagne è visibile
che è in atto una tempesta”
“Dici
che
è Elsa?”
“In
questa stagione… direi proprio di sì”
Danno un
colpetto
ai loro destrieri e viaggiano diretti verso casa.
Chissà
se
ciò che li attenderà sarà una
situazione ormai calma e serena oppure l’ennesima
tormenta?