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Autore: Najara    21/02/2019    6 recensioni
“Lena Luthor.” La donna tese la mano e lei arrossì un po’, prendendogliela.
“Kara… ehm… Kara Danvers.” Si presentò a sua volta, arrossendo di nuovo, era davvero bella e la guardava dritto negli occhi, con sicurezza, ma anche con leggero divertimento.
“Bene, questa è una presentazione migliore di quella precedente.” Commentò Lena sorridendo.
Una commedia romantica targata SuperCorp!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardare le stelle

 

Quella stessa sera, puntuale, Lena suonò al suo campanello. Kara aprì la porta e non poté fare a meno di sorridere nel vedere la ragazza.

“Buonasera.” Le disse lei appoggiandosi allo stipite e guardandola con occhi vivaci. “Sei pronta per la nostra serata?” Chiese.

Kara si morse il labbro. Lena era, se possibile, ancora più bella del giorno prima, aveva abbondonato lo stile sofisticato ed elegante per un paio di pantaloni e una camicia. I capelli questa volta erano raccolti più morbidamente e il trucco era più delicato.

“Sei molto bella.” Disse e poi arrossì nel vedere gli occhi di Lena brillare di consapevolezza.

“Ti ringrazio, anche tu sei bellissima.” Affermò. Sembrava così tranquilla e sicura di sé, la mano in tasca, il sorriso sulle labbra, gli occhi che cercavano i suoi.

“Oh… ehm… grazie.”

Lena sorrise un po’ di più nel vederla immobile a fissarla.

“Io non sono contro il rimanere qua a parlare… ma…”

“Cena! Sì, certo.” Ricordò con imbarazzo Kara, afferrò la borsa e raggiunse la donna che ridacchiando aveva fatto un passo indietro. “Oh!” Ricordò il taccuino con i suoi appunti e tornò nel suo appartamento per prenderlo.

“Giusto, non si sa mai.” La prese un po’ in giro Lena.

Scesero le scale in silenzio.

“Niente ascensore… peccato.” Commentò però la donna, quando furono all’esterno e Kara rise arrossendo.

Quando furono nella macchina blu scuro che questa volta guidava Lena, l’imbarazzo tra loro due si sciolse e presero a parlare con la stessa facilità del giorno prima. Forse perché Lena le aveva chiesto del suo lavoro, forse perché l’argomento era presto scivolato su tematiche che sembravano piacere a entrambe, ma quando giunsero al ristorante si sentiva decisamente più rilassata e a suo agio.

La cena non cambiò questa buona sensazione, anzi.

Kara aveva studiato tutto il giorno una serie di argomenti, ma li dimenticò completamente, parlando di tutto meno che di alta finanza, investimenti, tecnologia, informatica, chimica e cibernetica. I soggetti che, dopo lungo studio, le erano sembrati i migliori da affrontare con la donna.

“Quindi…” Stavano passeggiando lungo una strada pedonale, affollata di persone, chiacchierando tranquillamente, un gelato tra le mani.

“Sì?” Chiese Kara, rilassata e soddisfatta.

“Domani non potrò mandarti dei fiori se oggi non mi baci.”

A quelle parole Kara quasi si strozzò con il gelato e Lena rise.

“Sto scherzando, è stata un bella serata, non c’è bisogno di…” Si bloccò, perché Kara aveva abbassato la mano e intrecciato le loro dita. Un rossore sospetto sulle guance. “Va bene.” Accettò Lena un sorriso sulle labbra. Ripresero a camminare.

Dopo un po’ Kara alzò gli occhi verso il cielo.

“Lo sai cosa mi manca di più di quando non abitavo in città?” Chiese, Lena scosse la testa e lei si spiegò. “Le stelle. Non si vedono mai le stelle in città, troppe luci.”

La donna al suo fianco rimase in silenzio a lungo, forse per la prima volta da quando si erano conosciute. Alla fine Kara ruotò la testa per guardarla. La giovane Luthor era persa nei suoi pensieri.

“Lena?” Chiamò e lei si riscosse, guardandola e sorridendole.

“Scusa. Le stelle sono un soggetto… delicato per me.”

“Oh…” Kara si pentì subito di aver detto quella sciocchezza. “Mi dispiace, non volevo…” Accidenti a lei, non aveva letto nulla su Lena e le stelle nelle sue ricerche! Certo, vi era quella compagnia, la FlyStar, ma era solo in parte della Luthor Corporation. Non immaginava che ci fosse qualcosa che…

“No, no, non scusarti, è solo che io e mio fratello potevamo passare ore a parlare delle stelle, ad osservarle nel cielo.”

Kara strinse un poco la mano della giovane.

“Avevo un telescopio a casa…” Ricordò a sua volta. “Passavo ore a cercare, sicura che un giorno avrei visto qualcosa nel cielo…” Mormorò.

“Qualcuno…” Aggiunse Lena e Kara si voltò sorpresa. “Sì, credo che da qualche parte, lassù, ci siano forme di vita.” Fece ruotare gli occhi, come se fosse conscia che era qualcosa di sciocco da dire, ma non smise di parlare. “Quando sono stata accolta tra i Luthor mi sentivo sola… l’universo mi sembrava così vuoto e freddo. Lex mi ha dato speranza, non eravamo soli, c’era un intero universo pieno di meraviglie che ci aspettava.” Sorrise al ricordo. “Pensieri sciocchi di bambini, ma è qualcosa che non mi ha mai lasciato.”

“Non sono pensieri sciocchi.” La contraddisse lei. “Ed è bello che tu sappia ricordare qualcosa di tuo fratello che non sia…” Fece una smorfia, sicura di aver fatto un altro passo falso, ma Lena non la stroncò, invece annuì.

“Sì, per il mondo è un pazzo assassino, ma io ricordo anche il ragazzo che era e amo ancora quel Lex.”

Continuarono in silenzio, le mani intrecciate, finendo i gelati che per un poco avevano dimenticato.

Giunsero alla fine della via pedonale e tornarono indietro, Kara si chiese se la serata sarebbe finita, una parte di lei pensava che sarebbe stato meglio andare a casa, un’altra parte desiderava ancora parlare con Lena, starle accanto, anche così, in silenzio, stringendole la mano.

“Vuoi andare a casa?” Le chiese la donna, gli occhi che cercavano i suoi.

“No…” Ammise, Kara. “Tu? Perché se è tardi e domani devi lavorare…” Iniziò, ma la donna scosse la testa.

“No, ma mi è venuta un’idea, ti va di rischiare una seconda volta di seguirmi?”

“Oh, beh, ieri non è finita così male, quindi…” Arrossì nel vedere gli occhi di Lena brillare di nuovo di divertimento. “Non volevo dire… ok, un po’ volevo dire… ma…” Arrossì e Lena rise. La tensione sembrava averla abbandonata.

“Vieni.” Disse e Kara la seguì. Era bella quando rideva, molto bella.

Questa volta Kara comprese velocemente cosa Lena volesse fare, infatti la donna guidò fuori dalla città verso il deserto. Non ci volle molto, le strade erano libere a quell’ora della notte e la macchina di Lena era veloce.

Quando si fermarono la città era lontana. Uscirono nel freddo della notte, ma Kara ignorò i brividi, il naso puntato verso il cielo, la bocca aperta davanti allo splendore del cielo notturno.

“Wow.” Mormorò dopo un po’ abbassando di nuovo lo sguardo su Lena. La donna stava guardando le stelle con occhi lucidi, Kara non ebbe difficoltà a notarlo, si avvicinò a lei e la abbracciò da dietro, appoggiando il mento sulla sua spalla e intrecciando le mani sul suo ventre.

Era un abbraccio dolce, spontaneo, che non nascondeva nulla se non il desiderio di consolare o, semplicemente, di mostrare di esserci. Kara non ci aveva davvero riflettuto, aveva agito, ma nel sentire il corpo di Lena appoggiarsi al suo e rilassarsi seppe che aveva fatto la cosa giusta.

Rimasero un lungo momento a guardare le stelle, poi Lena ruotò nel suo abbraccio e delicatamente posò le labbra sulle sue.

Erano fredde, ma dolci e morbide. Kara chiuse gli occhi e la baciò a sua volta.

A vincerle fu il freddo. Lena rise quando si rese conto che tremavano entrambe.

“Torniamo in città?” Chiese e Kara annuì, osservando per un’ultima volta il cielo stellato, un sorriso sulle labbra.

Questa volta Lena non le chiese di andare a casa sua e neppure chiese di salire da lei, invece la baciò con dolcezza e la ringraziò per la serata.

Kara risalì gli scalini di casa con un sorriso sognante sul viso, entrò in casa e, ignorando l’alba ormai prossima, si mise a scrivere tutto ciò che era successo ed aveva provato. Quando fu soddisfatta fece una doccia e si buttò sul letto. Era quasi addormentata quando ricordò di non aver letto il terzo punto. Si strinse nelle spalle e lasciò che il sonno la vincesse, avrebbe pensato a quello domani.

 

A svegliarla fu il suono insistente del campanello di casa. Guardò l’orologio notando con disperazione che erano le sei, aveva dormito pochissimo!

Il campanello suonò di nuovo. Si rotolò giù dal letto e arrivò alla porta aprendola.

“Ce ne hai messo di tempo!” Alex le lanciò uno sguardo perplesso. “Perché sembra che tu non abbia dormito?” La ragazza entrò nell’appartamento decisa, posando un caffè sul ripiano della cucina e guardandosi attorno, notando gli abiti abbandonati per terra e il taccuino aperto.

“Su cosa stai lavorando?” Chiese allungando il collo. Kara afferrò il prezioso quadernetto e lo richiuse.

“Ad un articolo…” Disse, senza precisare. “Cosa ci fai qui?” Aggiunse poi, sperando che Alex si lasciasse distrarre.

“È martedì.” Le ricordò. “Facciamo sempre colazione insieme martedì.”

“Oh…” Kara fece un sorriso imbarazzato. “Giusto! Ehm… martedì, bene.”

“Bene? Ora mi dici cos’hai, o piazzo una cimice in casa tua e faccio hackerare il tuo telefono.”

“No! Non lo faresti mai…” Il sopracciglio di Alex, alzato e deciso, la fece titubare. “Te l’ho detto, sto lavorando ad un articolo.”

“Quindi Cat Grant ti ha dato un posto da giornalista?” Chiese lei, speranzosa.

“Non ancora…” Ammise. “Ma me lo darà se farò un buon lavoro!” Assicurò.

“Bene! Ora capisco perché fai le ore piccole.”

Kara si rilassò nel vedere che Alex si sedeva sullo sgabello della cucina sorseggiando un po’ di caffè.

“Ora dimmi di Lena Luthor.” Per fortuna Kara non aveva ancora preso un sorso del suo caffè altrimenti lo avrebbe sputato. Arrossì violentemente e scosse la testa.

“Chi? Cosa? Ehm… non so di cosa parli.” Negò in maniera così plateale che non avrebbe convinto neppure Eve, figurarsi sua sorella.

“Lo sai che non puoi nascondermi nulla.” Affermò la giovane con aria divertita. “Su, sputa il rospo.”

E così Kara le raccontò tutto.

“Tanto sono sicura che lei avrà tante donne, io sarò solo una tra le mille… e…” Il pensiero le fece storcere il naso, ma evitò di soffermarsi su quel sentimento e continuò a giustificarsi. “Si dimenticherà di questa storia in un baleno se non, magari, per raccontarlo alle amiche come aneddoto divertente.”

“Tu credi?” Chiese Alex, dubbiosa.

“Ma sì, certo! Non è che diventeremo intime… insomma…” Arrossì di nuovo. “Non si può quasi definire una relazione… ehm…” Tacque perché continuare avrebbe solo peggiorato la sua situazione.

Alex rimase in silenzio pensierosa.

“Dunque niente sentimenti. Vi fate un po’ la corte, ma niente di serio?”

“Esatto.” Assicurò Kara, ripensando agli occhi di Lena che si riempivano di lacrime nell’osservare il cielo notturno e al suo corpo caldo stretto al suo. “Niente sentimenti.” Ripeté. Perché era così! Quelli erano solo stati momenti rubati… momenti che accadevano anche tra amiche… i baci erano solo… un di più.

“Ok…” Alex non sembrava molto convinta.

“Devo andare.” Corse ai ripari lei. “Lavoro ancora come segretaria di Cat, dopo tutto.”

“Va bene…” Alex la inseguì mentre lei usciva di casa, infilando la giacca di corsa. “E fai attenzione a quello che fai!”

 

***

 

“Kara, devi seriamente dirmi come fai!” Eve posò sulla sua scrivania un altro mazzo di fiori e Kara si ritrovò a sorridere pensando ai baci che quei girasoli festeggiavano.

Ignorò la ragazza che la guardava interrogativa e prese il bigliettino tra i fiori.

 

Girasoli per il tuoi sorrisi…

e i nostri baci.

Ho due biglietti per l’opera.

Sei libera questa sera?

                                   Lena

 

“Così romantico!” Commentò Eve che aveva sbirciato da sopra la sua spalla. Kara si portò il bigliettino al petto nascondendolo alla vista della collega.

“Ehi!” La ripresa.

“Andiamo, non è come se fosse…” Iniziò la donna divertita.

Keira!” Chiamò Cat e Kara scattò in piedi, mentre Eve si allontanava tornando al suo lavoro. Solo allora notò che li girasoli formavano una stella. Si morse il labbro e poi scosse la testa entrando in fretta nell’ufficio della sua capa.

 

 

 

Note: Le cose vanno a gonfie vele! Kara e Lena sembrano avviate verso… aspettate, cos’è che Kara ha spiegato ad Alex? Per una volta che dobbiamo ascoltare l’intera conversazione questa non c’è? Ma vi sembra normale?? Va beh… di sicuro non dobbiamo preoccuparci.

Voi cosa dite? Ci godiamo il momento romantico sotto le stelle? I fiori e i bigliettini? Ma sì, godiamoceli. ;-)

  
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