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Autore: Yurha    22/02/2019    1 recensioni
Il Natale era ormai alle porte nella città di New York.
Tutto si trasformò, infondendo un'atmosfera di gioia e festa in ogni suo abitante ma, sfortunatamente, un serial killer chiamato dalla polizia 'lo Strangolatore' fece la sua comparsa in una notte di inizio Dicembre, esattamente come un predatore in cerca delle sue prede indifese.
I Detective Lupo e Bernard, insieme ai Procuratori Cutter e Rubirosa, riusciranno a catturarlo prima che mieta altre vite e prima della Magica Notte dell'Avvento?
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 28

All’esterno si sentì il chiaro rumore di un motore e una sirena indicante la retromarcia di un camioncino.
Era ormai sera inoltrata, il buio regnava sulla città che non dorme mai e le luci colorate illuminavano le strade di New York.
Sentendo quel suono fastidioso, Connie aprì gli occhi e le ci volle qualche minuto per capire che si trovava nello studio del Dr. Trevor.
Un braccio la cingeva per le spalle, un pollice era adagiato sulla sua guancia ed un piacevole calore provenire dal corpo sotto il suo viso.
Spalancò gli occhi, realizzando anche che la sua mano scivolò appena sotto il fianco di lui. “Mike..!” pensò all’istante ma poi alzando lentamente lo sguardo, si accorse che anche lui poco prima si addormentò con lei.
Riuscì chiaramente a percepire il suo lento e profondo respiro.
Lo guardò ancora e sorrise nel vederlo così inerme.
Sentì ancora una volta le farfalle nello stomaco ma subito si rimproverò mentalmente.
Non doveva assolutamente sentirsi così, sopratutto in quel momento, insomma, lo aveva appena informato che sarebbe partita con Graham per le Maldive..
Però sapeva bene che quel viaggio, in realtà, le serviva per autoconvincersi che aveva davvero bisogno di staccare dalla sua tristemente monotona vita quotidiana.. Magari quella vacanza poteva rivelarsi più romantica di quel che sembrava, più intensa, piena di emozioni.
In fondo lo desiderava tanto..
Da che si ricordava, la sua vita fu una serie infinita e costante di doveri, l’ultimo dei quali era proprio la carriera e le era molto strano il fatto di condividere qualcosa di bello con un uomo, qualcosa che non riguardasse il lavoro.
Connie sentiva di aver bisogno dell’amore, della fiducia, del tempo, della profonda connessione emozionale e Graham Magnusson le stava offrendo proprio tutto quello e non voleva assolutamente lasciarselo scappare.
Era felice di essere riuscita a trovare un uomo come quello, l’uomo dalle mille qualità che aveva sempre desiderato..
Si guardò un attimo intorno, pensando ad un modo per uscire dall’abbraccio di Mike senza svegliarlo ma per un secondo, il suo corpo non volle muoversi da lì.
Ma se Graham era tutto ciò che desiderava, perchè trovava così piacevole l’essere così fisicamente vicina al suo capo?
Provò a muoversi per scivolare via ma lui aprì gli occhi e lei si sentì esattamente come se l’avesse colta a fuggire.
La guardò. Capì cosa stesse cercando di fare quindi, riluttante, spostò il braccio e Connie provò lo stesso freddo che provò prima di sedersi su quel divano.
Si mise immediatamente composta e quando tornò a guardarlo, si ricordò della sensazione che le dava il suo corpo appoggiato a quello di lui e già le mancava da morire.
«Hey.» disse piano Connie. «Anche tu eri stanco morto, eh?» continuò con un lieve sorriso.
«Abbastanza.» disse stropicciandosi gli occhi. «Ultimamente non dormo molto bene.» rispose aggiustandosi e coprendosi meglio con i cappotti.
«Immagino.» disse passandosi una mano nei capelli per poi aiutarlo a sistemare i cappotti.
Ci pensò un minuto e realizzò che non voleva parlare nè di lavoro nè di altro, avrebbe solo voluto tornare tra le sue braccia e riuscire a dormire tranquillamente, senza pensieri nè doveri, come in quei pochi minuti.
«Okay.. Allora, Connie, cosa abbiamo imparato da tutta questa faccenda?» chiese Mike guardandola con mezzo sorriso divertito.
«Ehm.. Che devi prenderti più cura della tua auto e.. che le persone gentili non sono del tutto scomparse dalla faccia della Terra?»
«No.. Solo che dopo una lunga giornata stressante, la miglior cosa da fare è un bel sonnellino.» rispose scherzoso.
Connie gli regalò una dolce risata divertita. «Questo è un ottimo punto di vista..»
«Ti ringrazio.»
«.. Se sei un gatto..» concluse lei lasciandolo di sasso per un secondo.
Mentre ridevano, la porta alle loro spalle si aprì. «Ragazzi, il vostro passaggio è arrivato!» informò allegro Franky.
«Grazie Franky.» rispose Mike, alzandosi dal divano.
«Abbiamo approfittato molto della vostra gentilezza, vi siamo davvero riconoscenti.» disse Connie andando verso l’uomo per stringergli la mano.
«Figurati. Sia io che Johnny l’abbiamo fatto con piacere!» rispose poi accompagnandoli verso la porta, quindi, ringraziarono e salutarono anche Johnny e uscirono dall’edificio per tornare alla realtà.

«Hey Johnny.»
«Che vuoi..»
«Nello studio di Doc Trevor si gela..»
«Davvero? Eppure la stufa l’ho accesa..» rispose l’uomo, grattandosi la fronte.
«È vero, era attaccata alla presa ma quella non era la prolunga funzionante..» disse voltando lo sguardo verso il suo amico.
Si guardarono per un secondo, poi Johnny fece spallucce. «Bhè, comunque in un modo o nell’altro sono riusciti a scaldarsi, no?»

  
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