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Autore: WhiteLight Girl    22/02/2019    2 recensioni
Fanfiction Crossover tra le varie serie di Digimon, in questa prima parte Tamers e Frontier, nella prossima Adventure.
Qualcosa si muove nell'acqua, non è un mistero che sia parte del problema, perché quando Izumi esce dall'ascensore l'acqua scorre sul corridoio davanti a lei e fino ai piedi dei suoi amici. Cosa ci fa quell'acqua putrida nell'ascensore del centro commerciale 109 di Shibuya? Da dove viene? Izumi probabilmente lo sa, ma non è in grado di rispondere a questa domanda.
Personaggi: Takato, Ruki (Rika), Henry, Ryo, Zoe (Izumi), Takuya, Koushi, Kouichi, Junpei (JP), Tomoki (Tommy), Guilmon, Renamon, Terriermon, MonoDramon...
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5
Tutto ciò che potrò fare

Lo sciame di Kuwagamon sorvolò Ryou, sparendo verso l’orizzonte, lui li seguì con lo sguardo, ma continuò a camminare nella direzione da cui provenivano. Aveva percorso la strada per il piccolo accampamento per una buona mezz’ora, muovendosi tra polvere e terra, prima di essere certo di quello che aveva davanti. Digimon di ogni tipo e dimensione si avvicendavano e sgambettavano trasportando oggetti e agglomerati di dati luccicanti da una parte all’altra dell’accampamento, si muovevano all’interno del perimetro segnato dalle tende più esterne, non fecero caso a lui mentre si avvicinava. Cybedramon sembrava essere a guardia di quello che pareva un ingresso alla cittadella, non gli andò incontro, ma Ryou non se la prese.

«Cyberdramon.» disse, appena fu a pochi centimetri da lui. Anche se era cresciuto, Ryou doveva ancora alzare gli occhi per guardarlo in faccia. Il Digimon era rimasto esattamente com’era, tranne che per un, seppur minimo, maggior controllo di sé stesso che aveva maturato nel corso degli anni.

«Sei qui.» osservò lui, ricambiando il suo sguardo.

Ryou gli accennò un sorriso e strizzò l’occhio. «Posso mai mancare, quando i guai colpiscono il Digital World?» fece per dargli una gomitata, una mossa scherzosa a cui l’altro non reagì, ma ancora i Digimon si agitavano attorno a loro, ansiosi e indaffarati, ed il sorriso gli si spense. Mosse il capo verso il campo. «Cosa è successo?» domandò.

Cyberdramon gli fece cenno di seguirlo e si voltò, gli fece strada tra le tende e lo condusse verso una di esse; era identica alle altre, all’apparenza. Scivolò dentro per primo, Ryou lo seguì subito dopo. Ciò che si ritrovò davanti gli provocò un fremito e per un momento gli fermò il cuore.

Renamon, era assopita su una coperta stropicciata, la pelliccia arruffata e sporca di sangue, gli occhi chiusi. Un Floramon la assisteva, cercando di ripulirla come meglio poteva, mentre altri attorno a loro dispiegavano stringhe di dati e gliele avvicinavano perché lei le assorbisse e recuperasse le forze.

«Ho quasi finito.» sospirò Floramon.

Non si voltò a guardarli, ma Ryou non se la prese, consapevole che la salute di Renamon fosse più importante dei convenevoli. E poi c’era Culumon, che fino ad allora era rimasto per tutto il tempo in silenzio al fianco di Renamon, invisibile agli occhi di Ryou. Solo dopo alcuni secondi il piccolo Digimon si accorse del suo arrivo e gli saltò incontro, spalancando le orecchie per planare dritto verso di lui.

Ryou lo afferrò e lo strinse al petto, ma non distolse gli occhi da Renamon. «Starà bene!» esclamò Culumon.

Ma Ryou non ci badò, continuò a guardare Renamon e poi Floramon.

«Che cosa le è successo?» chiese.

Culumon chinò il capo, si strinse alla sua maglia si corrucciò.

Floramon premette le zampe sul terreno accanto al giaciglio.

«Sono stati due Digimon, sono venuti dal nulla.» spiegò. La voce gli tremò sull’ultima parola, facendola scemare in un rantolo preoccupato. «Hanno usato un varco. Non sappiamo da dove venissero o come siano arrivati. Sono tornati ogni notte per tre notti, Renamon ed altri li hanno combattuti, ma loro sembrano essere troppo potenti.»

Ryou si avvicinò, in attesa di sapere qualcosa di più. Rimase in silenzio per permetterle di continuare, ma lei aggiunse solo:

«Li stiamo aspettando.»

«Credete che torneranno?» le chiese. Una domanda stupida, si rese conto subito, la cui risposta era palese.

«Saremo pronti a riceverli.» ribatté lei.

Ryou sentì Culumon districarsi, scivolò via dalla sua presa e tornò ad adagiarsi al fianco di Renamon, lo osservò un istante e poi tornò a dedicarsi a Floramon e gli altri.

«Sappiamo cosa vogliono?» domandò.

«Non hanno fatto altro che distruggere quello che si sono trovati avanti per assorbirne i dati.» rispose CyberDramon. «Hanno assorbito i Digimon?» domandò Ryou.

Lui annuì. «Non solo loro, ma qualunque cosa gli capitasse a tiro.»

Il silenzio che ne seguì fu eloquente e pesante, lo sguardo di Floramon si spense e si spostò su Renamon, che ora aveva gli occhi aperti.

«Dove sono Ruki e gli altri?» gli chiese.

Ryou si costrinse a sorriderle. «Sulla terra, al sicuro. Sono felice che tu stia bene.»

Cyberdramon grugnì, mentre Floramon gli passava accanto per uscire dalla tenda.

«Vado a controllare fuori.» disse loro prima di sparire.

Passarono pochi istanti, prima che tornasse indietro, arrancando e con il fiato corto.

«Ci siamo quasi.» li avvertì.

Ryou deglutì, non gli sfuggi lo sguardo che gli era stato rivolto, riconobbe la sensazione di essere quello su cui tutti contavano. Sospirò.

Vediamo come se la cavano contro una biodigievoluzione, pensò. Tornò all’esterno.

Numerosi Digimon si stavano riunendo tra le tende, fianco a fianco; tutti guardavano in un’unica direzione, ma lui non riusciva a scorgere nulla se non l’ombra della notte che li raggiungeva.

Rimanere al buio all’improvviso lo rese cieco per un istante, poi i suoi occhi vi si abituarono e riuscì a scorgere le sagome attorno a sé, ma nessun segno dei loro nemici né in cielo, né in terra. Non gli rimase che aspettare, fiducioso che i Digimon che aveva attorno sapessero ciò che dicevano.

Cyberdramon era al suo fianco, questo lo faceva sentire a casa più di quanto non ci si fosse sentito dal suo ultimo viaggio nel Digital World. I minuti passarono in fretta nonostante non accadesse nulla, Ryou si distrasse quel tanto che bastava per rendersi conto che Renamon li aveva raggiunti. Non sembrava stare bene, nonostante ciò che aveva detto il Floramon, ma immaginò che convincerla a restare in disparte se lei non l’avesse voluto sarebbe stato impossibile quanto convincere la sua domatrice a fare lo stesso. Accennò un sorriso, domandandosi perché continuasse a trovare queste situazioni esaltanti.

Forse, pensò, le sue lunghe avventure nel Digital World avevano distrutto il suo buonsenso, lasciando spazio solo all’incoscienza ed alla voglia di avventura che prima o poi l’avrebbero portato a farsi uccidere, ma non poté fare altro che domandarsi quanto ci avrebbero impiegato.

Quando i Digimon si mossero all’unisono, Ryou abbandonò il suo grumo di pensieri cupi e guardò a destra con tutti loro, il cielo rimase terso per molti secondi, con il solo baluginio del riflesso della terra sospeso sopra le loro teste ed i fasci di luce rosa che sferzavano la valle poco distante da loro. Poi le scie di dati iniziarono ad avvilupparsi risalendo in quella che sembrava una versione in miniatura della via lattea. La fonte doveva essere distante solo pochi chilometri, abbastanza da raggiungerla in tempo per opporre resistenza. Non doveva essere l’unico a pensarla così.

Cyberdramon poggiò una mano sulla sua spalla, un incitamento silenzioso ad andare, fianco a fianco come sempre, e Ryou strinse in mano il Digivice e le carte, pronto a seguirlo.

Il Digimon si piegò per permettere a Ryou di aggrapparsi a lui, così il ragazzo si arrampicò e strinse le braccia attorno al suo collo, così che potesse iniziare a camminare assieme agli altri e poi, con loro, iniziare a correre.

Ryou si tenne stretto per non rischiare di scivolare via ad ogni scossone e, metro dopo metro, lasciarono l’accampamento per avventurarsi in pieno deserto. La scia di dati fluttuanti che riuscì a scorgere davanti a loro gli indicava la strada da percorrere e si fece sempre più vicina, anche se Ryou era certo che, al contrario di lui, i Digimon non avessero bisogno di vederla per individuare la direzione da percorrere.

Quando raggiunsero la fata ed il cavaliere, Ryou realizzò che fino ad allora la sua immaginazione non aveva reso giustizia alla visione del Digital World che andava in pezzi.

   
 
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