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Autore: MackenziePhoenix94    23/02/2019    0 recensioni
TERZO ED ULTIMO LIBRO.
Steven Rogers non c'è più e Bucky Barnes, il suo migliore amico, ha preso il suo posto, diventando il nuovo Capitan America.
La situazione generale, però, non è semplice.
Bucky non si sente adatto al ruolo: il suo passato pesa come un macigno, il rapporto con Charlotte si sta sgretolando sempre di più, non riesce a trovare un equilibrio con James, e Sam e Sharon non perdono occasione per ripetergli quanto sia poco portato per ricoprire un ruolo così importante.
Eppure tutti concordano su un obiettivo in comune: Brock Rumlow e l'Hydra devono essere fermati il prima possibile, per sempre.
Ma a quale prezzo?
Tramite il sacrificio di quante persone?
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brock Rumlow, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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“Voi andate da quella parte, io da questa” ordinò Nadja, sorprendendo i due ragazzi per la sua decisione, non aveva alcuna paura perché il suo potere legato al fuoco le dava il coraggio necessario per affrontare situazioni simili: la sua unica preoccupazione era di riuscire a fermare colui che stava facendo quello e di salvare più gente possibile.

Si nascose dietro ad alcune macerie, provocate dall’auto che si era schiantata contro un palazzo, abbassò lo sguardo verso sinistra e vide una scena che la sconvolse profondamente: da un altro cumulo di detriti spuntava una mano e poco lontano si vedeva il corpo di una donna, con gli occhi spalancati, fissi nel vuoto, ed un rivolo di sangue che le scendeva lungo il viso.

La mano, invece, era così piccola che probabilmente apparteneva ad un bambino o ad una bambina.

Nadja distolse lo sguardo prima di perdere il controllo e scoppiare in lacrime, sentì diverse urla più vicine, seguite dal rumore assordante di un’esplosione e di scarponcini che si muovevano sull’asfalto; la ragazza si sporse appena fuori dal proprio nascondiglio: vide lo sconosciuto di spalle e lo aggredì, saltandogli sulla schiena e passandogli il braccio destro attorno alla gola, con la speranza che Nicholaj e Peter la raggiungessero prima che le cose si mettessero male per lei.

L’altro l’afferrò come se fosse leggera come una piuma, e con la stessa facilità la scagliò contro un grosso suv parcheggiato poco lontano; la rossa si alzò subito, pronta ad affrontarlo di nuovo, ma spalancò gli occhi verdi, rimanendo senza parole, incredula di ritrovarsi davanti a James.

Iniziò a balbettare parole senza senso, scuotendo leggermente la testa, facendo un passo indietro.

“Nadja, vattene, non metterti nella mia strada”

“Jamie… Ma cosa stai facendo? Stai uccidendo delle persone…”

“Vattene o sarò costretto a farti del male” ringhiò una seconda volta il giovane, nella sua uniforme nera, con la mano destra stretta attorno alla mitragliatrice dotata anche di lanciarazzi; vedendo l’amica ancora ferma mosse un passo in avanti, pronto ad attuare la sua minaccia, ma lei gli lanciò contro un piccolo oggetto metallico, di forma circolare, che a contatto con il braccio destro scaricò una serie di scosse che si propagarono per tutto il corpo del nuovo Soldato D’Inverno, scappando poi, alla ricerca di un nascondiglio più sicuro.

Era stata la stessa Natasha a darle quelle ‘calamite’prima della sua partenza, le aveva dato anche le sue pistole, raccomandandole di usarle con saggezza, dicendole che sarebbe stata un’ottima Vedova Nera, purché mettesse a zittire il cuore.

“Andate via! Andate via!”gridò in direzione di alcune persone che ancora erano ai lati della strada, cosciente del fatto che non sarebbero sopravvissute se fossero rimaste lì un solo minuto in più: sentì uno sparo provenire dalle proprie spalle ed un dolore lancinante alla spalla sinistra le provocò un cedimento delle gambe: crollò sull’asfalto e si trascinò a fatica dietro una macchina crivellata di colpi.

Nad abbassò lo sguardo e vide un buco nella giacca, da cui aveva iniziato a colare del sangue rosso e viscoso; spostò gli occhi rapidamente attorno a sé, con il respiro affannato, cercando James, che sembrava essere momentaneamente scomparso.

Un rumore secco fece voltare di scatto la giovane: l’ex Leader dei Thunderbolts la teneva sotto tiro, con l’indice destro appoggiato al grilletto della mitragliatrice, pronto a premerlo.

Nicholaj apparve appena in tempo per salvare la vita alla sorella gemella, creò un campo di forza attorno a lei e poi ne formò un secondo, che scagliò contro James, del tutto colto alla sprovvista.

“Prenditela con uno della tua taglia”.

Anche il ragazzo rimase momentaneamente sconvolto riconoscendo l’altro, ma non profondamente: dentro di sé aveva sempre saputo che prima o poi li avrebbe traditi, non sapeva spiegarsi il perché di quella sicurezza, semplicemente lo aveva capito da tempo.

Il nuovo Soldato D’Inverno si riprese in pochissimi secondi, afferrò l’arma ancora carica ed iniziò a sparare contro Nicholaj, il quale continuò a ripararsi con diversi campi di forza.

“Non puoi resistere ancora a lungo. I tuoi poteri sono legati alla telecinesi. Il tuo corpo non può resistere ad una tale pressione” disse a denti stretti Jamie, scagliandosi fisicamente contro il ragazzo che aveva sempre odiato: voleva fargliela pagare ed ora non ci sarebbe stato Rhodey pronto ad intervenire per sedare la rissa, avrebbe continuato a compirlo fino a quando non gli sarebbero giunte delle suppliche mormorate appena, a quel punto si sarebbe fermato solo per ascoltarle e poi lo avrebbe finito.

Il giovane si voltò, di scatto, a guardare il proprio pugno imprigionato in quella che era una ragnatela, apparsa dal nulla, tentò un paio di volte di aprire la mano e ci riuscì solo dopo una trentina di secondi, nello stesso momento in cui Peter apparve alle sue spalle, gettandolo a terra, immobilizzandolo.

“James! Calmati! Ti stanno controllando la mente. Questo non sei tu. Ti stanno obbligando a fare tutto questo”

“Nessuno mi ha obbligato a fare nulla. L’ho scelto io di fare” rispose l’altro, dandogli una gomitata all’altezza dello stomaco; Parker perse conoscenza, riprendendosi solo una decina di minuti più tardi: Nicholaj era ancora sdraiato sul fianco sinistro e Nadja era appoggiata contro la macchina, aveva perso molto sangue ed il suo volto era pallido.

Svegliò entrambi a fatica, reggendosi lo stomaco ancora dolorante con la mano sinistra.

“Dove è andato?”

“Non lo so”

“Penso che faremo meglio a tornare alla Villa” mormorò la rossa, colta improvvisamente da una sgradevole sensazione.



 
Rhodey si svegliò all’improvviso, sentendosi osservato: il suo istinto militare non gli aveva giocato un brutto scherzo perché, infatti, ai piedi del letto c’era una figura vestita di nero, che lo fissava in silenzio, in attesa del suo risveglio.

“Buongiorno, Rhodey… Spero di non avere interrotto il tuo sonnellino pomeridiano, ma sono venuto a parlarti”

“James, sei tornato?” domandò l’uomo, ancora confuso a causa del risveglio poco piacevole, focalizzò meglio il ragazzo e si accorse che la sua mano destra era posata sulla pistola che portava riposta in un fodero; allungò di scatto il braccio sinistro, alla ricerca di uno dei suoi bastoni ma un colpo sparato a poca distanza da lui gli fece cambiare subito idea.

“No. Ho detto che dobbiamo parlare”

“Che cosa stai facendo?”

“Te l’ho appena detto per la seconda volta. Voglio parlare con te, ci sono delle cose che voglio sapere”

“Che cosa ti hanno fatto?”

“No, sono io quello a fare le domande. Non tu. Non ti preoccupare, non verrà nessuno ad interromperci. Mi sono occupato di Nadja, Peter e Nicholaj”.

A quelle parole l’uomo spalancò gli occhi scuri, incapace di credere che il ragazzo avesse davvero fatto del male ai suoi amici.

“Che cosa hai fatto?”

“Di questo non ti devi preoccupare. È vero che tutto questo è solo una finzione?”

“Ma di che cosa stai parlando?”

“Rispondi!” gridò il nuovo Soldato D’Inverno, iniziando a perdere la pazienza “è vero che Nick non ha alcuna intenzione di rendere operativi i Thunderbolts? È vero che ci tiene qui solo perché così possiamo essere controllati? È vero che sta ancora aspettando gli Avengers?”.

L’ex Generale rimase in silenzio per diversi minuti, indeciso se fosse meglio raccontare la verità o una bugia, un lungo sospiro uscì dalle sue labbra socchiuse.
“Si, James. È così”

“Tu lo sapevi…” boccheggiò il giovane, barcollando all’indietro, ma la presa sulla pistola rimase sempre ben salda “tu lo sapevi, ma non me lo hai mai detto. Lo sapevi fin dall’inizio. Credevo fossi diverso da Fury… Io mi fidavo di te… Aveva ragione Rumlow… Aveva ragione su tutto”

“Che cosa ti ha detto quell’uomo? James le sue parole sono tutte…” Rhodes non riuscì a finire la frase perché un intero caricatore di proiettili si abbatté contro il suo petto e la sua testa: il muro alle sue spalle divenne rosso e lui ricadde contro il materasso come se fosse una bambola di pezza.

Il più piccolo rimase ad osservare la scena con il volto totalmente privo di ogni espressione, poi uscì dalla Villa, abbandonandola per sempre, perché non c’era più nulla che lo legava a quel posto.
 
   
 
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