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Autore: SweetPaperella    23/02/2019    9 recensioni
{CaptainSwan e outlawQueen AU}
Regina ha 38 anni ed è un famoso avvocato di Storybrooke, vive con la sua migliore amica Emma e il figlio di quest’ultima, Henry, che considera come suo. Non ha avuto un’infanzia facile e si nasconde dietro la maschera di “regina cattiva” per non soffrire. Ma se un un nuovo caso, quello di Robin Hood, scombinasse tutte le sue certezze e l’uomo riuscisse a vederle dentro come nessuno mai?
Emma, 18 anni e con un figlio di 4, lavora in un pub per mantenersi e non sa ancora cosa fare della sua vita. Può l’incontro con un ragazzo dagli occhi azzurri come il mare aprirla nuovamente all’amore? E Robin Hood il famigerato fuorilegge che è entrato nella vita di Regina, come può aiutarla a capire quale sia il suo futuro?
Incontri, scontri, un caso da seguire, nuovi amori e scomodi segreti del passato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo sei

Non è ancora riuscita a parlare con Robin di ciò che ha scoperto, ma non ha anche avuto modo di incontrarlo e non ha risposto alle sue chiamate perché non ha voluto parlare con lui al telefono, non vuole sentire la sua voce, sa che non riuscirebbe a sopportarlo e che gli sputerebbe tutto in faccia e non vuole affrontare con lui l’argomento in questo modo.
Per fortuna la giornata si prospetta molto impegnativa per quanto riguarda il lavoro e riuscirà a smettere di pensare all’uomo almeno fino a che non tornerà a casa.
Robin ha provato più volte a chiamare Regina, per sentire la sua voce, per invitarla a cena, ma ha capito che la donna non ha voluto rispondergli volutamente e così per non disturbare non si è nemmeno presentato per cucinare, ha portato Roland a mangiare fuori, anche per provare a distrarsi. Non è riuscito però nel suo intento, i suoi pensieri sono stati occupati costantemente da Regina, domandosi come mai di punto in bianco lei sia sparita, evitandolo in quel modo. Teme di aver corso troppo, di aver frainteso i suoi sguardi, i suoi gesti e che lei si stia allontanando per fargli capire che non è interessata... eppure i segnali che si sono lanciati sono stati chiari e lei ha accettato di uscire con lui. Allora cos’è successo in quelle ore per farle cambiare idea così? Non riesce a darsi pace e vorrebbe parlarle, capire, non sopporta il non sapere e non è da lui rimanere fermo senza agire. Sa anche però che Regina non è una persona come tante altre e che se lui insiste, se lui le impone la sua presenza, le impone di parlare, lei si allontana ancora di più. Quando si sentirà pronta sarà lei a venirlo a cercare. Non può smettere comunque di pensare a lei, a cercare di trovare un motivo al suo strano comportamento.
Per fortuna c’è il lavoro a distrarlo o sarebbe già letteralmente impazzito.

Mary Margaret avendo la giornata libera dalla scuola, è insegnate nella scuola elementare di zona, è voluta passare a casa Mills per salutare Emma, sono giorni che non la vede, ma ha saputo tramite Regina che si sta forse frequentando con un ragazzo e vuole saperne di più. È così affezionata a Emma, si è affezionata a lei fin dal primo momento in cui è entrata nella vita di Regina e si è insinuata nelle loro vite come un uragano, portando scompiglio, ma anche gioia. Da subito ha capito quanto la ragazza avesse sofferto e le è stata accanto, rassicurandola e proteggendola, come se fosse una figlia per lei, anche per David è sempre stato lo stesso, ha sempre protetto Emma, tanto che non ha preso bene che si stia frequentando con qualcuno.
Ma è pur vero che all’inizio, ci ha messo un po’ accettare la sua presenza in casa. A volte ancora ha paura, ha paura che la verità, nuda e cruda venga a galla e che lei e suo marito prima o poi dovranno farci i conti. Di nuovo.
Mentre parcheggia la macchina nel viale di casa Mills, ciò che è accaduto 4 anni prima torna alla sua mente.
“David la chiama dicendole di raggiungerlo appena possibile in studio che ha una cosa da dirle. Ha avvertito subito la voce agitata del marito dall’altra parte dell’apparecchio e si è precipitata da lui il prima possibile.
Una volta arrivata, l’ha visto nell’ufficio di Regina, entrambi con lo sguardo sconvolto, la donna con gli occhi lucidi, anche se cerca di nasconderlo tenendo gli occhi sulle carte che ha davanti. Non sa cosa sia successo, ma improvvisamente una brutta sensazione si è impossessata di lei e non riesce a cacciarla via.
Guarda David, il quale a sua volta non riesce a incrociare i suoi occhi e non è da lui farlo.
«Mi volete dire cos’è successo? Mi sto preoccupando.» dice cercando di mantenersi calma, di non mostrare la sua preoccupazione evidente.

«Mary, io... io ti devo dire una cosa o meglio ti devo far conoscere una persona. Si chiama Emma Swan, ha 14 anni, è incinta e l’ho accolta in casa mia. É... è lei.» inizia Regina. Si sente un mostro, l’antagonista della storia. Ancora una volta. L’hanno perdonata in passato, ma perché dovrebbero farlo ora, che ancora una volta è tornata a sconvolgere la loro vita. Pensa che stavolta la sua amica e sorellastra non la perdonerà.
«Con lei intendi...» dice Mary, ma viene interrotta dalla voce di suo marito.
«Si, lei.» interviene David, finalmente alzando lo sguardo su sua moglie. Ha lo sguardo triste, i suoi occhi solo lucidi.
David sente di aver fatto un casino, di aver forse rovinato tutto, ancora una volta. Tutto ciò che di buono aveva costruito con la sua Mary Margaret, ma non può non dirle la verità, non può tenersi questo peso nel cuore, soprattutto adesso che non sono più solo loro due a subirne le conseguenze.
«Mary, io voglio conoscerla» le dice David a quel punto, deciso, determinato.

«Non posso negarti di farlo, è giusto che tu la conosca David.» le risponde dolce, é sicuramente arrabbiata, ma non può negare a suo marito di conoscerla. L’ha perdonato, é stato difficile, ma l’ha fatto e ora non può di certo tirarsi indietro, non può di certo negargli ciò. Ha accettato la presenza di Emma nella sua vita già 14 anni prima, facendo di tutto affinché le cose potessero essere sistemate in modo diverso, ma poi Regina ha preso la sua decisione e lei non ha potuto dire niente in merito, nemmeno David in realtà ha avuto tanta voce in capitolo. Regina ha sistemato tutto senza dire nulla a nessuno dei due.
E ora, ora invece l’ha accolta in casa sua e lei dovrà nuovamente accettarlo. Ama David con tutto il suo cuore e lo farà, ancora una volta. Se pur il passato sta tornando con prepotenza a scalfire la loro stabilità.
«E volete dirle anche la verità?» chiede poi, dimostrando ancora una volta la sua comprensione.

Regina si sente ulteriormente in colpa per la bontà della sua sorellastra, dovrebbe odiarla, ma invece ancora una volta le sta dimostrando la sua solidarietà o forse la sta semplicemente dimostrando a suo marito. Non lo sa, fatto sta che se si trovasse al posto di Mary Margaret non avrebbe mai reagito con tale tranquillità, non avrebbe cercato di capire, si sarebbe arrabbiata, avrebbe fatto il diavolo a quattro e se avesse avuto la magia avrebbe lanciato un sortilegio oscuro per togliere i ricordi a tutti ed eliminare così le sue colpe, ma a differenza di un vero sortilegio, avrebbe fatto in modo che anche lei dimenticasse. Da perfetta regina cattiva l’avrebbe fatto eccome. O quanto meno non avrebbe mai perdonato così facilmente, non si perdona nemmeno lei stessa a dirla tutta... Ma quanto pare Mary Margaret non è lei. É sempre stata la più comprensiva, piena di speranza, di voglia di trovare il lato migliore in ognuno, ed è ciò che ha sempre fatto anche con Regina, nonostante ciò che ha fatto, nonostante abbia rovinato la sua vita, nonostante il suo cuore oscuro.
«No. Voglio solo starle accanto, senza che sappia nulla» risponde Regina decisa, è sicura di ciò, Emma non saprà mai la verità su ciò che è accaduto 14 anni prima. Non può rovinarle ancora la vita.

«Okay al momento non le diremo nulla, ma prima o poi dovrà saperlo e lo sai anche tu. Ma non sarò io a farlo e lo sai. Dovrai farlo tu.» le dice Mary, la quale ora è dura nel rivolgersi alla sua sorellastra, non sopporta che ancora una volta stia decidendo tutto lei. Vuole dimostrarle la sua solidarietà, starle accanto, ma alle volte Regina agisce senza considerare nessun altro e lei non ci sta, non questa volta. Sono coinvolti tutti e tre, anche se in modo diverso e non si starà più zitta a riguardo.
«Tu David che ne pensi?» chiede poi rivolta a suo marito.
«Non lo so... forse per ora è meglio tacere, conosciamola, poi decidiamo meglio che cosa fare.» ha paura, per la prima volta l’uomo ha paura di sbagliare, in realtà ha paura che la ragazza non potrà mai accettare la verità, non dopo tutto questo tempo. Se da una parte vorrebbe tacergliela, dall’altra sa che non è giusto, che prima o poi essa verrà sempre a galla e nascondere le cose non porta mai a nulla di buono. Mary, la sua meravigliosa moglie ha ragione, come sempre.
E tutti e tre insieme, alla fine concordano di aspettare, di conoscerla meglio per capire come confessarle la verità, per capire se è pronta ad accettarla.

Regina non sa ancora se sarà in grado lei di accettarla. Ma dal quel poco che ha visto nemmeno Emma l’accetterà così facilmente, é tosta, ma nasconde la sua fragilità, soprattutto si sente costantemente in debito con la vita per ogni cosa buona che le succede e sa che tutto ciò è solo colpa sua.”


Quella mattina ha sentito il desiderio di passare del tempo in sua compagnia e con la scusa di portarle la colazione, parlare un po’. Emma si è sempre confidata apertamente con la donna.
La ragazza le apre la porta ancora assonnata, ma felice di vederla e afferra subito la busta con la sua colazione, sa bene che dentro c’è la cioccolata con la cannella, la sua preferita. Mary la conosce molto bene.
É vero ultimamente non si sono viste molto, Mary Margaret è passata poco a casa con la sua ondata di ottimismo e voglia di infondere speranza nel mondo e Emma si è chiesta come mai, ma non ci ha nemmeno badato più di tanto, immaginando che fosse impegnata nel lavoro e nella sua vita da moglie perfetta, perché è questo che è. Non fa mai mancare nulla al suo principe azzurro, il suo David. Emma invidia il loro rapporto, il loro essere così complici, felici, innamorati. Il loro rapporto può essere considerato quello che nelle fiabe viene chiamato “vero amore”.
Spesso Emma si ritrova a pensare che vorrebbe trovare anche lei una persona che l’ami in modo incondizionato, ma sa anche che le persone marce come lei non potranno mai essere felici per davvero. Ed è così che si sente dannatamente sbagliata. Marcia proprio come le mele bacate che al supermercato nessuno compra perché considerate brutte e cattive e restano nel reparto orto - frutta. Lei é una mela marcia che è stata lasciata davanti a un ospedale.
«A cosa devo il piacere della tua visita Mary?» porgendole nuovamente il sacchetto, con dentro la cioccolata anche per lei. Hanno spesso fatto colazione insieme e per Emma è una bella abitudine.
«Volevo fare colazione, come nostra abitudine, insieme. Ho preso tutto da Granny’s ovviamente» le sorride vedendo come Emma sia felice di vederla, di condividere la loro colazione.
«Ovviamente» sorridendo a sua volta. Ama la cioccolata con la cannella di Granny’s.
«Ma anche perché ho saputo le ultime novità della tua vita» le dice non riuscendo più a trattenere la curiosità nel sapere come ha conosciuto questo ragazzo, come si sta evolvendo il loro rapporto.
«Ehm... quali sarebbero?» chiede Emma alzando gli occhi sulla donna di fronte a lei, facendo finta di non capire, quando vuole sa essere una vera specialista nel cadere dalle nuvole.
«Oh andiamo Emma, non fare finta di non capire a cosa io mi riferisca, a Killian Jones naturalmente. Regina mi ha detto che stai pensando di iniziare a frequentarlo, é una cosa seria?»
«Ehi, ehi Mary Margaret frena! Non ci stiamo frequentando, sì forse c’è qualcosa tra noi, attrazione, curiosità... ma nulla di più, da qui a dire che usciamo mi sembra esagerato okay? Mi avrà accompagnata a casa un paio di volte e io ed Henry siamo stati sulla sua nave un pomeriggio, nulla di più. Non so nemmeno se voglio dargli una possibilità.» risponde secca, quasi scorbutica, non perché l’abbia con Regina o con Mary, la prima per aver parlato troppo conoscendo la seconda e la seconda per aver volato con la fantasia come al suo solito. É arrabbiata con sé stessa, per non riuscire a lasciarsi andare, ad aprirsi, perché sa di essere marcia e perché Jones dovrebbe volere nella sua vita una persona come lei? Lei non vuole affezionarsi e perderlo, non vuole spezzare ancora una volta il suo cuore, se mai è stato intero. A volte ne dubita.
«Perché no Emma? Sei bella, giovane, intelligente e tu devi fare qualsiasi cosa per essere felice. Puoi essere felice.» sentirla dire che non vuole dare una possibilità al ragazzo la fa stare male, ha capito che ancora una volta la giovane si sta negando di essere felice per paura, i muri che erige solo ancora troppo alti per potergli abbattere e a volte pensa che sia quasi impossibile buttargli giù. Sono muri fortificati con il tempo, muri di ghiaccio, impossibili da sciogliere.
Emma se fino a quel momento ha cercato di essere calma, di mantenere il controllo, non riesce a continuare oltre, i discorsi sulla speranza non li tollera, non riesce a mandarli giù neppure volendo, preferisce le parole forti ma sincere di Regina. Lei e Regina sono molto diverse forse, ma anche molto simili. Regina sa sempre cosa dirle, come comportarsi nei suoi riguardi e le dice esattamente le cose come stanno, in qualsiasi momento, senza illuderla, ma sa anche essere materna e protettiva quando serve e ciò le piace ancora di più. Ed è per questo che le vuole un gran bene.
«Perché ho paura okay?» le dice sbottando, pur non volendo farlo.
Mary Margaret resta sbigottita dalla durezza di Emma, non dice altro, si limita ad aspettare che si calmi affinché continui a parlare, sa che lo farà.
«Non voglio soffrire ancora. Non voglio affezionarmi e rimanere delusa, perché è ciò che accadrà. Ho provato a dimenticare il passato, a superare il fatto che i miei genitori non mi abbiano voluta, a superare l’abbandono di Neal... ma non ci riesco. Io pur non volendo, resterò sempre un’orfana. La bambina abbandonata davanti all’ospedale che è cresciuta da sola, che piangeva durante la notte e nessuno consolava, senza punti di riferimento, che nessuno prima di Regina ha mai voluto aiutare. Io sono e sarò sempre un’orfana.» sputa fuori tutta la verità, ciò che si porta dentro da troppo tempo, ciò che mai prima di in quel momento era riuscita ad ammettere, nemmeno a sé stessa. Ha sempre avuto paura di tirare fuori il dolore, ma ora è venuto a galla e come una pugnalata in pieno petto, ha fatto sì che il suo cuore sanguinasse, di nuovo, se pur metaforicamente.
La donna alle parole dure della giovane si mette morire dentro, sente il suo cuore lacerarsi nello stesso identico modo della ragazza seduta accanto a lei e istintivamente l’abbraccia. L’abbraccia forte e la stringe a sé e vorrebbe dirglielo, vorrebbe dirle che non è più sola, non é più una bambina orfana, ma sa che non può farlo, non adesso. Non lei.
Emma adesso non capirebbe, non ancora almeno. Sono passati 18 anni, forse ormai é anche troppo tardi per dirglielo.
La ragazza si lascia stringere e l’abbraccia a sua volta, lasciandosi andare in un pianto liberatorio, ne ha bisogno.
Non sapendo però che ben presto dovrà fare i conti con la scomoda verità e se anche nega di voler conoscere i suoi genitori, prima o poi il passato torna sempre a galla, a sconvolgere il presente e l’esistenza.
Si allontana da Mary Margaret solo una volta che le lacrime sono cessate e il respiro è tornato regolare.
«Scusa per lo sfogo» le sussurra incrociando i suoi occhi.
«Emma io ci sarò sempre per te, non scordatelo mai» le risponde a sua volta, accarezzandole il viso con dolcezza e rispecchiandosi nei suoi occhi, così simili a quelli di suo marito, l’ha sempre pensato.
Dopo quel momento di debolezza però, Emma che non è tipa da piangersi addosso, torna a sorridere come se nulla fosse successo, finendo la sua cioccolata calda e parlando di altro con la sua amica.

Regina torna a casa più stanca di quando è andata a lavoro quella mattina, il mal di testa non ha fatto che aumentare e nemmeno la Tachipirina che si è presa è riuscita del tutto ad attenuarlo. Spera solo di poter passare una serata piacevole in compagnia di Henry, lui è l’unico che riesce a tirarla su di morale e strapparle un sorriso sincero.
Ma le sue speranze sono vane, nel momento in cui sta per rientrare in casa, una mano calda e delicata la ferma per un braccio, ma lei nonostante il tocco gentile si ritrova a sussultare.
«Scusa non volevo spaventarti. Come stai?» le chiede Robin dolce, sorridendole in quel modo puro e semplice, tipico di lui.
«Bene! Scusami ma sono sfinita e se non ti dispiace entro in casa.» cerca di non far trapelare le sue emozioni, ma non è facile. Non riesce nel suo scopo.
L’uomo si accorge subito che c’è qualcosa che non va nel suo modo di porsi, di parlare. Non è la Regina che ha conosciuto, sta cercando di evitarlo. È chiaro ormai.
«Certo! Ma prima dimmi Regina, mi stai evitando?» chiede volendo sapere la verità, non riesce a capire perché la donna è diventata improvvisamente di ghiaccio nei suoi confronti, quando non lo è mai stata, nemmeno la prima volta che si sono conosciuti e lei era semplicemente l’avvocato Mills.
«Conosci il signor Gold?» domanda lei a quel punto, girandosi verso l’uomo con decisione, vuole la verità? E l’avrà e in questo modo la saprà anche lei.
«No! Ho sentito parlare di lui sul giornale, o al telegiornale, ho sentito che è coinvolto in traffici illeciti ma che ne esce sempre pulito... Ma perché questa domanda?» non riesce a capire o forse non vuole capire, perché ciò comporterebbe che Regina non si fidi di lui.
«Quindi di persona non l’hai mai visto? Si da il caso che sia colui che ti ha incastrato Robin, possibile che non lo conosci?» il suo tono è ancora duro, severo. Lo guarda negli occhi e vede solo sincerità, ma non può abbassare la guardia, non può fidarsi. Ha paura!
«Io... non so perché lui mi abbia voluto incastrare, forse ero semplicemente il capo espiatorio perfetto. Sono un ladro professionista, avrà sentito della mia rapina e mi ha incastrato.» è ferito dalle accuse della donna, ma capisce anche le sue paure, non si conoscono ancora così bene da potersi fidare ciecamente di lui.
«Quindi sei innocente?» chiede in un sussurro guardandolo negli occhi, dritto negli occhi, i suoi hanno sempre parlato chiaro e la sua purezza è disarmante, se è innocente, loro glielo proveranno.
«Lo sono Regina. Non metterei mai Roland in pericolo immischiandomi in  traffici pericolosi, è la cosa più importante della mia vita. Sono un ladro, ma non un assassino o un trafficante. Ma a quanto pare tu non ti fidi o non hai capito niente di me!» la guarda a sua volta negli occhi, per farle capire che è sincero, ma poi si allontana.
Regina lo guarda andare via senza dire una parola, non riuscendo a dire nulla. L’ha ferito, sa di averlo ferito con le sue accuse, ma in quel momento non ha potuto fare altrimenti, doveva sapere la verità per proteggere la sua famiglia e fare giustizia se andava fatta. Ma ora... ora che ha capito che lui è innocente si sente una perfetta idiota ad avere dubitato di lui, ad essersi lasciata influenzare dai suoi pensieri negativi, dalle sue stupide paure. L’ha perso, perso per sempre probabilmente. Ed è solo colpa sua, colpa del suo non fidarsi di nessuno.
Rientra in casa con le lacrime agli occhi, ma non appena Henry le corre incontro felice cerca di ricacciarle indietro, non vuole far rattristare anche il suo piccolo, lui non merita di essere triste. Il solo abbraccio del bambino la fa sentire un po’ meglio e poi lei è brava a fingere che tutto vada bene.
Con sua grande sorpresa a cena ci sono anche Mary Margaret e David, i quali invitati da Emma, hanno deciso di accettare. Mary Margaret ha preparato la cena per tutti, ben contenta di aiutare e far fare il meno possibile a Regina o Emma, la prima perché sarà sicuramente stanca dal lavoro e la seconda perché dopo cena dovrà andare a lavoro.
Regina sorride alla premura della sua amica e anche se non le sarebbe dispiaciuto un po’ di silenzio, di pace, non può che essere felice di condividere la serata in compagnia della sua famiglia, perché è questo che sono Henry, Emma, Mary Margaret e David.

«Non hai rovinato niente Regina» le dice Mary a fine serata, quando finalmente solo lei e David in salotto, Regina si è lasciata andare alle confidenze, dopo l’insistenza estenuante della sua amica. Quando ci si mette sa essere davvero petulante, ma è una vera amica e una sorella e per Regina c’è sempre stata. Ha accettato tante cose, tanto suoi errori, l’ha sempre perdonata, cercando di vedere del buono in lei, ha sempre cercato di andare oltre la sua maschera di cattiva della storia e tirarle fuori la luce, ma spesso è Regina stessa che sente di non meritare il bene di Mary Margaret, a parti invertite, lei non sa se l’avrebbe perdonata. Anzi quasi sicuramente non l’avrebbe fatto.
«L’ho ferito, dovevi vederlo il suo sguardo Mary, era deluso, l’ho deluso e la delusione non passa facilmente» lei lo sa, perché è rimasta delusa tante volte dalla vita, dalle persone e ne porta ancora le cicatrici. Ma sa anche cosa vuol dire deludere e lei stessa ha deluso tante, troppe persone. E ora ha deluso Robin, non ne combina mai una giusta.
«Non si aspettava quelle accuse, dagli tempo e capirà. Siamo uomini, ci mettiamo un po’ a capire le cose.» è David stavolta a parlare, dando manforte alla sua consorte.
Con l’ultima affermazione riesce a far ridere anche Regina di gusto.
Non sa se lui capirà, non sa se l’ha perso per sempre, anche come amico, non sa nemmeno come ci si comporta in questi casi, ma vuole provare a rimediare in qualche modo. Non sa ancora come, ma ci vuole provare.

Emma è a lavoro e in continuazione guarda la porta di ingresso del pub in attesa di veder comparire due occhioni azzurri e quel suo sorriso strafottente e sicuro di sé.
Ma lui non si decide a varcare quella porta e la bionda non sa spiegarsi perché lo sta aspettando, perché non riesce a concentrarsi sul suo lavoro e pensa costantemente a lui. Non è normale tutto ciò. Non può esserlo.
“È solo perché sono abituata ad averlo sempre intorno” si dice mentalmente, auto convincendosi che sia così, deve essere così. Non c’è altra spiegazione possibile. Forse si è lasciata coinvolgere da ciò che le ha detto Mary Margaret e la donna ha sempre influenza su di lei, anche se non sopporta i suoi discorsi troppo ottimistici e da storie delle favole.
Mary Margaret se fosse un personaggio delle fiabe sarebbe Biancaneve. La pelle candida, i capelli neri, il sorriso contagioso e il suo entusiasmo fuori misura, al punto da conquistare tutti coloro che ha intorno, i suoi alunni l’adorano e sono un po’ i suoi fedeli nani, anche se sono più di sette.
Emma con quel pensiero a Mary si ritrova a ridere e ancora una volta le parole da lei pronunciate quella mattina tornano a insinuarsi nella sua testa: “Puoi fare ciò che vuoi Emma, sii felice. Puoi cambiare la tua vita e far sì che tu possa essere di più di un’orfana.” ecco cosa le aveva detto prima di andare via e lei per un breve attimo ci ha creduto.
Ed ecco il motivo per cui ora forse vuole vedere Killian, anche se non è ancora sicura dei suoi sentimenti o nel dargli una possibilità.
Voleva vedere fino a che punto lui si spingesse nel corteggiarla.
O forse adesso si è stufato, lei forse ha tirato troppo la corda...
Ci prova a non pensare a lui, ma è impossibile.
Finito il turno, una Emma delusa raggiunge la sua macchina ed è lì che lo vede. Appoggiato al suo maggiolino e il suo sorriso sexy e beffardo, con una rosa rossa in mano.
«Per te love» porgendole la rosa è dandole un dolce bacio sulla guancia.
Emma ha un sussulto al cuore al contatto con le labbra calde e morbide dell’uomo e si ritrova a sorridere apertamente, come non faceva da tempo. Non può negare poi che Killian l’abbia sorpresa con il suo gesto.
Killian ha subito notato lo sguardo della ragazza quando l’ha visto, ha voluto evitare di entrare a locale per sorprenderla, sapendo che magari lei lo stesse aspettando, dopo la sfida lanciata, ed ha preferito aspettarla a fine turno, sapendo che lei ne sarebbe rimasta colpita. La rosa le ha fatto pensare a lei e l’ha comprata senza indugi.
«Grazie! Vuoi un passaggio a casa? Sperando che la mia macchina funzioni.» gli chiede dolce e lui scuote la testa.
«Sono io che accompagno te a casa, o meglio con la tua macchina andiamo fino a sotto casa tua e io poi torno a piedi da lì» le fa una contro proposta.
«Che senso ha?»
«Ne ha, hai mai visto che è la donna ad accompagnare a casa l’uomo, soprattutto se quest’ultimo la sta corteggiando?» ribatte divertito Killian, ma vuole anche fare le cose per bene.
«Quanti anni hai 300, siamo nel ventunesimo secolo, anche le donne possono organizzare un appuntamento e accompagnare gli uomini a casa.» dice contrariata, ma anche sorpresa dalle parole del giovane, non è da tutti, con i tempi che corrono, trovare un ragazzo che è ancora legato ai vecchi principi, come il corteggiamento e prendersi la briga di fare le cose per bene.
«No, ma sono comunque un uomo all’antica. Mio padre mi ha sempre detto che per corteggiare una donna, bisogna saper essere un cavaliere... io voglio essere il tuo cavaliere. Perciò metti in moto e fammi essere romantico.» con tono deciso, ma continuando a sorridere e mantenendo la sua dolcezza.
Emma ride e decide di far come dice lui, in fondo non può negare che tutto ciò le piace e che la diverta e non poco, oltre ad essere estremamente romantico.
Una volta arrivati sotto casa di Emma, Killian l’accompagna fino alla porta, vorrebbe baciarla, non lo nega a sé stesso e nemmeno a Emma, ma non lo fa, vuole rispettare i suoi tempi e fare il pirata/cavaliere dall’armatura scintillante.
«Ti bacerei... ma so che riceverò ancora in risposta un pugno, perciò buonanotte Swan, sogni d’oro» dandole un bacio sulla guancia, la quale è fredda per il gelo pungente.
«Buonanotte Killian» è la prima volta che lo chiama per nome senza sembrare contrariata o infastidita e nota come il ragazzo se ne stupisca e il suo sorriso accendersi. I suoi occhi azzurri sono ancora più belli quando brillano di felicità.
Il giovane pirata aspetta che la ragazza entri in casa e poi si allontana anche lui per tornare nella sua amata barca. Non ha ancora ottenuto il bacio, ma sicuramente sta iniziando a fare breccia nel cuore della ragazza dall’armatura di ghiaccio e questo per lui è molto meglio di mille baci.
Emma si getta sul letto, dopo che è andata a salutare Henry con un bacio, ripensando a Killian, alla rosa che ha ancora in mano e che istintivamente annusa, profuma di dolce, di delicato, di speranza. Lei, Emma Swan, per la prima volta sente profumo di speranza e il suo cuore ondeggiare forte, proprio come il mare in tempesta, proprio come gli occhi azzurro mare di Killian. Quegli occhi azzurri che possono stregare anche la più temibile delle persone, che sono in grado di penetrare l’armatura più consistente. Quegli occhi azzurri che stanno riuscendo a buttare giù la sua di armatura.




SPAZIO AUTRICE: Ciao a tutti, torno a postare di sabato, approfittando di avere il computer acceso per lavorare alla mia tesi di laurea. Oltre questo lo ammetto, ero ansiosa di farvi leggere questo capitolo... Allora la bomba è stata in parte sganciata (come avrete visto per il momento non ha creato danni... Ma ne creerà, lo farà eccome). Ma voi ditemi, che cosa ne avete dedotto? Quale ipotesi vi siete fatti? Ditemi, ditemi, che sono estremamente curiosa di sapere il vostro punto di vista.
Inoltre Robin e Regina hanno avuto il famoso confronto, ma Robin é rimasto deluso dalle accuse della donna, ma come dargli torto? E invece avete visto che tenero che è Killian con la nostra Emma? Si, lo ammetto mi sono lasciata trasportare dal romanticismo... ma già dal prossimo capitolo temo di ritrovarvi tutte sotto casa con un'ascia ahahahahaha. Ops, meglio che smetto di essere cattivella e "anticiparvi" le cose o vi ritrovo sotto casa mia prima del previsto.
Scherzi a parte... ci vediamo settimana prossima, che sia di sabato o domenica.
Buon week end.

   
 
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