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Autore: Yellow Daffodil    23/02/2019    2 recensioni
Hera ed Hestia. Con la H.
Due gemelle così diverse da poter essere paragonate al diavolo e l'acqua santa.
Diverse, sì, ma le differenze possono essere facilmente superate quando nel quadro generale entra anche lui. Lui... che è innamorato perso di Hera. Lui... per cui Hestia ha una cotta secolare. Lui... Tommaso D'Angelo.
Quale occasione per sfruttare al meglio la gemellanza, se non questa? E quali altri guai combineranno Hera ed Hestia, assieme a un amico dalla sessualità ambigua, un'improvvisata psicologa e un compagno di ricerche punk?
Storia a 4 mani di Yellow Daffodil e cioccolatomalik
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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8. Zero autenticità

Hestia

Ho passato così tanti anni della mia vita a osservare quanto facesse ribrezzo la spumosità di Hera che ora riesco a imitarla benissimo. Ho imparato ad essere lei per osmosi, quindi so esattamente che cosa farebbe e che cosa direbbe in qualsiasi situazione, quindi so finalmente come piacere a Tommy.

Bastano zucchero, cannella e ogni cosa più bella! Che nella vita reale si traduce in uno scossone di capelli di qua, una frusciata di ciglia di là e il gioco è fatto. Semplice! Era davvero, da sempre, così semplice.

Comunque, ora che lo conosco un po' meglio di qualche eeeeh prolungata davanti alle macchinette, non capisco come ho fatto a invaghirmi di un esemplare maschio come Tommy. È banalmente tutto ciò che ci si aspetta da un personaggio stereotipato di bassa letteratura: occhio azzurro, capello biondo e cromosoma y in qualsiasi gesto o parola. Più, il debole per le fighette formato pasticcino come Hera.

Ma è. Così. Bello.

"Hera con la H." Mi riscuote con il suo timbro vocale da Joe Jonas maturo. "Allora, devo venirti a prendere oppure no?"

"Dove?" Gli domando, attanagliata dalla nefasta sensazione di essermi persa parti cruciali del discorso.

"Nel castello fra le nuvole in cui ti sei persa!" Ridacchia, logico, dandomi un colpettino sulla punta del naso che fa sciogliere me e di riflesso tutti i kajal neri che conservo sulla scrivania e di cui sento la mancanza da un po'. Uff... uno come Tommy non darebbe mai un buffetto sul naso a una come Hestia, che si contorna abitualmente di kajal pure sul naso.

Non è vero, ma era per rendere l'idea.

"Ci vediamo dopo, ok?" Mi saluta accorgendosi dell'ora che ci è leggermente sfuggita. "Alla conferenza."

Conferenza? Oh sì, la conferenza con l'autrice emergente a cui sono invitate le classi quarte dei licei umanistici del quartiere. Sono felice solo perché potrò passare un'ora nella dispersiva aula magna del Petrarca a dormire. E comunque, io non mi faccio mai castelli in aria. Quando sono assente è perché sto pensando a chi uccidere e come (ricordate l'app di Death Note, no?) e in questo momento Hera è in cima alla lista (come spesso accade).

Perché? Perché guardatela! Mi sta facendo apparire ancora più morta di quanto sia in realtà! Se io con lei sto facendo un lavoro divino, lei con me per niente. Direi che si è impersonificata fin troppo in un Tristo Mietitore infelice di essere al mondo, che attualmente sta strascicando le catene sul pavimento scolastico manco fosse il fantasma di Canterville. E questo è perché il mio personaggio le sta bene addosso, ne sono sicura. 

Non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura, ma in fondo in fondo, sta godendo di riuscire finalmente a canalizzare il suo lato oscuro, perché se è vero che tutti ne abbiamo uno, allora anche lei ne ha uno, più o meno pronunciato. Ha sempre tenuto l'impalcatura di questa primuletta primaverile in ballerine e gonnella, ma, specialmente dalla sua rottura con Jacopo un anno fa, ha iniziato a sperimentare cosa siano solitudine e sofferenza, solo che non si addicevano per nulla al suo bel faccino e quindi ha tentato di sopprimerle sotto i chili di Fiorucci Glitter al saccarosio puro.

È da ben dodici mesi che rifiuta i numerosi flirt dei numerosi baldi giovini da cui è accerchiata, il che la fa essere uno stereotipato personaggio femminile di bassa letteratura, riducendola a barcamenarsi con difficoltà tra le infinite richieste dei fan scacciandole superficialmente come una baronessa annoiata. Credo che alla lunga questa routine stanchi; ecco perché ha architettato tutta la storia dello scambio. Maledetto Jacopo, non poteva semplicemente rimanere tra le palle così lei non veniva a romperle a me?

La campanella suona e sobbalzo rendendomi conto che è già la terza ora. Così tutta la processione di studenti caproni scende in aula magna e noi del CCNR, Comitato Consigli Non Richiesti, ci raduniamo sapientemente lungo quattro sedie attaccate in ultima fila. Speravo di finire accanto a Tommy, ma al di là di me - cioè di Hera -, lui ha anche altri interessi, tipo amici e giochi sul telefono in cui avanzare di livello durante queste adunanze socio-culturali che non fregano a nessuno.

"Buongiorno." Tuona la preside, come sempre senza troppi convenevoli. "Grazie per la vostra partecipazione. Ora richiederei un po' di silenzio per dare il benvenuto alla nostra ospite, l'autrice emergente, Marinella Argenti."

Qualcuno in prima fila applaude e una nanerottola che distinguo appena tra le teste di studenti si fa strada verso il palco dell'auditorium. Peccato che sia, appunto, un palco, che lei non se ne accorga e che ciò la faccia inciampare scatenando l'ilarità di un coraggioso spettatore.

Costui deve per forza non sapere che la nostra preside boccia in tronco chi osa ridere davanti ai suoi invitati d'onore e, infatti, sporgendomi per guardarlo, noto che è uno straniero alto quasi quanto Tommy, con i capelli neri un po' arruffati sulla testa e due comunissimi occhi verdognoli. Occhi che posati sulla conferente, tuttavia, provocano in lei un discreto rossore e un conseguente: "Idiota!" sibilato appena nel microfono.

Questa tizia già mi piace.

La ragazza si ricompone tentando altrettanto goffamente di abbassare l'asta del microfono. Il moro, che intendo essere suo fidanzato o boicottatore, non interviene e allora lei stacca l'apparecchio dalla sua sede e se lo porta alla bocca, guardando prima lui nelle file davanti: "Grazie mille, Zingaretti, davvero." E poi noi del pubblico: "Ciao a tutti."

La preside incrocia le braccia in un'esalazione polmonare da toro di Pamplona.

Marinella Argenti, in Autrice-emergente-che-la-preside-ha-chiamato-per-fare-da-esempio-a-noi-caproni, inizia dunque il suo discorso previamente preparato, ma dopo nemmeno una decina di frasi si rende conto che quasi nessuno la sta ascoltando. Allora lascia repentinamente il registro formale per favorire un colloquio a briglie sciolte, comprensivo di moderato turpiloquio, in modo da catturare l'attenzione e scendere su un piano a noi più familiare. Ci narra di quanto avesse sognato questo momento ancora prima di iniziare a scrivere il suo libro e di come abbia impiegato mesi a scegliere l'abbigliamento che avrebbe indossato oggi.

È un po' fuori di testa, la tizia, ma mi piace... mi piace davvero. Se avessi un'amica come lei e non un führer come Hera, un invertebrato come Ste e una piattola come Doppia G, la mia vita potrebbe essere davvero più allegra. Alla fine riesce davvero a tenerci con il fiato sospeso, perché svela saggiamente solo tre quarti della trama del romanzo, negandoci il finale cosicché finiremo tutti alla Feltrinelli per fare incetta. È piuttosto scaltra, anche se non sembra, così decido di seguirla anche per tutta la seconda parte della presentazione, dove parla di come ha capito di avere la vocazione per la scrittura, come ha gestito la stesura del romanzo e infine tutto l'iter editoriale a cui è andata in contro. Un vero disastro, da come ce ne parla in tutta onestà, e sento la preside raspare il pavimento con i tacchi, sicuramente pentita di aver scelto, in realtà, un esempio diseducativo.

Ma la folla è sinceramente affascinata da lei e dalle occasionali uscite del suo Zingaretti - che a occhio e croce pare ugualmente un classico stereotipo maschile di bassa letteratura - tanto che al momento delle domande si verifica un fenomeno raramente testimoniabile tra le pareti dell'auditorium del Petrarca: vero interesse.

"Prego, tu con la maglietta rossa." Dà la parola Marinella, indicando un punto in mezzo agli studenti. 

Una ragazza si fa passare il microfono e poi chiede, curiosa: "Come sarebbe stata la tua vita senza il supporto dei tuoi amici?"

Mi volto istintivamente verso il Comitato: Hera sta piegando a fisarmonica la manica a strisce bianche e nere del mio dolcevita, per farlo risultare ora tutto bianco, ora tutto nero, Giulia sta fissando la conferente con disprezzo perché nessuno può avere più successo di lei a parità di mezzi e Stefano, beh... Stefano è quello più vicino a me e si sta solennemente scaccolando.

"Ste, ti prego!" Lo richiamo, spingendogli in giù il braccio.

Lui mi guarda con aria trasecolata e poi interviene, piano: "A volte dimentico che siete invertite e quando Hera esercita violenza su di me come farebbe Hestia, la testa mi va in cortocircuito."

"Perché, ti sogni una Hera più trasgre che ti riservi il bel faccino ma i modi da fustigatrice?"

"No!" Arrossisce furiosamente Stefano, e io, per l'ennesima volta, non riesco a capire se sia gay, etero o semplicemente asessuale. 

"Un'altra mano alzata là in fondo!" 

Noi del Comitato moriamo d'infarto quando Marinella fa arrivare il microfono a Giulia, costringendo tutto il corpo studenti a voltarsi verso la nostra direzione. Tommy si accorge che ci sono e allora mi fa un salutino con la mano.

Ma bello lui!

Anche io arrossisco e raggiungo le profondità della sedia assieme a Stefano.

"Questo giochetto farà stare male un sacco di gente." Premonisce lo sciamano qui al mio fianco, sussurrando appena, come Grande Piuma Di Falco di fronte al falò della vita e della morte.

"Parla per te. Io sto benissimo." Gli rinfaccio con la bile in gola e il terrore che prima o poi Tommy scoprirà l'inganno disinnamorandosi all'istante e usando quel conturbante salutino per mandarmi al diavolo. Ops, forse Ste ha ragione.

"Volevo sapere." Gracchia Giulia, sistemando sciccosamente l'occhiale a goccia sul nasino nobile. "Avresti mai pensato che questo tuo libro avrebbe avuto un tale successo?"

Ovviamente lo chiede in modo scettico e mentre Marinella farfuglia cose, lei prende appunti scuotendo la testa come se la sua teoria del 'ti sei comprata i lettori' fosse tutta confermata in quella risposta.

Io faccio un sospiro e Stefano lo emula condendolo con uno schiocco di lingua da pensionato polemico.

"Che c'è?" Gli domando in un soffio.

"C'è che a volte è davvero insopportabile."

"Doppia G?"

"E chi, sennò? Non so nemmeno perché sia nostra amica."

"Perché ci siamo spontaneamente e reciprocamente scelti in un mucchio di persone per nulla affini, da bravi amanti del dolore."

Ste mi guarda con la faccia da vomito.

"Anche io non la sopporto." Aggiungo, per solidarietà.

E allora torna a fissare la sediolina davanti con nuovi spunti di riflessione.

Le domande continuano ancora per un po', alcune interessanti, altre meno, fino a una la cui risposta mi incuriosisce molto. Un ragazzo in terza fila - che tra l'altro è il mio partner nella ricerca di scienze per i punti extrascolastici che non sto più calcolando a causa dello scambio, ma dettagli - le ha chiesto se è felice oppure se ha qualche rimpianto, e lei ha spiegato, radiosa, che è piena di rimpianti, ma che sono il motivo per cui ora è così felice. Nessuno ha capito, ovviamente, ma poi grazie a una serie di esempi, ci ha illustrato come gli errori commessi siano stati lì per lì dolorosissimi e che potendo tornare indietro, li correggerebbe sicuramente. Solo che non si viaggia nel tempo, e, tutto sommato, quegli sbagli le hanno battuto, mano a mano, un sentiero in salita verso la persona che è ora, della quale si ritiene ampiamente soddisfatta.

Io e mia sorella ci scambiamo uno sguardo un po' freddo: nessuna di noi, al momento, è soddisfatta della persona che è, sia con i propri abiti che con quelli altrui.

"Qual è il momento che ha segnato maggiormente la tua vita?"

Oh, ma io riconosco questa voce da Joe Jonas maturo!

Mi impenno sulla sedia per accertare i miei sospetti e scopro con rinnovato candore che a parlare al microfono è stato niente meno che il bambolotto senza originalità che riesce invariabilmente a surriscaldarmi le ovaie ogni volta che respira.

Credevo non pensasse con il suo cervello... e allora come mai ha partorito questa domanda?

"Il vero segreto è l'autenticità." Decreta Marinella, sciogliendosi del tutto con il suo pubblico e risultando per un attimo quasi materna. "Il momento in cui ho capito di poter e dover essere me stessa, senza temere chi sono davvero, ha dato la vera svolta alla mia vita."

Il moro dagli occhi verdi in prima fila tossicchia e lei ritratta: "Beh, ci sono stati anche mille altri momenti fondamentali, ma questo è quello di cui posso parlare a un pubblico minorenne."

Tutti ridiamo, eccetto io e mia sorella Hera, che nuovamente scambia un'occhiata con me, ancora più imbarazzata di prima.

Autenticità, eh? 

Essere se stessi...

Nessuna di noi due, ora come ora, ha la più vaga idea di cosa possa significare.

*

All'uscita di scuola, Tommy il meraviglioso mi fa una sorpresa alle spalle e io quasi decedo appena me lo trovo così vicino, convinta che sia venuto a fare un'imboscata a Hestia Felici.

Ma per piacere, su.

"Allora, Hera con la H!" Intona, con le sue vibranti corde vocali. "Ti sono mancato in queste lunghissime cinque ore?"

"Hai voglia. Ho inciso ogni mezz'ora sul banco, con un taglierino."

Il personaggio, Hestia. Il personaggio.

"Ma che simpatica..." Accenna Tommy, con lo stesso sorrisetto divertito che gli avevo visto fare quel giorno alle macchinette. "Tu mi sei mancata."

"Ah sì?"

"Mh-mh." Annuisce attirandomi a sé per guardarmi meglio, un po' come il lupo di Cappuccetto Rosso, però con intenzioni più porno. "Mi aspettavo qualche considerazione, invece non mi hai detto niente dell'appuntamento di ieri..."

Ah, quello del bacio rovinato sul lungo Tevere! Quello dello spaghetto assassino!

"Un amore." Rivelo, sbatacchiando le ciglia per compensare la mia pochezza di spirito. "È stato proprio un amore."

Lui stira quelle labbra da lupo-cacciatore-Joe Jonas sexy in un sorriso un po' marpione: "Mi fa piacere... perché si dal caso che voglia ripetere."

"Ri-ri-ripetere?"

"Certo, te l'avevo scritto pure stamattina nel messaggio, no?"

Quale messaggio?

Oooh... Hera.

E questo era un ringhio rabbioso rivolto alla stronzetta che messaggia con il mio quasi fidanzato senza dire nulla.

"Certo, il messaggio! È vero! Io... è che mi serviva del tempo per organizzare."

"Organizzare cosa?"

Il mio funerale dopo che per la seconda volta avrò rifiutato di baciare la tua rosea boccuccia di fragole, facendo passare Hera per una frigida e Stefano per un latin-lover, in confronto a me.

Oh, però belli i funerali!

"Il... ehm... l'appuntamento. Organizzare l'appuntamento."

"Ah, volevi decidere tu? Benissimo!" Si entusiasma Tommy. "Dove mi porti?"

Avvisto la ragazza simpatica del libro uscire dalla scuola e improvvisamente le sue parole mi rimbombano nella testa: Il segreto è l'autenticità.

"Da Burger King."

"Burger King." Ripete, piatto, come se avessi appena bestemmiato. "Tu. Da Burger King."

Ok, Tommy è decisamente sconvolto.

Ma subito si rende conto di essere parso maleducato, quindi cerca di salvarsi in corner: "Cioè, non sto dicendo che sei grassa."

"Eh?" 

"Beh, l'altra volta hai ordinato carbonara e costata di maiale spiegandomi che mangiavi quelle porcherie in via del tutto eccezionale a causa del ciclo mestruale che ti era appena venuto, ma ora... insomma, il ciclo dev'essere passato e a quanto so dalle tue stories, tu non mangi mai ai fast food, preferisci la pasta col tonno e non più di un'uovo e un tuorlo alla settimana. Con questo non dico che tu sia grassa, solo che non ti facevo tipa da Burger King."

Allargo gli occhi: wow, è informato il ragazzo. Molto più di me sulla mia stessa gemella. 

"Oh, beh, allora..." Farfuglio, ormai certa che Hera mi impaglierà per poi aggiungermi alla sua collezione di finte pellicce. 

Ma Tommy mi vede in difficoltà e per pura pietà mi corre in soccorso.

"Dai, andata per il Burger King." Decide, con un sorriso che riduce il mio stomaco come i sacchetti sottovuoto che usa mia madre durante i cambi armadi. "Ti passo a prendere in moto, venerdì sera alle otto?"

Ehi, ciccio, venerdì sera danno Il Giardino delle Torture su Rai Movie e tu non mi puoi volatilizzare così l'attesa di più di una settimana e l'opera di convinzione ai miei per lasciarmi libera la tv giusto quell'unico giorno su trecentosessantacinque!

"Facciamo a pranzo, magari?" Rilancio, preoccupata per il mio amato giardino delle torture.

"E pranzo sia." Mi concede con la sua incommensurabile figaggine, lasciandomi un mortale bacino sulla guancia prima di andarsene.

Sì... questo è il vero giardino delle torture. Vedere che mi sto friggendo come una patatina di Burger King in tonnellate di olio bollente e sapere che appena si renderà conto dell'inganno, Tommy mi mollerà lì ad appassire sul piatto, perché lui non è un tipo da ragazza che ama Burger King, kajal esagerato intorno agli occhi e Il Giardino delle Torture di venerdì sera, su Rai Movie.

Lui è un tipo da Hera. E con questo ho detto tutto.

*

ANGOLO AUTRICI

Vi avevamo detto ritorno al passato e così fu!

Non preoccupatevi, se c'è qualcuno di voi che non ha la minima idea di che cosa stiamo dicendo, è tutto normale. Il 'ritorno al passato' non è altro che la comparsa di due personaggi, Marinella Argenti e il suo fidanzato/boicottatore, che hanno fatto parte di una storia di Daffy. Una storia molto molto breve che contiene pochissimi personaggi e non è mai stata pubblicata da una casa editrice. Ecco.

Se vi interessa, si intitola "Io e te è grammaticalmente scorretto" e potrete trovare tutto a riguardo sui profili EFP e Wattpad di Daffy. Ma vi suggeriamo di non farlo.

Detto questo, speriamo che il capitolino vi sia piaciuto. Al di là dell'intervento di Nelli (=Marinella Argenti), a cui hanno inconsapevolmente contribuito le ragazze del gruppo Telegram che ringraziamo infinitamente (💜), ci sono qui sopra anche altri elementi interessanti.

Per esempio, la cottura a puntino di Hestia nei confronti di Tommy. O l'assurdo livello di stereotipo incarnato da Tommy. O il lato oscuro di Hera. O la saggezza di Ste. O l'appuntamento da Burger King e il Giardino delle torture.

Mhm, definitivamente il Giardino delle torture. Quello sarà davvero interessante.

Bene, amati lettori. Vi lasciamo qui in attesa del prossimo capitolo che riserverà alla nostra cara Hera una sorpresa non da poco... no no, per niente da poco. Chissà di che si tratta.

Ci leggiamo il 27,

Daffy e C.

P.S. Guardatevi dal Giardino delle torture.


   
 
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