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Autore: Bads    20/07/2009    1 recensioni
Una tragedia è accaduta ad Hogwarts. Toccherà a Potter e ai suoi allegri compari indagare per far luce sul mistero! Si, siamo spacciati! Per fortuna c'è qualcun altro in sostituzione dell'allegro trio, un gruppo di folli che dovrà cavarsela in una Hogwarts del tutto parodizzata! Buona lettura!
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Il trio protagonista, Mangiamorte, Nuovo personaggio | Coppie: Remus/Sirius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note: Questa fic nasce da una folla idea venuta a me e alle mie co-protagoniste dopo un pomeriggio passato a rovinarci l'anima guardando i film di Harry Potter. Avviso che prendiamo di mira tutti i personaggi, anche noi stesse, ma sopratutto Potter, che consideriamo il peggio del peggio, spero che nessuno ce ne vorrà male per questo. 
 Lo scopo è quello di far ridere, speriamo di esserci riuscite!
Come già detto la storia è ispirata alla visione dei film, perciò non è molto fedele ai libri (vi basti pensare che Sirius è ancora vivo e che Remus è sempre lì in giro che bazzica)

Note sul capitolo: La storia dell'accappatoio di Sirius nasce dal quinto film, quando alla stazione compare vestito con un accappatoio di ignota provenienza.
-Lo slash,  SiriusxRemus, è molto velato e apparirà raramente.
-Avete notato che Silente dal terzo film in poi non ha mai gli  occhiali sul naso? Appaiono solo nei momenti dei grandi discorsi, che saranno si e no una scena per ogni film, sesto incluso.

Detto questo vi lasciamo alla lettura, con la speranza che vi allieti e vi diverta.



QUANDO IL GRANDE POTTER PORTA GRANDI SFIGHE



Capitolo 1


Era una tiepida serata d’autunno e un leggero venticello rendeva l’aria piacevolmente fresca, la luna e la stelle riflettevano una chiara luce sul castello di Hogwarts… insomma, tutti gli ingredienti per un perfetto appuntamento romantico.
All’improvviso la porta della scuola si aprì cigolando, un uomo vestito con un lungo mantello uscì silenziosamente, avviandosi verso le serre.
“Ti stavo aspettando” disse una voce profonda non appena la figura giunse davanti alla porte della serra numero cinque: “Quanto ci hai messo?”
“Scusa, non trovavo l’accappatoio da cerimonia…” disse di rimando la voce squillante di Sirius Black.
Remus Lupin lo guardò stranito da sotto il mantello.
“Ehm… volevo dire il mantello lungo...”
Lupin sospirò.
“Dai muoviti vieni dentro” disse mentre le sue mani lo spingevano in mezzo a piante strane e dall’aspetto a dir poco inquietante: “Non ce la facevo più ad aspettare”.
Sfortunatamente Sirius aveva dei pessimi riflessi e non appena Remus lo afferrò per spingerlo nella serra inciampò su una grossa radice e cadde a terra con tonfo sonoro.
“Ahia porca vacca schifosa figlia di una troll! Per mille pulci! Per tutti i cani rognosi con l’accappatoio! Mi sono fatto male un male boia, cacchiarola!”
Remus sospirò afflitto cercando di aiutare il suo spasimante con l’enciclopedia pari a quella di un millepiedi.
Sfortunatamente la vista di Sirius era anche peggiore del suo senso dell’equilibrio, tanto che non si accorse che quella che sembrava una radice era ben altra cosa…
“Quella non è una radice” disse sapientemente Lupin, la cui onniscienza era pari solo a quella del narratore: “è…è…”
Un urlo acutissimo si disperse nell’aria, rompendo il silenzio della notte.

Poche ore dopo il preside della scuola di magia era già attivo nel suo ufficio, in attesa dell’arrivo degli insegnanti per comunicare loro la tragica notizia.
“Questa non ci voleva!” esclamò svegliando i presidi nei ritratti ancora addormentati: “Non riesco a capacitarmi di una simile disgrazia, eppure ero certo di avere tutto sotto controllo!”
Ormai il povero preside non ragionava più, mosso com’era dallo sconforto e dall’agitazione, e vagava per il suo studio come un’anima in pena, pensando e guardandosi costantemente intorno.
“Forse sto davvero perdendo colpi, come cerca velatamente di farmi notare Severus da sei anni, però questa volta ero davvero sicuro di averli appoggiati sulla scrivania! Si può sapere dove cavolo sono andati a cacciarsi quei dannati occhialetti?”
E mentre sproloquiava infilandosi sotto la scrivania si sentì un timido bussare alla porta, che il povero preside, preso dalla sua ricerca spirituale, non sentì, o ignorò.
Bussarono ancora e dopo qualche minuto, senza attendere risposta, i membri dell’Ordine della Fenice che insegnavano ad Hogwarts fecero capolino, trovandosi di fronte la poco piacevole visione del didietro del non si sa perché tanto stimato preside.
“Ehm ehm” si fece sentire l’insegnante di Trasfigurazione
“Oh siete già qui?” disse Silente riemergendo dalla scrivania con gli occhiali sul naso: “Tutto bene signori miei, ho ritrovato gli occhialetti!” esclamò tutto contento, rialzandosi e togliendosi polvere e muffa dalla barba.
Poi vedendo che il gruppo lo fissava con un misto di incomprensione e raccapriccio si ricordò del vero perché di quella riunione.
“Ma in ogni caso…” si riprese pulendo gli occhiali: “La situazione è piuttosto grave” esordì facendo finta di niente.
Di fronte a lui la professoressa McGranitt con le sue pantofoline a forma di paperella e il plaid di Winnie the Pooh sulle spalle, aveva preso posto sulla seggiola di vimini che si era portata dietro.
Remus Lupin era appoggiato contro il muro e sospirava ogni tre secondi, pensando alla sua serata finita male, al professor Silente e alla povera professoressa, ma soprattutto al suo amante, che sedeva davanti a lui ancora tutto tremolante e senza voce, per l’urlo disumano che aveva emesso, in grado di risvegliare i morti.
Infine Severus Piton, l’unico forse veramente impetuoso e spaventoso, soprattutto per il naso e per i capelli.
Il preside vedendo tutto questo trionfo di saggezza decise di smettere di guardare davanti a sé e guardare sul soffitto.
“Un membro del corpo insegnanti è stato ucciso…” disse col naso all’insù, mentre tutti i presenti lo imitavano, tentando di capire cosa ci fosse di tanto interessante nella muffa del soffitto: “Riteniamo che dietro ci sia Voldemort”
E a quella parola tutti rabbrividirono, eccetto Sirius Black, che già abbastanza tremolante, si mise a piangere come una donnetta.
All’improvviso la porta si aprì con un tonfo e Potter entrò nella stanza con la grazia di un ippopotamo.
“Voldemort? Dove? Come? Lo sapevo! Cerca di impossessarsi di me! Mi vuole uccidere! Ora sarò posseduuuuuto!”
E dicendo queste parole piene d’enfasi svenne sul pavimento, con la bava alla bocca, fingendo una crisi epilettica.
Piton, la McGranitt e infine Silente, che aveva smesso di guardare il soffitto, emisero all’unanimità uno sbuffo di rassegnazione.
“Ormai quel ragazzo è senza speranza…” disse la McGranitt esprimendo il parere di tutto il gruppo, tranne di Sirius, che tentava di rianimare il figlioccio.
Gli altri decisero di ignorare il corpo di Potter steso a terra come un salame e andarono avanti.
Intanto il preside si era alzato in piedi e vagava avanti e indietro per la stanza, pensando a voce alta.
"Ci serve qualcuno che indaghi con discrezione, intelligente, scaltro, e che si accontenti di ricevere come pagamento un encomio della scuola e una fornitura annuale di succo di zucca"
Alle parole del preside Sirius si alzò di scatto, lasciando cadere a terra Potter ancora incosciente, e a gran voce (che era miracolosamente tornata) proclamò: ”Ma allora Harry è perfetto! Chi c’è di più intelligente, sveglio e astuto di lui?”
Silenzio.
“Probabilmente anche un troll” rispose Piton guardando schifato Potter che sbavava sul tappeto di Silente.
“In ogni caso” continuò allontanando il mantello dal fiume di bava: “Credo che non ci siano altre alternative. Non ci resta che accontentarci di poco”
Silente sospirò afflitto più che mai, così fece anche la McGranitt stringendosi nel suo plaid.
“Così sia allora” proclamo il preside sull’orlo delle lacrime “Harry Potter è ufficialmente incaricato di trovare l’assassino della professoressa Sprite”.
A quelle parole Potter riemerse dal coma, iniziando a ballare una danza, a suo dire propizia, del ventre, con gran schifo di tutti.
“Fidatevi di me, ce la farò! Troverò l’assassino, e se è Voldemort lo sconfiggerò! Se non è lui invece lo consegnerò nelle mani di autorità competenti!” e sproloquiando in questo modo uscì dall’ufficio di Silente, accompagnato da un orgogliosissimo Sirius Black.
"Siete sicuri di lasciare tutto in mano a Potter? disse la McGranitt guardando scettica la porta da cui quello era appena uscito.
"Effettivamente, il signor Potter non è quello che definiamo una persona discreta, intelligente e scaltra" disse Piton ancora più scettico dell'insegnate di trasfigurazione.
"Beh, Severus, quale altra persona è così idiota da accettare di rischiare la vita per una banale fornitura annuale di succo di zucca?" intervenne Lupin, con le solite mani incrociate dietro la schiena.
Attimi di silenzio.
"C'è una sola altra persona che lo farebbe. E si dà il caso che sia una mia fedelissima sottoposta" disse Piton non senza un pizzico di orgoglio e ammirazione negli occhi per la sua genialità e malvagità.

L’ufficio nel sotterraneo era umido e malamente illuminato. Alcune ragnatele ospitavano dei grossi e pelosi inquilini ormai da tempi memorabili, tanto che avevano preso la residenza in comune.
In quel buio si potevano scorgere due figure. La più alta era seduta su una poltrona nera di pelle, l'altra era in ginocchio accanto a quella, con le braccia incrociate su in bracciolo e la testa poggiata sopra.
"Hai capito la situazione, mia fedelissima sottoposta?” disse l’uomo seduto sulla poltrona, guardando dritto davanti a sé con sguardo penetrante:“Ora devi radunare altre ragazze dal tuo stesso intelletto sopraffino”
"Certo, mio signore" rispose la ragazza dai lunghi capelli neri in tono di ammirazione per il professor Piton: "Non si preoccupi, ho alcuni contatti stretti tra gli studenti delle altre case, non è un problema".
Severus Piton sorrise maligno, accomodandosi meglio sulla poltrona.
“Mi piace quando mi chiami Mio Signore” disse Piton accavallando sensualmente le gambe.
“Oh mio signore!” disse la ragazza, cercando di non avere davanti a lui un attacco di fibrillazione ventricolare: “Sono contenta che abbia pensato a me per questo arduo compito…”
“Veramente ho pensato a te solo per il succo di zucca, se no non mi saresti mai venuta in mente” disse Severus mettendo una mano sotto al mento, pensando.
“Beh signore, allora sono contenta che si sia ricordato che mi piace il succo di zucca…” disse la ragazza, già meno in visibilio.
“Mettici l’aggettivo possessivo…”
La ragazza corrugò la fronte.
“Mio… signore?”
“Muahahahah…” rise piano l’uomo guardando il caminetto acceso.
La ragazza allora si alzò piano e andò a ritroso verso la porta, cercando di fuggire prima che gli venisse in mente di marchiarla a fuoco.

 “Ragazze che noia!” si lamentò Kairy con le sue amiche.
“Già non c’è mai niente di interessante da fare! Non ho neanche Bads con cui litigare!” rispose Pepe stravaccandosi su un banco dell’aula di Difesa contro le arti oscure, ormai vuota dopo la lezione.
“Ma voi due dovete sempre litigare?” sbuffò Ponchi
“Si è ovvio! Lo abbiamo nel DNA, lei è Serpeverde e io Grifondoro, e poi mi diverto troppo a prendere in giro il suo insano amore per il canappione che vive nei sotterranei”
“Non parlare così del mio uomo!” disse Bads entrando nell’aula in quel momento, facendo ondeggiare il mantello al vento, mentre un raggio di sole la illuminava dall’alto.
“E te pareva… si parla del diavolo…” sbuffò Pepe.
“Non puoi parlare così di Lui!” disse Bads patriottica.
“Io parlo come mi pare di quell essere tutto unto! Bleah! Ho i brividi solo a pensarci!”
“Sarà anche un pochino unto, avrà magari un naso leggermente pronunciato, magari è un pò bastardo e ogni tanto gli capita di voler marchiare a fuoco la gente ma… ehm… cosa stavo dicendo?”
“Lo vedi?! Neanche tu riesci a difenderlo! Sei proprio senza speranza!” a queste parole Pepe e Bads iniziarono ad azzuffarsi provocando una strana nuvoletta di polvere intorno a loro.
Kairy e Ponchi si guardarono esasperate: “Che dici le fermiamo?” chiese la Tassorosso Ponchi, contraria alle liti per natura.
“No, aspetta” rispose Kairy: “Loro si divertono e io mi annoio, quindi lasciamole fare ancora un pò!”
Dopo cinque minuti buoni di pugni e insulti, e anche qualche tirata di capelli, Ponchi, che in fondo aveva un animo buono, decise di fermarle: “Ehm ehm ragazze…” iniziò flebilmente.
Nessuna risposta.
“Ragazze” provò un pò più forte.
Ancora niente.
“INSOMMA VOI DUE SOTTOSPECIE DI LICANTROPI TRAVESTITI DA STUDENTESSE VOLETE FINIRLA DI LITIGARE COME TROLL IMPAZZITI PER UNA VOLTA E INIZIARE UNA CONVERSAZIONE CIVILE?!” le ragazze si fermarono immediatamente.
Certe volte Ponchi aveva davvero una gran dote persuasiva sulle persone.
“Molto bene, parliamo di cose serie” disse come se niente fosse.
Pepe e Bads annuirono scuotendo animatamente la testa senza proferire parola.
“Avete sentito della Sprite?”
Bads si riscosse e ritrovando un pò della spavalderia degna di una Serpeverde iniziò: “Eheheh! Ahahah! Buahuahuah! Io so cose che voi ignorate! Dovete sapere che è stata misteriosamente uccisa e nessuno sa chi è stato!”
“Questo lo sapevamo anche noi!” dissero le altre.
“Davvero? Comunque quello che non sapete è che Potter è stato incaricato di indagare”.
A queste parole lei, Pepe e Ponchi scoppiarono a ridere freneticamente, mentre Kairy iniziò a sospirare “ah Harry”.
“Comunque” esordì Bads, che si stava asciugando gli occhi bagnati dalle lacrime per il troppo ridere: “Il Mio Signore, giustamente, non nutre la benché minima fiducia nei confronti di Potter” e qui Kairy iniziò una nuova serie di sospiri: “E ha incaricato Me, proprio Me di indagare per suo conto! E pensate, se risolveremo il caso otterremo un encomio e una fornitura annuale di succo di zucca!” concluse Bads ormai in fibrillazione: “Siiiii che bello! Indaghiamo, indaghiamo!”. L’eccitazione di Bads ormai aveva contagiato anche le altre amiche, che avevano iniziato a fare un girotondo canticchiando “Andiam, andiam, andiam ad indagar!”.
“Molto bene ragazze. Sincronizziamo gli orologi e prepariamoci a sfoderare tutto il nostro intelletto sopraffino” disse Bads, che aveva già assunto il ruolo del capitano Bads Mustang, a capo della missione.
Le ragazze con un gesto energico degno di Peter Parker si strapparono di dosso i vestiti rivelando i loro eleganti completi neri di pelle, che tenevano sempre sotto i vestiti in caso di emergenza. Indossarono gli occhiali da sole, rigorosamente con montatura e lenti nere, e si prepararono ad avviarsi.
“Un momento” esordì Bads: “Non è che mi ripetereste i vostri nomi da missione? Non riesco mai a ricordarli!”.
Le ragazze sospirano ma non si scomposero minimamente: “Tenente Pepe Havoc” disse la Grifondoro.
“Sottotenente Ponchi Hawkeye” disse la Tassorosso.
“Generale Kairy Huges” concluse la Corvonero, mentre Bads Mustang si appuntava i nomi sul palmo della mano temendo di dimenticarli un’altra volta.
“Molto bene ragazze! Pronte? Andiamo a investigare”
E a passo di marcia e perfettamente coordinate, con i capelli che ondeggiavano al vento di un ventilatore appositamente posizionato, e sulle note di “Eye of the tiger” si avviarono verso le serre, sotto lo sguardo stupito degli studenti, che si chiedevano da dove provenisse quella musica così forte.
Procedettero a passo di marcia fino alla serra numero cinque, il luogo del delitto, e dopo aver attentamente controllato i dintorni per assicurarsi di non essere spiate dal gruppo di Potter (0h Harry ndKairy)(uffa ndttLeAltre) si appostarono in cerchio, in attesa di qualcosa che non sapevano nemmeno loro cosa fosse.
“Allora?” chiese Bads Mustang.
“Allora cosa? Aspettiamo un tuo ordine! Sei o no il capitano Bads Mustang?!” disse Pepe Havoc e le altre annuirono.
“Ma non lo so io! Pensavo che voi sapeste esattamente cosa fare!” disse stupita e confusa.
“No, noi non ne abbiamo idea!” dissero le altre all’unisono.
“Bene ragazze… direi che siamo proprio nei casini!” disse Bads Mustang calmissima, e subito dopo: “Buaaaaaaaaaaaaah! Non voglio essere nei casini! Non posso deludere Lui! Non voglio essere marchiata a fuoco! Non voglio essere battuta da un essere intellettualmente inferiore come Potter! Voglio il mio succo di zuccaaaaaaaaaaaaaa!” strillò con la sua vocina acuta, segno di una profonda crisi, aggrappandosi alla gamba di Ponchi Hawkeye.
“Dai non preoccuparti!” disse Kairy Huges: “Forse non siamo delle esperte però possiamo farcela! Io un pochino me ne intendo di investigazioni! Leggo Topolino tutte le settimane!”
Bads Mustang la guardò per un istante per poi aggrapparsi ancora di più alle gambe di Ponchi Hawkeye acutizzando ulteriormente la voce: “Siamo spacciaaaaaaaaaate!”
Ma il Tenente Pepe Havoc, con la determinazione degna di una Grifondoro, sollevò di peso una Bads piagnucolante e tremolante:“Capitano! Contegno!” disse schiaffeggiandola un paio di volte con il suo fedelissimo guanto, alzando il naso così tanto da guardarla con la coda dell’occhio.
“Noi adesso indagheremo, non so come, ma lo faremo! Con l’aiuto del generale ‘topo’ Kairy” disse risoluta: “Guarderemo un po’ in giro e raccoglieremo le tracce, senza farci vedere da nessuno e agendo in incognito, se no il tuo adorato uomo non ti filerà più neanche di striscio, chiaro?”
Il capitano, rincuorato, decise di annuire. Non per reale convinzione ma almeno per buona educazione.
E le quattro ragazze cominciarono a cercare, col naso attaccato al pavimento, guardandosi magari intorno, e guardandosi molto tra loro, come per sapere cosa fare.
“Uh, ho trovato qualcosa! Ho trovato qualcosa!” disse la Ponchi tutta contenta, attirando l’attenzione di tutte le altre.
“Oh meno male… stavo perdendo le speranze” disse il capitano passandosi teatralmente una mano sulla fronte.
“Cos’ha trovato Ponchi Hawkeye?” disse il generale enfatico, con le mani dietro la schiena.
“Ecco” disse semplicemente la ragazza puntando il dito verso una grossa pianta carnivora, che non vedeva l’ora di mangiarsela.
“Ragazze” esordì il capitano con un sorriso che le illuminava le faccia: “Chi di voi è brava in erbologia?”
E tutte risposero: “TU!”
“Ah già” rispose Bads Mustang delusa, che già sperava di delegare l’incarico di esaminare da vicino la pianta a uno dei suoi sottoposti.
–Va bè- penso -Mio signore lo faccio per te… e anche per il succo di zucca in fondo-.
Avvicinandosi lentamente notò che quella pianta le era familiare, decisamente l’aveva già vista prima… Ma dove? Dove?? DOVE???
Mentre tutti i neuroni del suo cervello erano in pieno movimento per cercare una risposta al mistero, Pepe Havoc esclamò: “Ehi, ma quella assomiglia a una delle piante carnivore che ci stava facendo studiare la prof nelle ultime lezioni!”
–bingo!-pensò Bads -finalmente ho la chiave del mistero! Ce l’ho fatta!-
“Ragazze” disse seria.
“Siiiiiiii?” chiesero tutte in trepidazione.
“Non ci sono dubbi. Questa è una delle piante carnivore che la Sprite ci stava facendo studiare nelle ultime lezioni!”
SDENG!
Le ragazze crollarono a terra esasperate. Erano ancora a un punto morto. Di nome e di fatto, dato che la pianta sembrava essere intenzionata a farsi uno spuntino con una di loro.
Impaurite ed impotenti si strinsero tra loro.
“Ragazze! Vi ho voluto bene!” disse il generale tra le lacrime.
“Queste manifestazioni di affetto gratuite puoi anche risparmiartele, soprattutto quando stiamo per morire!” rispose cinico il capitano, che vedeva nelle manifestazioni di affetto un ridicolizzarsi della tragicità del momento, pensando poi che poteva essere il suo ultimo momento, non voleva certo sentirsi dire quelle cose!
Ormai la speranza sembrava averle abbandonate.
Nessuno sapeva che erano lì, tranne forse un centinaio di persone che avevano sentito la musica dirigersi verso le serre, loro agivano in incognito!
Chi avrebbe badato alla pace nel mondo se il sottotenente Ponchi Hawkeye fosse caduto in battaglia, mangiato da una pianta carnivora?
E chi avrebbe detto a Severus Piton che la sua più degna sottoposta era morta senza portare avanti la missione?
E i liquori del tenente? Doveva morire senza la soddisfazione di essersi ubriacata almeno un’ultima volta?
E infine, il rimpianto di Kairy era il più tremendo e terribile.
In tutta la sua vita aveva voluto solo una cosa, e in quel momento se ne accorse davvero.
Non aveva mai rivolto la parola a Harry Potter! Lei doveva rivolgere la parola a Harry Potter!
“No! Non posso morire!” urlò il generale.
Le altre la guardarono aggrottando le sopracciglia, chiedendosi cos’avesse pensato per farla reagire così prontamente.
Ma all’improvviso, il tutto!
Una luce riempì i loro cuori e accecò i loro occhi.
“Ahi!” gemettero tutte tenendosi il petto e coprendosi il volto, tranne Bads, che sospirando “Che figata” si mise solo un paio di occhiali, osservando con la bocca aperta lo spettacolo.
Il tenente Pepe Havoc allora, come al solito, si porse qualche domanda.
“Ma cavoli, non ti fa male il petto? Quella luce riempie il cuore!” disse per giustificare il loro strisciare a terra, mentre Bads le guardava stranita.
“E chi ce l’ha il cuore?” disse tranquillamente cercando ancora la fonte della luce, mentre alimentava l’idea che forse provenisse dai fari sparati davanti a loro della modica potenza di 15200 watt.
“Ma perché io faccio queste domande?” chiese Pepe Havoc, desiderando fortemente prenderla per i capelli e scuotere forte.
E all’improvviso la musica di “Jesus Christ Superstar” si diffuse nell’aria.
Le ragazze di guardarono intorno spaesate, non riuscendo a capire da dove provenisse quell’idillio di musica, ma alimentando l’idea che fosse il mega altoparlante magico piazzato sopra i fari.
Pepe Havoc si inginocchiò spaventata.
“No giuro che scherzavo! Non volevo prenderla per i capelli! Lo giuro, non lo penso più!” disse con le mani congiunte, pensando a chissà cosa.
“Ma che cazz-…” cominciò Bads non capendo più un tubero, come al solito.
Poi lentamente si accorsero che una presenza si stava avvicinando.
Allora si guardarono ancora intorno, non capendo più niente.
“Chi sei? Fatti vedere!”
Una voce profonda risuono dal nulla.
“Io sono il vostro salvatore! Quella pianta non vi nuocerà!” disse il nuovo venuto.
Le ragazze ancora si guardavano intorno.
“Sono qui sopra di voi, brutte idiote!” strillò alterata la voce che fece trasalire le ragazze, e tutte all’unisono alzarono la testa.
E spalancarono le bocche.
E sgranarono gli occhi.
E dilatarono le pupille.
“Non può essere!”
Un uomo vestito con una tunica bianca e circondato da un’intensa luce proveniente dal riflettore precedentemente posizionato, si ergeva davanti a loro. Alzò la mano impugnando la bacchetta e con un rapido movimento fece uscire delle scintille azzurrognole che colpirono in pieno la pianta, facendola afflosciare. Poi ripose la bacchetta e, accompagnato sempre dalla musica che si faceva più intensa, raggiunse le ragazze, ancora abbagliate a causa della luce del riflettore.
Fu Bads la prima a riprendersi (niente al di fuori di Piton era in grado di abbagliarla per più di 15 secondi).
“Ma chi sei? Come mai sei qui? E dove hai trovato quel riflettore così potente? Lo voglio anche io!”
L’uomo sorrise: “Io sono colui che vi ha appena salvato la vita, sciocca! Almeno un grazie sarebbe gradito!”
Bads era stupefatta: “Si, grazie!”
“Così va bene. Dunque, voi siete qui per risolvere un grande mistero, giusto? Ma se qui ci sono anche io è perché voi non avete ancora concluso un bel niente, giusto?”
“Ma che fa ci insulta?” chiese Pepe Havoc, che si era appena ripresa.
L’uomo continuò come se non avesse parlato.
“Quindi deduco che vi serve un aiuto. Bene. Molto bene. Benissimo…”
L’uomo ormai era in fibrillazione, non si era mai sentito così importante.
“INSOMMA CI DICE QUALCOSA O HA INTENZIONE DI PASSARE TUTTO IL GIORNO A GONGOLARE?” disse Pepe che stava iniziando a irritarsi.
“Giusto” riprese l’uomo: “Non mi è concesso dirvi molto. Tutto ciò che posso dire è: HIC QUID CERCATIS IN VESTRO CORE EST”.
Le ragazze erano ancora più confuse: “Ma che vuol dire?” chiesero in coro.
“Ah non lo so. Io vi do solo le indicazioni, per il resto sono grane vostre” e detto questo sparì, misteriosamente, proprio come era arrivato.
“Strano tipo” commentò Kairy “Chissà chi era”.
“Ha lasciato il biglietto da visita” disse Ponchi mostrando un foglio di carta: “C’è scritto: NEVILLE PACIOCK- CONSULENTE MISTICO: Per contattarmi trovatevi in una situazione di pericolo mortale oppure cercatemi nella Sala Comune di Grifondoro”. 
  
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