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Autore: ArrowVI    23/02/2019    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 5-1: Via d'uscita

 

<< Ho così tante domande... >>
Disse la ragazza dai lunghi capelli castani, fissando con uno sguardo incuriosito e, al contempo, confuso il demone a circa una ventina di metri da lei, abbassando lentamente il braccio con cui aveva scagliato la palla di fuoco.

<< ... Ma ciò che mi sorprende di più è il fatto che tu abbia deciso di attaccare la capitale in pieno giorno, da solo, non sapendo quanti membri delle Quattro Galassie fossero in giro. >>
Continuò, facendo qualche passo in avanti.


Aveva i capelli legati a coda di cavallo con un fiocco rosso, e indossava un'armatura da cerimonia del medesimo colore che lasciava scoperte ben poche parti del suo corpo.
Indossava inoltre una lunga gonna bianca che arrivava quasi al suolo, simile a un mantello.

Aveva dei guanti neri e dei bracciali rossi che le coprivano interamente l'avambraccio dal polso al gomito.


<< Mi chiedo se tu voglia morire, o se sei talmente fiducioso nelle tue abilità da credere di poterci sconfiggere da solo. >>
Aggiunse subito dopo.
Posò il suo sguardo sul demone alato davanti a lei, calmo e composto.
Il suo tono non mostrò la benché minima paura o preoccupazione.


[ E se fossi sicuro di poter vincere uno scontro? ]
Le domandò Abraxas, ricambiando il tono deciso e lo sguardo di Vermilion.


<< Allora direi che sei fuori di testa. >>
Gli rispose la ragazza, sollevando poi una mano verso il cielo.
In una frazione di secondo, i soldati alle sue spalle caricarono le loro armi.
Il ragazzo dai capelli azzurri, invece, estrasse la sua lunga katana, preparandosi a uno scontro.


[ Non desidero uno scontro, non è necessario. ]
Disse Abraxas.
Quelle parole non colsero Vermilion di sorpresa.


<< In questo, per lo meno, siamo d'accordo. >>
Gli rispose la ragazza.


[ Lasciatemi recuperare il ragazzo. E' la scelta migliore, fidatevi delle mie parole. ]
Continuò il demone.

Vermilion posò istintivamente il suo sguardo su Michael, per un istante.

<< Mi rincresce, ma devo declinare l'offerta. >>

Fu la sua risposta.
Abraxas non fu contento di sentire quelle parole.

In un istante spiegò le sue tre paia di ali nere.


[ Credete io sia il vostro nemico? ]
Le disse Abraxas.

<< Mi risulta assurdo credere il contrario. >>
Controbatté la ragazza dagli occhi neri.

[ La mia non era una richiesta: era un consiglio. Se non riporterò indietro il figlio di Azael con me, state pur certi che altri verranno a finire il mio lavoro. ]
 
Continuò il demone.
La sua espressione divenne improvvisamente più cupa e minacciosa.


[ E state pur certi che non saranno così propensi a parlare, a differenza mia. ]
Concluse.

<< E, allora, ecco a te il mio consiglio: dì pure ai tuoi compagni che li aspettiamo a braccia aperte, allora. >>
Rispose la ragazza, senza mai perdere quella sua espressione sicura.

<< E che ho tutta l'intenzione di ricambiare la loro gentilezza, se oseranno presentarsi davanti a me con l'intenzione di rapire o fare del male a qualcuno. >>
Continuò, parlando con tono minaccioso, mentre tutto il suo corpo venne avvolto da una lucente aura rossa.



[ Tu sei "Vermilion", corretto? ]
Abraxas sapeva perfettamente chi fossero le due figure che si erano intromesse tra lui e il suo bersaglio, e sapeva perfettamente che non erano avversari che poteva prendere alla leggera. Specialmente non in uno scontro uno contro due.

Lo sguardo di quella ragazza, però, era molto più penetrante e minaccioso di quanto avesse anche solo immaginato.

<< Sono onorata tu mi conosca. Io, al contrario, non so poi tanto di te, Abraxas. >>

Gli rispose la ragazza.

Il demone si voltò lentamente verso Michael, posando il suo sguardo su di lui per qualche istante. 

<< Io non lo farei, se fossi in te. >>
Continuò Vermilion.
Sentendo quelle parole, Abraxas si voltò lentamente verso di lei.

<< Ho un piccolo plotone ben allenato di ammazza-demoni che ti tiene sotto tiro, e ho perfino Andromeda, qui, al mio fianco. Lascia che te lo dica: se tu provassi anche solo a fare un passo verso quel ragazzo, non ne usciresti vivo. >>
Gli disse subito dopo, minacciandolo.


[ Cosa ti fa credere che finirebbe davvero in quel modo? ]
Le domandò Abraxas.

<< Oh, non metto in dubbio tu possa anche sconfiggermi, ma... Lascia che te lo chieda ancora una volta: pensi di essere in grado di sconfiggere sia me che la persona che ha eliminato Azael? >>
Replicò la ragazza.
Sentendo quella parole, Abraxas posò il suo sguardo su Andromeda, il quale, fino a quel momento, non aveva neanche aperto bocca.
Lo sguardo di quel ragazzo era molto più cupo di quello della ragazza.


Aveva continuato a tenere sotto controllo il demone, katana sguainata, con la lama rivolta all'indietro e leggermente inclinata verso il terreno.
Era pronto a scattare da un momento all'altro.

Abraxas sapeva perfettamente di chi si trattasse.
Combattere contro di lui non era assolutamente nelle sue intenzioni.

<< Se lo pensi... Stai davvero delirando. >>
Aggiunse subito dopo, Vermilion.


<< L'unico motivo per cui noi stiamo parlando, adesso, è perché so tu sia diverso dagli altri demoni. >>
Quelle parole attirarono l'attenzione di Abraxas, il quale posò una espressione sorpresa su Vermilion.


<< Per prima cosa, lascia che ti ringrazi per non aver ucciso il gruppo di Gregory. Quando mi ha contattato, qualche minuto fa, sembrava in pessime condizioni, ma mi ha detto che li hai risparmiati tutti e quattro. >>
Aggiunse subito dopo.

<< Perché? >>
Gli domandò, incuriosita dal comportamento così stranamente discordante rispetto a quello degli altri demoni.


[ Non erano una minaccia. Non avevo motivo per liberarmi di loro. ]
Quella risposta lasciò Vermilion perplessa.

<< E' la prima volta che sento un demone dire questo genere di cose. >>
Gli rispose.

Abraxas abbassò lo sguardo per un istante, assumendo una espressione dispiaciuta.

[ Mi dispiace sentirtelo dire. Sfortunatamente, non tutti la pensano come me. ]
Le disse poco dopo, riassumendo la sua espressione composta.

<< E questo mi fa chiedere perché tu stia con loro. >>
Quella era una domanda che Abraxas si era fatto fin troppe volte.

[ Ho le mie ragioni. Non le capiresti. ]
Le rispose.

[ Lascia che io lo ripeta. ]
Aggiunse subito dopo, facendo un passo in avanti e portandosi una mano sul petto.

[ Il mio bersaglio è il figlio di Azael, nessun altro. Non appena l'avrò recuperato, lascerò la capitale senza causare alcun genere di disordine. E' il risultato migliore per tutti. ]
Le disse subito dopo.

<< Non posso accettare. >>
La risposta di Vermilion non si fece attendere.

[ Non sono il vostro nemico e non voglio diventare tale. Non interferite nella mia missione. ]
Continuò il demone.

<< Non sei un nostro alleato. >>
Gli rispose la ragazza, sollevando poi un braccio al cielo.

<< Phoenix! >>
Non appena urlò quella parola, il suo corpo venne avvolto da intense fiamme di colore scarlatto.
Le fiamme continuarono imperterrite a danzare intorno a lei, senza ferirla, per poi confluire lentamente alle sue spalle senza mai spegnersi.

Pochi istanti dopo le fiamme alle sue spalle assunsero una forma simile a quella di un uccello alato, una fenice fatta interamente di fuoco.

<< Lascia che io ripaghi la tua gentilezza nei confronti di Gregory. >>
Sentendo quelle parole, Andromeda posò il suo sguardo confuso su di lei.

<< Sei il primo demone che non sento l'urgenza di incenerire, quindi lascia che ti dia una possibilità di andartene con le tue stesse gambe... >>
Gli disse.

<< ...O... Ali, dovrei dire. >>
Si corresse subito dopo.

<< Di cosa stai parlando?! Vuoi lasciarlo andare via?! >>
Esclamò Andromeda, incredulo davanti alle parole della compagna.

<< Mio distretto. Mie regole. >>
Disse la ragazza al compagno.

Andromeda digrignò i denti.
Quella risposta non gli piacque per nulla.

<< Se questa mia scelta dovesse tornare indietro a mordermi, me ne prenderò la completa responsabilità. >>
Gli disse subito dopo, voltandosi poi di nuovo verso il demone.

<< Abraxas! >>
Non appena pronunciò quelle parole, Vermilion estese il braccio sinistro verso di lui: le fiamme cominciarono lentamente a girare vorticosamente intorno a lei, convergendo lentamente nel palmo della sua mano e creando una sfera di fuoco.

<< Come segno della mia gratitudine, ho intenzione di darti una, e una sola, chance. Vattene adesso, o muori come tutti gli altri. La scelta è tua. >>
Non appena Vermilion disse quelle parole, Abraxas ripiegò lentamente le ali alle sue spalle, per poi abbassare lentamente lo sguardo.

Andarsene avrebbe significato fallire la missione, e lui non poteva permetterselo.
Ma, nonostante tutto, non poteva permettersi di morire li. 

Era fiducioso delle sue abilità, ma sapeva perfettamente che quello fosse uno scontro impari: non poteva sconfiggerli entrambi. Non da solo.
Riluttante, decise di accettare quell'ultimatum.

[ Vi pentirete di questa vostra scelta. ]
Le disse, posando di nuovo il suo sguardo su di lei.

<< Non sei nella posizione migliore per minacciarci, Abraxas. >>
Rispose la ragazza, infastidita dalle sue parole, continuando a tenere il demone sotto tiro.

[ Non era assolutamente mia intenzione. Il mio altro non era che un semplice avvertimento. ]
Le spiegò il demone, spiegando poi le sue gigantesche ali.

[ Vi ho dato una facile via d'uscita da questa situazione: voi l'avete rifiutata. Io avrò pur fallito il mio compito, oggi, ma voi fallirete a proteggere i vostri cittadini. ]
Quelle parole colsero Vermilion alla sprovvista.

<< Cosa vorresti insinuare? >>
Gli domandò.

[ Verranno altri, dopo di me. E loro non parleranno quanto me, né terranno in vita i vostri subordinati. Non si faranno scrupoli a uccidere voi o la vostra gente per recuperare il ragazzino... O ucciderlo, dipende da chi vi ritroverete davanti. ]
Sentendo quelle parole, Vermilion prese un grosso respiro.

<< Noi non abbiamo cercato questo scontro, ma, se necessario, contrattaccheremo. Dì ai tuoi compagni di mandarci contro chi preferiscono: li brucerò uno ad uno, se necessario. >>
Gli rispose.

[ Lascia che sia io a chiedere al diretto interessato, allora. ]
Abraxas decise di fare un'ultimo tentativo.
Era sicuro che sarebbe riuscito a convincere Michael a seguirlo di sua spontanea volontà.

Vermilion non gli rispose.

[ Se lui accetterà di venire con me, tu non ti intrometterai. ]
Sentendo quelle parole, la ragazza posò il suo sguardo su Michael il quale, fino a quel momento, non aveva mai smesso di ascoltare in silenzio lei e il demone mentre parlavano.

La sua unica risposta fu un cenno positivo con il capo, senza però mai smettere di tenere il demone sotto tiro.


Abraxas si voltò lentamente verso Michael, rivolgendogli finalmente la parola.

[ Figlio di Azael... ]
Gli disse.

<< Michael! Il mio nome è Michael! >>
Lo interruppe il ragazzo.

[ Chiamo per nome solo coloro che rispetto. ]
Quelle parole lo colsero di sorpresa.

[ Dovresti accettare la mia offerta, se tieni alla vita dei tuoi compagni. Se verrai con me, nessuno di loro sarà ferito. Se, invece, deciderai di rimanere qui... Credo tu sappia perfettamente cosa accadrà, in questo caso. E lascia che te lo dica: l'errore commesso da Asteroth non si ripeterà una seconda volta. Verranno qui e non andranno leggeri con voi, come ho fatto io, quantomeno si tratterranno come ha fatto Asteroth. ]
Sentendo quelle parole, Michael abbassò lo sguardo, pensando a ciò che Abraxas gli aveva appena detto.

Non avrebbe mai permesso che qualcuno venisse ferito a causa sua.

[ Sarà un massacro, e io preferirei che una cosa del genere sia evitata. Confido nel tuo buonsenso. ]
Continuò.

Trascorsero alcuni momenti di profondo silenzio, ma finalmente Michael sollevò lo sguardo, posandolo sul demone.
Abraxas rimase sorpreso dai suoi occhi.

<< Non ti seguirò. Se necessario, combatterò anche io contro i tuoi compagni. >>
Gli rispose, con un tono deciso, privo di qualsiasi forma di insicurezza o timore.

Abraxas fissò il ragazzo per qualche istante con gli occhi spalancati.
Non credeva che sarebbe stato così stupido.

[ Suppongo di averti sopravvalutato. ]
Non appena disse quelle parole, Abraxas cominciò lentamente ad alzarsi in volo.

[ State in guardia, allora, umani: vi siete scavati la fossa con le vostre stesse mani. Avevate una via d'uscita e l'avete rifiutata. ]
In quell'istante posò il suo sguardo  su Michael.

[ Se cadrete, sarà solo colpa vostra. ]
Aggiunse subito dopo, librandosi in aria e dando le spalle ai presenti.


Prima che il demone potesse andarsene, però, Michael gli corse incontro.

<< Abraxas! >>
Urlò, attirando la sua attenzione.

Il demone si bloccò in aria, abbassando lo sguardo verso il basso, posandolo sul ragazzo

<< Non dobbiamo per forza combatterci! Non siamo così diversi, dopotutto! >>
Continuò.

Abraxas non gli rispose.

<< Pensa a tutto quello che potremo ottenere se lavorassimo insieme... Non dobbiamo essere per forza nemici, e so che neanche tu lo vuoi esserlo! >>
Continuò.

Abraxas rimase in silenzio a fissarlo senza proferire parola, fluttuando in aria sostenuto dal battere delle sue ali.

[ Ingenuo. ]
Fu l'unica cosa che il demone gli rispose, lasciando il ragazzo di stucco.

[ Hai davvero accettato così rapidamente ciò che sei? O stai solamente fingendo, sperando che gli altri non notino le tue paure e preoccupazioni? ]
Gli disse.
Michael evitò il suo sguardo.

[ Un mondo in cui demoni e umani coesistano pacificamente è una utopia. Sono stato il primo a cercarla, e il primo a realizzare che fosse impossibile. ]
Continuò.

[ E fidatevi delle mie parole: conosco questi due mondi meglio di quanto voi possiate anche solo immaginare. ]
Concluse, lasciandoseli poi tutti alle spalle.



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Fine del capitolo 5-1, grazie di avermi seguito e alla prossima!

 

   
 
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