Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: pattydcm    23/02/2019    2 recensioni
Nel corso in un’indagine, Sherlock viene ferito al viso e i suoi occhi sono messi fuori combattimento. Continuerà, però, a lavorare sul caso, facendo fronte allo sconforto per il suo handicap.
John lo aiuterà a portare avanti le indagini per poter fermare il pericoloso dinamitardo che sta terrorizzando Londra. Gli farà una proposta che cambierà le loro vite e risulterà fondamentale per la risoluzione del caso: gli chiederà di lasciare che sia lui i suoi occhi
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sally Donovan, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 8
 
John osserva Sherlock camminare avanti e indietro nel piccolo spazio dell’ufficio di Domiziana. Ripete ad alta voce quanto hanno finora scoperto, giusto per ammazzare il tempo, mentre attendono l’arrivo di Lestrade. Questi giunge dopo neppure venti minuti dalla chiamata, cosa che indica quanto questo caso rappresenti un problema sia per l’ispettore che per il commissario capo. Entra nell’ufficio insieme a Donovan.
<< Ti avevo detto di darti alla pesca, ma tu non ne hai voluto sapere di darmi retta, John >> .
L’agente scelto gli si avvicina col suo solito tono supponente e l’atteggiamento gratuitamente aggressivo, mentre Lestrade pende dalle labbra di Sherlock che lo ragguaglia sull’avanzamento delle indagini.
<< Sai, Sally, non siete poi così diversi tu e Sherlock. Trattate male il prossimo allo stesso modo. La grande differenza è che lui ha quasi sempre ragione di farlo >>.
La donna sembra incassare il colpo e prepararsi al nuovo attacco.
<< Sei un medico e da quanto ne so sei pure parecchio bravo e guardati: ridotto a fare da cane per ciechi >>.
<< Non ti permetto di giudicare le mie scelte, Sally. Credo non gradiresti sapere cosa ne penso delle tue >> ribatte acido John. Lestrade chiama a sé Donovan che scocca un’occhiata truce a John prima di raggiungere il suo capo.
<< Data la particolarità della situazione prenderemo qui la deposizione della… suora. Pensaci tu, Sally? >> ordina Greg alla donna. Donovan si mostra ben felice di assolvere al compito.
<< Ti faccio volentieri compagnia >> le propone Sherlock intenzionato a non uscire da quell’ufficio.
<< Non credo sia il caso, freak >> lo aggredisce la donna.
<< Io, invece, penso di sì, agente >> insiste il consulente. Muove un passo andando a sbattere contro di lei. << Se ti dai una mossa forse riusciamo a finire prima di cena e puoi salvarti l’appuntamento con Anderson >>.
La donna scocca un’occhiata al suo capo che imperterrito le intima di procedere. Questa alza gli occhi al cielo e prende posto alla scrivania. Sherlock, piuttosto soddisfatto, le resta affianco.
<< Da quando mandi Donovan  in avan scoperta? >> domanda John a Greg appena si trovano fuori dall’ufficio.
<< Ho un serio problema con le suore >> risponde questi. << E tu da quando permetti a Sherlock di muoversi da solo? >>.
<< Ho un serio problema con Donovan >> risponde facendo ridere di gusto il detective.
<< Pensa a me che ci lavoro tutti i giorni da anni! Ormai riesco pure a capire quando ha il ciclo >>.
<< Sherlock è come se lo avesse tutti i giorni >> ribatte scoccandogli un’occhiataccia. Greg ride ancora più forte.
<< Uomo fortunato! >> esclama sedendosi sulle scale.
<< Come no! Stare con lui è come stare con dieci donne ognuna in una fase diversa del ciclo e da quando è stato accecato è persino peggio >>.
Greg si fa serio e lo invita ad accomodarsi al suo fianco. John resta stupito del suo repentino cambiamento e lo raggiunge curioso.
<< C’è qualcosa che devi dirmi? >> gli chiede usando su di lui lo sguardo indagatore.
<< In merito a cosa? >> gli chiede colto alla sprovvista. Greg alza gli occhi al cielo sospirando.
<< Senti, mi rendo conto che non sono affari miei, ma ormai ti ritengo un amico ed è da quando circolano quelle voci su di voi che mi ripropongo di chiedertelo >>.
<< Per vincere la scommessa? >> ribatte infastidito.
<< No >> risponde troppo in fretta Greg. John gli scocca un’occhiata tagliente e il detective passa a disagio la mano tra i capelli sale e pepe. << Ok, diciamo che mi aiuterebbe ad indirizzare meglio la mia puntata, ma non è questo il punto >>.
<< Ma non mi dire >> sbuffa John.
<< Senti, io ti devo tanto. Davvero, non sto scherzando >> insiste posandogli la mano sul gomito. << Non sapevo dove sbattere la testa con Sherlock prima che arrivassi tu. Non sapevo mai dove fosse, ne cosa stesse facendo e tutto ciò non faceva per nulla bene né al mio stomaco, né al mio fegato. Poi sei arrivato tu >> gli batte allegro la mano sulla spalla. << E se non riesco a mettermi in contatto con lui posso contare su di te >>.
<< Come se non capitasse anche a me di non riuscire a mettermi in contatto con lui >>.
<< Oh, ti assicuro che non c’è paragone, John! >> ride Greg. << Sherlock ti resiste al massimo per un giorno per poi risponderti o cercarti. Di me se ne fregava, portava avanti le sue indagini e poi piombava nel mio ufficio con la risoluzione del caso. Snervante, amico mio. Assolutamente snervante >> sospira scuotendo il capo. << E io stavo lì, temendo si fosse messo nei guai e di passare a mia volta dei guai per averlo coinvolto, causandone indirettamente eventuali incidenti >>.
<< Tu sapevi dei suoi nascondigli sparsi per Londra? >>.
<< Sapevo che non aveva un posto fisso prima di Baker Street. O meglio sarebbe dire prima che arrivassi tu >>.
<< Andiamo, sembra che tutto ruoti attorno a me! >>.
<< Ed è così, John >> gli dice Greg stupito del suo stupore. << Sei il centro del mondo per lui. E’ palese, non puoi essere l’unico a non essersene accorto, dai! >>.
John strabuzza gli occhi e resta senza parole. Quanto gli sta dicendo il detective non è poi così diverso da ciò che gli ha detto Sherlock nel suo nascondiglio sul Tamigi. Greg lo guarda stupito e non sa se ridere o restare serio dinanzi al suo silenzio.
<< Lui è così… sfuggente >> sussurra John abbassando lo sguardo. << E’ come scalare un muro alto che cresce di altri due metri ogni volta che ti sembra di essere arrivato il cima. È stancante, Greg >>.
<< Non fatico a crederlo >>.
<< Ma anche così affascinante >> aggiunge percependo le sue guance arrossire. << Fosse per me, Greg… quelle voci non sarebbero più solo voci >>.
<< Vuoi dirmi che è lui a essere reticente? >>.
<< Ti stupisce così tanto? È sposato col suo lavoro, non lo sai? >> ride nervoso.
<< John… >> scuote lento il capo, Greg. << Tu sei parte integrante del suo lavoro, amico mio >>.
Il suo essere diffidente lo ha portato a minimizzare quanto dettogli da Sherlock, persona inaffidabile e dall’emotività nascosta e a lui incomprensibile. Di Greg, invece, riesce a fidarsi. Accetta il suo punto di vista perché è quello di una persona imparziale.  
John stropiccia il viso più volte prima di sentire di essere un a posto. Crede proprio sia gioia quella che prova in questo momento. Sì, deve esserlo, perché lo terrorizza e le poche volte in cui si è sentito terrorizzato le ricorda legate a momenti in cui ha provato gioia.
L’esplosione li investe proprio mentre sta per trovare il coraggio di parlare. Lui e Greg vengono colpiti in pieno della nube di polvere e calcinacci. Le orecchie fischiano e John per un attimo si ritrova catapultato in Afganistan. Il capitano prende il sopravvento ancora prima che possa rendersene conto. Afferra il detective per un braccio e lo porta in cima alle scale. Solo quando giungono all’ingresso riallinea l’istinto con la ragione.
<< Sherlock! >> esclama tra un colpo di tosse e l’altro, mentre si rende conto che il suo consulente investigativo è rimasto intrappolato oltre il muro di calcinacci e polvere che è ora l’ingresso degli uffici.
 
   
 
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