Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: pattydcm    23/02/2019    2 recensioni
Nel corso in un’indagine, Sherlock viene ferito al viso e i suoi occhi sono messi fuori combattimento. Continuerà, però, a lavorare sul caso, facendo fronte allo sconforto per il suo handicap.
John lo aiuterà a portare avanti le indagini per poter fermare il pericoloso dinamitardo che sta terrorizzando Londra. Gli farà una proposta che cambierà le loro vite e risulterà fondamentale per la risoluzione del caso: gli chiederà di lasciare che sia lui i suoi occhi
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sally Donovan, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 9
 
Sherlock scuote la testa, intontito. Un fischio continuo e fastidioso gli rimbomba nelle orecchie. C’è stata un’esplosione. Quel pazzo dinamitardo ha piazzato una carica esplosiva in uno degli uffici vicini a quello della suora. Mentre il fischio lentamente scema, si rende conto di essere seduto per terra. La polvere è fitta e l’aria irrespirabile. Toglie la giacca e la annoda sul viso per coprire naso e bocca dalla polvere e poi a tentoni cerca di capire dove sia finito. Sente alla sua destra lo stipite della porta. Era in piedi vicino a questo e la deflagrazione deve averlo sbalzato fuori.
“Sono quindi sul corridoio” dice ripercorrendo con la mente la pianta dell’ospedale recuperata dal suo Mind Palace. John e Greg erano vicino alle scale. Non dovrebbero essere stati coinvolti più di tanto nell’esplosione. O almeno lo spera. Non può però, adesso, preoccuparsi di altri se non di se stesso.
Si alza in piedi a fatica appoggiandosi al muro. La testa gli gira. Inutile spreco di energie, tempo e ossigeno tentare di cercare varchi tra le macerie alle sue spalle. Recupera dalla mappa il modo più veloce per raggiungere l’uscita secondaria. Quei sotterranei fanno un bel po’ di giri inutili prima di arrivare lì. Sarà una lunga strada e spera di non trovare ostacoli lungo il cammino.
Ironia della sorte, inciampa contro qualcosa già dopo pochi passi e perde l’equilibrio rovinando a terra. Solleva una nuvola densa di polvere che filtra appena attraverso la stoffa, facendolo starnutire. Batte la fronte contro un calcinaccio e il dolore che avverte agli occhi è simile a quello di una pugnalata. Non è certo il momento, però, di farsi prendere dal panico, questo. Si accorge di avere le gambe ancora appoggiate all’ingombro soffice sul quale è inciampato. Si avvicina a tentoni a questo e entra in contatto con una stoffa leggera. La studia con entrambe le mani e si rende conto che quella che sta toccando è una testa. Una testa dalla quale sente dipanarsi un forte odore di gelsomini e all’improvviso si ricorda delle due donne che erano con lui nella stanza dalla quale è stato sbalzato fuori.
<< Domiziana! >> esclama. Cerca la carotide della suora per testarne il battito. Tutto fermo. Avvicina l’orecchio al viso e non sente alcun respiro. Sherlock si allontana da lei con lo stomaco chiuso e il petto pesante.
“Merda” pensa e subito parte alla ricerca di Donovan.
<< Sally! >> la chiama, ma non ottiene risposta. Un rumore cattura la sua attenzione. Lieve. Soffocato. Un respiro affaticato.
<< Ti ho sentita! Sto arrivando >> le dice. Sente il respiro fermarsi per poi riprendere più veloce. Percepisce il tentativo di rispondere. << Non sprecare energie cercando di parlare. Fai rumore, basta anche un piccolo rumore in modo che possa raggiungerti >>.
Sente dei piccoli colpi. Li segue finchè non diventano più forti. Si mette carponi tastando il terreno e dopo innumerevoli calcinacci e detriti sfiora qualcosa di caldo che subito gli afferra il polso.
<< Sh…ok >> sussurra la donna.
<< Ti ho trovata, ti porto fuori da qui. Riesci a muoverti? >> le chiede esplorando con la mano libera il suo corpo.
<< Ga…ba >> rantola Sally. Sherlock si libera della stretta della sua mano e percorre la gamba destra della donna trovandola bloccata.
<< Non sono macerie. Sembra uno schedario >> dice toccandolo. << Provo ad alzarlo. Tu mettici tutta la forza che hai per spostare la gamba >>. La donna tossisce in risposta. Non è un gioco da ragazzi spostare quello schedario, data la scarsità di ossigeno che gli toglie le forze e la scivolosità della polvere. Alla fine, però, ci riesce. Sally trascina via la gamba e si volta sul fianco. Con la mano lo cerca e gli si aggrappa come un naufrago ad un asse di legno. La sente singhiozzare e tossire.
<< Dobbiamo andare via da qui, subito >> le dice. << Vedi attorno a te qualcosa col quale poterti coprire naso e bocca? >> le chiede.
 << E’… buio >> risponde la donna.
Sherlock impreca mentalmente. Se la lascia senza riparo rischia di portare in salvo un corpo morto. Decide allora di togliere la benda dagli occhi. Prende il fazzoletto che John gli ha dato in obitorio e veloce toglie la giacca e posa quello su vaso e bocca. Lo tiene fermo con la benda annodandola stretta. I due tamponi restano attaccati alle sue palpebre e spera che se proprio devono cadere lo facciano quando saranno fuori dalla nube di polvere che ora li avvolge.
<< Usa la manica della mia giacca per ripulirti la polvere dal viso >> dice a Sally che esegue con movimenti lenti. Sherlock sente l’odore del sangue attraverso quello acre dell’artiglio del diavolo e spera che siano solo graffi e non una brutta emorragia. Lega poi le due maniche dietro la testa della donna coprendole cosi naso e bocca per proteggerla dalla polvere. La donna trema come una foglia e continua a tenersi stretta a lui.
<< Ora alziamoci, forza >>. Si mette in piedi a fatica trascinando Donovan che poco collabora. << Ti prego, aiutami! >> esclama esasperato << Lo so che sei spaventata e che di me non ti fidi, ma voglio aiutarti e sono in grado di portarti fuori da qui viva. Devi, però, collaborare >> la implora. Sally tenta di sorreggersi sulla gamba sana e di allentare la stretta al suo torace.
<< Perfetto! Ora seguimi >>.
Torna sui suoi passi fino a raggiungere il muro e riprende a seguire la mappa.
 
   
 
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