Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: pattydcm    23/02/2019    2 recensioni
Nel corso in un’indagine, Sherlock viene ferito al viso e i suoi occhi sono messi fuori combattimento. Continuerà, però, a lavorare sul caso, facendo fronte allo sconforto per il suo handicap.
John lo aiuterà a portare avanti le indagini per poter fermare il pericoloso dinamitardo che sta terrorizzando Londra. Gli farà una proposta che cambierà le loro vite e risulterà fondamentale per la risoluzione del caso: gli chiederà di lasciare che sia lui i suoi occhi
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sally Donovan, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 10
 
<< Sherlock! >>.
John entra nell’ospedale dove ormai il panico regna sovrano. Spintona le persone che spaventate escono in fretta e sente appena Greg urlare il suo nome. Finalmente riesce a raggiungere la porta antipanico che conduce al piano interrato e già lì lo investe la densa nube di polvere dalla quale è scappato poco prima. Greg lo raggiunge e lo strattona via lottando contro la sua reticenza nel voler essere allontanato.
<< Farai la fine del topo se rimetterai piede la dentro! >> grida il detective.
<< Non posso lasciarlo lì! >> insiste John facendosi quasi strappare la giacca di dosso tanto si agita.
<< Non stai ragionando con lucidità, John! >> lo aggredisce Greg. << Il passaggio è bloccato e noi non siamo equipaggiati per uscire vivi da quella nube densa di polvere >>.
John prende la testa tra le mani e inizia a controllare il respiro. Su una cosa Greg ha ragione: non sta ragionando con lucidità. Aveva dato di matto anche quando aveva visto la granata esplodere a pochi metri da Bryan. L’unica cosa che può aiutarlo in questo momento è forse seguire il suggerimento datogli poco prima dal suo inconscio.
<< Conosci le manovre per far fronte alle emergenze in caso di esplosione, Greg? >> chiede al detective afferrandogli le spalle.
<< Certo, ma… cos’hai in mente? >>.
<< Non abbiamo tempo di aspettare che arrivino i pompieri >> dice risoluto. << Troviamo due mascherine e due visiere da sala operatoria, percorriamo il corridoio fino al fondo, troviamo un’altra scala collegata ai sotterranei e da lì lo raggiungiamo. Sherlock ha il mio cellulare. Proveremo a chiamarlo per capire dov’è >>.
<< Non è prudente per noi avventurarci in un edificio in cui è appena avvenuta un’esplosione, John! Quel pazzo potrebbe aver piazzato altre cariche, non ci hai pensato? >>.
<< Certo che ci ho pensato e sai anche tu che preparare deflagrazioni ravvicinate non rientra nel suo modus operandi. Non è la prima volta che opero in emergenze simili, Greg, fidati di me, cazzo! >>.
Lestrade passa la mano tra i capelli. I loro sguardi restano agganciati per un lungo istante al termine del quale il detective annuisce.
<< Facciamolo >> dice e insieme corrono verso il fondo del corridoio
 
***
 
Il cellulare di John suona rimbombando nell’ambiente vuoto. Sherlock si appoggia alla parete per rispondere e Sally si addossata contro di lui.
<< Oh, grazie a dio, sei vivo! >> esclama John. E’ un immenso piacere per lui sentire la voce del suo dottore, sapere che è sano e salvo. Gli rende persino più leggero il tentativo che sta compiendo di salvare la sua vita e quella di Sally.
<< Ho trovato Donovan. Siamo all’inizio dell’ala amministrativa. Ci siamo da poco lasciati alle spalle i detriti. Domiziana è morta >> parlare è faticoso, sempre più faticoso. << Poco ossigeno >> aggiunge.
<< Io e Greg stiamo arrivando, Sherlock. Passeremo da un ingresso secondario e raggiungeremo i sotterranei. Tieni il telefono in tasca. Non perdiamo il contatto. Resisti, ti prego! >>.
Sussurra un debole sì ed esegue l’ordine del suo capitano prima di riprendere il cammino. Procedono lentamente, lui appoggiato alla parete e Sally aggrappata a lui. Trascina la gamba destra e mugola di dolore quasi ad ogni passo. Nonostante questo, però, non demorde. Hanno entrambi il fiato corto e Sherlock dove fermarsi ogni tanto, preda di forti capogiri.
Dopo qualche metro percepisce la polvere farsi meno intensa.
<< Luce >> gli dice Sally e sembra che uscire dal buio la rinnovi di speranza, rinvigorendole il passo.
<< Buon segno >> dice Sherlock. << Ci sono ostacoli davanti a noi? >> le chiede e la donna risponde negativamente. Il consulente sente un refolo d’aria accarezzargli il viso e sposta la benda che ha sul naso per respirare a pieni polmoni. C’è ancora polvere, anche se meno intensa, ma la boccata d’ossigeno è comunque un tocca sana.
<< Respira, Sally >> le dice tirandole giù la sciarpa di fortuna che ha creato con la sua giacca. << Respira >> insiste e la sente a sua volta prendere grandi boccate d’aria che la fanno tossire. Sputa più volte in un modo che sarebbe giudicato poco educato per una donna, ma i confini tra ciò che è etichetta e ciò che è sopravvivenza sono stati abbattuti dall’esplosione.
Secondo la mappa deve ora girare a destra. Si ritroveranno su una rampa che li condurrà al piano terra. Comunica i suoi spostamenti a John.
<< Stiamo arrivando, Sherlock. Abbiamo capito dove siete >>.
Il sollievo che prova a quelle parole è notevole e al suo fianco sente Donovan singhiozzare ugualmente sollevata.
<< Affrontiamo questi gradini, Sally, forza >> le dice e l’agente scelto lo segue faticando a causa della gamba sicuramente rotta che le strappa un gemito ogni volta che vi carica sopra il peso.
<< Non ce la faccio, Sherlock >> dice esplodendo nel pianto.
<< Ok, ok, non ci sono problemi, solo soluzioni >>. Si posiziona davanti a lei muovendosi nel suo abbraccio stretto e si china appena. << Salta su che ti porto >> le dice e a fatica la ragazza segue il consiglio. Sherlock rischia di perdere l’equilibrio quando sale il primo gradino e Sally spaventata gli serra le braccia attorno al collo.
<< No, così non va >> si inginocchia e posa la mano sulla braccia della donna. << Mi stai strozzando >> le dice e questa allenta la presa.
<< Tante volte avrei voluto farlo. Ora non mi sembra proprio il caso >> borbotta abbozzando una risata.
 << Direi proprio di no >> ribatte ridendo a sua volta. Procede a carponi, posizione più sicura per evitare di cadere a metà rampa. Ed è proprio quando giungono a metà che dalla sommità delle scale arrivano delle voci.
<< Sono qui, Sherlock! >> esclama Donovan.
<< Bene, Sally, ora fa quello che ti riesce meglio >>.
<< Sarebbe? >>.
<< Grida! >> .
Non se lo fa ripetere due volte. L’agente scelto lancia grida di aiuto così forti da fargli dolere i timpani delicati. Nel tentativo di proteggersi dalle sue urla, abbassa la testa e i tamponi che ha sugli occhi cadono. Un rumore dalla sommità delle scale lo informa che qualcuno ha aperto la porta. Percepisce della luce al di là delle palpebre chiuse. Sembra diversa dai lampi che lo hanno disturbato finora. Insieme alla luce lo investe una folata di aria nuova e fresca che arriva dall’alto. Sherlock alza la testa per bearsene e automaticamente apre gli occhi. Vede delle ombre stagliarsi nella luce.
<< Oh, cazzo >> esclama stupito. È talmente sorpreso da questo nuovo fenomeno da rendersi appena conto del peso di Sally che gli viene tolto dalla schiena e delle braccia forti che lo sollevano. Resta stupito a osservare tutte quelle ombre sfocate che lo circondano e lo conducono su per la scala. La luce è più forte oltre la porta, l’aria più fresca, quasi del tutto priva di polvere. Sente l’odore forte del sudore dei suoi soccorritori e tra questi lo raggiunge il profumo di vaniglia nera che ben conosce.
<< Sherlock! >> si volta verso il suono della voce di John e benchè veda solo una sagoma scura la riconduce subito al suo dottore. Questi lo stringe forte, così forte da togliergli quel poco del fiato che sta trovando. << Oh cristo, ho temuto tu fossi morto >> gli dice, la voce rotta dall’emozione. Il profumo di John lo avvolge, le sue braccia forti lo sostengono e lui si sente così infinitamente stanco ora.
<< John >> sussurra prima che le forze lo abbandonino facendolo piombare di nuovo nell’oscurità.
 
   
 
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