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Autore: ImperialPair    23/02/2019    0 recensioni
Cosa ci faceva ancora a scuola? Kaidou era assolutamente certo che Takeshi fosse già tornato a casa, lo aveva visto con i propri occhi allontanarsi, ma con molta probabilità l’aveva spiato dopo aver visto che Misawa gli si era avvicinato.
Momoshiro x Kaidou
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaoru Kaido, Nuovo Personaggio, Takeshi Momoshiro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Compiere un gesto avventato certe volte porta buoni risultati
Fandom: Prince of tennis
Paring: Kaidou x Momoshiro
Pacchetto: Non ti scordar di me
Genere: Romantico, Sentimentale, Angst
Rating: Verde
Storia partecipante al contest ‘Di fiori, amori e passioni – 2° Edizione’ indetto da Emanuela.Emy sul forum di efp

Compiere un gesto avventato certe volte porta buoni risultati

Capitolo due


Non ho ancora trovato la ragazza giusta!” Era quello che più volte si era ripetuto Momoshiro durante il corso della sua vita, perché nessuna studentessa sembrava volergli suscitare interesse dal lato sentimentale. Dentro di lui aveva sempre sentito che ci fosse qualcosa di strano, però non riusciva a comprendere cosa esattamente fosse, ma desiderava essere come tutti i suoi coetanei.
Il giorno in cui Ayumi lo baciò, volle dimostrare che non ci fosse niente che non andasse, però tutto quello non fece altro che aumentare i suoi dubbi.
Non era riuscito a provare quelle travolgenti sensazioni di cui parlavano. Sembrava quasi che per lui, sentire palpitazioni, avvertire quei brividi che percorrevano tutta la schiena, fossero precluse. Era arrivato anche a pensare che fossero solo delle fantasie di persone innamorate che, pur di far capire quanto fossero innamorati, inventavano inutili menzogne per giustificare i loro sentimenti.
Del perché non avesse provato niente quel giorno, gli fu chiaro solo quando Mamushi prese l’iniziativa rubandogli un bacio a dir poco meraviglioso e, nonostante fosse stato a stampo, per Momoshiro fu quasi impossibile idealizzare che fu proprio il compagno d squadra a far battere il proprio cuore.
Ormai Takeshi non poteva più negare di essere da sempre innamorato di Kaidou, ma il fatto è che non avesse mai voluto ammettere l’origine del suo amore. Solo grazie a quel gesto audace era stato in grado di accettare i suoi sentimenti. Ormai non sarebbe più riuscito a rinnegare sé stesso e sentiva di dover far pace con il suo vero io.
La prima cosa che doveva fare, era chiarirsi con il compagno, ma c’era solo un piccola cosa che gli aveva impedito di affrontarlo: Mamushi mancava dagli allenamenti da almeno una settimana ed era un chiaro segno che lo stesse evitando.
Cosa avrebbe potuto fare per il momento? Ovviamente l’unica idea che gli venne in mente, fu quella di raggiungere la dimora del compagno per poter affrontare un argomento che aveva evitato probabilmente fin dal primo anno delle medie.

*~~~*

A Momoshiro sembrava incredibile che il tempo potesse cambiare così radicalmente durante il corso della giornata: con il cielo sereno di quella mattina, come si sarebbe potuto aspettare che potesse scurirsi in quella maniera? Addirittura erano stati interrotti anche gli allenamenti della Seigaku per il maltempo, così aveva deciso di approfittare del tempo libero per dirigersi da Kaidou.
Avrei dovuto portare con me l’ombrello”. Momoshiro non riusciva a distogliere gli occhi da quei nuvoloni che auspicavano una dirompente pioggia. “Sembra che verrà a piovere da un momento all’altro”.
Di quel passo, non sarebbe mai potuto andare da Mamushi, così decise di fare una piccola deviazione fino a casa propria per recuperare l’ombrello.
L’acqua aveva tardato a scendere, pareva quasi che avesse aspettato che lui potesse prendere in mano qualcosa per proteggersi, ma, nonostante l’indugio la precipitazione, in breve tempo era diventata talmente fitta da rendergli difficile camminare sotto la furia dell’acquazzone, però Momoshiro non voleva fermarsi, perché non voleva perdere quell’occasione.
Spero di non fare un buco nell’acqua” pensò Takeshi muovendosi più che veloce che potesse.
Non badava a quanta acque stesse cascando perché lui non era il tipo da lasciarsi abbattere per un po’ di pioggia, anzi, per lui sarebbe anche potuto venire il diluvio universale, ma lui si sarebbe diretto da Kaidou a ogni costo.
Come ho fatto a non capire quanto Kaidou tenesse a me?”
Si sentiva un idiota per averlo ferito in quel modo. Aveva urtato i suoi sentimenti per colpa della sua insistenza e quasi si pentiva di aver fatto quella battuta su Yuucchan. A lui tra l’altro non piaceva nemmeno, ma aveva provato un fastidio enorme quando l’aveva vista avvicinarsi al compagno e dichiararsi.
Possibile che il mio fosse solo un tentativo per mascherare la gelosia?”.
Come altro poteva essere? D'altronde la ragazza più popolare della scuola, si era avvicinata a Mamushi e aveva sentito crescere un forte astio che sul momento non aveva saputo da dove venisse, ma allora gli era chiaro di quanto fosse geloso.
«Devo assolutamente scusarmi con lui».
La violenza della precipitazione si era alquanto placata, non è che avesse smesso del tutto ma era affievolita notevolmente.
Proprio allora Momoshiro si rese conto di essere finalmente arrivato nei pressi di casa Kaidou e intravide subito l’abitazione.
Fa che sia in casa!” sperò Takeshi nella propria mente mentre, con l’indice un po’ tremante, schiacciò il pulsante del citofono.
Solo allora si rese conto di quanto quella corsa lo avesse sfiancato, aveva il fiato terribilmente corto da dover respirare a fondo per riuscire a controllarlo.
«Mamma, sei già rientrata? Aspetta che ti apro».
Ecco un'altra cosa che avrebbe potuto complicare la situazione! Mamushi l’aveva scambiato per la madre, che probabilmente doveva essere uscita per compiere delle commissioni, e non riusciva proprio a immaginarsi una sua reazione.
Momoshiro però doveva ammettere quanti gli avesse fatto piacere sentire la sua voce che gli era mancata più di quanto avesse immaginato.
«Mamushi, sono…». Avrebbe tanto voluto terminare la frase, ma gli fu impossibile giacché la porta venne aperta dal compagno di squadra.
Se doveva essere sincero, Momoshiro non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi in una simile situazione: raggiungere la dimora di Mamushi, scusarsi con lui, dichiarare i sentimenti appena esplorati, era una novità che ancora faticava ancora ad idealizzare.
Sto davvero per dichiararmi?” si domandò nella propria mente non sapendo ancora in che modo affrontare il compagno.
«Ti avevo detto di non uscire di casa con questo tempaccio».
«Mamushi, buon pomeriggio».
Avrebbe voluto dire qualcosa di più, ma in quel momento a Takeshi non venne in mente nulla, anche perché era completamente rapito dal volto del compagno: era diventato così rosso da avergli rubato il cuore.
Sono proprio innamorato di lui” disse fra sé e sé il ragazzo.
«Come avrai notato, non sono tua madre».
«Perché s... sei venuto a… a ca… casa mia?».
«Devo parlare con te».
«E di cosa vorresti par… larmi?».
Perché Kaidou era così a disagio? Era incredibile quanto in realtà fosse facile intuire cosa stesse provando in quel momento.
Non oltrepassava la porta di casa e, se i suoi occhi non lo stavano ingannando, giurava che l’altro stesse anche tremando, forse per l’eccessiva emozione.
È così carino”.
«Perché non sei venuto agli allenamenti? Tutti sono preoccupati per il loro capitano e anche Sumire-sensei è in pena per te».
«Di a tutti che… sto bene e che ritornerò … a breve».
«No, tu non stai affatto bene».
Mamushi stava per chiudere a porta di casa, ma Momoshiro non poteva andarsene a mani vuote: aveva deciso di chiarire tutto con Kaidou e l’avrebbe fatto costasse quel che costasse.
«Aspetta!». Doveva fermarlo, altrimenti con che coraggio sarebbe tornato a casa? Un tennista non si sarebbe mai arriso prima del match point e lui voleva persistere fino a quando non avrebbe ottenuto a forza quel punto.
«Vattene!».
«Devo parlare con te e non me andrò prima di aver finito!».
«Sparisci!».
Il compagno di squadra sembrava si stesse arrabbiando e Takeshi non sarebbe mai stato in grado di capire quel ragazzo. Un attimo prima era così timido e, senza nemmeno un motivo apparente, adesso sembrava avercela con lui.
Era proprio quello che aveva cercato di evitare, ma evidentemente era inutile con un soggetto simile.
E pensare che sono venuto qui solo per scusarmi”.
In un breve attivo, Kaidou spalancò la porta e si avvicinò così velocemente da non aver il tempo di fermare la sua presa.
«Ti diverte così tanto prenderti gioco di me?!».
Lo stava strattonando così forte che Momoshiro aveva quasi la paura che Mamushi potesse strappargli la divisa.
«Non mi sto prendendo gioco di te, come posso fartelo capire?».
«Non mentire!».
Come posso fargli capire quanto le mie intenzioni siano sincere?” Aveva saputo fin dall’inizio di quanto le cose sarebbero potuto essere complicate, ma decise di munirsi di buona volontà e dichiarargli tutto quello che sentiva. Sapeva di dover stare attento a ogni parole da pronunciare, ma doveva riuscire a farlo ragionare.
«Ero sul serio preoccupato per te, dopotutto manchi da una settimana agli allenamenti. Puoi anche avere usato una qualche scusa con l’allenatrice, ma il tuo era solo un tentativo di evitarmi. Altrimenti perché? Sono sicuro che temessi una mia reazione, anzi, pensavi addirittura che io potessi giudicare i tuoi sentimenti. Io non avrei mai potuto prendermi gioco del tuo interesse nei miei confronti, e so che sono stato insensibile nel non avere capito quanto tu mi amassi e per questo vorrei scusarmi».
«Pensi davvero che io potrei accettare le tue scuse? Hai idea di quanto tu mi abbia fatto soffrire?».
Non aveva idea di quanto avesse ferito quel ragazzo, ma era pronto per fare ammenda.
«Forse non posso capirlo, ma…».
«Vattene a casa! Non ho più voglia di discutere con te» disse Kaidou una volta allentato la presa.
Non poteva tornare indietro, non adesso che Mamushi era senza difese.
«… posso fare questo fare questo».
Proprio come fece il compagno la settimana precedente, anche Momoshiro gli rubò un bacio, ma a differenza del precedente, cercò di renderlo il più passionale possibile.
Desiderava far capire al diretto interessato quanto forti potessero essere i sentimenti che solo da poco era riuscito a comprendere a fondo.
Cosa doveva dire di quell’istante? Quel bacio stava risvegliando tutte le sensazioni che aveva sempre desiderato provare. Takeshi stava distinguendo una a una le farfalle che sembravano nutrirsi della passionalità di quel loro bacio e il cuore batteva così forte da aver la certezza che anche Mamushi stesse udendo il martellare incessante.
Kaidou lo ricambiava con la stessa foga e per Takeshi fu facile capire da quanto avesse desiderato essere baciato in quel modo.
L’aveva fatto soffrire senza un reale motivo e come poteva non sentirsi in colpa? Se solo non ci avesse messo così tanto per comprendere i suoi sentimenti, non sarebbero mai arrivati fino quel punto e sperava di migliorare la situazione creatasi.
Eppure, nonostante il modo in cui l’altro avesse risposto, quel bacio non sembrò essere stato apprezzato, perché, appena si allontanarono, il compagno gli diede uno schiaffo talmente inaspettato che ne venne spiazzato.
«Non immaginavo che tu potessi essere così meschino: sfrutti le mie debolezze per prendermi gioco di me»,
Perché Kaidou non era riuscito a capire quello che provava? Che pensasse che lui fosse il tipo da baciare le persone per divertimento? Oppure era convinto che a lui piacessero Yuucchan o Ayumi? Ma c’era ancora un’ultima soluzione.
O la va o la spacca” disse Momoshiro per incoraggiarsi.
«La smetti di dire che io mi prenda gioco di te? Poi perché dovrei calunniare il ragazzo di cui sono innamorato?»
Finalmente l’aveva detto e sperava che finalmente Mamushi riuscisse a comprendere il motivo per cui era giunto fino a casa sua, camminando fra l’altro sotto un vero diluvio.
«Tu sei… cosa?»
«Devo ripetertelo di nuovo? Mamushi, io sono innamorato di te!»
L’umore di quel ragazzo era nuovamente mutato e, dallo stato alterato di poco prima, l’imbarazzo aveva preso nuovamente possesso della sua ragione. Di una cosa Momoshiro era sicuro: la sua dichiarazione aveva fatto effetto!
«Tu s… sei ete..ro».
«Ho sempre saputo che qualcosa in me non andasse, ma non sono riuscito mai a comprendere il perché. Ho anche ricambiato il bacio di Ayumi perché volevo essere come tutti, ma non ha funzionato come avrebbe dovuto. Io non ho provato nulla, perché? Lo riesci a capire? Perché lei non era il mio Mamushi, ma sono stato stupido a non capirlo prima, però il tuo bacio mi ha finalmente fatto aprire gli occhi riuscendo ad accettare tutti i sentimenti che ho sempre provato nei tuoi confronti.»
«Non mentire».
Kaidou aveva finito di nuovo con il distogliere lo sguardo ma a quel punto Momoshiro prese il volto di quel ragazzo fra le mani, per far sì che i loro occhi potessero finalmente incrociarsi. Magari in quel modo avrebbe potuto leggere nella sua anima.
«Non ti sto mentendo, il tuo bacio mi ha fatto provare per la prima volta delle emozioni. Sai che prima nemmeno sapesse cosa significasse avere le farfalle allo stomaco? Solo tu sei stato in grado di farle scaturire».
«”Hai visto com’è carina? Posso provarci io con lei, cosa ne dici?” Sbaglio o sei stato proprio tu a dire queste parole su Misawa?».
«Non volevo accettare che fossi proprio tu a piacerle, ma all’inizio non sono riuscito a comprendere perché mi avesse infastidito così tanto la cosa, ma credo che inconsciamente io mi sia ingelosito e credo che il mio fosse stato solo un modo per mascherarla».
«Come posso fidarmi delle tue parole?» Kaidou sussurrò così flebilmente a punto che Takeshi a stento riuscì a udire le sue esatte parole, ma comprese esattamente il senso della domanda. «Ti ho visto con i miei occhi baciar quella ragazza, e… l’interesse per Misawa era… io non posso crederti».
«Mi dispiace di tutto quanto, Mamushi, ma fidati delle mie parole: ti amo sul serio!» Voleva sul serio riuscire a convincerlo, ma non sapeva più cos’altro dire, così lo baciò un’altra volta sperando di far finalmente breccia nel cuore di quel ragazzo.
   
 
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