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Autore: bibi_piccola_peste    23/02/2019    1 recensioni
Non appena l'ultima luce del centro di Konoha si spegne, nel bel mezzo della notte, due amanti si incontrano nell'oscurità.
Dalla storia:
“Itachi” ripeté nuovamente “non possiamo continuare così”
One-shot
-itasaku-
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Sakura Haruno
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era notte e Sakura aveva appena finito il turno in ospedale.

Anziché percorrere la solita strada per il suo appartamento, aveva preso la strada opposta. Questa percorreva una serie di isolati sino a concludersi verso il sentiero per la rupe con i volti degli Hokage scolpiti sopra.

Faceva freddo e lei aveva indosso i suoi soliti abiti con l’aggiunta di una leggera giacca per proteggersi dall’umidità notturna. Era da qualche giorno che non dormiva per niente. I turni ad intermittenza notturni e poi diurni le stavano scombussolando il ciclo circadiano e oramai non sapeva più se fare colazione a cena o viceversa.

Passo dopo passo, senza mai distogliere gli occhi dal paesaggio che le si trovava davanti, e che si faceva sempre più grande man mano che lei percorreva il sentiero, si ritrovò nel punto più alto del villaggio.

Il vento lì sopra era ben più vorticoso, ma sedendosi appena più giù della piccola strada, proprio in prossimità della testa del secondo Hokage, ecco che il soffio pareva calmarsi un poco.

 

Stringendosi nella propria giacca per riuscire a riscaldarsi un po’, la rosa si guardava attorno.

Al di là della torre dell’Hokage, negli edifici adiacenti, ancora si vedeva qualche bagliore. Gli ultimi bar si accingevano lentamente a chiudere le serrande e qualche passante ancora attraversava le piccole vie del centro.

Erano quasi le due del mattino, e Sakura non si stupì nello scoprire che Konoha era ufficialmente caduta nelle dolci braccia di Morfeo.

Le stelle erano ancora più luminose ora.

Sarebbe dovuta tornare a casa, la ragione le diceva che sarebbe stato il caso di tornare a casa. Ma non riusciva a schiodarsi dal suo piccolo giaciglio sul grande masso su cui stava seduta.

“Aspetta, ancora un attimo” si ripeteva, senza accorgersi che aveva inconsciamente iniziato a torturarsi una povera ciocca di capelli.

Proprio in quel momento, alle sue spalle, sentì un leggero fruscio: non era più sola.

Il debole pulsare del suo chakra, volutamente soppresso per non attirare troppa attenzione, la avvertì della sua presenza.

Girandosi finalmente lo vide.

La guardava lui, e i suoi occhi scuri scrutavano il viso di lei, come a volerne memorizzare ogni particolare.

Dopo qualche istante le si avvicinò con la stessa grazie ed eleganza di una fiera e sedendosi accanto a lei il vento che prima le scompigliava i capelli si placò di colpo: le sue larghe spalle le facevano da scudo.

Le faceva male guardarlo, una morsa glaciale le attanagliava lo stomaco. Uno strano senso di anticipazione le invadeva la testa.

Sakura sapeva già tutto. Di fatto questa compagnia per lei non era affatto insolita. Era diventata quasi come la loro routine: incontri nascosti, effimeri, nel cuore della notte.

Tutto era iniziato per caso, entrambi reduci da notti insonni, si erano fatti compagni l’un l’altro e pian piano la loro insolita amicizia si era trasformata in qualcosa di più.

“Itachi” disse quasi sospirando.

Erano così vicini che le loro gambe si sfioravano l’un l’altra. Una mano calda le sfiorava delicatamente il collo, scostandole le ciocche rosa dal viso.

“Itachi” ripeté nuovamente “non possiamo continuare così”

La mano che le carezzava i capelli si arrestò di colpo. I suoi occhi la guardavano così intensamente da sembrarle che le stesse scrutando l’anima. La tentazione di cedere ed avvicinarsi nuovamente al calore che il suo corpo emanava e assaggiare per l’ennesima volta le sue labbra era troppa.

Quella stessa mano la tirò nuovamente a sé, vicino. Stavolta Sakura non ebbe la forza di resistere e si ritrovò cinta dal calore delle sue braccia. La sua coda, impossibilmente morbida, stava poggiata sulla sua spalla a pochi centimetri dal volto si Sakura, e lei non poté fare a meno di iniziare a giocarci delicatamente.

Pensierosa incominciò a osservarlo e tracciare delicatamente con i polpastrelli i lineamenti del suo viso. Gli occhi si presentavano pesantemente cerchiati, come se non riposasse da giorni.

Itachi, che era appena tornato dall’ennesima missione ANBU, portava ancora le vesti da combattimento. Aveva dedicato tutto il suo tempo, non appena arrivato, a consegnare le informazioni raccolte direttamente all’Hokage, sino a notte tarda.

E come ogni volta, dopo essersi congedato, si era ritrovato a percorrere silenziosamente il sentiero fino a scorgere in lontananza una chioma rosa, che sotto il cielo stellato sembrava quasi argentea.

Entrambi visitavano questo luogo nella speranza di incontrare l’altro.

Sapevano che non avrebbero dovuto continuare questa relazione. Il clan non avrebbe mai accettato qualcuno che non fosse un Uchiha all’interno della loro cerchia e contemporaneamente Itachi non si poteva permettere di forzare il volere degli anziani del clan. Non ora che poteva porre fine alla crisi che da decenni attraversava i rapporti fra gli Uchiha e Konoha.

Non ancora.

Finché non avesse preso il totale controllo, diventando capo clan, non avrebbe potuto fare mosse azzardate.

Per proteggere Sasuke, suo fratello, e poi lei, Sakura.

Ma per ora, finché erano insieme, protetti dal mantello oscuro della notte, potevano essere semplicemente loro.

Itachi e Sakura, non due ninja della foglia.

Per ora, soltanto per ora, gli sarebbe bastato.

 

 

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Ebbene, sono entrata in fissa con questo pairing.

Ancora una volta propongo una AU che vede Sakura e Itachi catapultati in un universo dove il massacro non c’è mai stato, ma i rapporti fra il clan degli Uchiha e Konhoa sono sempre un po’ stridenti e Itachi da prodigio quale è, cerca di far funzionare tutto.

Mi piace pensare che dietro alla facciata da uomo di ferro, Itachi sia una persona che abbia tanta voglia di amare e di essere amato.

Vorrei tanto riuscire a cimentarmi in qualcosa di più lungo di una one-shot, ma mi conosco: mollerei l’impresa dopo qualche giorno.

Però chissà, potrei avere qualcosa in cantiere…

Ancora una volta vi chiedo di lasciarmi un commento se vi va, così magari mi dite se devo decisamente rivedere la mia scrittura, il format, la trame o qualsiasi cosa vogliate insomma.

Ciao!

 

 

 

 

 

 

 

  
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