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Autore: Napee    25/02/2019    3 recensioni
[Tengu!AU]
***
Sulla montagna sacra, dove dimorano gli ultimi Tengu, esiste un’usanza particolare che si svolge ogni anno quando cade la prima neve.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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•   Yuki


 




Ti trascini in casa pigramente, apri la porta e depositi le chiavi nel piattino metallico che giace accanto all’ingresso.
“Oi, sono a casa!” Annunci ad una stanza buia e fredda, sorprendendoti non poco di sentire solamente il silenzio come risposta.
“Dove accidenti si è cacciato?” Ti domandi piano fra te e te, sfilandoti le scarpe e depositando a terra il pesante borsone della nazionale di pallavolo.
Inizi a girare per casa cercandolo con lo sguardo. Accendi le luci di tutte le stanze finché non lo scovi nella vostra camera da letto, intento ad osservare con sguardo rapito la prima neve dell’anno che cade placida sulla città, investendo Tokyo con il suo gelido candore.
Osservi la sua espressione assorta con un sorriso innamorato a dipingerti le labbra sempre troppo imbronciate.
Gli occhioni scuri di Shoyo sono spalancati e brillano di luce propria. La sua bocca è leggermente schiusa: segno evidente dello stupore che lo ha colto alla sprovvista.
I capelli rossi ed indomiti sono mossi dalla fredda brezza che entra dalla finestra aperta, mentre le ali corvine che spuntano dalle scapole del ragazzo, sono molli e prive della solita frenesia che le fa sbattere ogni secondo e perdere piume nere in ogni dove.
Ti appoggi allo stipite della porta della vostra camera e lo osservi ancora, con un sorrisetto divertito ad adornarti le lebbra.
Sei curioso di vedere fra quanto si accorgerà di te.
Ma d’un tratto, il volto di Hinata si contrae in una smorfia triste ed una lacrima corre silenziosa lungo la sua guancia prima di essere catturata dalle sue piccole dita pallide.
Allora il panico prende posto nel tuo petto.
Perché stava piangendo?
Cosa stava pensando?
Perché non è felice?
“Hina-…”
“Hey! Bentornato Tobio!” Trilla entusiasta, sfoggiando il suo sorriso più luminoso.
Ma sono gli occhi che lo tradiscono. Da sempre vispi e luminosi, stavolta sono spenti, privi di alcun entusiasmo.
“Come sono andati gli allenamenti?” Chiede ancora, venendoti incontro con quel sorriso smagliante. Ma a te non può darla a bere, lo conosci troppo bene. Ne avete passate troppe insieme nonostante la vostra giovane età.
Gli prendi il viso fra le mani, una carezza gentile che svela la sua piccola menzogna in un attimo.
Hinata ti guarda stupito, aveva davvero pensato di poterti mentire così senza che tu te ne accorgessi.
“Che succede?” Gli chiedi dolcemente, guardandolo negli occhi come a voler scovare quella verità dentro la sua anima.
Hinata si muove a disagio fra le tue braccia. Guarda in basso, si morde il labbro inferiore e poi torna a tuffare il suo sguardo nel tuo con un sorrisetto colpevole sulle labbra.
“Nostalgia di casa, tutto qui.” Confessa alzando le spalle, come se fosse cosa da poco, come se tu non ne fossi responsabile.
Una smorfia di dolore si apre sul tuo viso. Ti fa male sentire quelle parole e lo stringi a te come a voler implorare il suo perdono.
“Mi dispiace tanto, Shoyo…” sussurri al suo orecchio affranto, carezzando le lunghe ali corvine così morbide al tatto.
Dio quanto lo ami… non sai cosa avresti fatto senza di lui, sicuramente non saresti arrivato dove sei adesso senza quel gamberetto salterino al tuo fianco.
La nazionale era il vostro sogno e, adesso che con il tuo amore gli hai fatto perdere tutto, l’unico modo per fare ammenda era almeno realizzare quel sogno comune.
“Tobio… ma che dici?” Ti chiede confuso allontanandosi da te.
I suoi occhi ora sono tornati vispi e attenti, le sue ali si sono drizzate improvvisamente sotto la carezza gentile delle tue dita.
“Non è colpa tua, non lo è mai stata! Ho deciso io di non tornare!”
“Sì, ma solo per colpa mia!” Gli urli in faccia, sbotti e dai libero sfogo a quel mare di sensi di colpa che non ti faceva respirare.
“Se solo non ti avessi chiesto di restare, a quest’ora saresti sul monte con i tuoi fratelli, circondato dalla tua gente e non qui, a Tokyo, da solo!”
Lo schiaffo che ti tira non te lo saresti mai aspettato.
Il dolore bruciante ti arrossa la pelle, ma è la consapevolezza di averlo ferito che ti fa più male.
Solo in quel momento ti accorgi che sta piangendo.
Stupido, inutile Tobio… non sei nemmeno in grado di non ferire chi ami.
“Prima di tutto, non osare mai più incolparti. È stata una mia decisione perché io volevo e voglio stare qui con te. Le leggi della mia gente sono sbagliate e non è giusto essere banditi per amore di un umano.” Inizia Hinata, asciugandosi le lacrime con la mano frettolosamente.
I suoi occhi brillano di rabbia, sembrano quasi incandescenti.
“Ti amo da morire, Tobio Kageyama, e ti amo allo stesso modo e con la stessa intensità di come ti amavo quel giorno.” Dichiara sorridendo innamorato, con la stessa semplicità e purezza della prima volta che te lo ha confessato.
Allunga le braccia verso di te e ti stringe l’addome in un dolce abbraccio, depositando la testa sul tuo petto come fa ogni notte.
Rispondi all’abbraccio con un gesto naturale e tuffi il naso fra i suoi capelli indomabili. Hai sempre amato il profumo del suo shampoo.
 “Se fossi salito sul monte, a quest’ora avrei vissuto questi ultimi anni senza una parte del mio cuore… vorrei che capissi che io sono felice qui. Certo, mi manca la mia famiglia, ma non rinuncerei mai a quello che abbiamo adesso per la mia vecchia vita che odiavo.”
Alza lo sguardo verso di te. Sta ancora piangendo, ma stavolta sorride sereno.
“Shoyo… io…”
“Perché non smetti di parlare sempre e solo di te, Kageyama?” Scherza ironico, avvicinando le labbra verso le tue e issandosi sulle punte per colmare quella piccola distanza che vi separa.
Il bacio che ne segue, sa di lacrime, sa di colpe e di sacrifici, ma sa anche di amore, comprensione e passione.
Tutto ciò che vi lega, tutto ciò che siete è avvolto in quel bacio. Mille e più parole non dette che muoiono sulla tua bocca e rinascono con nuova vita e nuovo significato sulla sua.
Una connessione perfetta, armoniosa, gentile e totalizzante: è quello che hai sempre desiderato ma che non hai mai saputo di volere.
Shoyo è tutto ciò che ti serve per essere felice. La sua presenza al tuo fianco, la sua allegria, il suo amore e persino quelle ali che per te sono il simbolo di ciò che ha perso per il tuo amore.
Per te Shoyo è vita e sai bene che faresti esattamente la sua stessa scelta se fossi stato al suo posto. Sai bene che gli avresti impedito di incolparsi per quell’amore che entrambi avete scelto nonostante il percorso difficoltoso e impervio.
E sai bene che non potresti mai rinunciare a lui per nulla al mondo.
“Perché guardavi la neve?” È la domanda che esce spontanea dalle tue labbra.
Non sai niente del suo passato, a stento ti ha raccontato qualche aneddoto della sua vita sul monte.
“È una vecchia usanza, niente di importante…” liquida la questione, come sempre quando si tratta del suo passato.
“Parlamene…” chiedi dolcemente – lo supplichi - stringendolo a te, passandogli le dita fra quei capelli indomabili.
Lo vedi tendersi fra le tue braccia, senti il suo disagio. Sai che quello è un argomento scomodo, ma hai bisogno di sfamare la tua curiosità, di sapere qualcosa in più su di lui. Forse per l’egoismo di volerlo sentire più vicino di quanto già non lo sia.
“Quando cade la prima neve, i tengu dalle ali più forti sfidano il vento freddo del primo inverno in una gara di velocità intorno al monte.
Chi vince, può scegliere il suo compagno fra i giovani corvi.”
“Sei stato scelto? È per questo che-…”
“No! No, assolutamente!” Si affretta a dire. Sapeva già che ti saresti addossato un’altra colpa sopra le altre.
“Mio padre scelse così il suo compagno e mi raccontava sempre questa storia… speravo di sfidare anche io l’inverno e dimostrare che le mie ali sono più forti di quelle degli altri.”
Lo guardi con occhi che sanno di rimpianto perché, nonostante le sue parole, continui a sentirti colpevole di averlo strappato al suo mondo.
Ti separi da lui brusco ed improvviso, vai verso la finestra rimasta socchiusa fino a quel momento e la spalanchi, lasciando che il freddo del primo inverno entri in casa e ti faccia rabbrividire.
“Non è come sul monte, ma possiamo sfidare l’inverno qui insieme.” È la cosa più stupida che tu abbia mai detto. Sai benissimo che non ha senso, sai benissimo che non è la stessa cosa: volare nel cielo notturno o volare nella vostra camera non è proprio uguale.
Ma la luce che brilla nei suoi occhi ti riempie il cuore di gioia. Lui ha capito ed è questo che conta dopotutto.
Lo vedi andare verso la porta, schiacciarsi contro al muro nella parte della stanza più lontana da te. Prende la rincorsa, il sorriso non abbandona mai le sue labbra.
Salta spalancando le ali corvine e plana verso di te, verso le tue braccia aperte che non attendono altro che lui.
Rotolate insieme sul pavimento ridendo. Cerchi il suo sguardo con il tuo e tiri indietro i suoi capelli sempre in mezzo d’impiccio.
“Ho scelto te, Tobio, vuoi diventare il mio compagno?” Te lo chiede con gli occhi che brillano, te lo chiede con il suo sorriso che hai imparato ad amare, te lo chiede sdraiato sopra di te, con le sue ali che vi avvolgono insieme schermandovi dal freddo che entra dalla finestra. E tu, dopotutto, come potresti mai rifiutare?
  
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