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Autore: Shizue Asahi    25/02/2019    1 recensioni
{Mako/Korra}
Mako la osserva di nascosto, fingendo di star togliendo un pelucchio dalla sciarpa, mentre Korra rimanda indietro un disco di roccia, mancando la testa di Bolin per un pelo.
Alla perfida KumaCla
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Korra, Mako
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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  • La storia partecipa alla terza settimana del COW-T9;
  • Prompt utilizzato: L’unico modo per non temere la morte è non pensarla e non crederle. (Stefano Benni, La traccia dell’angelo);
  • 721 parile;
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando il mondo inizia a sgretolarsi sotto i suoi piedi, Mako non se ne accorge immediatamente. Avverte appena il terreno un po’ più cedevole sotto di sé, il passo un po’ più incerto, l’equilibrio messo un po’ più alla prova.
Il Dominatore del Fuoco neanche ci fa caso, troppo preso dal lavoro, immerso completamente in quella missione che ha fatto diventare la propria vita e il proprio scopo. Segue sempre un ritmo serrato tra il lavoro di ufficio, gli arresti, le scartoffie e poi altro lavoro che non sa bene perché si sia accollato proprio lui, ma che è lieto di svolgere.
Mako è un ufficiale di polizia, si assicura che la città e i suoi cittadini siano al sicuro – che mai più accada quello che è successo a lui e a Bolin da bambini. Mako è anche il fidanzato dell’Avatar, Korra, ma questo gli procura sempre più grattacapi che altro e spesso si ritrova a chiedersi se troverà mai un equilibrio tra quello che è lui, il suo compito, e quello che è lei, la sua missione; poi Korra gli sorride o gli fa una carezza sbadata, e tutto torna sereno. Mako si lascia distrarre e non si accorge che, sotto di lui, la terra ha ceduto un po’ di più.
Korra è bella in quel modo frizzante e vitale che le appartiene, con la pelle scura e gli occhi chiarissimi. Quando torna da lavoro, stanco, è la prima cosa che Mako guarda. La cerca nel piccolo appartamento che condividono ed è facile scovarla in appena quaranta metri quadrati. Lei gli sorride e lo bacia, alle volte sembra genuinamente felice di vederlo, in altre invece fingere le costa uno sforzo sovrumano, ma Mako è stanco e Korra è bella e lui neanche ci fa caso.
Realizza che il terreno sta franando solo quando un giorno torna a casa e la trova vuota – vuota davvero – non perché Bolin si sia dimenticato di fargli visita o perché Korra sia impegnata con qualche faccenda da Avatar. La ragazza non c’è, le sue cose sono sparite e Mako si sente un po’ più stanco del solito.
Hanno litigato e lei semplicemente se ne è andata.
 
*
 
- Lavori troppo –  gli aveva detto, ancora, di nuovo. Era sempre la stessa lamentela, la stessa accusa e Mako ogni volta si stupiva che proprio lei – l’Avatar – non lo capisse.
- Il mio lavoro è importate – le aveva ripetuto ancora, di nuovo, nella replica esatta dell’inizio di tutti i loro litigi. Mako sapeva già come sarebbe finita, si sarebbero gridati addosso e poi sarebbero finiti a fare sesso riparatore in qualche angolo impensabile della casa.
- Anche io dovrei essere importante – Korra però era uscita dal copione, aveva cambiato battuta e nella voce non aveva né la collera né la foga che da sempre aveva accompagnato le loro discussioni; era semplicemente stanca e consapevole.
 
*
 
Mako rimane in quella casa vuota e aspetta, continua ad andare a lavoro e più passa il tempo, più Korra diventa lontana, sbiadita. Non è arrabbiato o deluso, solo intontito. Alla fine smette di aspettare che torni, non si informa più su di lei, non permette più a Bolin di parlare dell’Avatar. Tutto diventa più semplice senza di lei, non è più costretto a scegliere tra l’essere il suo ragazzo o un poliziotto.
Korra scivola via dalla sua vita e Mako quasi non se ne accorge.
Quando alla fine realizza che il pianeta si è sgretolato, che la terra gli è franata sotto i piedi e che il suo mondo non esiste più, è troppo tardi per rimediare.
Mako si senta l’aria mancare e i piedi privi di appoggio e tenta di ignorare la cosa come se non lo riguardasse, come se fosse solo un’altra delle tante informazioni secondarie che gli passano sotto gli occhi e che non hanno abbastanza importanza per essere salvate nella sua mente.
Quando però il nuovo Avatar si manifesta e il nuovo ciclo comincia, fingere diventa inutile. La vede, la riconosce, nei movimenti di quel ragazzino del Regno della Terra, con le spalle troppo esili per essere di Korra, ma con lo stesso passo, lo stesso sorriso, lo stesso Dominio.
Alla fine Mako è costretto a credere, ad accettare che Korra non ci sia più e il mondo cade.
 
 




 
   
 
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