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Autore: Najara    25/02/2019    5 recensioni
“Lena Luthor.” La donna tese la mano e lei arrossì un po’, prendendogliela.
“Kara… ehm… Kara Danvers.” Si presentò a sua volta, arrossendo di nuovo, era davvero bella e la guardava dritto negli occhi, con sicurezza, ma anche con leggero divertimento.
“Bene, questa è una presentazione migliore di quella precedente.” Commentò Lena sorridendo.
Una commedia romantica targata SuperCorp!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Soluzione estrema

 

“Alex!” Kara era nascosta in bagno il cellulare premuto contro l’orecchio.

“Cosa succede?” Domandò la sorella. “Sono leggermente occupata.”

“Credo che tu abbia ragione… credo che non sia più solo un gioco… credo che Lena possa essere un tantino… ehm… presa da me.”

“In che senso?” Chiese Alex, sullo sfondo a Kara sembrò di sentire dei colpi d’arma da fuoco.

“Nel senso che ho fatto la pazza e lei non ha neanche protestato! Anzi, voleva baciarmi!”

“Baciarti?” Chiese Alex. “Avevi detto che stavate flirtando! Non che eravate già ai baci!”

“Flirtare significa baciarsi, no?” Chiese, poi agitò la mano. “Non importa, dimmi cosa devo fare.”

“Chiedi a me cosa fare? Sei tu che ti sei messa in questo casino.”

“Ti prego, Alex!” La supplicò disperata. Non voleva fare dal male a Lena, era una persona meravigliosa!

“Oh, e va bene! Cosa dice la tua lista?”

“Nulla!” Kara aprì il blocco bloccando il cellulare tra la spalla e l’orecchio. Con gli occhi guardò i suoi punti, senza trovarvi nessun aiuto.

“Ok… senti, c’è un’ultima cosa che puoi fare.”

“Sì?” Chiese Kara, dubbiosa.

“Portala a casa.”

“Cosa?” Domandò, anche se aveva capito benissimo.

“La conosci da cinque giorni, portala a casa, funzionerà. È estrema come soluzione ma...”

“A casa… da Eliza?”

“Sì.”

“Verrai anche tu?”

“Kara io…”

“Per favore! Non posso farlo da sola!”

“Va bene, ma solo perché non ho tempo di discutere. Ora, vai da lei e dille che vuoi portarla via per il weekend, senza dirle dove e poi la porti a Midvale.”

“Ok… grazie Alex.”

Con un mugugno la chiamata si chiuse. Kara si osservò allo specchio e si chiese cosa diavolo stesse facendo.

 

Kara tornò mentre lei stava cercando di sistemare le foto sulla scrivania di modo da essere l’unica a vederne il contenuto. Si fermò sorridendo alla ragazza.

“Va tutto bene?” Le chiese, cercando di interpretare l’espressione del suo viso.

“Sì.” Le disse soltanto la giovane.

“Sei sicura? Perché se è successo qualcosa, qualsiasi cosa che ti ha infastidito o… non lo so, puoi dirmelo.” Le indicò il divano e si sedette, sorridendo nel vedere la giovane imitarla.

“Tu sei perfetta e… mi piaci, ma…”

“Anche tu mi piaci, molto.” Lena sentì il cuore accelerare, l’avrebbe lasciata? Non era molto brava con le relazioni ed era facile che avesse fatto qualcosa che aveva spaventato la ragazza. Si era mostrata troppo vulnerabile? Troppo poco?

“Oh…” Kara arrossì, sorridendo un pochino, i suoi occhi si alzarono ad incontrare quelli di Lena che sorrise.

“Credevo di averlo reso chiaro.” Allungò la mano, appoggiandola sul ginocchio di Kara, fino a trovare le sue mani, intrecciate. Si tese in avanti, questa volta Kara non si sottrasse, ma incontrò le sue labbra e rabbrividì.

Lena sorrise, no, non l’avrebbe lasciata.

“Stavo pensando… ti piacerebbe andare da qualche parte questo weekend? Potrei avere un’idea…”

“Questo weekend?” Lena pensò ai numerosi incontri, conferenze e appuntamenti che aveva, ma annuì. “Certo, posso liberarmi. L’importante è che siamo qua per il party dei donatori del National City’s Museum.”

“Devo esserci anche io a quel party, torneremo in tempo.” Assicurò Kara.

“E, ovunque tu voglia andare ci andremo in automobile, vero?” Chiese con un brillio di paura negli occhi. Questa volta Kara rise.

“Promesso.”

Quando il suo appuntamento delle undici, un ingegnere che l’avrebbe affiancata al progetto che stava ideando per la FlyStar, si presentò Kara la salutò, i suoi occhi erano timidi, ma brillavano.

Ce la stava facendo. Per un attimo si torse le mani, osservando la città sotto di lei. Poi annuì, poteva far funzionare una cosa nella sua vita, sì, poteva.

 

***

 

“Starai via tutto il weekend?” Chiese Cat, seduta sulla sua scrivania, mentre sfogliava i suoi appunti.

“Sì.”

“Con lei? A casa tua?”

“Sì.” Confermò e gli occhi di miss Grant si alzarono a fissare i suoi.

“Bene.” Disse soltanto. “Ci vediamo al party del National City’s Museum.”

 

***

 

Venerdì nel tardo pomeriggio chiese in prestito la macchina del capo di Alex, un amico di vecchia data della sua famiglia, e andò a prendere Lena.

“Una Chevrolet Deluxe del 1952! Kara, sei piena di sorprese!” La accolse Lena che per l’occasione indossava un paio di semplici jeans, una camicia verde e aveva i capelli sciolti sono trattenuti da un paio di occhiali da sole.

“Io… non sapevo fosse… come hai detto che si chiama?”

Lena rise.

Lex aveva una vera e propria passione per le auto, qualcosa l’ho imparato e la tua Chevrolet è un piccolo gioiello.”

“L’ho presa in prestito da un amico.” Ammise, mentre apriva il bagagliaio e Lena vi sistemava la sua valigia.

“Un amico generoso.” Commentò la giovane passando la mano sulla carrozzeria.

“Devi sapere una cosa, prima che partiamo.”

Lena alzò lo sguardo, stupita dal tono serio assunto dalla giovane.

“Sì?” Chiese.

“Chi guida sceglie la musica.”

Un ampio sorriso illuminò lo sguardo di Lena.

“E così sia.” Accettò. “Ma dovrai lasciarmela provare, almeno per qualche chilometro.”

“Va bene…” Acconsentì Kara e Lena ridacchiò nel vedere la fatica con cui aveva accettato.

“Ti lascerò la delega per la musica.” Concesse e allora Kara annuì con più decisione.

“Andiamo?” Chiese poi la donna e si misero in viaggio.

Dopo un paio d’ore Lena indicò a Kara di fermarsi e insieme ammirarono il sole tramontare sul mare.

“Non è magnifico?” Chiese Lena, mentre gli ultimi raggi del sole brillavano sull’acqua.

Kara che osservava la ragazza fissare il tramonto annuì piano. Era meravigliosa.

Lena si voltò e intercettò il suo sguardo. Sorrise. Si baciarono mentre il cielo da rosa e arancio diventava scuro.

“Dobbiamo andare…” Disse dopo un po’ Kara.

“Giusto… ancora lontano?” Le chiese la giovane Luthor, non aveva mai chiesto la loro destinazione, come se non fosse importante il dove, ma con chi viaggiava.

“Una mezz’ora.”

Ripartirono e Kara rilassata, canticchiò le sue canzoni preferite, arrossendo appena nel sentire il sorriso di Lena brillare per lei.

 

Era ormai buio quando Kara svoltò in un piccolo vialetto e parcheggiò davanti ad una bella casa. Lena si era aspettata un albergo, una pensione, persino un bed and breakfast sulla costa, di certo non una casa privata in un paesino chiamato Midvale

Una donna aprì la porta e uscì dalla casa, aveva un ampio sorriso dolce sulle labbra e Lena si sentì raggelare.

“Kara!” Disse la sconosciuta e strinse tra le braccia la giovane appena scesa dall’auto. Lena prese un profondo respiro e scese a sua volta, la donna si separò da Kara per guardarla. “Benvenuta, Lena! Mi fa molto piacere che Kara ti abbia portato qua, non porta mai nessuno!” Kara arrossì, mentre la donna rideva.

“Lena.” Disse poi la giovane. “Ti presento mia madre: Eliza.”

Non era possibile…

Lena sorrise, tese la mano e si ritrovò in un abbraccio.

“Spero non ti dispiaccia.” Le mormorò la donna stringendola qualche secondo in più.

Kara la guardava con evidente tensione, malgrado il sorriso, e Lena scosse la testa e poi sorrise di nuovo cercando di dare un po’ più di sincerità alla sua espressione.

“Non me lo aspettavo, ma sono contenta di conoscerla.” Riuscì a dire.

“Oh, per favore, dammi del tu. Forza, entrate, la cena è pronta.” Guardò la figlia che apriva il baule e ne estraeva le valige. “Ho preparato la torta di mele.” Fece presente.

“Sì!” Kara esultò come se la sua squadra avesse segnato e Lena scosse la testa divertita, malgrado tutto.

Entrarono in casa ed Eliza fermò subito Kara che si stava dirigendo verso le scale.

“Non vorrai dormire nella tua vecchia stanza! Ti ho preparato la camera degli ospiti nella dependance.”

Kara arrossì e Lena si ritrovò a sorridere, comprendendo perfettamente i pensieri che passavano nella mente della giovane.

“Grazie mille, è un pensiero gentile.” Disse alla donna che annuì.

“Mettete tutto di là, lavatevi le mani e venite a tavola.” Ordinò.

Kara, la testa bassa e le orecchie rosse la guidò verso un corridoio, attraversò una veranda coperta e poi la fece entrare nelle stanze che avrebbero occupato durante quel weekend.

Il letto, come aveva immaginato Lena, era uno solo ed era matrimoniale.

“Non dobbiamo per forza dormire assieme… sai, non ho detto a mamma che ci conosciamo solo da una settimana, quindi…” Scosse la testa, alzando le spalle, fingendo una certa indifferenza, mentre aveva il viso rosso.

Lena posò la sua valigia e si guardò attorno.

“Quindi questa è la casa in cui sei cresciuta?” Chiese.

“Sì.”

“Non mi aspettavo di vederla tanto presto…” Commentò e Kara alzò lo sguardo su di lei, attenta.

“Pensavo che fosse giusto farti conoscere la mia famiglia…”

“Tua mamma sembra molto diversa dalla mia.”

Kara impallidì, guardandola per un lungo istante, sembrava essersi resa conto solo in quel momento di quanto l’argomento famiglia fosse problematico per lei.

“Oh…” Disse soltanto. “Non avevo pensato… non volevo ferirti…”

“Non lo hai fatto.” Assicurò. Sedendosi sul letto e passando la mano sul morbido copriletto.

Era terrorizzata all’idea di conoscere la famiglia di Kara. Se avesse saputo di certo non sarebbe andata lì con lei, ma ormai non poteva tirarsi indietro, non senza ferire Kara e allontanarla.

“Avevi detto che ti sarebbe piaciuto conoscere mia sorella.” Affermò allora Kara e Lena si voltò sorpresa, mentre la ragazza arrossiva.

“Alex?” Chiese ricordando i numerosi racconti.

“Sì, arriverà domani per cena.”

“Va bene.” Calmò un’altra ondata di panico, passando una seconda volta la mano sul letto, questa volta però incontrò le dita di Kara. Alzò lo sguardo e si specchiò nei suoi occhi.

Non le disse nulla, così come lei non disse niente, rimase solo lì a guardarla, poi le accarezzò il viso.

“Andiamo?” Disse alla fine.

“Sì.” Annuì.

Poteva farcela.

 

Neanche sull’aereo l’aveva vista così tesa. No, non era tesa, era… lontana. Come se aspettasse di essere criticata, giudicata, ferita.

Non voleva farle del male, pensò per l’ennesima volta.

Allungò la mano e la posò sulla coscia della giovane. Lena spostò la mano e intrecciò le loro dita.

Eliza tornò dalla cucina e posò un fumante arrosto al centro del tavolo.

Poi si bloccò.

“Non sei vegetariana, vero? Non ho pensato di chiederlo a Kara…”

“No, non lo sono. Sembra un arrosto delizioso.” Assicurò Lena e strinse un poco la mano di Kara.

La donna le sorrise e poi iniziò a distribuire le pietanze. Kara divorò ogni cosa con famelica gioia, mentre Lena, accanto a lei, mangiò decisamente più del solito, evidentemente cercando di mostrare il proprio apprezzamento. Al dolce però dovette dire di no e Kara fu più che felice di mangiarsi anche la sua parte.

Man mano che la serata andava avanti Lena sembrò rilassarsi e quando fu abbordato il soggetto scienze lei e Eliza si persero in complicati e, per lei, incomprensibili, dibattiti.

La serata stava andando bene. Kara sorrise mentre prendeva i piatti e iniziava a sparecchiare.

Oh…

Si bloccò. Forse, ‘bene’, nella sua situazione non era quello che serviva.

 

Kara si alzò e Eliza le sorrise.

Lena che si era sorprendentemente rilassata sentì di nuovo la tensione salire.

“Mi aspettavo una ragazza da Alex, non da Kara.” Le disse.

Lena cercò qualcosa da rispondere, ma la donna rise.

“Vi conoscete da poco, non è vero? Kara sembra estremamente attenta ad ogni tua piccola espressione.”

“Da una settimana…” Ammise.

“Oh, beh, deve essere importante se ti ha portato qua.” Sorrise. “Sono felice che l’abbia fatto.”

Lena si trovò ad annuire.

“Ne sono felice anche io.”

“Di cosa state parlando?” Domandò Kara tornando dalla cucina. “Ancora di ricostruzione cellulare accelerata?”

“Stavo dicendo a Lena che vado a prendere i vecchi album delle foto.”

“Mamma, no!” Esclamò lei e la donna rise, mentre si alzava e andava a cercare i famosi album tra le suppliche di Kara.

“Stai bene?” Le chiese però Kara guardandola, quando Eliza fu lontana.

“Sì.” Mormorò Lena e la giovane, lanciato uno sguardo verso la porta dov’era sparita Eliza, le diede un bacio sulle labbra. Al quale Lena non poté fare a meno di sorridere.

 

Forse avrebbe dovuto smettere di farlo…

 

 

 

Note: Che dire? Sono giunte le risposte che aspettavate? Vi si è accesa qualche lampadina?

Vediamo: di cosa siamo certe? Kara e Lena sono assieme a Midvale e dovranno condividere il letto… ce lo facciamo bastare? ;-)

 

Siete state rapidissime nel commentare, quindi mi è sembrato giusto darvi subito un nuovo capitolo. Per il prossimo però, potrei essere di nuovo incasinata tra gli impegni, quindi chiedo scusa in anticipo per un eventuale ritardo.

  
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