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Autore: Yurha    26/02/2019    1 recensioni
Il Natale era ormai alle porte nella città di New York.
Tutto si trasformò, infondendo un'atmosfera di gioia e festa in ogni suo abitante ma, sfortunatamente, un serial killer chiamato dalla polizia 'lo Strangolatore' fece la sua comparsa in una notte di inizio Dicembre, esattamente come un predatore in cerca delle sue prede indifese.
I Detective Lupo e Bernard, insieme ai Procuratori Cutter e Rubirosa, riusciranno a catturarlo prima che mieta altre vite e prima della Magica Notte dell'Avvento?
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 30

Qualcuno bussò alla porta dell’ufficio di Mike Cutter.
Era il fattorino del ristorante cinese in cui spesso si servivano.
Anche in quel momento, Connie pensò che doveva essere tornata indietro nel tempo, quando passavano la notte a discutere i loro casi per poi, ogni tanto, crollare o sul divano beige o su una delle scrivanie, in mezzo alle pile di fascicoli.
Mike pagò il ragazzo orientale, quindi andò ad appoggiare i due sacchetti di plastica sulla prima superficie disponibile ed iniziò a tirare fuori le piccole scatolette bianche dell’asporto.
Avrebbero dovuto sentirsi entrambi strani alla vicinanza l’uno dell’altro, insomma, quella sera al centro commerciale, la cioccolata calda con il marshmallow, il loro bacio, il piccolo albero decorato sullo schedario, il pisolino insieme sul divano del Dr. Trevor..
Semplici e bellissime cose che due innamorati normalmente facevano, a parte il rifugiarsi nello studio di uno psicologo a sera inoltrata, chiaro..
Infatti la parola stessa diceva tutto: ‘innamorati’, non ‘colleghi’ ma in realtà erano felici di aver condiviso quelle situazioni senza alcun tipo di rimpianto o senso di colpa, nè profondo imbarazzo.
In quel momento, però, dovevano focalizzarsi con tutte le loro forze sui casi che stavano seguendo, mangiando cibo cinese e mettendo a soqquadro le due scrivanie, esattamente come i vecchi tempi.

«Mmh! Buono questo!» esclamò Connie guardando nella scatoletta. «Ed io che volevo prendere il solito riso fritto..»
«Visto? Ora capisci perchè adoro alla follia i noodles di soia con i gamberoni e bamboo?»
«La prossima volta mi affiderò di nuovo al tuo gusto, sempre se vorrai farmi assaggiare degli altri piatti che ho sempre evitato..» rispose lei prendendo un sorso di tè verde.
«Tranquilla, con me vai sul sicuro!» disse appoggiando un gomito sulla scrivania ed indicandola con le bacchette. «Okay, ora che lo stomaco non fa più i capricci, siamo pronti a discutere i nostri casi?»
«Certo. Comincio io?»
Mike prese in mano un involtino. «Prego. Io ed il mio amico, qui, siamo tutto orecchi.» rispose prendendone poi un morso.
«Bene. Allora, dato che non abbiamo una bellissima e pienissima lavagna come quella dei nostri Lupo e Bernard, dobbiamo considerare tutti i fatti da capo.» affermò, lasciando andare le bacchette nella scatoletta vuota.
«Prego signorina Rubirosa, vada avanti.» rispose lui mentre si puliva le mani con il tovagliolo di carta.
«Allora cominciamo.» disse sospirando e prendendo il fascicolo di Quinn, Higgins e Regan. «Otto mesi fa, il Detective Taddeus Quinn arrestò Leonard Higgins per spaccio di droga nella stessa zona del parco in cui Higgins dice di aver visto Regan scappare via con una scarpa in mano, giusto qualche giorno fa. Ed ecco la prima domanda: è solo una grossa coincidenza che tutte queste situazioni siano successe nella medesima zona in un arco di tempo così vasto?»
Mike prese un profondo respiro. «Bhè, coincidenza o meno, queste tre vite sono collegate in qualche modo.» rispose prendendo un sorse di tè nero.
«Credi che abbiamo fatto bene a far arrestare Regan? Pensi davvero che abbia agito da solo?»
Lui sospirò appoggiandosi contro lo schienale della sedia di legno laccato. «A questo punto, devo dire di si.» incrociò le braccia. «Ho in mente di perseguirlo e spedirlo in carcere fino alla fine dei suoi giorni, però comincio a pensare che ci sia un piano sul fatto che Higgins abbia incastrato alla perfezione proprio uno come Regan.» disse in fine alzandosi dalla sedia.
«Hai una teoria sul fatto che abbia mentito per incastrarlo?»
«L’unica conclusione logica è che abbia raccontato tutto fino al più piccolo dettaglio, ovviamente mentendo, perchè qualcuno gli ha detto di farlo e che in realtà Higgins non si trovava sulla scena del crimine.» rispose lui guardandola.
«Su quale base dici ciò?» chiese lei confusa.
«Perchè ha sempre affermato e mai smentito di voler ottenere la ricompensa, anche se tramite le menzogne. È un uomo abbastanza viscido da fare certe cose senza il minimo rimorso.» rispose tirandosi via la cravatta dal collo e aprendo un paio di bottoni sul collo della camicia.
«Ma questo non spiega il fatto che, anche se ci fosse una terza persona, abbia saputo fornire la targa parziale e il modello di auto di Regan. Hai detto che Higgins è solo una marionetta, giusto?» disse lei girando per l’ufficio con la pallina da baseball in mano, com’era invece solito fare Mike in quei casi.
«Certo. Higgins ha un forte interesse a far catturare Regan. Magari la terza persona aveva un conto in sospeso con quell’uomo.» rispose ma poi si ricordò di cosa quell’uomo fece e disse in presenza di Connie.
Un forte disgusto passò pe un’istante sul volto di Mike. «Odio Higgins più di tutti, soprattutto perchè è viscido, avido e falso.»
Lei sorrise divertita da quel commento ma a un tratto Connie si voltò a guardare fuori dalla grande finestra dell’ufficio del suo capo, quasi come se stesse pensando ad altro.
«Connie?» chiese Mike dopo qualche istante di silenzio. «Tutto b..»
«Higgins.»
Lui si fermò un secondo alzando un sopracciglio, confuso. «Si?»
«Il suo nome salta fuori sempre. È lui l’errore in tutta questa storia.» rispose lei guardando fuori, assente.
Mike le andò alle spalle. «Nel senso che?»
«Lui si è presentato a noi come un semplice testimone avido, a cui interessano solo i soldi, mentre invece, penso che anche lui sia un assassino.» concluse.
«N-no, aspetta.. Stai dicendo che lui e Regan siano entrami lo Strangolatore?»
Lei scosse la testa. «Quasi. Si potrebbe dire che sono legati dalla persona misteriosa che lo ha manovrato.» rispose. «Regan è un serial killer mosso solo da un istinto di morte irrefrenabile. Lui È lo Strangolatore, mentre Higgins è un semplice omicida mosso da uno dei più antichi moventi: l’avidità.» affermò rigirando la palla da baseball tra le sue mani, poi la lanciò in aria, riprendendola al volo.
Lui la guardò. «Ed Higgins chi avrebbe ucciso, secondo te?»
Connie si voltò, lanciò la palla in aria e la riprese per l’ultima volta, poi lo guardò dritto negli occhi. «Il Detective Taddeus Quinn.»

  
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