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Autore: StellaViva95    26/02/2019    2 recensioni
Alessia ha 24 anni, studia Ingegneria Gestionale, ed è fan dei Queen da sempre. Stefania, la sua migliore amica, lavora in biblioteca e scopre un modo per viaggiare nel tempo. Così decidono di tornare negli anni 70 e cercare di salvare Freddie Mercury dal suo destino. Ci riusciranno?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freddie Mercury, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo mi sveglio alle 11 passate, ancora con gli occhi sognanti. Penserete che sono dall’innamoramento facile, ma in realtà sono già così persa per Freddie perché il mio sogno, che pensavo assolutamente irrealizzabile per ovvie ragioni, è sempre stato quello di incontrarlo e di farlo cadere ai miei piedi. Mi stiracchio un po’ e mi alzo dal letto, per dirigermi in camera di Stefania.
Toc-toc
“Ale sei tu?”
“No, sono Brian May”, scherzo io Mi apre la porta subito dopo.
“Ma lo sai che negli anni ’70 sei ancora più scema? Il viaggio nel tempo deve averti mandato in pappa il cervello!”
“Lo so io cosa mi ha mandato in pappa il cervello… anzi, chi!”, la guardo maliziosa
“Allora? Cosa è successo ieri quando siete rimasti soli in auto?”
“Oh, niente di che… mi ha baciata e poi abbiamo fatto sesso selvaggio per tre quarti d’ora!”
“Davvero? Oddio ma vi conoscete appena!”, mi dice incredula
“Ma tu abbocchi proprio a tutto! Ovvio che non è successo niente di tutto ciò!”
Mi da uno spintone e mi fa cadere a terra. Io non riesco a smettere di ridere. Mi sto sbellicando.
“Quindi? Cosa è successo in realtà? Nemmeno un bacino?”
Scuoto la testa e sorrido.
“Mi ha chiesto se mi andava di uscire qualche volta… per farmi vedere la città…”
“Beh ma questo è fantastico!”
“Si… Io gli ho chiesto della sua ragazza e lui mi ha detto che tra loro non va un granché bene… e anche che è molto confuso… credo si riferisse alla sua bisessualità”, abbasso lo sguardo dispiaciuta
“Ale non devi buttarti giù… è molto positivo che ti abbia chiesto di uscire insieme! In fin dei conti non è gay… è bisex! Hai le stesse probabilità di riuscita di qualsiasi uomo là fuori…”, cerca di consolarmi, ma io non sono molto convinta.
“Stefy, non prendiamoci in giro! Ho letto mille volte la sua storia… è stato etero per un bel po’ di anni, rinnegando l’altra parte di sé, e poi, quando ha deciso di dare ascolto alla sua attrazione verso gli uomini, ha cominciato a… perdonami la franchezza… scopare a destra e a manca! E si è pigliato l’AIDS! Non credo di avere esattamente le stesse opportunità degli uomini!”
“Non andiamo troppo avanti con i pensieri, Ale… Magari stando con te cambierà idea… In fondo sei un maschiaccio!”, mi prende in giro
“Ahahahah! In effetti hai ragione… però ho una paura folle di diventare la sua migliore amica… e niente di più… Non riuscirei ad ascoltarlo mentre mi racconta le sue storielle con la gente incontrata alle feste gay… Non sarei obiettiva nel dargli consigli e soprattutto ogni volta avrei paura che sia quella in cui contrarrà l’HIV…”
“Questo è un discorso a parte, Ale… io credo che, sia se lui ti dovesse considerare soltanto un’amica sia se ti vedesse come qualcosa di più, tu dovresti trovare il coraggio di dirgli ciò che lo aspetta… Magari non starà con te, ma resterete amici per sempre e soprattutto lui non morirà così presto… Ricordati che questa è la tua missione…”, mi fa una carezza sulla guancia e la abbraccio
Ha perfettamente ragione, ma non è per niente facile essere lucidi e sereni quando ci si innamora di una persona e questa non ricambia.

Nel pomeriggio decidiamo di fare un po’ di shopping. La terza Domenica del mese i negozi rimangono aperti e ne approfittiamo per comprare qualcosa di casual, da usare durante la settimana. Fortunatamente troviamo un negozio con prezzi stracciati. Io prendo due paia di jeans, di cui uno con i fiori ricamati dal ginocchio in giù e l’altro pulito con due tasche quadrate appena sotto la cintura, ovviamente entrambi rigorosamente a zampa. Sopra, invece, opto per tre magliette girocollo, di cui una rossa, una gialla e una arancione, e due camice, di cui una bianca e una azzurra. Anche Stefania prende due paia di jeans, anche se più scuri dei miei, e sopra abbina una canotta a righe rosse e bianche, una camicia bianca semitrasparente e 2 magliette girocollo, di cui una verde e una blu. A completare il nostro look, un paio di stivaletti neri a testa. Usciamo dal negozio felici e, dopo aver fatto un po’ di spesa per la settimana e aver gironzolato ancora un po’ per la città, rincasiamo.

Sono le 19 quando varchiamo il portone del convitto.
“Ciao Rachel”, salutiamo entrambe la signora che sta in portineria.
Vi chiederete quale sia l’utilità di un portiere in un convitto. Beh, molto semplice: serve per non far entrare i ragazzi.
“Ciao ragazze… Alessia! Prima è passato un ragazzo e ha lasciato questo per te…”
Mi porge un biglietto e io non riesco ad aspettare ad aprirlo…
Ciao bellissima… Sono passato di qua, ma purtroppo non c’eri… Mi chiedevo se stasera avessi voglia di fare due passi dopo cena… Chiamami. Freddie
P.s. il mio numero è 02 5744926, Mary non è in casa

Sollevo lo sguardo ebete verso Stefania e inizio a ballare, davanti agli occhi stupiti di Rachel. “
Grazie Rachel!”, mi avvicino e le do un bacio sulla guancia
“E di che? Io non ho fatto niente… certo che siete proprio strani voi italiani!”, borbotta lei, per poi ritornare a fare il suo cruciverba
Prendo Stefania per la manica e ci fiondiamo di sopra.
“Stasera esco con Freddie! Stasera esco con Freddie!”, continuo a canticchiare
“L’abbiamo capito Ale! Adesso calmati un attimo, altrimenti ti viene un infarto!”
“Ok, stiamo calmi…”, mi siedo sul mio letto cercando di autoconvincermi che sia tutto nella norma
“Respira profondo e cerchiamo di ragionare”
“Ok… Devo chiamarlo ora! Altrimenti non si tiene libero per me!”
“Infatti è proprio ciò che stavo per dirti… andiamo di là al telefono e lo chiami”
Poco dopo siamo di fronte al telefono. Compongo il numero molto lentamente per non sbagliare e poi attendo in linea. Dopo due squilli sento la sua voce inconfondibile all’altro capo della cornetta.
“Pronto”
“Ciao Freddie, sono Alessia…”
“Ciao dolcezza… non ci speravo più! Dove siete state tutto il giorno?”
“Siamo andate a fare un po’ di shopping… avevamo bisogno di qualcosa di casual…”
“Uh che bello! Io adoro lo shopping… la prossima volta andiamo insieme!”
“Mi sa che non posso permettermi i vestiti nei posti dove vai tu, Fred”
“Allora vorrà dire che te ne regalerò uno…”, mi dice dolcemente e io non so cosa rispondere
“Ehi, ci sei Ale?”, mi chiede dopo un po’ troppo tempo che sto in silenzio
“Si si, scusami…”
“Allora per che ora passo a prenderti?”
“Per le 21 può andare?”
“Va benissimo… Alle 21 in punto sarò lì… Non farmi aspettare troppo!”
“Ok… A dopo Fred…”
“A dopo tesoro”
Subito dopo corro a fare una doccia e dopo mezz’ora giro per la camera con la salvietta sulla testa a mo’ di turbante, ragionando su cosa indossare. Stefania ride. “Per fortuna che ti sei comprata soltanto due paia di jeans, tre magliette e due camice! Se avessi dovuto scegliere dall’armadio di casa tua, sarebbe stato un parto gemellare!”
“La fai facile tu… sono troppo agitata! E poi il bello è che quando sto con lui divento pure timida! Non si è mai vista Alessia Ferrari timida! Mai!”
“C’è sempre una prima volta, mia cara…”
“Si ma dai, proprio con Freddie! Con un altro mica mi sarei fatta tutti questi problemi”
Mi asciugo i capelli e alla fine opto per i jeans con le tasche quadrate davanti e la camicetta bianca.
“È troppo scollata secondo te?”, chiedo a Stefania indecisa
“Secondo me va bene… mica devi vestirti da suora! È il giusto vedo e non vedo…”
“Ok…”
Mi metto un filo di trucco, soltanto sugli occhi e scendo nell’atrio.
Sono le 20.50. Freddie arriverà a momenti. Dopo cinque minuti eccolo varcare il portone. Indossa un paio di pantaloni bianchi a zampa e una camicia con i tasconi stile militare beige. È meraviglioso.
“Buonasera bellissima…”, si avvicina e mi fa il baciamano Io arrossisco.
“Ciao Fred… Stai…”
“Un’incanto? Lo so tesoro… nessuno è meglio di me sulla piazza…”
Sorrido. In un altro avrei odiato tutta questa sicurezza, ma in lui ha qualcosa di magico. Sarà che il modo in cui parla di sé è pieno di ironia.
“Comunque anche tu stai benissimo…”, mi sussurra ad un orecchio
Arrossisco per la seconda volta nel giro di pochi minuti. Freddie mi prende a braccetto e usciamo.
In auto siamo entrambi silenziosi. Si sente soltanto l’autoradio che canta Honey Honey degli ABBA.
“Dove mi porti?”, chiedo ad un tratto
“A vedere le stelle…”, mi risponde lui prontamente
“C’è qualcosa di particolare stasera in cielo?”, chiedo ingenuamente
“Non che io sappia… Però il posto in cui ti sto portando è lontano dal centro e in una notte serena come questa si vedranno benissimo le stelle…”
Io resto in silenzio e sorrido abbassando lo sguardo. Poco dopo arriviamo in un parco giochi enorme. Freddie prende una coperta dal bagagliaio e viene ad aprirmi la portiera.
“Grazie”, gli dico mentre scendo dall’auto
Mi sorride, chiude la portiera e mi prende per mano. Quel contatto è sufficiente per farmi aumentare ulteriormente il battito cardiaco.
“Vieni con me…”, mi dice a bassa voce
Camminiamo fino all’altro lato del parco, dove ci sono dei muretti piuttosto larghi e Freddie stende la coperta.
“Perché non sull’erba?”, gli chiedo
“Perché sarà sicuramente bagnata… Non so se te ne sei accorta, ma a Londra piove sempre…”
“Ah già… non ci avevo pensato”, rispondo imbarazzata
Freddie si stende e mi invita con una mano a fare lo stesso. Siamo vicinissimi, entrambi a pancia in su, ma senza toccarci, né con la mano né con la testa. “Guarda che bello… avevi ragione… il cielo è stupendo stasera”, gli dico puntando il dito in direzione del cielo stellato
Lui resta in silenzio e fa un sospiro.
“Ho detto qualcosa che non va?”, gli chiedo dopo qualche minuto
“No, anzi… sto bene qui con te…”, così dicendo si gira su un fianco e avvolge il suo braccio intorno alla mia vita
Mi volto anche io, per permettergli di abbracciarmi e infatti subito mi stringe. Sento il suo respiro tra i miei capelli e il mio cuore in gola sembra quasi che voglia uscire da quanto batte. Rimaniamo così per un bel po’, senza dire niente. Poi è lui a sciogliere l’abbraccio. Torniamo a guardare le stelle e io allungo la mia mano verso la sua. La stringe appena, ma a sufficienza per emanare tutto il suo calore.
“Cantami qualcosa…”, gli chiedo ad un tratto
Lui sorride appena. Siamo al buio, ma percepisco il suo improvviso arrossire.
“Cosa vuoi che canti?”
“Quello che vuoi… anche una canzone del nuovo album se ti va…”
“Ok… però ci tengo a precisare che questa canzone l’ho scritta mesi fa…”
“Va bene…”, rispondo, capendo da questa frase qual è la canzone che sta per cantarmi…
“Love of my life, you’ve hurt me
You’ve broken my heart and now you leave me
Love of my life, can’t you see?
Bring it back, bring it back
Don’t take it away from me, because you don’t know
What it means to me”


Faccio uno sforzo immane per non cantarla e chiudo gli occhi, immaginando che sia dedicata a me. Infondo ci siamo soltanto io e lui qui. Anche se so che è stata scritta per Mary Austin, ora è tutta per me…

“Love of my life, don’t leave me
You’ve stolen my love, you now desert me
Love of my life, can’t you see?
Bring it back, bring it back
Don’t take it away from me, because you don’t know
What it means to me

Obrigado

You will remember
When this is blown over
Everything’s alla by the way
When I grow older
I will be there at your side to remind you
How I still love you I
still love you

Oh, hurry back, hurry back
Don’t take it away from me
Because you don’t know what it means to me
Love of my life
Love of my life
Ooh, eh (alright)”


Sto piangendo come una bambina, ma sentire la sua voce così vicina e così dolce mi ha provocato un’emozione troppo grande. Lui si accorge solo ora delle mie lacrime e mi abbraccia.
“Che c’è Ale?”, mi chiede preoccupato
“Niente… è che… è stupenda… davvero”, lo rassicuro io
Mi stringe forte e mi da un piccolo bacio sulla fronte.
“Si è fatto tardi ora… è meglio se andiamo…”, mi dice dolcemente Io annuisco e mi asciugo le lacrime.

Quando arrivo al convitto è mezzanotte passata. Stefania dorme già e io non riesco a credere a come sia andata la serata. Freddie è dolcissimo, ma mi sembra ovvio che sia bloccato. Pensando a lui, mi sdraio sul letto ancora vestita e così pochi minuti dopo mi addormento.
  
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