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Autore: La_Sakura    27/02/2019    6 recensioni
Genzo Wakabayashi non è solo il portiere più acclamato e titolato del momento: è anche l’erede dell’impero della Wakabayashi Corp., una delle multinazionali più importanti sul mercato.
Non se n’è mai preoccupato troppo: con suo padre fisso al comando, e i fratelli già ampiamente attivi in varie filiali, non ha mai dovuto prendere le redini, riuscendo così a posticipare costantemente il suo completo inserimento in azienda. Forte della collaborazione della Personal Assistant di suo padre, ha continuato a concentrarsi sulla sua carriera di portiere paratutto del FC Bayern München, riuscendo pienamente a raggiungere gli obiettivi che si era prefissato.
O, per lo meno, così è stato fino ad ora.
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Serie "Im Sturm des Lebens"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Karl Heinz Schneider, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Im Sturm des Lebens'
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ET - Capitolo 1

Controllò nuovamente il primo bozzetto che Heidi le aveva mostrato, senza abbassare quel suo maledetto sopracciglio, segno di scetticismo.

«Allora?!» la futura sposa era seduta accanto a lei sul divano, anzi, era letteralmente accovacciata al suo fianco, in attesa di un suo giudizio.

«Julia, ti prego, dille qualcosa: è da quando hai in mano quei bozzetti che ha smesso di respirare!» Daniel appoggiò la tisana fumante sul tavolino accanto ai numerosi fogli sparsi, e si sedette sulla poltrona poco distante da loro per gustarsi la propria bevanda, e anche la scena.

Julia fece passare qualche altro secondo, quindi rivolse all’amica un sorriso sincero.

«Sono meravigliosi, i più belli che io abbia mai visto. Hanno una linea semplice ma elegante e raffinata. Questo poi – indicò il disegno di un abito al ginocchio, con le spalline sottili incrociate sul retro e un piccolo fiore in tinta cucito a destra, appena sopra al seno – mi ha lasciato senza parole.»

«Sul serio? Non pensi sia troppo semplice? Insomma – la ragazza indicò il punto vita della modella disegnata sul foglio – non lo trovi… spoglio?»

«Puoi sempre arricchirlo con una leggera cucitura sul punto vita o sotto al seno, se non ti convince.»

«E il colore?»

«Hai portato tutto il campionario!» la schernì, prendendo in mano il libricino contenente vari tessuti e colori.

«Mi hai bocciato il rosa antico, adesso mi aiuti a scegliere qualcos’altro!» le rispose Heidi, fingendosi imbronciata.

«Possibile che tu abbia tutto di quel colore? Voglio dire: fiori, decorazioni, partecipazioni…»

«No, era solo il colore per voi…» fu la risposta, tutt’altro che convincente.

«Ne troverai un altro.» fu la conclusione di Julia, che appoggiò il campionario e prese la tisana alla malva che Daniel le aveva preparato.

«È molto delicata.» commentò dopo qualche sorso.

«Sono contento che finalmente qualcuno la apprezzi!» esclamò lui, ridendo divertito, riferendosi chiaramente ai gusti della fidanzata.

«Avete già iniziato a organizzare?»

«Siamo andati a visionare un paio di locali da poter usare col catering. Per adesso quella è l’unica cosa certa.»

«Il cibo?»

«Sono amici dei genitori di Daniel, ci hanno fatto un buon prezzo. Ma le ville hanno prezzi esorbitanti.» si lamentò Heidi, sistemando il disordine sul tavolino e tornando a sedersi accanto all’amica.

«Io ho parlato con Karl. – Julia introdusse il discorso che lei e il Kaiser avevano affrontato poco prima che lui partisse per la trasferta di Champions League – Noi vorremmo regalarvi le fedi.»

I due rimasero spiazzati: non si aspettavano una tale proposta, e non avevano minimamente preso in considerazione il fatto che i due testimoni potessero accollarsi quella spesa.

«Siete molto gentili, ma pensavamo di scegliere delle fedi un po’… ecco… come dire…»

«Costose.» Daniel andò dritto al punto.

«Sì, Karl me l’ha detto, per questo pensavamo di dividere la spesa. Siete i nostri migliori amici, no?»

La franchezza e la semplicità con cui pronunciò le ultime parole furono spiazzanti, sebbene riempirono di gioia i due futuri sposi.

«Ne riparliamo quando rientra da Roma. Abbiamo bisogno di voi.»

«Per cosa?»

«Dobbiamo scegliere il menù, – gli occhi di Heidi si illuminarono – e vorremmo veniste con noi alla degustazione.»

«Noi? – esclamò Julia con stupore – E i vostri genitori?»

«Hanno detto che il matrimonio è nostro, ed è giusto che condividiamo questi momenti con chi vogliamo. Loro conoscono bene i piatti del catering, e si fidano del nostro giudizio.»

La manager si portò la tazza al viso e lasciò che il profumo della tisana le riempisse le narici. Sorrise e annuì, felice.

«Sarà un onore.»

 

Daniel posò i manubri a terra e si avvicinò al Kaiser, che stava terminando la serie di esercizi alla pressa. Si deterse il sudore mentre l’amico bevve una sorsata del suo beverone vitaminico.

«Pensavamo a questa domenica, per la scelta del menù del matrimonio.»

Karl-Heinz annuì, salvo poi bloccarsi mentre impostava il percorso sul tapis-roulant.

«Dovrò dirlo a Genzo: la domenica sera è la nostra serata.»

«Non sapevo di queste tue tendenze omosessuali.» lo prese in giro Daniel. Il Kaiser sorrise.

«Nulla di tutto ciò: è diventata una nostra consuetudine, da quando si è trasferito in Baviera.»

«Beh, – Daniel soppesò le parole – porta anche lui. È solo una cena, in fondo.»

L’algido capitano del Bayern si voltò verso di lui mente il tappeto sotto ai suoi piedi aumentava la velocità.

«Heidi sarà d’accordo?»

«Senz’altro. – annuì – Dirò a Julia di portare la sua amica, così saremo in numero pari.»

«Martha? È carina.» aggiunse poi, dopo che la sua supposizione venne confermata con un cenno della testa.

«Non dirmi che ci hai fatto un pensierino.»

Karl fece spallucce.

«Diamine, Schneider! Vuoi forse farmi credere di aver perso il tocco? Non dirmi che aspetti ancora il miracolo…»

«Per l’ennesima volta: – sibilò tra i denti – io e Julia siamo solo amici. Non c’è nulla tra noi, e mai ci sarà. Ci vogliamo bene, c’è feeling, ma sentimentalmente parlando non è amore. E non lo sarà mai. Questione chiusa.»

«Siamo nervosetti. Mangiati un bretzel, che magari ti asciuga l’acido.»

Corsero in silenzio per tutta la durata del tragitto impostato, mentre il capitano del Bayern rifletteva sulle parole dell’amico. Perché dovevano sempre pensare che tra lui e Julia ci fosse del tenero? Erano solo amici, dannazione! Gli dava fastidio, non voleva che il futuro sentimentale della ragazza venisse pregiudicato da simili illazioni. Per quanto riguardava lui, non aveva ancora trovato la persona giusta: l’unica donna che amava alla follia era Marie, la sua sorellina, senza la quale non sarebbe arrivato dov’era, non sarebbe stato il Kaiser che tutti conoscevano.

Scosse la testa e scese dal tapis-roulant, seguito a ruota dal futuro sposo.

«Dai, Karl, non te la prendere, non volevo farti arrabbiare.»

«Siamo a un punto cruciale del campionato, sono io che non reggo più la tensione, sarà l’età.» scherzò.

«Avete giocato bene a Roma.»

«Potevamo fare di meglio. Speriamo di riuscirci al ritorno.»

«Ci sono tensioni in spogliatoio?»

«Genzo è un po’ assente e stanco: lavora come un matto, nelle pause tra i vari allenamenti. È cotto, non ce la fa più.»

Daniel annuì: ricordava che Julia gli aveva accennato qualcosa.

«E inoltre… – tentennò, ma tanto valeva sfogarsi con l’amico – La stessa cosa che pensi tu, la crede anche lui. Temo sia convinto che tra me e Julia ci sia qualcosa.»

Daniel sorrise in maniera ambigua, facendo intendere di essere a conoscenza di dettagli di cui Schneider era all’oscuro.

«Parlagliene, no? Chiariscili i dubbi.»

«Non conosci Genzo: l’argomento deve partire da lui, altrimenti si chiude a riccio e non c’è verso di cavargli niente.»

«Se lo dici tu…»

 

Martha entrò nell’ufficio di Julia e la trovò in piedi di fronte alla finestra: osservava il sole calare sulla capitale bavarese.

«Notizie di tua madre?» le chiese.

«Sta meglio… – mormorò, sorridendo – Le hanno tolto i sedativi.»

«È un bel passo avanti.»

«Già…»

Martha la osservò: sembrava dimagrita, effettivamente non la vedeva consumare un pasto decente da un po’, in mensa, ed era certa che a casa non mangiasse nemmeno.

«Nonostante questo… – la incalzò – ti vedo preoccupata.»

La Manager chiuse gli occhi per un istante, tornando con la mente all’ultima visita resa alla genitrice.

«Continua ad alternare momenti di lucidità al suo solito stato apatico. Da che ho ricordo, non ha mai saputo chi fossi, né perché girassi per casa o la andassi a trovare in clinica. Ora invece… mi guarda come se capisse…»

L’assistente non parlò: intuiva che ci fossero implicazioni ben più gravi del semplice “All’improvviso mia madre sa chi sono”.

«Avevo solo due mesi quando il suo compagno se ne andò, e lei aveva appena diciassette anni. Non le restò altro che chiedere aiuto ai suoi, ma… – silenzio, una valanga di ricordi la travolse – Oma è sempre stata molto dura con lei, e anche con me. Non è mai stata parca di particolari quando mi raccontava la storia della mia vita.»

Forse è questo che ha forgiato il tuo carattere. pensò Martha, osservando il suo profilo. Tua nonna ha voluto metterti in guardia per evitare che la storia di tua madre si ripetesse.

Evitò però di esprimere a parole ciò che pensava: era già un miracolo che Julia si stesse sfogando, meglio lasciare che il racconto partisse da lei.

«Stasera vai al cinema con Karl-Heinz?»

Martha avvampò a quella domanda, un po’ perché non se l’aspettava e un po’ perché capì che il ragazzo aveva messo Julia al corrente, mentre lei non le aveva raccontato nulla.

«Sì, lui… mi ha invitata, e mi sembrava scortese rifiutare.»

«Fai bene! – le sorrise la Manager, tornando alla scrivania per spegnere il PC – Poi mi racconterai. È un tipo un po’ particolare, bisogna saperlo prendere.»

«Non ti nego che la cosa mi innervosisce.» mormorò la giovane, prendendosi una ciocca di capelli e iniziando ad arrotolarla sull’indice.

Julia alzò un sopracciglio, il che costrinse l’amica a continuare.

«Lui è indubbiamente un bel ragazzo, bellissimo, e di successo. Che ci esce a fare con una persona “semplice” come me?»

«Non ti porre il quesito, non otterrai risposta. A volte è solo questione di alchimia.»

«Come tra te e Genzo?»

Quella frase invertì i ruoli: ora era Julia a sentirsi imbarazzata e fuori luogo.

«È diverso: stiamo dirigendo un’azienda, potremmo scambiare la stima reciproca per altro e rovinare tutto. Dobbiamo andarci cauti.»

«Perdona la franchezza, ma dubito che si tratti di semplice stima professionale.»

Fingendo indifferenza, Julia prese la borsetta dal ripiano posto dietro di lei e si incamminò verso il corridoio.

«Ah, andiamo. – la incalzò l’amica, correndole dietro – Non vorrai dirmi che hai cancellato tutto con un colpo di spugna!?»

La vide premere il pulsante di chiamata dell’ascensore, continuando a non degnarla di una risposta.

«Divertiti, stasera. – le disse finalmente, entrando nell’elevatore e sorridendole beffarda – Fammi sapere com’è “il film”.» e mimò le virgolette con le dita, mentre le porte le si chiudevano davanti. Martha gettò la testa all’indietro e chiuse gli occhi: non avrebbe mai vinto contro Julia, era una sfinge quando si trattava di proteggere la sua privacy. Sbuffando, si recò presso il proprio ufficio per raccogliere i suoi oggetti personali e fiondarsi a casa.

 

Era stato un po’ imbarazzante cenare con loro: a nulla erano valse le sue proteste sulla mancanza di appetito, avevano insistito che mangiasse tutto.

«Heidi, sono piena, non so più come dirtelo!»

«Ma devi aiutarci a scegliere la torta! – piagnucolò la ragazza – Il tuo parere è importante.»

«Siamo in sei, Heidi… – replicò lei, alzando il sopracciglio – Vuoi dirmi che, senza la mia  opinione, non decidi?»

«Esattamente.» si impuntò lei, incrociando le braccia al petto.

Julia sospirò e si decise a prendere in mano il cucchiaio per assaggiare quella che gli altri commensali avevano votato come la migliore torta tra tutte.

Il sapore della bagna al maracuja le invase la bocca, il pan di spagna era morbido e la crema al maracuja che lo farciva era deliziosa, non troppo dolce, giustamente bilanciata col resto della torta; le gocce di cioccolata al suo interno davano quella croccantezza piacevole che contrastava con la morbidezza degli altri elementi. La copertura alla panna montata, poi, era delicata, evidentemente era stata zuccherata solamente in minima parte, di conseguenza non appesantiva.

«È davvero fantastica! – esclamò Julia, entusiasta – È quella giusta!»

«Evviva! – esclamò Heidi, abbracciando l’amica – Allora è tutto deciso! Non mi sembra ancora vero!»

«Abbiamo ancora una questione in sospeso. – le interruppe il Kaiser, il volto serio – Spero tu abbia abbandonato il “rosa antico” in favore di un altro colore.»

Il volto di Heidi si illuminò mentre si alzava in piedi e prendeva Julia per mano.

«Speravo me lo chiedessi! Vieni, – disse all’amica – devi provare l’abito.»

«Hai già confezionato l’abito della testimone?» domandò Martha, entusiasta.

«È solo imbastito, non è quello finale. Voglio che lei lo provi anche per vedere come le sta. Anche se, amica mia, – la squadrò con occhio critico – abbiamo perso un po’ di curve, mi sa.»

«È stato un periodo stressante.» si limitò a giustificarsi, cercando di togliersi dall’imbarazzo.

«Andiamo, dai. Martha, vieni, così mi dai una mano… e lasciamo gli uomini ai loro pettegolezzi.»

Rimasti soli, i ragazzi si guardarono divertiti.

«Certo che la tua futura moglie è un vulcano.» esordì Genzo.

«L’organizzazione del matrimonio la sta assorbendo molto, ma si diverte tanto. È una a cui piace avere tutto sotto controllo.»

«Oh, sì. – intervenne Karl – Confermo. Immagino che quel giorno ci dirà anche come dobbiamo muoverci, per avere tutto perfetto.»

Risero di gusto, poi Daniel si rivolse al portiere, tornando serio.

«Julia è molto provata.»

Genzo annuì, posando il calice di bianco che stava sorseggiando.

«Si sono susseguiti eventi che ci hanno assorbito parecchio, sul lavoro. In più la storia di sua madre… – si interruppe, non sapeva se il ragazzo ne fosse al corrente, ma vedendo che annuiva immaginò che Heidi l’avesse aggiornato – Beh, quella storia l’ha proprio distrutta. Non so come comportarmi, in realtà. Immagino che abbia bisogno fisico di qualche giorno di ferie ma, quando ne abbiamo parlato, mi ha confessato che preferiva buttarsi sul lavoro, per non pensare. Spero che tutto si risolva bene e presto.» terminò il discorso riprendendo il calice che aveva posato poco prima.

«È testarda, molto. – intervenne Karl, lo sguardo fisso sul proprio bicchiere – Sarà difficile farle capire che non può reggere questi ritmi. Il commento di Heidi sulle sue forme non è casuale.»

«È dimagrita parecchio. – ne convenne Daniel – Heidi l’aveva già notato ed è preoccupata. Sperava di riuscire a portarla un weekend via per farla rilassare. Magari a Baden-Baden.»

«Mi sembra un’ottima idea.» asserì Karl.

«Insisterò che si prenda almeno un venerdì, così potranno prolungare il loro soggiorno.»

«Potresti avere argomenti convincenti da usare.»

Genzo notò il lampo di malizia negli occhi del futuro sposo.

«Prego?»

«Beh… – il ragazzo fece roteare il vino nel calice, quindi lo posò e fissò dritto in faccia il portiere – Siete stati molto insieme, nell’ultimo periodo. Heidi parlava di… una simpatia.»

Il Kaiser ridacchiò.

«Ti ci metti anche tu?» lo fulminò Genzo.

«Ah, andiamo! – gli rifilò una pacca sulla spalla – Non c’è niente di male ad ammettere di provare qualcosa per lei. Julia è una bella ragazza e…»

«Lo so. – lo zittì – Anche con te mi sembra molto in sintonia.»

«Siamo amici da anni, Genzo. – il capitano del Bayern si fece serio – Ti posso assicurare che non c’è niente di più di un’amicizia. Forte, sincera, profonda. Ma pur sempre un’amicizia.»

Genzo non sembrava convinto al 100% e stava per ribattere, quando le ragazze tornarono.

«Ta-dan!» esclamò Heidi, spostandosi e portando Julia al centro dell’attenzione.

Indossava il famoso vestito del bozzetto della stilista, realizzato in un tenue color malva, ed era visibilmente imbarazzata.

«Beh? – Heidi si avvicinò al futuro marito e incalzò i ragazzi – Che ne pensate?»

«È stupendo, amore. Hai fatto un ottimo lavoro.» e sigillò quella frase con un bacio a fior di labbra.

Genzo era immobile: fissava Julia come se la vedesse per la prima volta. Il vestito le arrivava poco sotto al ginocchio, risalendo poteva notare come si appoggiasse morbido su fianchi, punto vita, seno… deglutì cercando di non farsi notare, ma quando incontrò lo sguardo di Julia non poté fare a meno di trattenere il fiato. Lo stava fissando a sua volta. Aspettava il suo giudizio. Era tesa come una corda di violino, come se fosse nuda davanti a lui. Cercò di sorriderle, ma era come paralizzato, con il cuore che batteva a mille.

«Quindi dovrò indossare una camicia di quel colore?» esordì ad un tratto il Kaiser che, accortosi della tensione tra i due amici, cercò di stemperare la situazione.

«No, Karl. Ho optato per una semplice cravatta.»

«Evvai!» esultò lui, alzando il pugno in segno di vittoria.

«Che antipatico che sei.» e ricevette un buffetto in testa, per tutta risposta.

Nel frattempo Julia continuava a guardarsi, con quel vestito che le sembrava troppo corto, che la lasciava troppo scoperta, e con lo sguardo di Genzo puntato addosso. Accidenti, la stava scandagliando: le stava così male? Istintivamente strinse le braccia al petto, a mo’ di protezione.

«Ti senti bene?» le chiese Martha, rimasta accanto a lei per tutto il tempo.

«Questo vestito è stupendo, ma io mi sento… inadatta a indossarlo.»

«Scherzi, vero?»

Per tutta risposta, lei scosse la testa in senso di diniego.

«Julia, – Martha le posò una mano su una spalla – stai d’incanto. Sei meravigliosa. Questo vestito ti sta benissimo, dico davvero. – poi si avvicinò a lei e le sussurrò all’orecchio – E Genzo non ti toglie gli occhi di dosso… questo dovrebbe farti sentire molto meno inadeguata!»

Sghignazzò allontanandosi da lei e tornando a sedersi per bere un goccio di vino.

«Beh io… vado a togliermi questo abito. Non vorrei rovinarlo…»

«Va bene. – le confermò Heidi – Ah, tesoro… sei meravigliosa.»

«Smettila, non ho bisogno che mi aduli per convincermi a indossare l’abito. Dopotutto... l’ho scelto io!» e, facendole la linguaccia, tornò a indossare i vestiti che aveva messo per la serata.

«Aehm… - Heidi tossì per attirare l’attenzione – Genzo, allora… che ne pensi della mise

«È favolosa… favoloso. Molto… molto bello… sì…»

Il Kaiser sghignazzò sotto i baffi: era raro vedere il SGGK in difficoltà. Presto i due piccioncini sarebbero finalmente usciti allo scoperto, ne era certo.

Si prospettava un periodo roseo per i suoi due amici.


Un altro capitolo abbastanza sereno, il matrimonio di Heidi e Daniel riesce a far sì che i nostri protagonisti si ritaglino un momento spensierato. 

I cambiamenti appaiono evidenti, soprattutto su Julia che pare non reggere più così bene la tensione, e scopriamo un altro tassello importante del suo passato, una madre giovane sedotta e abbandonata da un uomo che rimane sconosciuto. 

Il capitolo si conclude con una previsione del Kaiser dovuta al momento rilassato che stanno vivendo, questa cena per la scelta del menù di nozze che aiuta ancora un po' Genzo a far chiarezza dentro di sé. 

Vi abbraccio forte 

Sakura 

   
 
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