Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: Hil 89    27/02/2019    5 recensioni
Si narra che le anime gemelle siano destinate ad incontrarsi, prima o poi.
Il percorso per trovarsi è segnato da visioni, ma il cammino non sempre è semplice.
Quello che è certo è che quando il destino chiama, non resta altro che rispondere.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 9



Alec non aveva mai dato troppa importanza alla questione delle anime gemelle.
Non poteva negare la lieve fitta di gelosia che l’aveva colto quando sia Jace che Izzy ricevettero la loro visione. Sentimento che però svanì non appena vide, sul volto di due tra le persone che più amava al mondo, quel sorriso spensierato e pieno d’amore che rivolgevano a Clary o Simon e che ricevevano a loro volta.
Un lieve sorriso prese forma sulle sue labbra al pensiero di quel ragazzo orientale, che da poco tempo aveva iniziato ad alimentare i suoi pensieri e che nonostante quello che gli stava succedendo, gli stava tenendo compagnia, ma sopratutto lo faceva sentire meno abbandonato a sé stesso.
Nel profondo sapeva che nessuno l’avrebbe mai lasciato indietro, specialmente Jace ed Izzy, ma era consapevole che non avendo molto informazioni certe sul Circolo, non era sicuramente facile cercare di capire dove fosse.
La porta si aprì di fronte a lui ed Alec alzò il capo, puntando il suo sguardo oceano in quello verde bosco del giovane biondo che si chiuse la porta alle spalle.
“Cambiato idea, Lightwood?” chiese avvicinandosi lentamente
“Continua a sperare” rispose secco il poliziotto strattonando le catene.
“Sai” continuò il biondo afferrandogli il mento tre le dita, “Questa tua assurda resistenza, non ti farà guadagnare tempo, prolungherà solamente le tue sofferenze”
“Stai diventando ripetitivo. Devo iniziare a credere che le vostre difese si stiano affievolendo?” lo sfidò Alec fissandolo dritto negli occhi
“Non ti illudere” rispose il biondo aumentando la stretta sul suo volto, “Nessuno ti troverà”
“Jonathan” una voce alle loro spalle zittì entrambi i giovani, “Ora basta”
Le dita del biondo lasciarono subito la presa e si strinsero lungo i fianchi, mentre si allontanava di qualche passo dal prigioniero.
Alec spostò lo sguardo verso l’entrata della stanza e vide per la prima volta un uomo dalla capigliatura bionda e dallo sguardo scuro e freddo come il ghiaccio.
Lo vide muovere dei passi lenti all’interno della stanza e lo osservò attentamente: la sua postura, il suo atteggiamento, l’espressione sul viso. Notò una somiglianza lampante con il giovane fermo a pochi passi da lui.
“Padre” confermò infatti il ragazzo voltandosi verso di lui
L’uomo non rispose al richiamo, ma continuò a fissare il poliziotto imprigionato di fronte a lui
“I miei collaboratori mi hanno informato che non intendi collaborare” iniziò fermandosi ad una manciata di passi da Alec, “Vediamo se questo può farti cambiare idea” continuò alzando un braccio e muovendo due dita in avanti.
Alle sue spalle entrò un altro uomo che teneva tra le mani un spranga di ferro che aveva la parte superiore incandescente, l’uomo biondo indossò un guanto ed impugnò il pezzo di metallo nella zona fredda per sventolare la parte calda davanti agli occhi blu di Alec.
Il moro aumentò la presa sulle catene e affondò i denti candidi nel labbro inferiore quando il ferro rovente si scontrò con la pelle del suo fianco. Il respiro aumentò rapidamente al crescere del dolore, ma Alec non permise ad un singolo gemito di lasciare le sue labbra, sentiva il sapore ferroso del sangue invadergli la bocca e scendere lento lungo il profilo del mento, mentre il bruciore della pelle scottata gli scuoteva il corpo.
Chiuse per un attimo gli occhi, cercando di concentrarsi su qualsiasi altra cosa che non fosse quel ferro incandescente a contatto diretto con il suo torace, quando un paio di occhi verdi dorati invasero la sua mente.
Una serie di immagini passò velocemente davanti ai suoi occhi, sollevò lentamente le palpebre e fissò l’uomo dritto negli occhi, un sorriso storto dipinto sulle labbra martoriate.
“Chi vi ha passato le informazioni sullo scambio?” chiese l’uomo mentre faceva pressione con le dita sulla bruciatura che spiccava sulla pelle candida del poliziotto, Alec continuava a fissarlo negli occhi senza emettere nessun suono. Le dita della mani stringevano con forza sempre maggiore le catene che lo tenevano fermo, il battito veloce del suo cuore gli rimbombava nelle orecchie ed il sapore del sangue invadeva ancora la bocca.
Senza distogliere lo sguardo dalle iridi fredde di fronte a lui, prese un respiro prodondo per poi sputargli dritto in volto. Aveva preventivato lo schiaffo secco che ricevette in risposta e non poté evitare di far spuntare l’ennesimo sorriso storto sulle labbra insanguinate, quanto il suo sguardo incrociò quello furioso dell’uomo.
“Non avrai risposte da me” dichiarò con voce sicura.
Aveva imparato, fin dai tempi dell’accademia, che gli informatori erano un bene prezioso per le forze dell’ordine e meritano la protezione dei loro agenti di collegamento, anche a costo di mandare a monte un caso. Guadagnarsi la loro fiducia era indispensabile, perchè solo in questo modo, in caso di necessità sarebbero corsi in loro aiuto senza esitazione alcuna. Alec era convito di questo, infatti in più di un’occasione la chiusura di un caso oppure la svolta decisiva era arrivata grazie all’informazione giusta di uno dei suoi informatori.
E di certo non era questo il giorno in cui avrebbe infranto la promessa fatta anni addietro a Meliorn.
Una risata sprezzante uscì dalle labbra del giovane, rimasto in silenzio fino a quel momento, si affiancò al padre ed incrociò le braccia al petto.
“Sai” cominciò, “Vorrò sicuramente vedere la faccia di Jace quando troveranno il tuo cadavere sul ciglio della strada”
Al sentire il nome del fratello, un brivido attraverso la schiena di Alec, si morse l’interno della guancia per evitare di far trapelare un qualsiasi sentimento e cercò di restare calmo.
Come facevano, loro, ad avere cosi tante informazioni su di loro? Doveva cercare di scoprirne di più.
“Vedo che ho attirato la tua attenzione” constatò Jonathan con un sorrisetto strafottente dipinto sulle labbra, “Ti chiederai se sappiamo altro?” continuò posizionandosi a pochi centimetri dal volto di Alec, “La bella detective Izzy, il capitano Lightwood-Trueblood, lo Squalo, oppure il giovane studente di legge Max” le dita pallide del biondo afferrarono con forza i capelli neri del poliziotto e lo strattonarono violentemente per avvicinarlo ancora verso di lui, “Sappiamo tutto di voi. Non è stato semplice, lo ammetto. Come già ti avevo detto, avete fatto un buon lavoro. Però noi siamo stati più bravi. Inoltre abbiamo le nostri armi segrete”
“E quando il collegamento sarà scoperto, sempre se saranno in grado di scoprirlo, sarà troppo tardi” continuò l’altro uomo avvicinandosi al figlio, “O almeno, sarà tardi per te” concluse stringendo il mento del moro in una presa ferrea.
Alec analizzò attentamente le parole dei due uomini e decise che tanto valeva rischiare: aveva l’occasione di scoprire qualcosa di più preciso sull’organizzazione, Izzy e Jace erano sulle sue tracce e da quello che aveva visto il giovane orientale li aveva raggiunti, doveva guadagnare tempo e poteva provare a farlo cercando di ottenere più informazioni sul Circolo.
Puntò i suoi occhi blu su padre e figlio e sorrise: “Non vi dirò nulla. Lo so io e lo sapete voi” disse calmo, “Il mio destino è già segnato” continuò osservando le loro reazioni, Alec prese un breve respiro poi fece la sua domanda: “Cosa ci ha tradito?”
“L’ultimo desiderio di un condannato a morte” constatò il più giovane con un ghigno, lasciando cadere le braccia lungo ai fianchi.
La presa sul mento di Alec si allentò ed il moro spostò l’attenzione sul volto dell’adulto e trattenne il fiato quando il suo pugno colpì con forza il suo fianco, all’altezza della bruciatura inferta poco prima. Non distolse lo sguardo da quello freddo dell’uomo, guardandolo con sfida, aspettando la risposta con il battito del cuore accelerato.
“Hai fegato, ragazzino” disse solo l’uomo schiaffeggiandogli il volto, “Devo concedertelo” continuò allontanandosi di qualche passo per affiancarsi al figlio, “D’accordo” concluse poi incrociando le braccia.
Jonathan imitò il gesto del padre senza togliersi l’espressione strafottente dal volto, socchiuse le labbra per aggiungere qualcosa quando la porta della stanza si spalancò.
Sulla soglia un uomo aveva il fiato corto, segno che aveva corso per raggiungerli il più velocemente possibile, osservò i due uomini in completo e disse: “Signore. Abbiamo un problema” il tono era tremolante, chiaro segno che non riusciva a nascondere la preoccupazione, “Ci hanno scoperto”.

 
 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Hil 89