Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: pattydcm    27/02/2019    2 recensioni
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Questa ff è la continuazione della mia OS ‘Fenix’. Vi consiglio, quindi, di leggerla, prima di affrontare quella che sarà una piccola long dal punto di vista di Greg. Dalla serie sappiamo che il suo matrimonio è in crisi e qui si approfondisce questo aspetto. Mi sono focalizzata sulla confusione che domina l’ispettore e che si estende a tutti i campi della sua vita. Non è una mystrade, in realtà non c’è una vera coppia qui. C’è la confusione di quest’uomo che si scontra con figure diverse: Sherlock, Mycroft, la ex moglie, Donovan, Molly e Moriarty. Come sappiamo dalla serie, la vita di Greg è stata messa in pericolo dalle mire di James su Sherlock. Se sappiamo come si è evoluta questa minaccia in John, nulla si sa di come l’abbia presa Greg. Ho voluto qui porre l’accento anche su questo. Ci trovarci al termine della prima stagione: Moriarty si è palesato con il suo macabro gioco e ha detto a Sherlock che gli brucerà il cuore. Non ci sarà l’incontro con la Adler, né la gita a Baskerville e il salto dal Bart's. Spero che questo esperimento vi piaccia.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Lestrade, Molly Hooper, Mycroft Holmes, Sally Donovan
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Buonasera a tutti!
Eccovi un nuovo capitoletto che spero possa essere di vostro gradimento.
Alla prossima
Patty
 
Capitolo 16
 
Greg sospira, mollemente abbandonato sul sedile passeggeri dell’auto guidata da Anthea. La donna ha insistito affinchè si muovessero verso le loro destinazioni utilizzando la vettura blu e anonima, con la quale hanno accompagnato Leslie da George e che ora li vede diretti al Diogenes Club.
Viaggiano in silenzio, l’una guida, l’altro rimugina sui suoi pensieri. Sullo sguardo della sua ex moglie, fisso su Leslie. Greg non si era aspettato un’accoglienza esultante da parte di lei alla proposta di ospitare il ragazzo, ed era certo che non si sarebbe apertamente espressa nel suo disaccordo dinanzi ai figli. Aveva sperato, però, con tutto se stesso di non vedere quello sguardo. Quel giudizio. Quel timore.
<< Terrò d’occhio suo padre. Non avrà modo di venire qui a importunarvi, sta tranquilla >>. l’aveva rassicurata rendendosi conto, dolorosamente, di come lei non avesse neppure pensato a quella possibilità. Non è quella la cosa che la spaventa, l’unico vero pericolo che potrebbe contestargli.
<< Pensi sia il caso di farli dormire nella stessa stanza? >> gli aveva infatti chiesto in un sussurro, preoccupata più di questo che di tutto il resto.
<< Non vedo perché no, Maggie >> le aveva risposto e lei aveva storto il naso.
“In tutti questi anni non me ne sono accorto” pensa, scuotendo il capo. Prende una sigaretta dal pacchetto che tiene nel taschino della giacca. << Da fastidio se fumo? >> domanda ad Anthea, che scuote il capo, gli occhi fissi sulla strada. Accende la sigaretta e prende una lunga boccata.
Sono stati insieme per dieci anni e non se n’è mai accorto. Certo, non hanno mai avuto modo di entrare in contatto con uomini e donne omosessuali e non se ne è mai parlato in casa e forse è per questo che non si è reso conto di come la sua donna, la sua compagna, la madre dei suoi figli fosse omofoba. La battuta fatta a Leslie circa la guerra per toglierle la patria potestà gli torna alla mente e scopre di non avere voglia di altri problemi. Sospira, soffiando una nuvola di fumo che gli avvolge il viso facendogli bruciare gli occhi.
<< Quanti sospiri, ispettore >> gli dice Anthea, senza rivolgergli lo sguardo.
<< Mi sono rimasti solo questi. Lasciameli esprimere, per favore >>.
<< Oh, suvvia, non mi pare il caso di darsi al vittimismo >> ribatte lei sorridendogli. << Non sei il primo ad aver sposato la persona sbagliata della quale ti eri fatta un’idea totalmente errata >>.
<< E questo dovrebbe tirarmi su il morale? >> le chiede e la ragazza ride in modo irrispettoso.
<< No, in effetti no. Mi spiace, Gregory >> gli dice posando la mano sul suo ginocchio per poi riportarla al volante. << Poco te ne farai del mio dispiacere, ma sappi che è sincero. Devo dire, però, che hai imparato dai tuoi errori e ti sei buttato su una donna più intelligente, aperta di mente e rispettosa dell’altrui pensiero >>.
Greg non si stupisce più di tanto del fatto che lei sappia dei suoi pranzi con Molly. Lei e il suo capo sanno persino ciò che le persone che tengono d’occhio non conoscono di loro stessi.
<< Non mi sono buttato su niente. Sono troppo incasinato per buttarmi su qualsiasi cosa >> ribatte sbuffando un’altra nuvola di fumo >>.
<< E lei lo sa? >> gli chiede e sembra dispiaciuta della cosa.
<< Non ci siamo detti nulla. Dal momento che non c’è nulla >>.
<< E quel bacio? >> gli chiede, sbattendo le lunghe ciglia.
<< Ma tu e il tuo capo non avete nulla di meglio da fare che trascorrere le giornate a spiare gli altri? >> le domanda infastidito e lei torna subito a guardare la strada.
<< Era un tentativo di conversazione >>.
<< E perché dovremmo conversare? >>.
<< E’ quello che fanno le persone, no? >>.
Greg ride e poco gliene importa se questa sua reazione possa sembrare irrispettosa e giudicante. Non sa neppure lui perché la battuta di questa donna gli abbia smosso tutta questa ilarità. Forse non riesce a scindere l’immagine della segretaria e, da poco scoperta, guardia del corpo-killer, da quella della donna che vuole fare due chiacchiere per riempire il silenzio di un abitacolo che forza ad una vicinanza non gradita.
<< Beh, almeno sono riuscita a farti ridere >> borbotta seria e, sì, sembra proprio che l’abbia offesa con la sua risata.
“Vale per le volte in cui tu hai riso di me” pensa compiaciuto.
<< Posso immaginare quanto sia difficile la tua vita, Anthea >> ribatte, deciso a rincarare la dose. << Tutto il giorno dietro il tuo gelido capo, lo sguardo perennemente attaccato al tuo smartphone, discorsi complicati, sicuramente noiosi e la costante attesa che accada qualcosa, qualunque cosa purchè si possano menare le mani. Un talento eccezionale costretto nei panni di una perfetta segretaria. Sì, deve essere tanta la frustrazione, se arrivi a voler conversare con me >>.
La ragazza approfitta del semaforo rosso per voltarsi verso di lui. Il suo sguardo è indecifrabile. Potrebbe dirsi arrabbiato, offeso, irritato, ma anche stupito.
<< Ti sottovaluti, Gregory >> gli dice ripartendo al verde. << Ti concedo l’analisi che hai fatto. In effetti a volte qualche argomento più leggero e momenti informali mi renderebbero la vita più semplice. Gli stimoli legati al pericolo e al menare le mani, contrariamente a quanto tu possa immaginare, ti assicuro che non mancano. Soprattutto negli ultimi tempi >> dice, cogliendolo di sorpresa.
A quanto pare l’eliminazione di Jadescu non è stata un caso isolato portato da circostanze straordinarie. Greg si chiede quante persone si ritrovi ad eliminare in un mese, questa donna, per conto del suo capo e scopre di non volerlo sapere. Anche perché se c’è Moriarty dietro la maggior parte delle decisioni di Mycroft, la donna che gli siede accanto starebbe eseguendo gli ordini non del suo capo, ma del Napoleone del crimine, divenendo, a tutti gli effetti sua complice.
<< Ciò che mi hai detto la volta scorsa, nel breve viaggio che abbiamo fatto insieme dal Met al pub mi ha incuriosita >> continua. << Se ho tentato anche questa volta di far partire una conversazione è solo perché ho trovato interessante parlare con te, Greg. Mycroft non si spende molto in discorsi filosofici, né in concetti semplici e più alla portata di tutte le menti e, sì, ammetto di fare fatica a seguirlo quando parte per i suoi voli pindarici. Non credo neppure che gli interessi che io riesca a stargli dietro o no. Penso di essere una sorta di accessorio, come potrebbe esserlo un teaser, un revolver o un registratore al quale parlare senza aspettarsi che questi risponda >>.
<< Parecchio umiliante >> constata Greg e lei sfoggia un sorriso amaro.
<< Oh, tu e John il più delle volte assolvete allo stesso ruolo con Sherlock >> minimizza la ragazza. << E’ un po’ il prezzo da pagare per poter stare al loro fianco, dal momento che è l’unico modo nel quale sanno manifestare interesse. È quello di cui parlavi l’altra volta, l’addomesticarsi. È difficile guardare al mondo con altri occhi dopo averlo intravisto attraverso il loro filtro >>.
<< Sì >> conviene Greg, rendendosi conto di come, da quando ha a che fare con Sherlock, abbia assunto non solo alcuni dei suoi atteggiamenti, ma abbia cambiato anche le sue idee sul genere umano. << Fa paura, non trovi? >> le chiede rivolgendole un sorriso complice.
<< Dipende da quale sia questa paura >> ricambia lei. << Se ti spaventa la possibilità di rimanere solo, perdere le tue altre conoscenze per il tuo nuovo modo di vedere al mondo e alle cose è un conto. Se, invece, ti spaventa l’idea di quanto sciocchi in fin dei conti sappiano essere gli esseri umani, persi nelle situazioni problematiche che loro stessi creano o permettono di essere coinvolti è un altro >>.
<< E qual è la differenza >> ragiona Greg, trovando interessante questa conversazione.
<< Nel primo caso hai paura di crescere, nel secondo stai crescendo e questo comporta compiere delle scelte >>.
<< Chi tenere accanto a sé e chi lasciare andare >> continua Greg al posto suo.
<< Assumendosi la responsabilità delle proprie decisioni e, a conti fatti, della propria vita >> annuisce Anthea. << Sai qual è la cosa che più mi colpisce di te, Greg? >> dice volgendo a lui lo sguardo.
<< La mia eccezionale personalità? >> risponde, facendola ridere in quel modo col quale sembra sempre prendersi gioco di lui.
<< Sì, in un certo senso è proprio questa >> annuisce lei e nota solo adesso, Greg, quanto le doni il sorriso sincero che le ammorbidisce i lineamenti rendendola ancora più bella. << Sherlock ti ha rovinato la vita. Non si può dire il contrario, in fin dei conti. Sì, lui potrà anche non averne colpe >> dice, interrompendo, alzando la mano, il suo tentativo di ribattere. << Ma, seppure indirettamente, è stato la causa della fine del tuo matrimonio, ha messo a rischio l’incolumità dei tuoi figli, la tua stessa vita e persino il tuo amato lavoro. Eppure tu continui a credere in lui >> dice battendo la mano sul volante. << Partiresti a spada tratta per difenderlo, se fosse necessario. Ti metteresti contro tutto il resto del mondo pur di salvarne la reputazione, se servisse. Cosa che già fai, litigando costantemente con Donovan e Anderson, del tutto contrari al tuo ostinarti a cercare il suo aiuto. E questo nonostante lui continui imperterrito, direttamente o meno, a causarti guai sempre più grossi. Mycroft è esattamente come te >> gli dice, cogliendolo di sorpresa. << Nei primi anni di lavoro al suo fianco mi sono chiesta perché non si limitasse a liberarsi di un fratello così. Avrebbe potuto farlo e nessuno nel suo ambiente lo avrebbe accusato di menefreghismo. Lui, invece, tutt’ora paga di tasca sua team di controllori che tengano d’occhio le telecamere alla ricerca del fratello. Quando ancora Sherlock faceva uso di droghe, dopo una giornata trascorsa tra alti vertici e riunioni di gabinetto durante le quali la sua era una delle parole che potevano cambiare le sorti del mondo, si recava nei posti in cui gli era stato detto essere stato avvistato il fratello e lo andava a recuperare. Troppe volte ho visto Sherlock del tutto fatto dargli addosso e lui incassare i colpi, trascinandolo imperterrito via dall’ennesimo covo di disperati. Allora non sapevo cosa lo spingesse a farlo e quando l’ho scoperto sono rimasta, come te, colpita. Non tanto dal fatto che abbia ucciso suo padre per salvare il fratello, quanto dall’immenso amore che prova per lui. Lo manifesta, forse, in un modo che né tu né io possiamo comprendere. In un modo che forse neppure Sherlock comprende, eppure è così. Quel ragazzo è la manifestazione vivente del suo lato emotivo. Lui lo chiama senso di colpa, ma non è solo quello a muoverlo >>.
<< E’ la sua unica ragione di vita >> sussurra Greg, ricordando quanto detto da Mycroft nel loro incontro in auto.
<< Proprio così >> annuisce Anthea. << Capisci, ora, perché sei maledettamente importante, Greg? >>.
Il detective annuisce e passa la mano sul viso sconvolto. Non riesce a crederlo. Non ha mai preteso di essere importante per qualcuno e a dirla tutta è una sensazione che lo riempie di ansia. Quando negli occhi dei suoi figli vede quel bisogno, quell’affetto incondizionato si chiede sempre se ne sia all’altezza e puntualmente si dice di no, che non fa mai abbastanza. Gli toglie il fiato pensare che Mycroft, dall’alto della sua posizione di prestigio e comando, possa ritenere lui, semplice ispettore capo di Scotland Yard, una persona importante.
<< Tu con quella proposta, col tuo dare fiducia a Sherlock, hai salvato la sua unica ragione di vita >>.
Sentire Anthea mettere a parole questa cosa lo mette a disagio. Improvvisamente il sedile dell’auto diventa scomodo e la cintura di sicurezza troppo stretta contro il suo petto.
<< E’ troppo >> riesce solo a dire abbassando il finestrino bisognoso di aria.
<< Lo posso immaginare. Tu hai solo visto un ragazzo da aiutare e hai fatto la cosa più semplice che ti potesse venire in mente: lo hai aiutato. Hai visto anche la possibilità di aiutare te stesso grazie alle sue capacità, certo, ma questa fedeltà nei suoi confronti dimostra che c’è altro che va oltre il semplice usarlo >>.
<< Ehi, senti, non… >>.
<< No, no, sta tranquillo >> ride lei, alzando nuovamente la mano a interromperlo. << Non sono così stupida da pensare tu abbia perso la testa per lui, come John Watson. Dico solo che è indubbio che tu gli voglia bene >>.
Greg sorride e si rende conto che in effetti è così. Mycroft fin’ora gli ha detto che Sherlock lo considera un fratello maggiore migliore di quanto non lo sia lui. Forse anche Greg è mosso da un fraterno amore nei suoi confronti. Il fratello minore che non ha mai avuto e che aveva tanto a lungo desiderato. Quello che ha cercato negli amici che ha avuto, ma che non lo sono mai stati. Perché c’è una differenza profonda tra un amico e un fratello, al di là del patrimonio genetico. Un amico può percorrere con te una parte del tuo cammino come anche tutto quanto. Con lui ci si può confidare, ci si può affidare, si può anche fare a botte per lui e prendersi tutte le responsabilità per toglierlo dai guai. L’amicizia, però, può finire, le strade dividersi e la persona con la quale prima si trascorrevano ore di chiacchiere e segreti può diventare il perfetto sconosciuto che era prima di incontralo.
Un fratello, invece, conosce il fango dal quale arrivi perché ne fa anche lui parte. Può assolvere a sua volta tutte le caratteristiche dell’amico, con la differenza che anche se ci si divide, anche se si litiga, resta quell’amore incondizionato che rende diversa persino la rabbia che si prova.
Commosso, Greg trova ora un senso a molte cose.
<< Anche John lo ha salvato, sparando a Hope >> dice, sentendo di dover smezzare con qualcuno il peso che sente essere stato posato sulle sue spalle da quelle parole. Inaspettatamente la donna ride di gusto, come avesse fatto la più spassosa delle battute.
<< John Watson ha messo a dura prova il mio capo fin dal primo fotogramma di loro due insieme che gli è stato proposto da uno dei nostri controllori >> dice alzando gli occhi al cielo.
<< E perché, scusa? Sherlock è cambiato tantissimo da quando c’è John al suo fianco >>.
<< Il che vuol dire che se se ne andasse crollerebbe e puoi ben immaginare dove potrebbe andare a cadere uno come lui >> ribatte lei, guardandolo negli occhi.
Greg non può fare a meno di convenire con lei. L’amore è uno strano sentimento, di quelli capaci di dare tanto e togliere tutto nel giro di poco e lui questo lo sa bene.
<< E poi c’è anche un’altra cosa >> aggiunge lei, sorridendo con dolcezza. << Una cosa molto… tenera, a mio parere >> specifica divenendo piccola piccola.
<< Cosa? >> gli chiede lui divertito dalle sue espressioni.
<< Mycroft non ha mai pensato alla possibilità che Sherlock potesse trovare qualcuno con il quale stare bene. Un uomo in grado di amarlo, in sostanza, e penso che questa idea se la sia fatta un po’ a causa del padre e un po’ per l’egoistica convinzione di essere l’unico in grado di poterlo amare e dargli ciò di cui lui ha bisogno >>.
<< Una mamma chioccia gelosa e iperprotettiva, sì, lo avevo notato >> sorride Greg .
<< Benchè saperlo felice lo riempirebbe di gioia, allo stesso tempo sente che lo perderebbe. Se Sherlock fosse capace di camminare sulle sue gambe, di prendere decisioni assennate, cose che, a mio parere, è benissimo in grado di fare, ma come, sai, sono difficili da spiegare a una madre apprensiva >> gli dice, strizzandogli l’occhio. << Se ne fosse capace, dicevo, potrebbe andarsene e farsi la sua vita e lui lo perderebbe >>.
<< Ciò dimostra come il tuo capo non sia per nulla immune dall’amore >>.
<< Oh per niente >> ride lei. << Anche se, purtroppo, è l’unica forma di amore che si concede >> sospira lei.
Greg la guarda stupito da ciò che gli sembra di aver intravisto dal modo in cui ha pronunciato quest’ultima frase. Vorrebbe osare e porle apertamente la domanda che gli frulla per la testa ma non sono così in confidenza. Un conto e parlare dei fratelli Holmes, un altro è entrare in ambiti più personali. Anthea sembra rendersi conto di questo lavorio silenzioso e sorride volgendogli lo sguardo.
<< Sono stata gelosa di te, sai? >> dice cogliendolo di sorpresa.
<< Gelosa di… me? >> ripete lui incredulo, dando ancor più luce al suo sorriso.
<< Oh, sì >> conferma lei con un sospiro. << Pensavo che il mio capo potesse avere un interesse per te che andasse al di là della riconoscenza e della stima. Sai, il fratello posso tollerarlo, un estraneo invece no >> dice scoccandogli un’occhiataccia.
Non vorrebbe per nulla al mondo avere questa donna contro ed è ben felice che questa sua gelosia sia infondata.
<< E quindi tu… tu cosa farai? >> le chiede curioso. << Resterai nell’ombra a sospirare per un uomo che sai aver deciso di concedersi come unica manifestazione d’affetto l’amore che prova per il fratello? >>.
<< E’ possibile che sia questo ciò di cui ho bisogno >> risponde lei facendo spallucce.
Greg ricorda bene la storia dei reciproci bisogni da soddisfare, che, secondo Mycroft, sono ciò che i comuni mortali chiamano ‘amore’ e non può fare a meno di ridacchiare scuotendo il capo.
<< Ti sei addomesticata proprio bene, Anthea >> le dice ed è un sorriso amaro quello che le curva le labbra.
<< So essere un’ottima volte, Greg[1] >> gli dice, strizzandogli l’occhio. << Così come tu sai di essere incasinato. A quanto pare siamo in grado di accettare i nostri limiti e la nostra capacità di… perdere delle occasioni >>.
È chiaro il riferimento a quanto le ha detto circa Molly e la conseguente frecciatina. John è il tipo di persona che non si lascia scappare mai un’occasione e se fosse qui adesso gli scoccherebbe un’occhiata molto simile a quella di Anthea. Greg, però, non è molto d’accordo con la tattica del ‘chiodo scaccia chiodo’. Non con una donna sensibile come la patologa, comunque.
<< Eccoci arrivati >> lo informa la donna, distogliendolo dai suoi pensieri. << Sei ancora dell’idea di voler conoscere la verità? >> gli chiede, come volesse offrirgli un’ultima possibilità per tirarsi indietro. Si rende conto che la conversazione avuta con lei di verità ne ha portate a galla parecchie e soprattutto gli ha permesso di chiarirsi le idee su molte cose. Lui, però, annuisce, deciso a ruzzolare fino in fondo nella tana del bianconiglio[2].
 
 
[1] Citazione de ‘Il piccolo principe’ di Saint-Exupéry
[2] Citazione dal film ‘Matrix’.
   
 
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